Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 26 gennaio 2016
Honda Clarity a idrogeno sbarca in Usa, Europa entro autunno.
In California costerà 60.000 dollari.
(ANSA) - ROMA, 26 GEN - Al Washington Auto Show, dove sono state diffuse le specifiche e il prezzo per il mercato statunitense, la nuova Clarity ha destato grande curiosità.
Spaziosa e confortevole, la terza generazione della Honda a idrogeno sarà venduta anche in Europa, a partire dal prossimo autunno. Con una linea più filante, un abitacolo più spazioso della Toyota Mirai e cinque posti anziché quattro, la vettura della Casa di Hamamtsu con motori elettrici alimentati da pile chimiche si prepara, quindi, a lanciare una sfida globale alla rivale delle Tre ellissi.
L'attacco della Clarity avrà uno dei suoi palcoscenici fondamentali in California, dove sarà disponibile da fine 2016 a un prezzo di 60.000 dollari, al cambio circa 55.000 euro. In alternativa l'auto sarà proposta con un leasing di circa 500 dollari al mese, pari a 460 euro. Nella prima fase di commercializzazione sarà acquistabile negli USA solo in alcune aree test, fra cui Los Angeles, la zona circostante la baia di San Francisco e Sacramento. La strategia Honda, però, prevede da subito il lancio anche in Europa, per evitare che Toyota e Hyundai e le Case tedesche monopolizzino un mercato che sta vedendo i suoi primi ma significativi sviluppi nel Centro e Nord del Vecchio continente. Dal prossimo autunno, quindi, la Clarity sarà proposta anche in alcuni Paesi della UE, con una formula che non è ancora stato chiarito se sarà di acquisto, leasing o prevederà entrambe le soluzioni.
La Clarity, che promette un'autonomia per pieno di idrogeno di oltre 480 chilometri, è stata progettata su una nuova piattaforma che servirà per lo sviluppo di una ibrida plug-in attesa sul mercato nel 2018. Rispetto alla precedente FCX Clarity che sostituisce, il nuovo modello presenta accumulatori più compatti del 33% ma con una potenza superiore del 60%.
Questo progresso ha permesso di confinare le pile fuel cell e la ''power unit'' elettrica in uno spazio comparabile a quello occupato da un benzina V6, lasciando così liberi gli ingegneri nipponici di sviluppare una cabina spaziosa e confortevole per cinque persone.
Spaziosa e confortevole, la terza generazione della Honda a idrogeno sarà venduta anche in Europa, a partire dal prossimo autunno. Con una linea più filante, un abitacolo più spazioso della Toyota Mirai e cinque posti anziché quattro, la vettura della Casa di Hamamtsu con motori elettrici alimentati da pile chimiche si prepara, quindi, a lanciare una sfida globale alla rivale delle Tre ellissi.
L'attacco della Clarity avrà uno dei suoi palcoscenici fondamentali in California, dove sarà disponibile da fine 2016 a un prezzo di 60.000 dollari, al cambio circa 55.000 euro. In alternativa l'auto sarà proposta con un leasing di circa 500 dollari al mese, pari a 460 euro. Nella prima fase di commercializzazione sarà acquistabile negli USA solo in alcune aree test, fra cui Los Angeles, la zona circostante la baia di San Francisco e Sacramento. La strategia Honda, però, prevede da subito il lancio anche in Europa, per evitare che Toyota e Hyundai e le Case tedesche monopolizzino un mercato che sta vedendo i suoi primi ma significativi sviluppi nel Centro e Nord del Vecchio continente. Dal prossimo autunno, quindi, la Clarity sarà proposta anche in alcuni Paesi della UE, con una formula che non è ancora stato chiarito se sarà di acquisto, leasing o prevederà entrambe le soluzioni.
La Clarity, che promette un'autonomia per pieno di idrogeno di oltre 480 chilometri, è stata progettata su una nuova piattaforma che servirà per lo sviluppo di una ibrida plug-in attesa sul mercato nel 2018. Rispetto alla precedente FCX Clarity che sostituisce, il nuovo modello presenta accumulatori più compatti del 33% ma con una potenza superiore del 60%.
Questo progresso ha permesso di confinare le pile fuel cell e la ''power unit'' elettrica in uno spazio comparabile a quello occupato da un benzina V6, lasciando così liberi gli ingegneri nipponici di sviluppare una cabina spaziosa e confortevole per cinque persone.
http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/eco_mobilita/2016/01/26/honda-clarity-a-idrogeno-sbarca-in-usa-europa-entro-autunno_b758ba7f-c0b8-4d51-841e-6ff567d029e4.html
Le auto a idrogeno
In questa speciale sezione "auto idrogeno" dedichiamo la nostra attenzione alle auto di prossima concezione alimentate a idrogeno, anziché petrolio, e sul motivo che le rende così importanti.
