martedì 7 aprile 2015

Stephen Hawking: il bosone di Higgs potrebbe distruggere l'universo. - Elena Re Garbagnati



Nella prefazione scritta per il libro "Starmus, 50 Years of Man in Space", lo scienziato allerta sui potenziali rischi legati agli esperimenti sulla cosidetta "particella di Dio"

IL BOSONE di Higgs - altrimenti conosciuto come "particella di Dio" - può avere il potenziale per distruggere l'universo. L'avvertimento è dell'astrofisico inglese Stephen Hawking, che lo scrive nella prefazione del libro "Starmus, 50 Years of Man in Space", una raccolta di conferenze tenute da scienziati e astronomi, tra cui Neil Armstrong e Buzz Aldrin.

Secondo il celebre fisico, a livelli di energia molto elevati, il bosone potrebbe improvvisamente diventare instabile, causando un "catastrofico decadimento del vuoto" tale da far collassare il tempo e lo spazio, e non ci accorgeremmo nemmeno che sta succedendo. Hawking sottolinea che questo scenario è molto improbabile, perché i colleghi non hanno a disposizione un collisore di particelle abbastanza grande per un esperimento di questa portata. Con una nota sarcastica infatti Hawking aggiunge che "un acceleratore di particelle capace di raggiungere 100 miliardi di GeV sarebbe più grande della Terra, ed è improbabile che si possano ottenere i finanziamenti per realizzarlo nel clima economico attuale".

Secondo il fisico comunque, nell'eventualità che lo si costruisse, il bosone di Higgs "potrebbe diventare metastabile a energie superiori a 100 miliardi di giga-elettronvolt (GeV)". In sostanza, se gli scienziati dovessero intraprendere un esperimento simile, l'universo potrebbe subire un catastrofico decadimento del vuoto, cioè la bolla del vero vuoto si espanderebbe alla velocità della luce. Il disastro secondo Hawking "potrebbe accadere in qualsiasi momento".

L'affermazione ha portato il professor John Ellis, fisico teorico del Cern, a rispondere prontamente per tranquillizzare gli animi: "Deve essere chiaro che la scoperta del bosone di Higgs al Large Hadron Collider (Lhc) non ha causato questo problema, e le collisioni nell'Lhc non potrebbero innescare instabilità, perché le loro energie sono troppo basse". È dello stesso avviso Nicola Mori, ricercatore in fisica all'Università di Firenze, che abbiamo contattato per capire meglio il problema sollevato da Hawking. Mori ci spiega che da una parte "è vero che i fisici stanno cercando di studiare il fenomeno a energie molto alte con Lhc, e che progettano in futuro di costruire nuove macchine per aumentare questa energia, ma è bene sapere che nell'universo esistono oggetti e processi fisici che lavorano a energie molto maggiori di quelle di Lhc - per essere precisi fino a un milione di volte - e per ora nessuno di questi processi ha causato un 'catastrofico decadimento del vuoto'". In altre parole, "oggi siamo in grado di osservare raggi cosmici che arrivano dal Cosmo sulla Terra con un'energia un milione di volte maggiore di quella delle particelle che girano dentro all'Lhc, ma nessuno di questi raggi cosmici ha causato danni".

"Quella di Hawking - che resta uno dei più grandi luminari del nostro tempo - è quindi da vedere come una speculazione teorica, un fatto che si potrebbe verificare a energie ancora maggiori di quelle dei raggi cosmici di cui si parlava sopra", conclude Mori e sottolinea che "la cosa più importante, al di là di speculazioni e idee pindariche, e l'unica cosa sicura è che non siamo ancora in grado di distruggere l'universo".


http://www.astronomia.com/forum/showthread.php?7757-Stephen-Hawking-il-bosone-di-Higgs-potrebbe-distruggere-l-universo

lunedì 6 aprile 2015

Amenità.



