Il sogno di avere un mondo "pulito" ed ecosostenibile si sta gradualmente avverando. A confermare questo trend più che positivo è Ember, leader globale nell'analisi dei dati energetici, che ha redato il report Global Electricity Review 2023, inerente la situazione attuale delle energie rinnovabili in tutto il Pianeta, Italia inclusa.
Secondo la società di consulenza, alla fine del 2022 l'eolico e il solare hanno raggiunto quota 12% del fabbisogno energetico mondiale, un record mai verificatosi prima, sinonimo di un'espansione sempre più importante di queste risorse. Ma a che punto è lo sviluppo delle rinnovabili nel mondo e in Italia? Proviamo a fare chiarezza.
Come si è raggiunto il record.
Iniziamo questa breve analisi parlando di un dato molto importante: la quantità di emissioni di carbonio nell'atmosfera prodotte dalla produzione globale di energia elettrica. Un valore che nel 2022 è sceso al minimo storico di 436 gCO2/kWh. In poche parole, l'elettricità che abbiamo usato l'anno scorso è stata la più pulita di sempre.
Chiaramente, questo risultato più che positivo è stato possibile soprattutto grazie a quel 12% di cui abbiamo accennato nell'introduzione, quindi grazie alla crescita esponenziale delle due rinnovabili principali: l'eolico e il solare. Ma non solo, perché per raggiungere un traguardo così importante è stato fondamentale anche l'apporto delle "altre" energie alternative, inclusa quella nucleare e quella idroelettrica.
Nonostante una diminuzione generale di entrambe - nel caso della seconda data da gravi periodi di siccità in tutto il globo - il "nuovo" e sostenibile mix energetico rinnovabile ha permesso di raggiungere la ragguardevole quota del 39% di fabbisogno di elettricità mondiale.
A tutto sole e vento.
Scendendo nel dettaglio, le due rinnovabili che hanno vissuto nel 2022 la crescita più grande sono state le vere protagoniste di questo approfondimento: cioè l'energia eolica (+17%) e solare (+24), con quest'ultima che è divenuta ufficialmente, secondo la stessa Ember, la fonte energetica in più rapida crescita degli ultimi 18 anni.
Parlando di numeri più concreti, alcune Nazioni hanno guidato l'intero Pienata, grazie a politiche interne piuttosto avanzate. Parlando di solare, una delle prime in assoluto è stata la Cina, che ha steso circa 1/5 di tutto il nuovo fotovoltaico globale (55 GW di capacità su 268 GW). Come riportato dalla società di consulenza, questo è stato possibile grazie all'innovativo piano Whole-County Rooftop Solar, un progetto di durata triennale a schema piramidale.
Se non ne avete mai sentito parlate, funziona in poche parole così: un provider di energia elettrica nazionale amministra una determinata regione. Per stendere i pannelli sui tetti degli edifici in maniera capillare si avvale della collaborazione di altre piccole realtà a livello locale, che a loro volta si occupano di identificare gli edifici più adeguati.
Proprio come da noi in Italia, in alcuni casi i pannelli diventano di proprietà del proprietario dello stabile, che così può scegliere di rivendere l'energia in eccesso al provider stesso, che, a sua volta, si occupa di rimetterla in rete. In altri casi, come succede da noi - spesso - per le aziende con grandi impianti produttivi, i pannelli restano di proprietà del provider energetico, che si occupa di inviare allo stabile sottostante solo il quantitativo energetico utile, con tariffe scontate.
Si tratta di un approccio che si sta diffondendo sempre più anche in Europa e che permette, a tutti gli effetti, di svincolare il cliente finale dal dover sborsare cifre piuttosto elevate per l'acquisto e il montaggio del materiale.
Il rovescio della medaglia.
A una situazione favorevole, spesso, ne corrisponde una contraria, un "rovescio della medaglia". Nella scienza economica solitamente è data dall'incertezza di mercato, scaturita da qualche fattore esterno.
La situazione globale che stiamo attraversando da ormai 3 anni, con il Covid prima e con la guerra poi, ha reso le decisioni - di qualsiasi tipo - più difficili da prendere. Nell'ambito energetico l'esempio più lampante può essere visto nella scelta di chiudere o meno le centrali elettriche a carbone, un modo ormai "antiquato" di produrre energia elettrica.
Il 2022 infatti nonostante l'ascesa delle rinnovabili è stato l'anno in cui la percentuale più bassa di queste ha cessato l'attività, per scelta politica di molte Nazioni che hanno preferito tenerle attive per backup.
Qualcosa scaturito principalmente dalla situazione in Ucraina, che ha reso il gas - come ben sappiamo - più costoso e quindi meno "sicuro". Una situazione che ha reso il 2022 il primo anno, in 18 anni, con il più basso numero di nuove centrali a gas.
Attenzione però, c'è una cosa da tenere bene in considerazione. Nonostante la difficile situazione, l'anno scorso si è registrato un contenuto -0,2% in termini produttivi di energia elettrica da centrali a gas. Cosa significa nel concreto? Secondo Ember che, seppur con risultati ottimi, il 2022 potrebbe essere stato un anno di picco massimo per la produzione rinnovabile globale, che quindi potrebbe diminuire e stabilizzarsi prossimamente.
La situazione europea.
Nonostante la pausa effettuata negli anni passati da numerosi Paesi, la stesa delle rinnovabili sul territorio del Vecchio Continente procede senza sosta. L'Europa l'anno scorso si è affermata come la parte del Globo che procede più velocemente da questo punto di vista, con diverse Nazioni che hanno superato negli ultimi mesi alcuni vincoli progettuali posti da vecchie leggi.
Come avevamo anticipato in un articolo dedicato, le previsioni di Ember parlano chiaro: l’Europa produrrà il 45% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, un dato addirittura superiore all’obiettivo stabilito dal piano Fit for 55 nel 2021, cioè il 40%.
continua su: https://insideevs.it/news/661923/rinnovabili-solare-eolico-energia-globale/