Cosa è un auto a idrogeno?
Un auto a idrogeno non si distingue per molti versi dalle auto tradizionali. Quello che cambia è il criterio di alimentazione. L'idrogeno è un vettore di energia, una sorta di batteria chimica in grado di conservare l'energia e rilasciarla quando viene richiesta. L'auto a idrogeno si basa su questo principio.
Cosa cambia alla stazione di servizio?
Fare il pieno a idrogeno durerà lo stesso tempo in cui oggi si riempie un serbatoio di gas gpl o metano. Attualmente esistono stazioni di servizio sperimentali per piccole flotte di auto a idrogeno, spesso acquistate dalle istituzioni pubbliche e dalle grandi aziende per favorire l'arrivo della tecnologia.
Le auto a idrogeno sono tutte uguali?
Al momento esistono due tecnologie alternative per realizzare un'auto a idrogeno. La prima è conosciuta con il nome di Fuel Cell ed è basata sulle celle di combustione da cui scaturisce l'energia elettrica per muovere i veicoli dotati a loro volta di motore elettrico. La seconda strada è la combustione diretta di idrogeno, in questo caso le automobili mantengono il tradizionale motore a combustione ma sono alimentate dall'idrogeno anziché da benzina o diesel. Quest'ultima strada viene seguita in particolar modo da BMW.
Le auto idrogeno inquinano?Le auto a idrogeno non rilasciano emissioni inquinanti ma soltanto vapore acqueo. Se l'intero parco circolante fosse composto da auto a idrogeno scomparirebbe il problema delle polveri sottili e dello smog urbano, inoltre si abbatterebbe sensibilmente l'emissione di gas serra nell'atmosfera. Va comunque precisato che l'inquinamento da delocalizzato (auto) diverrebbe accentrato nei luoghi di produzione dell'idrogeno. Quest'ultimo punto è di fondamentale importanza per valutare l'impatto ambientale finale della auto a idrogeno. In altre parole, è importante capire come sarà prodotto l'idrogeno.
Come viene prodotto l'idrogeno?
L'idrogeno è un buon vettore di energia. È però necessario produrlo poiché sulla Terra non esiste allo stato naturale ma soltanto in quello combinato con altri elementi. Attualmente può essere prodotto da tutte le fonti d'energia conosciute. L'impatto ambientale è però diverso. Ad esempio, l'idrogeno può essere prodotto tramite il reforming dagli stessi combustibili fossili. In questo caso però l'inquinamento evitato dalle auto a idrogeno viene spostato alla ciminiera della fabbrica che lo produce, pertanto l'impatto finale sull'effetto serra è uguale. L'altra strada per produrre idrogeno è il processo di elettrolisi per scindere l'acqua in atomi di idrogeno e di ossigeno. Questa seconda strada ha il vantaggio di non essere inquinante ma richiede una grande quantità di energia per funzionare che potrebbe essere fornita dalle centrali nucleari e dalle energie rinnovabili in modo pulito. In questi ultimi due casi si riducono le emissioni di gas serra in atmosfera e l'impatto finale sull'effetto serra è positivo.
Cosa è un auto a idrogeno?
Un auto a idrogeno non si distingue per molti versi dalle auto tradizionali. Quello che cambia è il criterio di alimentazione. L'idrogeno è un vettore di energia, una sorta di batteria chimica in grado di conservare l'energia e rilasciarla quando viene richiesta. L'auto a idrogeno si basa su questo principio.
Cosa cambia alla stazione di servizio?
Fare il pieno a idrogeno durerà lo stesso tempo in cui oggi si riempie un serbatoio di gas gpl o metano. Attualmente esistono stazioni di servizio sperimentali per piccole flotte di auto a idrogeno, spesso acquistate dalle istituzioni pubbliche e dalle grandi aziende per favorire l'arrivo della tecnologia.
Le auto a idrogeno sono tutte uguali?
Al momento esistono due tecnologie alternative per realizzare un'auto a idrogeno. La prima è conosciuta con il nome di Fuel Cell ed è basata sulle celle di combustione da cui scaturisce l'energia elettrica per muovere i veicoli dotati a loro volta di motore elettrico. La seconda strada è la combustione diretta di idrogeno, in questo caso le automobili mantengono il tradizionale motore a combustione ma sono alimentate dall'idrogeno anziché da benzina o diesel. Quest'ultima strada viene seguita in particolar modo da BMW.
