mercoledì 1 maggio 2013

Il ricatto di Berlusconi: fermatelo!


Non soddisfatto dei colpi che ha già dato alla Costituzione negli anni dei suoi governi, Berlusconi fa capire che o Letta gli consegnerà chiavi in mano l’”architettura” della Costituzione, oppure questo Governo non si farà.
Chiede di essere lui stesso a dirigere quella “Convenzione” che, collaborando col ministero delle Riforme Costituzionali (è la prima volta nella nostra storia che esiste un Ministero per le Riforme costituzionali), ha l’obiettivo di scardinare la democrazia parlamentare per trasformarla in quel presidenzialismo che solo Quagliarello ha sostenuto nel lavoro dei saggi. I quali, nella relazione finale consegnata a Napolitano, hanno voluto chiarire che: “in modo prevalente (3 componenti a 1) il gruppo di lavoro ha ritenuto preferibile il regime parlamentare ritenendolo più coerente con il complessivo sistema costituzionale, capace di contrastare l’eccesso di personalizzazione della politica”.
Inoltre, come si legge nella riserva espressa da Valerio Onida nella relazione stessa, le revisioni costituzionali, seguirebbero un procedimento speciale in deroga all’art. 138 e rischierebbero “di innestare un processo costituente suscettibile di travolgere l’insieme della Costituzione, che è opportuno modificare in punti specifici attraverso il procedimento previsto dall’art 138, mantenendo fermi i suoi principi, la sua stabilità e l’impianto complessivo”.
In sostanza: procedere sulla strada indicata da Quagliarello e Berlusconi sarebbe tradire il giuramento che tutto il governo ha pronunciato ieri al Quirinale.
La posta in gioco non riguarda soltanto il presidenzialismo e l’elezione diretta del Presidente della repubblica, ma anche i pesi e contrappesi che che sono alla base di qualunque assetto democratico a partire dall’autonomia della magistratura e dal ruolo della Corte costituzionale, da sempre bersaglio degli attacchi di Berlusconi e dei progetti eversivi della prima Repubblica.
Libertà e Giustizia si rivolge al presidente Letta affinché respinga nettamente il ricatto di Berlusconi.

La verità detta in faccia del M5S.


Ieri alla Camera è accaduto un fenomeno unico. Deputati che non devono rendere conto a nessuna lobby o partito si sono "permessi" di criticare le scelte dei ministri, hanno fatto i nomi di inciuciatori ventennali, chiesto conto di leggi anti-costituzionali, richiamato l'attenzione sulle parentele illustri e sui sostegni ai comitati d'affari. Cittadini liberi hanno restituito il nome alle cose e dignità al Parlamento. Hanno fatto opposizione. Un evento straordinario per il Parlamento italiano.
"Dopo quanto esposto negli interventi del MoVimento 5 Stelle e sopratutto dopo idisastrosi risultati di questa classe politica alla quale voi appartenete da numerosi anni, come si può dare fiducia a questo Esecutivo? Negli ultimi decenni si è ammessa da più parti la mancanza di credibilità di questa classe politica che ora chiede la fiducia per l'ennesima volta, come se questa squadra di Governo venisse dalla luna, come se non fosse responsabile o corresponsabile di quanto finora avvenuto. Secondo noi tutto quello che oggi si prospetta agli Italiani, nasce da quella famosa frase: "Lo sa lui e lo sa l'onorevole Gianni Letta“ pronunciata da Luciano Violante durante un discorso alla Camera nel quale afferma di aver garantito, dal 1994, le televisioni di Silvio Berlusconi e di conseguenza di tutti i suoi interessi. Da allora tutti noi ci siamo posti le seguenti domande:
Perché mai non si è fatta una SERIA legge anti-corruzione?
Perché mai non si è votato nella giunta per le elezioni l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi?
Perché costantemente aumentavano i rimborsi elettorali arrivando a cifre da capogiro senza che nessuno si opponesse, e il tutto in completo disprezzo del referendum del 1993 che aboliva definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti?
Perché mai i manager delle grandi aziende pubbliche sono appartenuti sempre alle aree di riferimento di questi due partiti e hanno sempre lavorato con stipendi d'oro,liquidazioni astronomiche ed in cambio ci hanno lasciato aziende distrutte e svendute in barba alla fatica dei nostri genitori e dei nostri nonni?
Perché non è stata mai, e dico mai, discussa alcuna legge di iniziativa popolare in Parlamento?
Perché nel silenzio generale molto spesso l'esito dei referendum non viene rispettato?
Perché mai il TAV, il Ponte sullo Stretto di Messina, la Gronda, tutte opere economicamente e ambientalmente insostenibili, hanno l'appoggio di questi due partiti?
Vogliamo ribadire che noi NON siamo l'emergenza democratica di questo Paese, noi siamo la conseguenza della finta democrazia di questo Paese. Da oggi le emergenze si dovranno chiamare prima di tutto “conseguenze”, perché le conseguenze prevedono delle responsabilità da individuare. A proposito di responsabilità, vogliamo dire a tutti voi e agli Italiani e non che ci stanno ascoltando, che voteremo, favorevolmente quei provvedimenti che riterremo utili per il bene comune, quelli di reale cambiamento. Per il resto faremo un'opposizione seria, costruttiva, propositiva." Riccardo Nuti, M5S Camera