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Scoperta in Sicilia la “superstrada” che oltre 2 mila anni fa collegava Siracusa a Selinunte

Sicilia - Scorcio della terrazza che sovrasta il Teatro Greco di Siracusa, V° sec. a.C. - Ph. Allie_Caulfield | CCBY2.0

In Sicilia,  nei pressi di Siracusa, durante le indagini sui resti di una necropoli di età preistorica a Cozzo del Pantano portata alla luce dall’archeologo Paolo Orsi nel 1893, ed ora oggetto di studio da parte degli archeologi Davide Tanasi e Giancarlo Germanà, è emerso il tracciato di un’antica ”superstrada” costruita dai Greci per collegare la città di Siracusa alle sue colonie Akrai e Kasmenai e inoltre a Gela e Akragas arrivando fino a Selinunte (vedi nella foto in basso la ricostruzione grafica del tragitto). La straordinarietà del ritrovamento sta nel fatto che si tratta della seconda arteria stradale più importante della Sicilia antica, dopo la via Elorina (che collegava Siracusa a Eloro, vicino all’attuale Noto). Sono addirittura ben visibili le tracce delle ruote dei carri che oltre due millenni or sono la percorsero.
Dalle prime ricerche sulla necropoli che la costeggia emerge che il sito funerario di Cozzo Pantano fu utilizzato fino all’età precoloniale, cioè prima dell’arrivo dei Greci che da Corinto giunsero in Sicilia a fondare la città di Siracusa nel 734 a. C. e poi ancora in epoca greca con un reimpiego delle tombe – spiegano gli archeologi – anche in epoca romana e in quella successiva. Ciò testimonia una continuità di frequentazione forse da rapportarsi proprio al passaggio dell’importante arteria di collegamento.
Mentre la succitata via Elorina si articolava verso est,  la via diretta a Selinunte, oggetto della recente scoperta, conduceva in direzione ovest.Erano queste della Sicilia sud-orientale vie lungo le quali gli abitanti delle antiche città di epoca greca conducevano i loro scambi commerciali o che all’occorrenza gli eserciti utilizzavano per manovre belliche. I viaggiatori le percorrevano a piedi oppure servendosi di carri trainati da buoi o cavalli e di quest’ultimo tipo di transito, come si accennava prima, rimangono tracce visibili nei solchi generati dall’attrito delle ruote sulla pietra.
Le tombe che costeggiano la via sono una cinquantina a grotticella artificiale (cioè scavate nella roccia) e sono a forma di tholos. Sono databili all’età del Bronzo medio ed hanno restituito ricchi corredi che comprendono, oltre a ceramiche indigene, altre di importazione micenea e maltese.
Le nuove indagini su questo sito permetteranno una nuova edizione dello scavo dell’Orsi muovendo dagli oltre 200 reperti raccolti dall’archeologo di Rovereto a fine Ottocento, custoditi nei depositi del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” e  solo in parte analizzati in una relazione scientifica. Infatti, dopo una pubblicazione preliminare a cura dello stesso Orsi, l’interesse verso il sito scemò e i pochi reperti dell’età del Bronzo medio esposti al museo non hanno permesso di avere un’idea precisa della reale portata del ritrovamento. Gli archeologi impegnati sul posto, al contrario, non considerano affatto Cozzo Pantano un sito minore identificando appunto la strada che lo fiancheggia con la Via Selinuntina, esistente in epoca greca e poi prolungata dai Romani, i quali la spinsero ancora più ad Ovest fino a Lilibeo, come del resto testimonia l’Itinerarium Antonini, una rara carta geografica d’epoca tardoantica, che descrive questa strada come la principale della Sicilia meridionale.
Ricostruzione grafica del tragitto seguito dalla Via Selinuntina fra Siracusa e Selinunte

Euro, brrrr che paura.

