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giovedì 31 dicembre 2020

Conte: “Sintesi urgente sul Recovery, governo non può galleggiare”. Renzi? “Non sfido nessuno. Se manca fiducia andrò in Aula”. E sulla delega ai Servizi: “È prerogativa premier”. Vaccino: “Escludo obbligo”.

 

LA CONFERENZA DI FINE ANNO - Il premier replica ai malumori della maggioranza: “Abbiamo un patrimonio di fiducia e credibilità da non disperdere”. Sulle minacce di Italia Viva: "Il passaggio parlamentare è fondamentale e ognuno si assumerà le rispettive responsabilità". E sulla delega ai Servizi: "Chi chiede al premier di abbandonarla deve spiegare perché. Altrimenti dobbiamo cambiare la legge". Sulle critiche alla manovra: "E' un collage di favori? Sì, ma a sostegno della sanità, delle famiglie e del lavoro".

Sul Recovery Plan serve subito una “sintesi politica” e ci sarà un Consiglio dei ministri già “nei primi giorni di gennaio”. È “urgente” arrivare subito a un accordo, perché il governo “non può permettersi di disperdere il patrimonio di fiducia e di credibilità” che si è costruito in Italia e in Europa. Ma, “se verrà meno la fiducia di un partito, andrò in Parlamento“. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte evita preamboli ed nella conferenza stampa di fine anno entra subito nel cuore del dibattito politico di questi giorni, chiedendo alle forze di maggioranza una sterzata decisiva, perché l’Esecutivo “non può permettersi di galleggiare“. Occorre “accelerare” la cosiddetta verifica di maggioranza, spiega, così da affrontare “nei primi giorni di gennaio” il Recovery Plan, da consegnare poi alle “parti sociali e alle Camere” per definirlo in via definitiva “a febbraio“. “Dobbiamo correre”, ripete più volte il premier. Il Piano, dai progetti alla governance, è uno dei temi che divide la maggioranza. Ma Conte affronta anche il nodo Mes e soprattutto il tema della delega ai Servizi, altro argomento al centro delle critiche di Renzi: “Chi chiede al premier di abbandonare la delega deve lui spiegare perché: è una prerogativa del premier. Altrimenti dobbiamo cambiare la legge“. La conferenza è anche l’occasione per parlare agli italiani di come proseguirà la lotta alla pandemia: il vaccino non sarà obbligatorio, la scuola e i trasporti restano i punti “più critici” e a marzo la fine del blocco dei licenziamenti è “uno scenario molto preoccupante“. Infine c’è la manovraapprovata oggi dal Senato: “Concordo, è un collage di favori a sostengo della sanità, delle famiglie e del lavoro“, risponde il premier al Corriere della Sera che citava le durissime critiche contenute in un commento del giurista Sabino Cassese, che parlava di “corporativismo”.

La replica a Renzi e la verifica in Aula – La conferenza di fine anno di Conte, iniziata poco dopo le ore 11 con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid e poi con le parole del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, è l’occasione per parlare agli italiani della lotta al Covid: dal piano vaccini alle eventuali riaperture post-Epifania. Ma è anche la sponda ideale per una replica a Matteo Renzi e ai malumori che animano la maggioranza sul Recovery Plan. “Il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo. Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco”, risponde Conte a chi gli chiede del leader di Italia Viva. “E’ chiaro che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, si può vivacchiare“, ripete più volte il premier. Per questo “il passaggio parlamentare è fondamentale“, afferma Conte, confermando la possibilità di ‘testare’ la tenuta della maggioranza proprio con il voto dell’Aula sul Recovery Plan. “Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità“, ribadisce il premier parlando proprio di un eventuale voto di fiducia in Parlamento al termine della verifica di governo. “Non ho sfidato Salvini col voto di fiducia: ho evitato che una crisi di governo si consumasse nel chiuso di un appartamento di rappresentanza o di un salotto“, ricorda ancora Conte.