martedì 30 aprile 2013

La nuova squadra di governo.

Le foto dei Ministri con e senza portafoglio nominati nel nuovo Governo

Presidente Incaricato del Consiglio dei Ministri: Enrico Letta
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - Filippo Patroni Griffi
Interni e Vicepremier- Angelino Alfano
Difesa - Mario Mauro
Esteri - Emma Bonino
Giustizia - Anna Maria Cancellieri
Economia - Fabrizio Saccomanni
Riforme istituzionali - Gaetano Quagliariello
Sviluppo - Flavio Zanonato
Trasporti Infrastrutture - Maurizio Lupi
Poliche Agricole - Nunzia Di Girolamo
Istruzione, Università e ricerca- Maria Chiara Carrozza
Salute - Beatrice Lorenzin
Lavoro e Politiche sociali - Enrico Giovannini
Ambiente - Andrea Orlando
Beni culturali e Turismo- Massimo Bray
Coesione territoriale - Carlo Trigilia
Affari europei - Enzo Moavero Milanesi
Affari regionali - Graziano Delrio
Pari opportunità, sport, politiche giovanili - Josefa Idem
Rapporti con il Parlamento - Dario Franceschini
Integrazione - Cecile Kyenge
Pubblica Amministrazione- Giampiero D’Alia


http://claudiobuono.wordpress.com/

Cliccando sui nominativi potrete accedere alla pagina wikipedia che li riguarda.

lunedì 29 aprile 2013

Berlusconi “padre costituente”: “Presiederò la Convenzione per le riforme”.



Dopo aver fatto fallire la Bicamerale del '97 presieduta da D'Alema, il Cavaliere ci riprova. "Forte" di due condanne e tre prescrizioni (una per corruzione di giudici), dice: "Sarò io a guidarla".

