Cerchiamo di ragionare su quale arma sia stata usata. Se le due battaglie a Falluja (quella dell’Aprile e quella del Novembre 2004) hanno provocato sulla popolazione effetti simili e peggiori(in estensione e gravità) a quelli prodotti dalle radiazioni delle due bombe nucleari esplose a Hiroshima e Nagasaki, pur non evidenziando gli effetti sismici tipici di una esplosione nucleari classica, questo significa una cosa molto precisa: che è stato superato il problema della massa critica che obbligava una bomba nucleare ad essere molto potente o a non esistere. In altre parole una bomba nucleare classica aveva bisogno di almeno 8 chili di uranio altrimenti non sarebbe stata in grado di innescare il processo a catena della fissione. E una bomba nucleare classica non poteva utilizzare meno di circa 8 chili di uranio e dunque era così potente da lasciare traccia nei sismografi delle esplosioni che provocava o altrimenti non esisteva..
In questi anni, se si trova uranio arricchito in un cratere nel sud del Libano dopo il conflitto del2006, (URANIO ARRICCHITO !!! AVETE IDEA DELPROCESSO E DEL COSTO PER PRODURLO) se lo si trova a Beirut, se si trovano effetti sulla popolazione civile provocati dalle radiazioni a Bassora e a Falluja, a tutti questi apparenti misteri c’è un’unica spiegazione: il problema della massa critica è stato superato e la bomba nucleare può essere piccola come una pallottola e calibrata negli effetti da distruggere solo palazzi o rifugi sotterranei. Qualcuno potrebbe ribattere che questi effetti sono provocati dal cosidetto uranio impoverito. E qui arriviamo all’ inganno che ha permesso di usare questa nuova arma per ormai vent’anni senza che nessuno se ne rendesse conto: l’uranio impoverito. L’uso dell’uranio impoverito nei campi di battaglia inizia ufficialmente nella prima guerra del Golfo, nei primi anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica, quando la rincorsa alle testate nucleari più potenti non era più necessaria, quando la politica ufficiale del segretario di Stato di allora James Baker era quella della «Calculated Ambiguity Doctrine»: se si usava la forza nucleare non lo si rivendicava, se ne contemplava l’uso ma lo si poteva mascherare e negare. Esattamente allora compare il cosidetto uranio impoverito.
C’è qualcuno che ha davvero calcolato se la presenza dell’isotopo U235 nella pallottole al cosidetto uranio impoverito è superiore o inferiore allo 0.7% (soglia sotto la quale si parla di uranio impoverito)? Quelli che lo hanno fatto, hanno sempre trovato un presenza dell’isotopo 235 leggermente superiore all’unità. Dunque sui campi di battaglia non viene usato l’uranio impoverito ma viene usata un’arma che è radioattiva ed inquina le falde acquifere e il ciclo alimentare, ma non è la sola fonte di radiazioni. C’è la seconda arma, la bomba nuclare grande come una pallottola, che produce radiazioni in modo più massiccio e che viene coperta e giustificata dall’uso dei cosidetti proiettili al cosìddetto uranio impoverito (che impoverito non è).
E’ un inganno a tre livelli: si parla di proiettili all’uranio impoverito che sono davvero meno radioattivi dell’uranio naturale, si usano però proiettili all’uranio leggermente arricchito, che una volta polverizzati durante l’esplosione, producono microfissioni e radiazioni alfa che si diffondono ed inquinano il territorio. Questa radioattività «ambigua e calcolata» maschera l’uso della mini-nukes, bombe nucleari minuscole che possono avere una potenza esplosiva pari a tonnellate di tritolo in pochi grammi di uranio arricchito. E’ un delitto perfetto. Le conseguenze sulla popolazione si maifesteranno dopo alcuni anni e nessuno si preoccuperà di andare in un luogo così inquinato a studiarle. Nessuno eccetto Christ Busby, Malak Hamdan e Entesar Ariab, ai quali va il nobel della pace, non quello inventato dallo scopritore della dinamite del quale facciamo volentieri a meno, ma quel nobel immaginario che le persone semplici, ma non stupide, sanno a chi attribuire.
Nessun commento:
Posta un commento