Rimpasto: se ne può discutere – Il premier cita Aldo Moro e spiega che gli “ultimatum non sono ammissibili”. “Io sono per il dialogo”, ripete. “Un’altra cosa non mi appartiene oltre agli ultimatum. Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, stiamo lavorando per il Recovery Plan, abbiamo fatto una manovra espansiva di 40 miliardi, lavoriamo al Bilancio europeo, sono qui per programmare il futuro. Non potrei distogliermi da questo per impegnarmi in una campagna elettorale“, sottolinea Conte. Che aggiunge poi: “Lavoro con disciplina e onore, non certo per fare una mia lista elettorale”. La prospettiva di un rimpasto non è esclusa: “Per quanto riguarda la squadra di governo, il capitano la difende in tutti i modi“. “Se verrà posto il problema se ne discuterà per cercare risposte funzionali che aiutino l’interesse nazionale. Io sono disponibile – chiarisce Conte – nel perimetro di soluzioni che aiutino l’interesse nazionale”. Sull’ipotesi di avere dei vicepremier, risponde: “Una formula rispettata nel precedente governo con scarso successo. Ma non c’è un problema di cambiare squadra, si lavora con le forze di maggioranza, si fa quello che serve al Paese“.

Servizi: legge attribuisce delega al premier – L’altro argomento spinoso è la delega ai Servizi. Renzi da tempo preme affinché Conte ceda la delega e ancora due giorni fa è tornato ad attaccare: “C’è una legge che dice che il presidente del Consiglio affida la delega a una personalità di chiara importanza a cui affida il compito strategico di gestire l’intelligence, che non è la polizia personale di qualcuno”. Il premier in conferenza replica: “La legge del 2007 attribuisce al presidente del Consiglio la responsabilità politica e giuridica sulla sicurezza nazionale”, spiega. “Io ne rispondo comunque. Che mi avvalga o meno di nominare una persona di fiducia”, aggiunge Conte, ricordando che anche il premier Gentiloni non aveva affidato la delega a un sottosegretario. “E poi – prosegue – abbiamo il Copasir che è un organismo fondamentale, composto da tutte le forze rappresentate in parlamento, presieduto da un esponente delle forze di opposizione. Il Copasir garantisce che ci sia il rispetto dell’interesse generale e la direzione politica per il rafforzamento dei presidi”. Il punto, secondo il premier, è un altro: “Chi mi chiede di abbandonare la delega deve spiegare. Domanda: perché si chiede a un presidente del Consiglio di liberarsi dei suoi poteri? Io non posso liberarmi, è una prerogativa del premier. Altrimenti dobbiamo cambiare la legge“, conclude Conte sull’argomento.

I nodi Mes e governance – Conte affronta anche il tema del fondo salva-Stati: “A un tavolo di maggioranza si può discutere di tutto, fermo restando che parlando di Mes, l’ho già detto, sarà il Parlamento a dover decidere se attivarlo o meno. Quello che va chiarito è che non possiamo usare tutti i prestiti in modo aggiuntivi, se lo facessimo avremmo vari inconvenienti“, chiarisce ancora una volta il premier, evidenziando che “nel 2020, sul fronte dei fondi, non siamo riusciti a spendere il 60%. Quindi c’è un limite alla capacità di spesa”. Per quanto riguarda il meccanismo di governance del Recovery Plans, occorre pensare a “una clausola di salvaguardia“, spiega Conte. “Il meccanismo europeo funziona con erogazioni semestrali, se non si rispetta il cronoprogramma le erogazioni sono sospese o addirittura si devono restituire i fondi. Per questo serve un meccanismo che stabilisca una volta per tutte cosa succede se si accumulano ritardi e si rischia di perdere le somme”, sottolinea il premier. “Sulla struttura di governance penso a un decreto: è una richiesta precisa della Commissione europea“, specifica poi Conte.

Il vaccino e il contratto Ue – Oltre le tensioni politiche e i malumori della maggioranza, Conte affronta anche i temi che riguardano più direttamente la lotta alla pandemia, a partire dal vaccino anti-Covid: “Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere”. Conte ribadisce inoltre che il governo esclude la possibilità di una “vaccinazione obbligatoria“. Quanto alle dosi extra comprate dalla Germania fuori dal recinto Ue, il premier replica: “Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi che in modo sintonico si sono mossi per l’alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte. E’ stata una scelta politica. L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. E poi L’Italia non l’ha fatto perché all’articolo 7 del contratto della commissione europea c’è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale”, chiarisce Conte. Che poi dedica un passaggio anche agli insulti ricevuti dalla prima infermiera vaccinata in Italia, Claudia Alivernini: “E’ inaccettabile. Ancor più inaccettabile adesso che stiamo realizzando un piano vaccinale che consentirà di mettere in sicurezza il Paese”.