Una Convenzione per le riforme per dare una nuova architettura allo Stato di un Paese altrimenti ingovernabile. Silvio Berlusconi, con questo ragionamento, si candida a presiedere l’organismo per avviare il dialogo tra le forze parlamentari per un rinnovamento della struttura istituzionale. Oltre al programma del governo – che sarà presentato nel pomeriggio da Enrico Letta alla Camera – il presidente del Consiglio lancerà anche la Convenzione. ”Si farà una convenzione per le riforme – ha spiegato lo stesso ex presidente del Consiglio alla Telefonata di Canale 5 – e nel corso delle trattative per la formazione del governo si è determinato che, alla guida di questo organismo, vada un esponente indicato dal Pdl. Immagino che sia io a guidarla, perché nei nove anni che sono stato presidente del Consiglio ho avuto modo di verificare le difficoltà di guidare il Paese”.
E’ tutto da capire se la Convenzione avrà poteri “referenti” o “redigenti”, come si dice in linguaggio di diritto costituzionale. Da una parte i testi devono essere esaminati preventivamente, per relazionare alle Camere prima dell’approvazione. In sede redigente, oltre ad esaminare il testo del disegno di legge,  possono, su delega dell’Assemblea, elaborare il testo definitivo dei singoli articoli. In questo caso il testo dovrà essere approvato, ma senza dichiarazioni di voto, dall’Assemblea sia per singoli articoli che globalmente. In questo secondo caso, tuttavia, si tratterebbe di leggi costituzionali che avrebbero bisogno di due letture per ogni ramo del Parlamento.
Verosimilmente tutto questo non potrà trovarsi all’interno del discorso di Letta alle Camere. Ma i punti forti sono comunque due. Da una parte la riforma dei regolamenti parlamentari per cercare di snellirli e andare verso una velocizzazione dell’iter legislativo. Dall’altra – forse il capitolo più importante – la riformulazione del sistema di governo: premierato forte o semipresidenzialismo alla francese che potrebbe dare il via anche alla riforma elettorale disegnata sui meccanismi di quel Paese. La nuova bicamerale da cui dovrà scaturire soprattutto la nuova legge elettorale: in questa discussione ovviamente il centrodestra potrà fa valere il suo peso nella formazione del governo.
Dunque Berlusconi si ritaglia un ruolo da statista, da padre costituente. Nonostante a oggi abbia messo in fila una prescrizione per corruzione dei giudici nella vicenda Mondadori (che poi ha dato il via alla causa e al maxi-risarcimento dovuto a De Benedetti), un’altra prescrizione per il finanziamento illecito a Bettino Craxi, le due sentenze di non luogo a procedere in diversi processi perché il suo governo ha cambiato la legge sul falso in bilancio, due sentenze di condanna per violazione del segreto d’ufficio e evasione fiscale (con pene rispettivamente di un anno e 4 anni) e un processo – ancora in corso – per concussione e prostituzione minorile (il caso Ruby).
Durante il colloquio con i suoi nuovi ministri, ieri il Cavaliere ha vantato addirittura una paternità ideale del governo, rivendicandolo come risultato di una strategia lucidamente perseguita dal giorno successivo alle elezioni: la politica delle larghe intese. “Dopo che mi sono battuto per farla digerire al Pd - è il ragionamento - come avrei io potuto tirarmi indietro all’ultimo momento?”. Il suo pensiero è già avanti, a un quadro di spericolate scomposizioni e ricomposizioni del quadro politico che oggi potrebbero sembrare pura fantascienza: i moderati tutti insieme alleati, e gli estremisti di ogni sorta relegati nell’angolo. “Per dare vita al governo Letta – ha ribadito – abbiamo posto una precisa condizione e cioè che si approvino subito le misure di rilancio dello sviluppo che abbiamo indicato nel nostro programma”, che mette la restituzione dell’Imu e una sostanziale “museruola” a Equitalia ai primi posti contro quelli che chiama “le sue prepotenze e metodi violenti”. Quindi ha sottolineato che si aspetta segnali da Letta sui “punti irrinunciabili per noi che il premier si è impegnato a realizzare, o quantomeno “si è impegnato – osserva ancora – a citarli nel suo discorso”. E comunque, se questo governo dovesse fallire, l’unica strada sarà il voto, anche se sarà difficile presentarsi davanti agli italiani dopo un simile fallimento.  