7paure.jpg

Le 7 paure infondate sull'uscita dall'euro
1) Mutuo
I mutui verranno convertiti nella nuova valuta il giorno di uscita dall'euro, per chi ha il tasso variabile questo rimarrà comunque legato all'euribor e quindi stabile.Sul fronte dei mutui gli italiani ne beneficeranno.
2) Inflazione
Se pensiamo che i beni (casa, macchina, telefono) che vogliamo comprare scenderanno di prezzo non spendiamo e l'economia si ferma. Questo è quello che succede oggi con la deflazione. Un po' di inflazione è quindi necessaria a far girare l'economia. Dall'altro lato non deve essere troppo alta per non svalutare la nostra capacità di spesa. Questo non succederà perchè i prodotti italiani diventeranno più competitivi rispetto agli esteri e i prodotti che siamo obbligati a importare dall'estero (es. petrolio) hanno un impatto limitato sul prezzo finale (es. nell'ultimo anno l'euro si è svalutato di circa il 25% sul dollaro, ma le accise alte sulla benzina non hanno fatto vedere la differenza).

3) Conto corrente
Il conto corrente in euro verrà convertito nella nuova valuta. Ma come oggi uno può tenere conti in valute diverse nel suo conto in banca, la stessa cosa potrà fare dopo l'uscita dall'euro tenendo conti in dollari, euro, sterline, franchi e nuova valuta.
4) Titoli di stato
I titoli di Stato italiani saranno convertiti per il 95% nella nuova valuta (dato che per il 95% sono emessi sotto legislazione italiana e per cui ereditano la valuta nazionale). Lo Stato li pagherà e li emetterà nella nuova valuta. Visti i bassi rendimenti e l'alto rischio già oggi i titoli di Stato italiano non sono convenienti per il cittadino italiano.
5) Passaggio dall'euro alla lira
Il cambio probabilmente sarà 1 a 1 con la nuova valuta che poi si svaluterà un po'. L'effetto sui prezzi farà si che da subito probabilmente rimarranno uguali a quelli che vediamo oggi semplicemente denominati nella nuova valuta.
6) Aumento della benzina
La benzina è un falso problema in quanto la maggior parte del suo costo (64%) è dovuta alla tassazione. Le quotazioni internazionali del greggio e il rapporto di cambio incide solo sul 26% del prezzo. Se si aggiunge che il petrolio è ai minimi storici in questo periodo non sarà sicuramente un problema l'uscita dall'euro per questo aspetto.
7) Import: aumento dei prezzi dei prodotti importati
Questo problema, che esiste in particolare sui prodotti tecnologici, può essere risolto solo investendo in innovazione dopo la distruzione di aziende come Olivetti e il ridimensionamento di Telecom Italia. L’innovazione è l’unico modo per sviluppare il Paese, non certo rimanere nell’euro.Abbiamo storicamente sempre esportato e commerciato con i Paesi più vicini a noi, ma non perchè hanno l'euro, semplicemente perchè sono più vicini e la vicinanza geografica li rende i più facili con cui commerciare da quando c'era l'Impero romano.
Al contrario le esportazioni verso l'area euro sono in continua decrescita da quando abbiamo l'euro. Solo nel 2007 erano quasi il 60%, oggi meno del 50%. Le uniche aree in crescita per le nostre esportazioni sono quelle fuori dalla zona euro come evidenziato da studi sull'export italiano: "i mercati emergenti rappresentano attualmente la quota maggiore delle esportazioni, mentre la rilevanza dell’area euro si è notevolmente ridotta"

sabato 4 aprile 2015

Australia, per l’orchidea orientale che vive sottoterra al via il test sul DNA. - Gabriele Vallarino


