Ventisei euro a dose. È il prezzo stratosferico che Regione Lombardia ha accettato di pagare il 1° ottobre 2020 alla Falkem Swisse pur di assicurarsi 400 mila dosi di vaccino quadrivalente antinfluenzale, per un totale di 10.400.000 euro. Un’enormità, se si considera che sul mercato – in condizioni normali, quando cioè si dovrebbero fare le gare per i vaccini antinfluenzali, a primavera – la stessa dose costa in media non più di 5,50 euro più iva. Tanto per esempio l’ha pagata la Regione Puglia a luglio scorso. Ma quando sei con l’acqua alla gola, accetti di tutto. E il Pirellone, rimasto drasticamente a secco di scorte di vaccini, era oltre l’acqua alla gola. Tanto che quest’ultima gara l’aveva indetta il 30 settembre scorso, era partita il 1° ottobre senza però apparire sul sito di Aria (agenzia che si occupa degli acquisti per il Pirellone), è stata chiusa il giorno successivo, cioè il 2 ottobre, ieri è stata aggiudicata definitivamente. Oltre ad aver accettato i 26 euro a dose, la Regione ha anche concesso al venditore termini di consegna delle dosi molto laschi (“entro il mese di novembre”) e ha anche rinunciato alla fidejussione normalmente prevista in questo tipo di contratti. Tutto pur di avere le benedette dosi.
Per capire quanto Gallera fosse in difficoltà, basta pensare che la stessa Regione Lombardia, in una delle tante gare per gli antinfluenzali indette da febbraio a oggi (in tutto 10: oltre a quella di ieri, 4 andate a buon fine, un positiva solo in parte perché non completa e 4 tra annullate e deserte), a luglio scorso era riuscita ad accaparrarsi 200 mila dosi di quadrivalente, la stessa tipologia di vaccino, a 7,70 euro. Ma era un secolo fa. Cosa è cambiato da luglio a ieri? Tutto. Ovvero, la regione più colpita d’Italia dal Covid si è ritrovata con scorte di antinfluenzale insufficienti per coprire le classi a rischio – gli over 65, i bambini da 0 a 6 anni, i malati cronici e gli operatori sanitari -, a causa di gare annullate per il tentativo di risparmiare o andate a vuoto a causa della mancanza di concorrenti. Il 23 marzo scorso, per esempio, Aria annulla una gara per 1,3 milioni di dosi perché giudica il prezzo proposto dall’unico partecipante – 5,9 euro a dose – troppo alto rispetto alla base d’asta fissato 4,5 euro . Ma è solo uno degli innumerevoli errori di una campagna acquisti fallimentare. Tanto che oggi, secondo i dati di Aria, il Pirellone dispone di circa 2,8 milioni di dosi di vaccino, contando anche quelle appena aggiudicate. Tuttavia la platea è molto più vasta: solo i bambini 0-6 anni, secondo l’Istat, sono 577.960, mentre gli over 60 sono 2.933.291. A questi vanno poi aggiunti i cronici e i sanitari. Il Pd aveva stimato in almeno 5 milioni il fabbisogno. Forse un po’ troppo, ma di sicuro molto più ampio della disponibiltà.
Di sicuro non saranno vaccinati i dipendenti della sanità privata – ai quali per la prima volta non sarà dato il vaccino dalla Regione – né gli operatori delle Rsa, dove si vivrà il paradosso di pazienti vaccinati ma il personale no. Idem per i dipendenti del comune di Milano. Ma per Gallera va tutto bene, tanto che solo ieri dichiarava: “Si partirà nella seconda metà di ottobre, stiamo definendo le date precise, la macchina è pronta. Regione Lombardia si è mossa addirittura presto, arriva nel momento giusto ad avere le dosi giuste di vaccini. Il vaccino si fa tra fine ottobre e novembre”.
(foto ilFQ)