I licenziamenti – Il premier ammette invece la sua preoccupazione per la fine del blocco dei licenziamenti: “La ministra con i sindacati e le forze sociali sta già lavorando allo scenario che dovremo affrontare dopo marzo“. “È uno scenario molto preoccupante. Abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che più o meno sta funzionando, ha scongiurato il licenziamento per 600mila persone. Ma dobbiamo lavorare alla riforma e riordino degli ammortizzatori sociali e rendere più incisive le politiche attive del lavoro. Dovremo lavorare per non farci trovare impreparati. Il mercato del lavoro si preannuncia molto critico dopo marzo”, ammette Conte. L’Italia ha dati economici più negativi di altri Paesi? “I nostri dati economici non lo sono. Aspettiamo l’ultimo trimestre e vediamo”, risponde poi il premier.

La scuola e i trasporti – “Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche”, annuncia invece Conte parlando delle restrizioni post-Epifania e dell’eventuale rientro in classe per gli studenti più grandi. “Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%“, afferma il premier. “Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici”, spiega ancora Conte. “Il trasporto si è rivelato uno dei momenti più critici nella fase pandemica, perché se dovessimo rispettare il distanziamento, dovremmo quintuplicare la flotta dei mezzi di trasporto – ammette il premier – ma abbiamo stanziato tre miliardi per sostituire la flotta dei bus e stanziato 390 milioni per favorire il noleggio dei mezzi privati. Sono iniziative che vanno messe a terra a livello regionale”.

Le critiche sulla gestione della pandemia – In Italia i dati peggiori sul Covid che altrove? “Teniamo conto che l’Italia è stato il primo Paese europeo e occidentale in cui è scoppiata la pandemia in modo così incisivo. Questo ci ha complicato la risposta e abbiamo dovuto elaborare risposte che non ci consentivano di riprodurre quelle applicate altrove”, risponde il premier Conte alle osservazioni e critiche ricevute. E chiede aspettare prima di fare bilanci: “Avremo sempre il massimo impegno per limitare le limitazioni delle libertà personali. Nella seconda ondata le misure restrittive sono dappertutto e a volte anche in modo più incisivo che da noi”. Poi sul numero di decessi aggiunge: “Lascio agli scienziati e agli esperti le valutazioni. Dagli esperti ci viene detto che fattori che hanno contribuito c’è che abbiamo la popolazione più anziana d’Europa: in Italia si muore tardi ma si invecchia male. Tutti questi fattori, associati alle abitudini di vita dei nostri anziani che facciamo vivere con noi, possono aver contribuito”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/30/conte-recovery-rapida-sintesi-per-ok-a-febbraio-governo-non-puo-galleggiare-su-renzi-premier-non-sfida-nessuno-vaccino-escludo-obbligo/6051183/

lunedì 16 marzo 2020

Coronavirus, il governo discute il decreto con gli aiuti economici. Le attese: stop a mutui e fisco, contributi per partite Iva, congedi.

Coronavirus, il governo discute il decreto con gli aiuti economici. Le attese: stop a mutui e fisco, contributi per partite Iva, congedi