Il mondo delle orchidee, lo sanno bene i botanici, è un mondo a sè. L’orchidea evoca, agli studiosi e appassionati, bellezza, specializzazioni, coevouzione coi più disparati insetti e animali. Ma l’orchidea in questione è un esemplare raro, forse unico. Vive nel continente grande come la luna, l’Australia, che, tuttavia, è come un’isola dispersa nel mondo: qui l’evoluzione ha lavorato con un ritmo tutto diverso regalando agli uomini non pochi gioielli.
In un angolo sud-orientale vive questa rara orchidea, senza foglie e radici, e con una preferenza per il sottosuolo.
Davvero criptica e insolita, per questo è stato deciso di sottoporla a test genetici accurati in Olanda, i quali ci diranno una volta per tutte se si tratta di una nuova specie da aggiungere all’album della biodiversità. L’orchidea sotterranea orientale (Rhizanthella slateri), così l’ha battezzata il mondo, se ne infischia del sole e perciò della fotosintesi. Sono i miceti, in simbiosi con essa, a garantirle il nutrimento necessario.
È una specie saprofita che spazia dal sud est del Queensland alla costa sud del New South Wales. Nel NSW attualmente sono note 10 localizzazioni, nelle quali si contano soltanto pochi individui. Tra le aree d’interesse spiccano: Watagan Mountains, Blue Mountains, Wisemans Ferry area, Agnes Banks e Nowra.
Rhizanthella slateri è difficile da rintracciare, per questo chissà quante altre localizzazioni devono essere scoperte. Le piante crescono nelle foreste di eucalipto, ma i botanici sono incerti anche sul tipo di habitat specifico che predilige quest’orchidea sotterranea. Se non fosse per i fiori che escono oltre il suolo, l’intera pianta non si scoverebbe per l’intero anno. I fiori devono uscire allo scoperto per permettere l’impollinazione che avviene grazie agli insetti.
È il professore Greg Steenbeeke, funzionario per le specie minacciate del Dipartimento dell’Ambiente, a studiare questa incredibile specie dai fiori violacei.
Il botanico attende fiducioso i risultati genetici per poter “leggere” nel DNA più informazioni possibili.
La sequenza genetica di questa orchidea orientale verrà inclusa in una banca dati globale chiamata Genbank, dove sarà messa a confronto con altre orchidee sotterranee. Tutto questo permetterà di evidenziare le particolari variazioni tra le singole specie, servirà per capire se si tratta di una specie nuova e aiuterà a individuare quali tracce genetiche siano da collegare al comportamento sotto il suolo.
Come si sono evolute nel mondo le orchidee sotterranee? Quali differenze strategiche ci sono tra le specie non fotosintetiche? Sono tutte domande che assillano i botanici e più si arricchisce la piattaforma Genbank più si potrà ottenere informazioni per provare a rispondere.
Per adesso sappiamo che l’orchidea sotterranea orientale fiorisce nella primavera australe da settembre a novembre, per poi nascondersi sotto il suolo assieme ai suoi misteri. Un piccolo miracolo di luce viola regalato all’umanità per qualche istante, d’altronde le cose belle durano sempre troppo poco.

venerdì 3 aprile 2015

GERMANWINGS FOR ALL. - Rossland


A giudicare dalla fuffa che ci rifilano abbiamo (al solito?)
2 certezze:

1. i morti sono morti veri 
2. sulle reali cause del disastro aereo non sapremo mai nulla

La sequenza di boiate riportate dalla stampa:


Condizioni dell'aereo
1. (nell'immediato): l'aereo è "quasi intatto".
2. a distanza di poche ore: "...migliaia di frammenti dell'aereo e di parti di corpi umani sono sparpagliati sul fianco della montagna."

Scatole nere

1.  Ritrovata una scatola nera: "...Serve un "lavoro di comprensione dei suoni, delle voci, degli allarmi", ha insistito, parlando di un lavoro che "prenderà diverse settimane se non dei mesi".
2. alcune ore dopo (news del 26.03.15): "...è stato il co-pilota" che ha chiuso fuori il pilota andato (presumibilmente) in bagno. 
3. alcuni giorni dopo (oggi)decodificata la scatola nera (ma non era già stata decodificata?), le ultime parole del pilota: "Apri quella (quale?) maledetta porta". (questa la sapevamo già...com'é che ce la ri-sparano come notizia nuova di zecca oggi?)
4. della seconda scatola nera non vi è (ancora) notizia e non mancheremo di darne conto, visto che "pare" sia fondamentale per comprendere il senso di quanto registrato (e decodificato alla velocità della luce) nella prima
5. (extra bonus): com'é che di questa scatola nera (singola) sappiamo già cosa ha registrato mentre nulla di nulla sappiamo su quelle del volo MH17 precipitato in Ucraina? Secretate, le cazzate su quei contenuti ci sono state risparmiate e abbondantemente compensate con quelle su chi (o cosa) ha tirato giù l'aereo malese 

