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venerdì 17 settembre 2021

Il buco dell'ozono ora è più grande dell'Antartide.

 

Lo indicano i satelliti del programma europeo Copernicus.

Il buco dell'ozono quest'anno ha raggiunto un'estensione superiore a quella dell'Antartide, una delle più grandi e profonde degli ultimi anni: lo mostrano le osservazioni del satellite Sentinel 5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Idati sono stati raccolti nell'ambito del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio. Il dato arriva in occasione della Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono, che si celebra oggi.

Il buco nello strato di ozono si forma ogni anno durante la primavera australe, tra agosto e ottobre, e raggiunge il massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quest'anno, dopo una condizione iniziale piuttosto nella norma, è aumentato notevolmente parecchio la scorsa settimana ed è ora più grande del 75% rispetto alle misure rilevate in questo stesso periodo dell'anno a partire dal 1979.

"Seppur simile a quello del 2020, quest'anno il buco dell'ozono si è trasformato in uno dei più duraturi mai registrati", osserva Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus Atmosphere Monitoring Service. Per Antje Inness, del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio, "il monitoraggio del buco dell'ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che le dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali. Tuttavia ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050".

Con la fine della stagione primaverile dell'emisfero australe, quando le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire, l'impoverimento dell'ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e, infine, si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità entro dicembre.

(In alto: Mappa del buco dell'ozono sull'Antartide sulla base dei dati del 16 settembre (fonte: ESA/CAMS)

ANSA

venerdì 8 gennaio 2021

Omm, si è chiuso il buco dell'ozono record in Antartide.

 

Picco a 24,8 milioni di chilometri quadrati.


Il buco dell'ozono antartico da record del 2020 si è chiuso alla fine di dicembre "dopo una stagione eccezionale a causa delle condizioni meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell'atmosfera". Lo comunica l'organizzazione mondiale della meteorologia (Omm-Wmo) ricordando che era cresciuto rapidamente da metà agosto scorso, raggiungendo il picco di circa 24,8 milioni di chilometri quadrati il 20 settembre, diffondendosi su gran parte del continente antartico.  L'Omm ricorda che "è stato il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall'inizio del monitoraggio 40 anni fa".

Questo buco è stato provocato da un vortice polare forte, stabile e freddo e da temperature molto fredde nella stratosfera (lo strato dell'atmosfera tra circa 10 km e circa 50 km di altitudine), spiega l'Omm, gli stessi fattori meteorologici che hanno contribuito al buco dell'ozono record nell'Artico del 2020. Una situazione in contrasto con il buco dell'ozono antartico insolitamente piccolo e di breve durata che c'è stato nel 2019. "Le ultime due stagioni del buco dell'ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e gravità", affermato Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull'ambiente atmosferico dell'Omm. "Abbiamo bisogno di un'azione internazionale continua - aggiunge - per applicare il protocollo di Montreal" che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono.

https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2021/01/07/omm-si-e-chiuso-il-buco-dellozono-record-in-antartide_0de56135-e158-4589-9a9b-b554ff9673fb.html

martedì 6 ottobre 2020

Buco dell'ozono, raggiunta massima estensione.

 













Lo strato di ozono stratosferico è il nostro 'scudo' dalle radiazioni ultraviolette potenzialmente dannose.

Il buco dell’ozono nel 2020 ha raggiunto la sua massima estensione, sia in profondità che in ampiezza. Lo affermano gli scienziati di Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio da parte della Commissione Europea. È stato osservato che le concentrazioni di ozono stratosferico si sono ridotte a valori prossimi allo zero in Antartide intorno ai 20-25 km di altitudine (50-100 hPa), con la profondità dello strato di ozono appena inferiore a 100 unità Dobson, circa un terzo del valore medio. Ciò è stato causato da un vortice polare forte, stabile e freddo.

“Il modo in cui si sviluppano cambiamenti nel buco dell’ozono ogni anno è molto variabile - spiega Vincent-Henry Peuch, direttore di Copernicus Atmosphere Monitoring Service - Il buco dell’ozono del 2020 assomiglia a quello del 2018, il quale era anch'esso abbastanza grande e tra i primi della classifica degli ultimi quindici anni. Con i raggi del sole che sono tornati verso il Polo Sud nelle ultime settimane, abbiamo assistito a una continua riduzione dell'ozono nell'area".

Dopo il buco dell'ozono insolitamente piccolo e di breve durata nel 2019, favorito da condizioni meteorologiche speciali, "ne stiamo registrando uno piuttosto grande anche quest'anno, il che conferma che dobbiamo continuare ad applicare il protocollo di Montreal che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono”. Poiché lo strato di ozono stratosferico funge da scudo, proteggendo dalle radiazioni ultraviolette potenzialmente dannose, è della massima importanza monitorare i cambiamenti.

“Cams monitora continuamente il buco dell’ozono per fornire informazioni sulla sua estensione e grandezza ogni anno quando esso si sviluppa e si rigenera - aggiunge Vincent-Henri Peuch - Stiamo fornendo previsioni sulle concentrazioni di ozono stratosferico fino a cinque giorni in anticipo. Monitoriamo anche la quantità di radiazioni UV che raggiungono la superficie terrestre, che dipendono anche dalle nuvole e dagli aerosol nell'atmosfera".

Come è formato il buco dell’ozono? Le sostanze contenenti cloro e bromo si accumulano all'interno del vortice polare dove rimangono chimicamente inattive al buio. Le temperature nel vortice possono scendere a -78 gradi Celsius e si possono formare cristalli di ghiaccio nelle nubi stratosferiche polari, che svolgono un ruolo importante nelle reazioni chimiche. Quando il sole sorge sopra il polo la sua energia rilascia atomi di cloro e bromo chimicamente attivi nel vortice, i quali distruggono rapidamente le molecole di ozono portando alla formazione del buco.

(foto adnkronos)