Licenziato dal pre consiglio nella tarda serata di domenica, il testo sarà all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato alle ore 9. La versione non definitiva è composta da trenta pagine e 120 articoli, prevede diverse misure. Dai voucher baby sitter e congedi per genitori, fino ai fondi per la sanità e le forze dell’ordine.
Fino a venticinque miliardi per gli aiuti alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori. Ma anche la produzione di mascherine made in Italy. È il decreto con le misure economiche per combattere l’emergenza coronavirus. Un provvedimento che – secondo fonti di Palazzo Chigi – movimenterà, grazie all’accasso al credito, circa 350 miliardi. Licenziato dal pre consiglio nella tarda serata di domenica, il dl sarà all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri convocato alle ore 9. Nella sua versione non definitiva è composto da trenta pagine e 120 articoli, prevede diverse misure: dallo stop ai mutui, au voucher baby sitter e congedi per genitori, fino ai fondi per la sanità e le forze dell’ordine. Resta da capire se il rinvio delle elezioni comunali, regionali, e del referendum per il taglio dei parlamentari troverà posto nella versione definitiva del dl. Nelle informazioni circolate nella giornata di domenica non c’era alcun accenno al rinvio delle consultazioni, ma il provvedimento non è definitivo fino a quando non esce dal Consiglio dei ministri.
Per l’emergenza 25 miliardi di euro – “Al fine di reperire le risorse per assicurare la liquidità necessaria all’attuazione degli interventi di cui al presente decreto – si legge nelle disposizioni finanziarie – è autorizzata l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 25.000 milioni di euro per l’anno 2020“. La risposta del governo al probabile crollo del Pil, in pratica, vale anche più di una manovra (nell’ultima legge di al netto dell’Iva nell’ultima legge di bilancio c’erano misure per circa 9 miliardi). E non finirà qui, dal momento che Roberto Gualtieri ha già annunciato nuovi interventi per spingere i cantieri e dare ristoro a chi sarà danneggiato dall’emergenza. “Le conseguenze economiche non spariranno in poche settimane, l’economia avrà bisogno di una fortissima spinta per la ripartenza”, e la situazione “richiede un cambio di passo anche dell’Europa”, ha detto il ministro dell’Economia domenica sera a Che tempo che fa, ricordando che l’Italia sta mettendo in campo “risorse enormi in pochissimo tempo” ma si tratta “solo della prima tappa”. Il titolare di via XX settembre ha ripetuto che “nessuno deve perdere il lavoro per effetto del Coronavirus. Tutti devono avere la possibilità di sostentarsi durante questa fase di emergenza che gli italiani stanno affrontando con una straordinaria forza”.
I soldi per sanità e Protezione civile – Nel decreto le misure per il potenziamento del sistema sanitario sono all’inizio. Arrivano 1,15 miliardi per la sanità e 1,5 miliardi per la Protezione civile. Ci sono fondi per gli straordinari di medici e infermieri, la possibilità per i prefetti di requisire e altre strutture per le persone in quarantena, il potere per la Protezione civile e per il nuovo commissario straordinario per l’emergenza sanitaria di requisire strutture e mezzi per potenziare i reparti degli ospedali. Il commissario, Domenico Arcuri, potrà fronteggiare la grande carenza di mascherine e di altri macchinari di terapia intensiva anche avviando intere nuove linee produttive.
Medici e personale – Il decreto prevede che il personale medico e infermieristico sarà incrementato con 320 unità di personale militare. Saranno aumentate anche le risorse umane Inail, con l’assunzione a tempo determinato di 200 dottori e 100 infermieri: si occuperanno di cure ambulatoriali agli infortunati sul lavoro. Sono poi già in fase di potenziamento i posti letto negli ospedali funestati dall’ondata di malati. Inoltre, si va verso l’abolizione dell’esame di abilitazione per la professione di medico chirurgo: il conseguimento della laurea potrebbe essere sufficiente, previo giudizio di idoneità del tirocinio all’interno del corso di laurea stesso.
Contributo una tantum da 600 euro – Ai titolari di redditi di lavoro dipendente che possiedono un reddito complessivo di importo non superiore a 40mila euro spetta un premio, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese. Ai liberi professionisti titolari di partita iva attiva alla data del 23 febbraio 2020 e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa è riconosciuta un’indennità una tantum pari a 600 euro. L’aiuto è previsto anche per per gli autonomi, che lavorano nel campo del turismo e dello spettacolo. “Cerchiamo di dare una risposta ai lavoratori autonomi che non dispongono della cassa integrazione: avranno per il mese di marzo un sostegno di 600 euro per le loro esigenze minime, di sopravvivenza. Chiediamo però che chi non ne ha bisogno non le chieda perché l’onere è gravoso”, ha detto il ministro dell’Economia.