Le auto idrogeno inquinano?Le auto a idrogeno non rilasciano emissioni inquinanti ma soltanto vapore acqueo. Se l'intero parco circolante fosse composto da auto a idrogeno scomparirebbe il problema delle polveri sottili e dello smog urbano, inoltre si abbatterebbe sensibilmente l'emissione di gas serra nell'atmosfera. Va comunque precisato che l'inquinamento da delocalizzato (auto) diverrebbe accentrato nei luoghi di produzione dell'idrogeno. Quest'ultimo punto è di fondamentale importanza per valutare l'impatto ambientale finale della auto a idrogeno. In altre parole, è importante capire come sarà prodotto l'idrogeno.
Come viene prodotto l'idrogeno?
L'idrogeno è un buon vettore di energia. È però necessario produrlo poiché sulla Terra non esiste allo stato naturale ma soltanto in quello combinato con altri elementi. Attualmente può essere prodotto da tutte le fonti d'energia conosciute. L'impatto ambientale è però diverso. Ad esempio, l'idrogeno può essere prodotto tramite il reforming dagli stessi combustibili fossili. In questo caso però l'inquinamento evitato dalle auto a idrogeno viene spostato alla ciminiera della fabbrica che lo produce, pertanto l'impatto finale sull'effetto serra è uguale. L'altra strada per produrre idrogeno è il processo di elettrolisi per scindere l'acqua in atomi di idrogeno e di ossigeno. Questa seconda strada ha il vantaggio di non essere inquinante ma richiede una grande quantità di energia per funzionare che potrebbe essere fornita dalle centrali nucleari e dalle energie rinnovabili in modo pulito. In questi ultimi due casi si riducono le emissioni di gas serra in atmosfera e l'impatto finale sull'effetto serra è positivo.
lunedì 25 gennaio 2016
Pachira Acquatica - Fiore di Monguba - L'albero della prosperità. - Francesco De Agazio
Foto: Francesco de Agazio ₢
Il millenario albero della fortuna, della ricchezza e della prosperità.
Con frutti simili a quelli del Cacao, dal quale prende il nome di Cacao selvaggio, in Guadalupe, Guiana, Costa Rica, Santo Domingo, Venezuela. Mentre non è definito Cacao in Messico, Belize e Guatemala.
È una pianta associata al Cacao per il formato del frutto ed alcune caratteristiche dopo il preparo. Dai semi essiccati e lavorati è possibile ricavare una bibita con sapore simile al Cacao, quando calda.
Di lieve intensità tossicologica, per non aver riscontrato evidenze citotossiche (tossicità per le cellule umane), i semi essicati possono essere consumati, così come le foglie. I semi sono ricche di acido palmitico (componente dell'olio ndi Palma -#Palm Oil), proteine, ed una alto tenore di Triptofano (antiossidadante), precursore anche della melatonina, e serotonina. Contiene Feninalina, Tirosina, Treonina, in qualità superiori a quelle riscontrate nel latte materno, bovino, uova. Sono stati riscontrati effetti negativi in laboratorio durante le empiriche su animali, ma gli studi affermano che in quantità stabilite sicure per l'uomo, l'uso dei semi e delle foglie non siano nocive. L'estratto etanolico ha dimostrato capacità funghicide che possono essere usate in sostituzione di erbicidi o pesticidi per il cotrollo del Fusarium, nemico delle coltivazioni di cereali, che attraverso il consumo possono danneggaire anche la salute umana e animale.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207106464771923&set=a.4002998205271.2153900.1590574877&type=3&theater
La pachira, pianta dei soldi. - Elena Tibiletti
Com’è fatta: pianta con fusto legnoso alto fino a 2 m e crescita media; foglie grandi a tre/cinque lobi, di colore verde intenso. Con particolari tecniche il tronco viene intrecciato per aumentare la decoratività. Se arriva a fiorire (cosa difficile in vaso), produce fiori simili a quelli dell’albizzia, bianchi o crema e rosso.
Dove si coltiva: la pachira proviene dall’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Tailandia ecc.). Si alleva in vaso in plastica, di diametro 16 cm per una pianta alta 30 cm. Se tende a crescere velocemente e non desiderate una pianta di grandi dimensioni, conviene tenerne controllato l’accrescimento, limitandone la misura del vaso (una sola misura in più, rinvasando ogni due anni). Se ci sono più piante in un solo vasetto, è bene dividerle prima che una abbia il sopravvento sulle altre. Utilizzate un buon terriccio universale alleggerito con una manciata di perlite e con aggiunta di torba per acidificarlo leggermente. Ottimo drenaggio anche sul fondo del vaso.