Il M5S prepara gli emendamenti – parlamento vuoto, stampa disinteressata. - Carla Ruocco



Il M5S si prepara a presentare i suoi emendamenti, proposte importanti che riguardano la vita dei cittadini e delle imprese in difficoltà. 
Così mentre qualcuno già festeggiava per la spartizione delle poltrone, il movimento, in un parlamento deserto, studiava ed analizzava ogni singola proposta preparandosi ad una importante discussione in aula. 
Alcuni degli emendamenti che avanziamo riguardano 
- l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, 
- la proposta di istituire un fondo a favore delle piccole e micro imprese con i soldi dei finanziamenti pubblici ai partiti (questo emendamento è stato accolto e sarà votato in aula), - - la possibilità di effettuare la certificazione dei crediti anche anche da parte di altri professionisti come gli avvocati e i commercialisti, iscritti all’albo da almeno 5 anni, e non solo dai notai, 
- la ridiscussione della Tares che va stabilita in base al consumo dei rifiuti e non in base alla metratura, 
- l’eliminazione della discrezionalità da parte di equitalia di pignorare pensioni e stipendi, 
- la sospensione delle cartelle esattoriali per tutte quelle imprese che vantano crediti con le PA, 
- la compensazione dei contributi versati (contributi dormienti) per chi non ha conseguito il diritto alla pensione autonoma (si parla di pensione anziane che potrebbero compensare queste somme con le cartelle di un ICI/IMU non pagate perchè in difficoltà)  
- e altre proposte di fondamentale importanza che troverete tutte in rete. 
Così alla fine della loro compilazione ci siamo detti:”andiamo giù dalla stampa ed enunciamo alcune di queste proposte in modo da farle conoscere a tutti”; ma giunta davanti ai giornalisti il mio desiderio di spiegare il nostro lavoro è stato accolto con sufficienza e noia, mentre tutte le domande si sono riversate sulle mail trafugate ai parlamentari del M5S. 
Questa, per la quasi totalità, è la stampa di questo paese che mentre affonda si preoccupa di fare solo gossip.

http://carlaruocco.wordpress.com/2013/04/28/il-m5s-prepara-gli-emendamenti-parlamento-vuoto-stampa-disinteressata/


Che dire?



Che io mi sentissi dissociata e lontana dal PD non era una novità; la loro interpretazione di democrazia e di pensiero di sinistra non lo percepivo più nei loro discorsi, nei loro atteggiamenti, e il loro appoggio al governo Monti è stata la prova che la mia percezione non fosse sbagliata.

Anche che si fossero accordati in più occasioni con la destra berlusconiana si percepiva a naso, e da tempo, ma che arrivassero a concepire e formare istituzionalmente un governo con "quella" destra mi ha scioccata.


Non pensavo che potessero arrivare a tanto, perchè è inconcepibile, fuori da ogni logica: in tutti i campi del vivere comune destra e sinistra sono in antitesi, in contrasto tra loro, solo chi non ha una propria ideologia politica di governo può concepire un simile aborto.


Ora non mi tocca fare altro che stare a guardare, sperando che dopo i danni irreparabili già apportati dai precedenti governi questo nuovo governo di impreparati in politica, ma preparatissimi a pararsi la parte del corpo dove la schiena perde il suo bel nome, non infligga ulteriori danni al paese.


Ma non nutro speranze in merito.


domenica 28 aprile 2013

Gino Strada: “Ecco perché nessuno mi ha mai chiesto di fare il ministro della Sanità”


Gino Strada: “Io mi ostino a voler fare il mio lavoro, medico e chirurgo. Mi occupo giornalmente di sanità e medicina. Se qualcuno venisse a propormi di fare il ministro della Sanità, risponderei che il mio programma è molto semplice: faccio una sanità d’eccellenza, spendendo la metà di quello che si spende oggi, eliminando il conflitto di interesse introdotto nella mia professione dalla casta politica: il pagamento a prestazione. Il nostro sistema sanitario era uno dei migliori al mondo, la casta, con la complicità dei medici, lo ha rovinato. L’interesse del medico è che la gente stia male, per fare più prestazioni. Ma nove milioni di persone non hanno più accesso alla sanità. Io eliminerei tutto questo. Ecco perché nessuno mi ha mai chiesto di fare il ministro della Sanità. A me piacerebbe in futuro aprire anche in Italia il primo ospedale di Emergency, per far rivedere agli italiani, dopo 30 anni, che cos’è un ospedale, non una fottuta azienda. La sanità è uno scandalo pubblico”