Congedi e bonus baby sister – Per le famiglie con i figli a casa un bonus babysitter di 600 euro ai nuclei familiari con figli minori fino a 12 anni di età. In alternativa, 15 giorni di congedo parentale straordinario – fruibile alternativamente da uno dei due genitori- per l’anno 2020. Verrà corrisposta un’indennità pari al 50% della retribuzione. Per i figli nella fascia 12-16 anni non vi sarà indennità.
Stop tasse per aziende più colpite – Le imprese più colpite dal coronavirus (dello sport, comprese le palestre, dell’arte e della cultura come teatri e cinema, del trasporto, ristorazione, educazione e assistenza) potranno sospendere fino al 31 maggio i versamenti di ritenute, contributi, premi assicurativi e Iva per la prossima scadenza di marzo. Alla ripresa della riscossione, i versamenti sospesi saranno effettuati, senza sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione o con un massimo di 5 rate mensili a partire da maggio 2020. Le scadenze fiscali sono tutte rimandate “ma faccio un appello: chi ha la possibilità di pagare lo faccia. Sono risorse preziose che entrano nel bilancio” e possono essere indirizzate “al sistema sanitario nazionale”, ha detto il ministro Gualtieri.
Stop mutui prima casa, anche per autonomi – Il provvedimento prevede la sospensione dei mutui, fino a 18 mesi, per tutti coloro che siano in difficoltà economica, inclusi gli autonomi. In pratica sono ampliate le maglie del Fondo Gasparrini, attualmente riservato alle famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro, morte o non autosufficienza anche a lavoratori autonomi o liberi professionisti che presentano autocertificazione di un calo di oltre un terzo del fatturato per l’emergenza. Previsto un fondo a garanzia di 500 milioni.
Piccole e medie imprese – Nel decreto è previsto l’ampliamento e potenziamento del fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese, dotato di un miliardo in più, garanzie statali a sostegno della moratoria delle banche alle imprese per 1,73 miliardi di euro oltre che un sostegno fiscale alla cessione dei crediti deteriorati. In particolare il fondo garanzia Pmi vede ampliare e semplificare il suo raggio d’azione per i prossimi 9 mesi, elevando ad esempio la garanzia massima per singola impresa a 5 milioni di euro. Aumentati i permessi 104, che potranno essere di 12 giorni sia nel mese di marzo che nel mese di aprile.
I poteri del commissario in deroga alla Corte dei conti- Nel decreto sono spiegati nel dettaglio i poteri del commissario, che sarà – come annunciato dal premier Conte – l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, “opera fino alla scadenza” dello stato di emergenza: “Gli atti del commissario per l’emergenza sanitaria Coronavirus sono sottratti al controllo della Corte dei Conti e sono immediatamente e definitivamente efficaci, esecutivi ed esecutori, non appena posti in essere. La responsabilità contabile e amministrativa è comunque limitata ai soli casi in cui sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che li ha posti in essere”, si legge nel testo. “Il commissario è autorizzato all’apertura di apposito conto corrente bancario per consentire la celere regolazione delle transazioni che richiedono il pagamento immediato o anticipato delle forniture, anche senza garanzia”, prevede ancora la misura. Arcuri potrà “adottare in via d’urgenza i provvedimenti necessari a fronteggiare ogni situazione eccezionale e i provvedimenti possono essere adottati in deroga a ogni disposizione vigente, nel rispetto della Costituzione, dei principi generali dell’ordinamento giuridico e delle norme dell’Unione europea. Le misure adottate devono essere in ogni caso adeguatamente proporzionate alle finalità perseguite. Il Commissario esercita i suoi poteri in raccordo con il capo della Protezione civile, avvalendosi delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della Protezione civile, nonché del comitato tecnico scientifico costituito” presso la protezione civile. “Per l’esercizio delle funzioni può avvalersi di qualificati esperti in materie sanitarie e giuridiche”. Al comissario spetta “la gestione coordinata del Fondo di solidarietà dell’Unione europea (Fsue) e delle risorse del fondo di sviluppo e coesione destinato all’emergenza”.