Come si coltiva: non sopporta i raggi del sole, quindi la posizione ideale è all’ombra luminosa tutto l’anno. Teme temperature inferiori a 8 °C e l’intervallo ideale è di 18-26 °C; non ha problemi alle alte temperature. Da maggio a settembre può vivere all’aperto all’ombra; in autunno-inverno deve vivere in appartamento. Non è facile trovare il giusto equilibrio nelle annaffiature perché, se sono troppo scarse, si seccano le punte delle foglie, se sono troppo abbondanti, appassiscono le foglie senza seccarsi prima, ma l'eccesso d'acqua porta facilmente a morte l'esemplare e la carenza causa solo una certa sofferenza. Il momento giusto per annaffiarla è quello in cui il terriccio in superficie si è asciugato e, inserendo la punta del mignolo per tutta la prima falange, si sente l'umidità solo sulla punta del dito. Va concimata ogni 30 giorni da aprile a settembre con metà dose di un prodotto liquido per piante verdi nell’acqua d’irrigazione. Tagliate le punte e le foglie secche. Si moltiplica per talea in terra in primavera (ma l’attecchimento è molto difficile in casa).
I suoi nemici: se sulle foglie compaiono zone decolorate in cui si intravvede ancora il verde, è la clorosi ferrica; somministrate nell’acqua d’irrigazione il sequestrene (chelato di ferro) una volta al mese e irrigate con acqua decalcificata. Se le foglie presentano piccoli punti decolorati su tutta la superficie, è il ragnetto rosso. Se le punte delle foglie si seccano, il seccume pian piano si estende a tutta la lamina, la foglia si arriccia e cade, è una carenza d’acqua; aumentate quantità e frequenza degli apporti idrici e vaporizzatela ogni giorno. Se l’apice delle foglie diventa molle e bruno, e il resto della foglia progressivamente ingiallisce divenendo inconsistente, è un eccesso d’acqua.
In aggiunta: desidera un ambiente abbastanza umido, da ottenere vaporizzando ogni giorno il fogliame con acqua priva di calcare soprattutto in estate e in pieno inverno con il riscaldamento acceso.
Curiosità: è una parente del baobab e della chorisia (appartengono tutte alla stessa famiglia). In Estremo Oriente viene chiamata “albero della buona sorte per i soldi”: a quanto pare, le 5 foglioline attirano il denaro e il tronco intrecciato lo trattiene...
http://www.giardinaggioweb.net/posts/8310-la-pachira-pianta-dei-soldi
CRAC ETRURIA: LA RELAZIONE DEL LIQUIDATORE CHE INCHIODA PAPA’ BOSCHI E I VERTICI DELL’ISTITUTO. - Davide Vecchi
CLAMOROSO BOSCHI! CRAC ETRURIA: LA RELAZIONE DEL LIQUIDATORE CHE INCHIODA I BOSCHI E I VERTICI DELL’ISTITUTO: STATO D’INSOLVENZA PER L’ISTITUTO - IL PROCURATORE POTREBBE INDAGARE PER BANCAROTTA IL PADRE DELLA MINISTRA E GLI ALTRI AMMINISTRATORI.
Spetterà al tribunale fallimentare, nel corso dell' udienza fissata per l' 8 febbraio prossimo, accogliere la proposta del liquidatore di decretare l' insolvenza di Etruria - Da quel momento il procuratore potrà avviare un'inchiesta su ogni voce della malagestio... -
Davide Vecchi per il “Fatto Quotidiano”
Per Banca Etruria deve essere "dichiarato lo stato di insolvenza". Il commissario liquidatore Giuseppe Santoni lo scrive in maniera fin troppo chiara. Non c' è scampo: "Non (sono, ndr) necessari accertamenti ulteriori".
La relazione del liquidatore inchioda tutti i vertici dell' istituto di credito aretino dal 2010 in poi, compreso Pier Luigi Boschi sia nel periodo in cui è stato consigliere di amministrazione della banca - dal 2011 - sia in quello durante il quale ha ricoperto, da metà 2014, l' incarico di vicepresidente della popolare.
Prima però c' è un altro passaggio, fondamentale ma dall' esito - secondo buona parte degli attori coinvolti - scontato: la dichiarazione di insolvenza da parte del tribunale fallimentare. Spetterà a quest' ultimo, infatti, nel corso dell' udienza fissata per l' 8 febbraio prossimo, accogliere la proposta del liquidatore di decretare l' insolvenza di Etruria.
Da quel momento il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, potrà aprire un fascicolo ipotizzando anche la bancarotta fraudolenta e avviare così un' inchiesta con approfondimenti investigativi e giudiziari su ogni voce della malagestio compiuta dagli amministratori e già certificata da Banca d' Italia in ben tre ispezioni della vigilanza che hanno poi portato nel febbraio 2015 al necessario commissariamento.
