Secondo Credit Suisse nel 2020 più dell’1% degli adulti a livello globale è milionario; in Italia la ricchezza per adulto è pari a 240mila dollari.
Nel 2020 in un mondo disseminato di morti e migliaia di posti di lavoro andati in fumo per effetto del Covid, la ricchezza globale (asset finanziari, proprietà immobiliari e quote societarie) ha raggiunto la cifra astronomica di 418.300 miliardi di dollari, grazie ad una crescita di 28.700 miliardi di dollari americani (+7,4%). A favorire la crescita ha contribuito lo sprint dei listini azionari e la ripresa dei valori immobiliari. A beneficiarne, però, sono solo i grandi ricchi. Sono queste alcune delle più significative evidenze del report annuale di Credit Suisse sulla ricchezza nel mondo.
Paperoni sempre più Paperoni.
Ad evidenziare i migliori balzi in avanti in termini di ricchezza sono i super ricchi, in particolare quelli di mezza età, che già detenevano una quota significativa del proprio patrimonio in azioni. Nelle fasce a minor reddito, in cui gli investimenti finanziari sono meno comuni, la ricchezza è rimasta invece invariata o diminuita.
Il mercato immobiliare ha invece beneficiato della crescita del risparmio e dei bassi tassi d’interesse. Il 2020 si è infatti rivelato un anno tra i migliori per la media dei proprietari di abitazioni in molti Paesi.
Diseguaglianza sempre più marcata.
Nel 2020 cresce quindi ancora di più la diseguaglianza in termini di ricchezza. Il numero di milionari a livello globale è aumentato di 5,2 milioni arrivando a 56,1 milioni. Il 2020 risulta quindi essere il primo anno nella storia in cui più dell’1% degli adulti a livello globale è milionario, ovvero ha una ricchezza superiore al milione di dollari nominali.
Il gruppo degli ultra high net worth (ricchezze oltre i 50milioni di dollari) è cresciuto addirittura più rapidamente, registrando il 24% di membri in più: il tasso di crescita più alto dal 2003.
Il ceto medio
In particolare dal 2000, il numero di privati con un patrimonio fino a 100mila dollari è più che triplicato, passando dai 507 milioni del 2000 agli 1,7 miliardi di metà 2020. Questo dato riflette la crescente prosperità delle economie emergenti, in particolare della Cina, nonché l’espansione del ceto medio nei Paesi in via di sviluppo.
Dallo studio emerge anche che le donne lavoratrici hanno inizialmente sofferto la pandemia in modo sovraproporzionale, in parte per via della loro incisiva presenza in settori e industrie fortemente penalizzate dall’emergenza, come ristoranti, alberghi, servizi alla persona e vendite al dettaglio. Durante l'anno il tasso di occupazione è diminuito con percentuali simili per entrambi i sessi, almeno nelle economie più sviluppate.
La geografia: chi vince e chi perde.
Grazie agli interventi attuati da governi e dalle banche centrali, nel 2020 l’impatto sulla creazione di ricchezza è stato quindi modesto. E così la ricchezza per adulto ha raggiunto un nuovo record pari a 79.952 dollari a livello globale. America del Nord e Europa hanno messo a segno una crescita rispettivamente di 12.400 miliardi e di 9.200 miliardi, la quota principale dell’incremento registrato nel 2020. La Cina ha avuto una crescita 4.200 miliardi e l'area Asia-Pacifico (Cina e India escluse) di 4.700 miliardi.
A perdere terreno sono state India e America latina. La prima ha lasciato sul terreno 594 miliardi (- 4,4%); la seconda è stata la regione con la performance peggiore: -11,4% con una perdita secca di 1.200 miliardi di dollari. L’indebitamento totale è aumentato del 7,5%. Il debito ha registrato un forte aumento anche in Cina e in Europa, riducendosi invece in Africa e America latina.
Grecia, Italia e Spagna a confronto.
I Paesi dell'Europa meridionale sono stati tra i più duramente colpiti dalla pandemia. L'Italia è stata il primo Paese dopo la Cina a subire un’epidemia molto grave di Covid-19, iniziata a marzo 2020. Tutti e tre hanno subito significativi impatti economici, tra cui quelli dovuti alla riduzione dei flussi di turisti dall'Europa settentrionale.
Nel 2020, il PIL reale di Grecia, Italia e Spagna è diminuito in media del 9,4% ed entro un intervallo relativamente ristretto: la Grecia ha registrato una flessione dell'8,3%, l'Italia dell'8,9% e la Spagna dell'11,0%. Per il biennio 2021-2022, è previsto un tasso di crescita annuo medio del Pil del +3,9% in Italia, del +4,4% in Grecia e del +5,5% in Spagna. Se da un lato nel 2020 i tre Paesi hanno registrato una riduzione media del reddito personale disponibile del 2,2%, i consumi privati hanno subito un calo ancora maggiore, pari all'8,9%. Tuttavia, per il 2021 è previsto un aumento dei consumi del 6,8%, superiore alla crescita del reddito disponibile, pari al 2,8%. Pertanto, l'aumento dei risparmi personali del 2020 potrebbe essere di breve durata.
D'altro canto, l'aumento del debito pubblico è destinato a perdurare. In Grecia, in Italia e in Spagna, il rapporto tra debito pubblico e PIL ha mediamente registrato un incremento dal 138,3% del 2019 al 161,9% del 2020, superiore rispetto a quanto osservato, ad esempio, in Francia, Germania e Regno Unito. L'incremento maggiore (dal 184,9% al 213,1%) è stato registrato in Grecia.
La ricchezza in Italia.
A fine 2020 la ricchezza per adulto era pari a 239 244 dollari in Italia (la ricchezza mediana è 118 885 dollari). Tra il 2000 e il 2020, la ricchezza per adulto è cresciuta a un tasso annuo medio del 3,5% in Italia . I super ricchi (patrimonio superiore ai 50milioni di dollari) in Italia sono 1358 individui. Nel periodo dal 2000 al 2020, la composizione delle attività in Italia si è in una certa misura spostata dalle attività finanziarie a quelle non finanziarie. Nel 2000 le attività finanziarie erano pari in media al 37,7% delle attività lorde, mentre nel 2020 erano pari al 35,4%. In Italia il rapporto fra debito e attività lorde è aumentato mediamente dal 5,3% del 2000 al 10,6% del 2019.
Per contro, la quota di ricchezza della popolazione (soggetti che hanno ricchezze totali superiori al milione di dollari) è rimasta pressoché invariata: in Italia nel 2000 era pari al 22,1% a fronte del 22,2% del 2020 . L'aumento della disuguaglianza economica complessiva si è verificato negli strati più bassi della distribuzione.
Prospettive future.
Nei prossimi cinque anni la ricchezza globale registrerà un aumento del 39%, attestandosi a 583 000 miliardi di dollari entro il 2025. Una quota del 42% della crescita sarà ascrivibile ai Paesi a basso e medio reddito, sebbene questi rappresentino solo il 33% dell’attuale ricchezza. La ricchezza per adulto crescerà invece in misura del 31%, superando la soglia 100 000 dollari. Escludendo l’inflazione, nei prossimi cinque anni aumenterà sensibilmente anche il numero di milionari fino a sfiorare quota 84 milioni, mentre il numero di UHNWI dovrebbe raggiungere le 344 000 unità.
Illustrazione di Maria Limongelli/Il Sole 24 Ore.
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