Il commissario può requisire immobili e aprire le fabbriche – Tra i poteri di Arcuri anche quelli di “requisire beni mobili, mobili registrati e immobili” per “potenziare la capienza delle strutture ospedaliere” e in particolare “i reparti di terapia intensiva e sub-intensiva”. Il commissario inoltre “preserva e potenzia le filiere produttive dei beni necessari” per contenere l’emergenza, anche “costruendo nuovi stabilimenti e riconvertendo quelli esistenti” e può “organizzare la raccolta di fondi occorrenti”, inclusi quelli privati. E ancora il commissario “attua e sovrintende a ogni intervento utile a fronteggiare l’emergenza sanitaria, organizzando, acquisendo e producendo ogni genere di bene strumentale utile a contenere e contrastare l’emergenza stessa, nonché programmando e organizzando ogni attività connessa, individua e indirizza il reperimento delle risorse umane e strumentali necessarie, individua i fabbisogni, e procede all’acquisizione e alla distribuzione di farmaci, delle apparecchiature e dei dispositivi medici e di protezione individuale“.
Credito d’imposta per affitto ai negozianti – Ai negozianti è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60 percento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1. Inoltre, per la durata di 9 mesi, il Fondo centrale di garanzia Pmi, concederà la garanzia a titolo gratuito. L’importo massimo garantito per singola impresa è elevato, nel rispetto della disciplina Ue a 5 milioni di euro.
Rinvio per il fisco e documenti d’identità – I termini per i versamenti fiscali fissati al 16 marzo saranno differiti. Rinvio anche per la validità dei documenti di riconoscimento e di identità: se scaduti o in scadenza successivamente alla data di entrata ora in vigore del decreto, varranno fino al 31 agosto 2020. La validità ai fini dell’espatrio resta limitata alla data di scadenza indicata nel documento.
Raccomandate senza firme – Lettere e pacchi raccomandati saranno considerata consegnati mediante preventivo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro, ma senza raccoglierne la firma con successiva. “La norma è volta ad assicurare l’adozione delle misure di prevenzione della diffusione del virus Covid 19 di cui alla normativa vigente in materia a tutela dei lavoratori del servizio postale e dei destinatari degli invii postali, per lo svolgimento del servizio postale relativo agli invii raccomandati, agli invii assicurati e alla distribuzione dei pacchi”, si legge nella relazione illustrativa.
Fondi per sport e agricoltura – Presso l’Istituto per il Credito Sportivo verrebbe costituito un comparto, con una dotazione di 26 milioni di euro, destinato alla concessione di contributi in conto interessi in favore dei soggetti pubblici e privati, diversi dagli enti territoriali, che perseguono anche indirettamente finalità sportive. Alle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura potrebbe invece essere riconosciuto un contributo, in forma di voucher, di importo non superiore ad 10mila euro.
Tele- didattica per le scuole – Previsti 85 milioni nel 2020 alle scuole per dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, anche mettendo a disposizione degli studenti dispositivi digitali individuali. Altri 43,5 milioni andrebbero invece alle istituzioni scolastiche di dotarsi di materiali per la pulizia straordinaria dei locali, e di dispositivi di protezione e igiene personali, per personale e studenti.
Militari e carceri – Il ministero dell’Interno prevede “prudenzialmente” l’impiego di 4mila unità delle Forze di Polizia nelle attività di ordine pubblico, controllo del territorio e pubblico soccorso. Sono poi previsti 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021 per assicurare il pieno ripristino della funzionalità degli istituti penitenziari danneggiati dai gravi disordini di questi giorni.
Fondi Rai alle tv locali – Ottanta milioni di euro, aggiuntivi rispetto agli stanziamenti già previsti dalle leggi vigenti nel Fondo per il Pluralismo e l’innovazione dell’informazione, andranno a tutelare le emittenti radiotelevisive locali, che a seguito dell’emergenza coronavirus stanno registrando un tracollo degli ordinativi pubblicitari. Vista la temporanea sospensione del canone Rai, il ministero dello Sviluppo Economico è autorizzato a provvedere all’erogazione del contributo pari a 40 milioni già stanziati a favore della tv pubblica.
Cdp attiva 10 miliardi di fondi – Cassa depositi e presiti garantirà, con uno stanziamento pubblico di 500 milioni, finanziamenti per un importo fino a 10 miliardi che le banche potranno rilasciare alle imprese colpite dall’emergenza Coronavirus. Nella relazione tecnica viene infatti spiegato che l’effetto ‘leva’ previsto è pari ad un moltiplicatore di 20 rispetto al nuovo plafond di 500 milioni per Mid e Large Corporate di Cdp. La norma prevede il rilascio di garanzie fino all’80% del valore dei finanziamenti. Lo strumento punta ad aiutare le imprese migliorando la liquidità del sistema e si aggiunge ai 7 miliardi che Cdp ha già messo a disposizione. L’iniziativa permette di facilitare l’accesso al credito in questa fase estremamente delicata ed è rivolta principalmente ad aziende di medie e grandi dimensioni.