Gli inquirenti potranno spulciare ogni euro che è uscito dall' istituto di credito. Ogni euro che è stato affidato attraverso crediti, fidi, prestiti ad amici e aziende; ogni euro finito in premio di produzione (circa due milioni), ogni euro dato come compenso in consulenze (15 milioni complessivi) o persino in liquidazioni (come quella riconosciuta all' ex direttore generale, Luca Bronchi, altri due milioni). Ogni euro che ha causato il cratere nei conti e portato la banca a essere appunto insolvente cioè incapace di sopravvivere, di alimentarsi, di proseguire la propria attività.
Nelle circa 20 pagine di relazione firmata da Santoni - che Il Fatto ha potuto leggere - viene ripercorso, in una sorta di via crucis, il progressivo azzeramento del patrimonio netto ridotto a 22 milioni al 30 settembre 2015 e calcolato dai commissari straordinari solo dopo aver "scoperto" crediti deteriorati non indicati. La relazione è focalizzata sulla gestione della "vecchia" Etruria, precedente cioè alla divisione tra nuova banca e bad bank.
L' insolvenza è tecnicamente propedeutica alla bancarotta fraudolenta. Ma i reati potrebbero essere a cascata molti altri, a partire dalla truffa per i risparmiatori che hanno investito nelle obbligazioni subordinate. Le responsabilità penali, in questo caso, sono personali e quindi attribuibili ai singoli amministratori.
Lo stesso Rossi lo aveva sostanzialmente annunciato: "Se la società dovesse andare in insolvenza è chiaro che tante cose (oggi, ndr) lecite potrebbero assumere un altro rilievo". Il magistrato si era così espresso nel corso dell' audizione il 28 dicembre scorso davanti alla prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura che aveva aperto un fascicolo a suo carico ipotizzando un conflitto di interessi tra i fascicoli che riguardano Boschi e la sua consulenza con il governo avviata con l' esecutivo guidato da Enrico Letta e poi rinnovata da quello di Matteo Renzi.
I giudici hanno inizialmente ritenuto la sua posizione chiara ed esauriente tanto da indirizzarsi unanimemente verso l' archiviazione, ma nei giorni scorsi hanno riaperto il fascicolo a seguito di un servizio di Panorama che ha svelato un altro frammento del passato di Boschi collegato a Rossi: il pm aveva indagato e poi archiviato il padre del ministro delle Riforme, Maria Elena.
Il magistrato ha sempre ribadito la sua assoluta buona fede specificando di aver fatto semplicemente il suo mestiere: individuare e accertare eventuali reati attraverso le indagini e, non rinvenendo estremi di accusa, archiviare.
Per evitare ulteriori equivoci due giorni fa ha deciso di creare un pool condividendo con altri pm della procura toscana i fascicoli. Saranno loro a occuparsi, ovviamente insieme al procuratore capo, del futuro possibile capitolo relativo alla bancarotta.
Manca solo il via libera del tribunale fallimentare. "Un passaggio obbligato e dall' esito preoccupante quanto scontato", secondo alcuni legali già impegnati nella difesa di alcuni ex amministratori di Etruria. Preoccupante perché con la dichiarazione dello stato di insolvenza tutto ciò che potrebbe configurarsi come reato si eleva di grado.
domenica 24 gennaio 2016
Prendi un cucchiaio di questo rimedio dopo ogni pasto. Ottimo per Bronchite, Asma e Malattie Polmonari.
A molte persone vieni fatta una diagnosi di asma, bronchite e disturbi da malattie polmonari, talvolta anche croniche. Queste sono alcune delle condizioni più comuni al giorno d’oggi.
Smog, fumo, infezioni e allergie possono causare un certo tipo di disturbo o malattia polmonare. In questo articolo spieghiamo la ricetta di un antico rimedio popolare che ti aiuterà a trattare ogni problema legato al tuo apparato respiratorio, per prevenire e curare le malattie legate ai polmoni, in particolare asma, bronchite e malattie cardiache.
In passato, le nostre nonne hanno preparato questo rimedio naturale per il trattamento di condizioni di salute di questo tipo, e coloro che hanno già provato confermano che le nostre nonne avevano ragione riguardo al grande potere di guarigione di questo rimedio.
Ingredienti:
- ½ kg cipolla rossa
- 2 tazze di sciroppo d’acero puro o ½ kg di zucchero grezzo di canna
- 2 limoni naturali di medie dimensioni
- 1,5 lt. (6 tazze) acqua
- 7 cucchiai di miele grezzo
Preparazione:
Metti lo sciroppo d’acero puro in una padella larga e preriscaldalo a fuoco medio (se decidi di utilizzare lo zucchero di canna, prendi una padella grande e preriscalda lo zucchero a fuoco basso. Mescola costantemente fino a quando non ottieni un bel colore dorato). Quindi, aggiungi le cipolle precedentemente pulite e affettate. Cuoci per un paio di minuti, e aggiungi l’acqua.
