BRUXELLES - Dopo un lungo e faticoso tira-e-molla, la Commissione europea dovrebbe ritirare una raccomandazione di procedura per debito eccessivo contro l'Italia, ritenendo i conti pubblici italiani del 2019 in linea con le attese del Patto di Stabilità. La decisione è prevista per oggi, 3 luglio, quando il collegio dei commissari terrà una consueta riunione settimanale. A conti fatti, Bruxelles avrebbe solo rinviato un redde rationem con il governo italiano.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Commissione considera di buon occhio le misure approvate dal governo nel suo consiglio dei ministri di lunedì. Dovrebbero permettere, spiegava ieri un esponente comunitario, di coprire il buco del 2019 e in parte anche compensare la deriva del 2018. «L'Italia ha mostrato buona volontà», ha aggiunto.
Il governo, tuttavia, non ha ancora approvato le linee-guida per il bilancio del 2020.
In origine, la Commissione europea aveva fatto di nuovi e precisi impegni per l'anno prossimo una condizione sine qua non per evitare una raccomandazione per debito eccessivo. Oggi l'esecutivo comunitario avrebbe, almeno in parte, ammorbidito la sua posizione. Difficile attualmente aprire una procedura contro l'Italia su questo fronte, in mancanza di solide pezze d'appoggio nelle stesse regole comunitarie.
Parlando ieri a Bruxelles, dove si trovava per un vertice, il premier Giuseppe Conte ha spiegato: «Ieri (lunedì, ndr) abbiamo approvato il disegno di legge sull’assestamento di bilancio e possiamo inviare i nostri documenti ufficiali in Europa, mettendo sul piatto oltre sette miliardi di euro che ci consentono di dire che siamo in linea con le previsioni del famoso 2,04% di deficit/Pil nel 2019».
In fin dei conti, la Commissione dovrebbe quindi affermare oggi che i conti italiani sono nel complesso rispettosi del Patto di Stabilità. Se così fosse, la difficile partita, iniziata in maggio, si sarà rivelata molto simile a quella che si svolse alla fine dell'anno scorso. Ai tempi, unica differenza, il nodo era relativo alla Finanziaria per il 2019, ritenuta non in linea con le regole del Patto.
Il braccio di ferro di queste settimane è iniziato in maggio quando la Commissione europea ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita italiana per il 2019, sfiorando livelli prossimi alla contrazione dell’economia. Successivamente, all'inizio di giugno, ha pubblicato nuove raccomandazioni-paese, e soprattutto un nuovo rapporto sul debito italiano dopo che Eurostat ha messo nero su bianco l'aumento del passivo tra il 2017 e il 2018, ritenendo giustificata una procedura (si veda Il Sole 24 Ore del 6 giugno)
Se confermata, la scelta comunitaria di ritenere accettabile l’andamento del bilancio 2019 sarà stata il risultato di un incontro di fattori. Bruxelles è riuscita a mettere sotto pressione il governo. Si potrà discutere sulla qualità e la lungimiranza delle misure prese dal Consiglio dei ministri, ma è pur vero che l'esecutivo Lega-M5S ha dovuto fare marcia indietro rispetto ai suoi impegni, sia nel dicembre dell'anno scorso che nel giugno di quest'anno.
Al tempo stesso, è altrettanto chiaro che Bruxelles è stata costretta a soppesare altri fattori, tra questi la paura di dare nuove munizioni alla campagna euroscettica del vice premier Matteo Salvini. A conti fatti il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles tornerà d’attualità probabilmente in autunno quando l'Italia sarà chiamata a presentare la Finanziaria per l’anno prossimo.
Secondo le ultime raccomandazioni-paese, il governo Conte dovrebbe ridurre il disavanzo strutturale dello 0,6% e la spesa pubblica primaria netta dello 0,1% del Pil.
https://www.ilsole24ore.com/art/niente-procedura-d-infrazione-pronto-si-ue-conti-dell-italia-ACJz6CW