Mentre Biden sta scegliendo il suo epitaffio, Trump ha afferrato la cornetta per parlare di pace in Ucraina. Ha chiamato anche Putin che si è detto disponibile a discuterne. Wow. Fino a ieri Putin veniva descritto come un mostro sanguinario con cui era impossibile trattare. E chiunque proponeva di negoziare veniva apostrofato come un ingenuo o addirittura un traditore della patria continentale. Con gli statisti europei che strillavano in coro di principi inderogabili e promettevano nuove armi fino alla vittoria. Contrordine! Il nuovo padrone americano e quindi della Nato non ha più intenzione di buttar via neanche un dollaro in Ucraina e con la Russia punta ad avere buoni rapporti. Nessuna ragione ideologica, Trump non è un pacifista, ma da uomo d’affari non va oltre le guerre commerciali e da narcisista patologico non va oltre le guerre personali. Meglio di niente. Sta di fatto che l’inversione a u di Trump sta generando il panico nei palazzi europei. I funzionari della Nato nascondono i mitragliatori sotto le scrivanie, politicanti e tecnocrati rispolverano la bandiera arcobaleno e promettono fiori nei cannoni mentre la stampa al guinzaglio fa i salti mortali per aggiornare la propaganda. Devono riuscire a rimangiarsi tutto senza perdere la faccia in modo da salvare la carriera. Un bel casino. Anche perché Trump non solo vuole la pace in Ucraina ma pare sia intenzionato a levare pure le tende dall’Europa. Alla notizia le lobby delle armi hanno stappato le bottiglie migliori e fatto il trenino, finisce la cuccagna in Ucraina e ne inizia un’altra ancora più ricca. Quella del riamo, prima la scusa era la Russia, adesso che i marines non ci fanno più da balia. Va riarmata l’Europa fino ai denti. Perché come hanno insegnato gli Stati Uniti al mondo, più siamo armati, più siamo sicuri e più viviamo in pace noi e gli altri. Già, come no. Quanto alla lezione dell’Europa che si è massacrata a vicenda per secoli per poi trovare la pace unendosi, chissenefrega. Non rende ed è passata di moda. Ma come prima cosa va chiusa la pratica Ucraina siglando la pace con la Russia e passando a fare soldi con la ricostruzione, passaggio complesso. Putin sta vincendo e quindi anche giustamente le condizioni le vorrà dettare lui. Non certo Zelensky e i tecnocrati europei dalle ossa rotte. Putin ha speso una fortuna per una guerra che non voleva e molti russi ci hanno lasciato le penne tra le trincee di fango ucraine, non può chiedere sacrifici, prevalere e poi cedere come se nulla fosse. Più realistico che raggiunga i suoi noti obiettivi nel Donbass, cacci gli ucraini dal Kursk e poi negozi la resa. Alla fine è una guerra tra loro, noi siamo solo i fornitori di benzina da buttare sul fuoco. L’intervento di Trump può essere molto utile a lasciare Zelensky a secco costringendolo a mollare l’osso, e a livello Nato stoppare le mire espansionistiche verso est, vera ragione del conflitto. Trump ha proposto di rimandare l’adesione dell’Ucraina di 20 anni e visto che molti protagonisti nel frattempo ci lasceranno, non è una cattiva idea. Cambiando i galli, cambia il pollaio. E nel frattempo Mosca potrebbe tornare ad essere magicamente amica. Trump ha detto a Zelensky che la Crimea la rivedrà giusto in cartolina e alla fine sarà già tanto se l’Ucraina manterrà uno sbocco sul Mar Nero per fare il bagnetto d’estate. Davvero una notevole inversione a u. A Washington e quindi in Europa. Dopo anni di autolesionismo energico e quindi economico, dopo anni di propaganda bellicista antirussa, dopo anni di immensi sprechi di risorse pubbliche, dopo anni di morti e distruzione, si ritornerà presto attorno ad un tavolo. Con l’unica differenza che nel frattempo l’Ucraina ma anche l’Europa sono in ginocchio mentre Putin sta vivendo una nuova primavera. I responsabili di tale disastro cercheranno di riciclarsi anche spingendo per il riarmo così magari la prossima guerra la combattiamo in prima persona invece che per procura. Armi sempre più devastanti, nuove generazioni da cannone, esercito continentale. In modo da vivere sicuri senza renderci conto che siamo noi i peggiori nemici di noi stessi. In modo da vivere in pace, facendo la guerra.
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