Fai bollire il composto a fuoco medio fino a quando l’acqua è ridotta di un terzo. Lascia raffreddare per un po’. Durante il tempo in cui il composto raffredda, spremi i limoni, e conserva il succo a parte. Aggiungi il miele e il succo di limone alla miscela, e mescola bene. Sia durante la notte, che la mattina successiva filtra il liquido poi, conservarlo in una bottiglia di vetro.
Prendi 1 cucchiaio di questo rimedio ogni giorno dopo ogni pasto principale.
Coloro che hanno già provato questo rimedio confermano che le nostre nonne avevano ragione riguardo al potere di guarigione di questo efficace composto.
Frasi dei Libri Copyright © 2016. Tutti i diritti riservati.
Disclaimer: Questo articolo non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o trattamento.
http://frasideilibri.com/antico-rimedio-naturale-bronchite-asma-malattie-polmonari/
Leggi anche:
https://it.wikipedia.org/wiki/Allium_cepa
venerdì 22 gennaio 2016
Boschi: si riapre l'istruttoria sul pm Roberto Rossi, dopo l'inchiesta di Panorama. - Pier Luigi Boschi, già indagato (e prosciolto) sei anni fa.
Il Csm vuole chiarire la posizione del magistrato che, come riportato dal nostro giornale, archiviò le accuse nei confronti del padre del ministro.
Giornata nera per il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, titolare delle inchieste su Banca Etruria. Il comportamento del pm è finito al vaglio del Procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. E la Prima Commissione del Csm ha riaperto l'istruttoria sul suo conto.
A mettere nei guai il procuratore, le indagini svolte negli anni passati su Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena ed ex vice presidente di Banca Etruria. Procedimenti conclusi con due richieste di archiviazione ma di cui il pm non aveva fatto cenno nelle sue audizioni davanti ai consiglieri del Csm, ai quali aveva invece assicurato di non conoscere "nessuno della famiglia Boschi".
Poi è arrivato il servizio di copertina del nostro giornale, in edicola da oggi, in cui si racconta delle indagini di Rossi su Pierluigi Boschi per turbativa d'asta e estorsione, andate avanti dal 2007 sino al 2014 e che sarebbero state legate alla compravendita di una grande tenuta agricola dell'Università di Firenze.
Venuto a conoscenza del nostro servizio, Rossi ha pensato di giocare d'anticipo inviando una lettera al Csm in cui ha scritto di essersi occupato in passato di procedimenti riguardanti Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena ed ex vice presidente di Banca Etruria, ma ha confermato di non aver mai avuto occasione di incontrarlo.
Nella sua lettera Rossi parlerebbe di più procedimenti, sui quali ora la Commissione (che solo due giorni fa aveva deciso di archiviare il fascicolo che lo riguarda) intende fare approfondimenti, accogliendo all'unanimità la richiesta del laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin: verificare quali vicende hanno riguardato e che esito hanno avuto. Il primo passo sarà a richiesta di informazioni e della documentazione relativa al Procuratore generale di Firenze, l'organo di vertice del distretto.
Balduzzi (Csm): "Ulteriori approfondimenti istruttori"
"Ascoltare di nuovo il procuratore Rossi? Per ora no: lo abbiamo sentito due volte e abbiamo ricevuto da lui tre comunicazioni scritte". Lo dice il presidente della Prima Commissione del Csm Renato Balduzzi, che spiega come la lettera fatta recapitare a Palazzo dei Marescialli, in cui Rossi parla di precedenti procedimenti penali riguardanti Pierluigi Boschi dei quali aveva avuto occasione di occuparsi sia il "fatto nuovo", che ha spinto oggi la Commissione a "sospendere la delibera di archiviazione e a procedere ad ulteriori approfondimenti istruttori".
"Dobbiamo conoscere quali sono queste vicende e quale esito hanno avuto" dice Balduzzi, precisando che nella lettera il procuratore fornisce anche chiarimenti sul "disallineamento" tra quanto sta emergendo e le sue dichiarazioni nell'audizione di dicembre davanti al Csm. L'ottica dell'intervento della Commissione non cambia: "garantire la massima serenità alla procura di Arezzo".