Il kamikaze


1. era depresso e ha stracciato il certificato medico per andare a lavorare
2. aveva superato tutti i test di idoneità al volo (news del 26.03.15)
2.bis: non aveva superato fase allenamento per stress (v. link sopra)
3. aveva detto alla morosa che di lui si sarebbe parlato
4. aveva in casa confezione di anti-depressivi (e chi non ne ha? secondo statistiche europee sono la 4a categoria di farmaci più prescritti in Europa con una media di 78,7 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti e si posizionano al quinto posto per spesa pubblica. Per dire...)
5. aveva il 30% di vista in meno (e chi l'aveva assunto 'sto cecato? fosse vero, un secondo colpevole l'abbiamo per forza...)

L'uomo solo in cabina

1. dalle registrazioni della scatola nera (quella decodificata 3 giorni fa, non quella decodificata oggi) si sente il respiro tranquillo e regolare (stava facendosi un pisolo mattutino in cuffia?)
2. non voleva aprire la porta al pilota per portare a termine il suo spettacolare suicidio
3. amava molto le montagne che conosceva bene (un romanticone quindi: le ha scelte per il proprio suicidio nonché l'omicidio rituale collettivo?) 

L'aereo (varie raccolte in rete):

1. il giorno prima era a terra per riparazioni
2. un anno prima un altro aereo della compagnia aveva rischiato per un probema simile
3. scendeva lentamente, tanto che "pare" l'allarme sia scattato solo quando era ormai evidente che non si trattava di...cosa? Un aquilone di carta che perde il vento e scivola verso terra planando?

La conversazione (da Corriere.it)
I 20 minuti iniziali di volo al contrario fanno registrare uno scambio assolutamente normale tra i due piloti, riferisce il giornale tedesco, precisando che il comandante spiega a Lubitz di non aver fatto in tempo ad andare in bagno al momento della partenza da Barcellona, preannunciando così la sua uscita dalla cabina. Poi alle 10.27 il pilota chiede al copilota di preparare l’atterraggio a Duesseldorf e Lubitz risponde con poche parole: «Spero», «Si vedrà».
Cioè, fatemi capire: il comandante va in bagno proprio al momento di preparare l'atterraggio?
Uno che la sa più lunga di me osservava ieri che le procedure di check-up per le manovre di decollo e atterraggio dell'aeronautica sono le più imitate al mondo in assoluto, in ogni settore, perché ritenute, proprio per la precisione con cui vengono applicate sistematicamente, la migliore garanzia di sicurezza in ambienti di rischio.
E questo va in bagno perché non c'era andato prima del decollo e in 20' non ne ha trovato il tempo?
E l'altro, gli risponde laconico "Spero", "Si vedrà"?
Dopodiché, come ci disinformano, uno va in bagno e l'altro (in cuffia, come pare succeda effettivamente secondo le procedure di atterraggio), ha "un respiro tranquillo e regolare" quando l'altro, tornato dalla pipì e rimasto chiuso fuori, gli minaccia mari e monti (oddio, magari monti no...) se quello (dal respiro rilassato e regolare) non gli apre la porta della cabina?
Ripeto ciò che ho scritto altre volte: ma chi li scrive 'sti copioni?
Almeno affidarsi a un autore decente, no? 
Quella proposta al video qui sotto è (forse) fantasiosa ma almeno ha una sua coerenza logica:
 
 
Fonte: http://rossland.blogspot.it
Link: http://rossland.blogspot.it/2015/03/germanwings-for-all.html
29.03.2015

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14857