Il senatore Giarrusso (M5S): "Dopo l'inchiesta di Panorama Boschi deve dimettersi"
"Non solo Banca Etruria e massoneria deviata. Ora su papà Boschi arrivano anche le ombre, carte della DDA alla mano di aver fatto affari con uomini legati alla 'ndrangheta. A questo punto il ministro Maria Elena Boschi deve rassegnare le dimissioni, perché una pesantissima e insopportabile ombra politica aleggia sulla sua famiglia ed anche su tutte le false riforme che hanno distrutto la Costituzione repubblicana. Del resto la riforma Boschi non sarebbe mai passate senza gli accordi ed i voti del plurinquisito Denis Verdini". Lo scrive in una nota il capogruppo M5S Senato Mario Giarrusso, "dopo la pubblicazione delle notizie che nel 2007 Pierluigi Boschi portò a termine un grosso affare immobiliare insieme a un socio calabrese, Francesco Saporito, che secondo la DDA di Firenze era legato alla 'ndrangheta crotonese". Il senatore pentastellato fa riferimento ad un'inchiesta pubblicata dal settimanale Panorama. "Di questo argomento se ne dovrà far carico anche la Commissione d'inchiesta parlamentare antimafia", conclude il capogruppo M5S. (ANSA)
Pier Luigi Boschi, già indagato (e prosciolto) sei anni fa.
La posizione di Pier Luigi Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria, è al vaglio della Procura di Arezzo insieme a quella di altri membri del disciolto consiglio d’amministrazione. Non sarebbe comunque la prima volta che il padre del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, si trova indagato.
Nel numero in edicola da domani, giovedì 21 gennaio, il settimanale Panorama ricostruisce nei dettagli una vicenda giudiziaria risalente a sei anni fa, nella quale Boschi padre fu indagato ad Arezzo per i reati di turbativa d’asta ed estorsione, e venne per due volte prosciolto su richiesta del magistrato Roberto Rossi, oggi divenuto procuratore della città toscana, nonché lo stesso magistrato che oggi indaga sul dissesto di Banca Etruria e che è stato consulente del governo Renzi.
La vicenda, che fino al 2014 coinvolse Pier Luigi Boschi e altri otto indagati, riguardava la compravendita, nel 2007, di una grande tenuta agricola posseduta dall’Università di Firenze. Malgrado il proscioglimento, restano senza risposta due domande, relative a 250 mila euro in contanti che un successivo acquirente di parte della tenuta affermò di avere personalmente consegnato a Boschi. Da una parte non si sa dove siano effettivamente finiti quei soldi, ma non si sa nemmeno perché la Procura di Arezzo non abbia mai indagato per calunnia chi affermava fossero stati versati.
Cosa sono le accise dell’energia elettrica. - Come leggere la bolletta elettrica. - Alessandro Fuda
Parlando di bollette, elettricità ed energia in genere, spesso si sente parlare delle accise.
Cosa sono le accise dell’energia elettrica? Chiariamo subito una cosa: le accise sono delle tasse, gestite dall’agenzia delle dogane, che non riguardano solo l’energia elettrica, ma riguardano una moltitudine di altri prodotti di uso quotidiano, sia in ambito domestico che industriale.
Ecco cosa sono le accise: quelle più conosciute sono quelle relative agli alcolici, ai tabacchi ed all’energia elettrica, ma si pagano accise anche per la benzina, petrolio, olii combustibili, gas, carbone, bitumi, bevande fermentate, ecc..
Per quanto riguarda l’energia elettrica, le aliquote definite per le accise sono differenziate in genere per scaglioni progressivi di consumo, per esempio: per Kwh consumati o per metri cubi di gas consumato. Le accise sull’energia elettrica ed il gas, inoltre, sono differenziate per tipo di consumi: civili o industriali.
Attenzione, però: l’accisa non è l’Iva, altra imposta con la quale viene spesso confusa. L’Iva (imposta sul valore aggiunto) dipende dal valore dei prodotti o dei servizi acquistati, l’accisa invece dipende dalla quantità di beni o servizi acquistati dall’utente finale.
Il settore oggi maggiormente sottoposto al regime delle accise è quello dell’ energia: energia elettrica, termica ed i loro combustibili (gas, petrolio, carbone, ecc…). Infatti chi paga le bollette legge, tra le numerose voci di costo, addebiti anche per le accise e per le eventuali addizionali regionali o comunali.
Come mai ci sono queste imposte e da dove derivano? In passato questa tassa prendeva il nome di tassa di fabbricazione, non si applica però al momento della produzione del prodotto o del servizio, ma al momento della vendita del bene o del servizio all’utente finale. L’accisa sulla bolletta dell’energia elettrica (ma non solo su questa) é per lo Stato una entrata fiscale rilevante e se inizialmente era applicata solo al petrolio e ai suoi derivati (carburanti) , nel tempo si é estesa al settore dell’ energia elettrica e ad altri beni di consumo.
Come possiamo controllare l’accisa in una bolletta elettrica?
Innanzitutto: puoi vedere qui come si legge la bolletta elettrica. E’ molto semplice: la troverete in lista tra le diverse voci di costo ed è a volte insieme alle addizionali regionali e comunali ed ovviamente è nella sezione relativa alle imposte.
Innanzitutto: puoi vedere qui come si legge la bolletta elettrica. E’ molto semplice: la troverete in lista tra le diverse voci di costo ed è a volte insieme alle addizionali regionali e comunali ed ovviamente è nella sezione relativa alle imposte.
Le accise sono delle imposte e, come tali, sono soggette a continui aggiornamenti. A quanto ammontano le accise per il 2014?
Le accise dell’energia elettrica per il 2014
Come è utile sapere cosa sono le accise dell’energia elettrica, è altrettanto utile sapere a quanto ammontano queste imposte.
Vediamo le aliquote per il 2014.
Vediamo le aliquote per il 2014.
Per le abitazioni le accise per il 2014 son fissate a 0,0227 euro per ogni kwh di elettricità acquistato in bolletta.
Per altri locali ed altri luoghi diversi dalle abitazioni, invece, l’imposta viene differenziata per scaglioni di consumo:
- per consumi fino a 200 mila kwh/mese è di 0,0125 €/Kwh
- per consumi da 200 mila fino a un milione e 200 mila kwh/mese è di 0,0075 €/kwh
- per consumi oltre il milione e 200 mila kwh/mese è di 0,0125 €/kwh per i primi 200 mila kwh. Per i kwh successivi le grandi aziende energivore pagano un fisso “forfetario” di 4.820 euro/mese.
E’ interessante notare come, all’aumentare dei consumi mensili, l’imposta unitaria diminuisca, fino ad arrivare ad un importo forfetario di circa 5mila euro/mese per le mega aziende energivore.
Per chi volesse approfondire: le aliquote dell’imposta sono riportate nell’Allegato 1 al Testo Unico sulle Accise (D. Lgsl n. 504/1995 e successivi aggiornamenti). Le agevolazioni sono elencate nell’art. 52, sempre del Testo Unico. Ulteriori approfondimenti si trovano sul sito dell’Agenzia delle Dogane.
Come leggere la bolletta elettrica.
Il costo complessivo della bolletta elettrica è costituito da alcuni fattori principali: quota energia, quota relativa al servizio di rete, onere generale di sistema e tutte le tasse e imposte annesse.
L’energia incide per il 60 per cento sulla bolletta elettrica
La quota energia, ovvero il prezzo dell’energia, è il componente che maggiormente incide sull’importo totale della bolletta. L’incidenza per un fruitore medio è di circa il 60 per cento del totale. In particolare è il costo che si riferisce alle spese sostenute dal venditore per l’acquisto e la vendita dell’energia elettrica all’utente finale.
Per il costo della quantità di energia consumata, bisogna qui fare un distinguo:
- per i clienti che hanno optato per il libero mercato i costi dell’energia sono definiti dal fornitore scelto, nel contratto di fornitura. Su questo componente, infatti, incide la concorrenza sul mercato tra i vari venditori
- per i clienti che non hanno optato per il libero mercato, ovvero gli utenti in regime di maggior tutela (o salvaguardia), valgono invece le tariffe stabilite dall’ Aeeg, che vengono aggiornate e ridefinite ogni tre mesi, indicizzandole alle variazioni di prezzo del mercato internazionale.
Per gli utenti che hanno optato per un fornitore “privato”, quindi, la compravendita di energia include, oltre al prezzo dell’energia consumata, la quota fissa del servizio di vendita, che è il corrispettivo fisso annuale (non dipendente dai consumi) relativo ai costi di commercializzazione. E’ in pratica il fattore di reale guadagno del venditore / fornitore.
La distribuzione incide per il 15 per cento sulla bolletta elettrica
La seconda componente è relativa al servizio di rete. Il servizio di rete è l’insieme di tutte quelle infrastrutture che garantiscono la distribuzione dell’energia dal livello nazionale fino a scala locale. A tale servizio adempie il distributore elettrico (ad es. Enel distribuzione), che garantisce e monitora l’erogazione dell’energia dalla sua produzione fino ad arrivare al contatore dell’utente finale. Il servizio include anche il servizio di lettura dei consumi ed in complesso rappresenta, pressapoco, per un utente finale medio, il 15 per cento del costo della bolletta energetica.
Le relative voci che figurano in bolletta sono: la “quota fissa”, la “quota variabile” e la “quota potenza”.
A differenza della “quota energia”, per la quale il cliente può scegliere o non scegliere i prezzi di mercato, i costi dei servizi di rete sono stabiliti dall’Aeeg e sono omogenei in tutta Italia.
Gli oneri di sistema incidono per il 7 per cento sulla bolletta elettrica
La terza componente è costituita dagli Oneri generali di sistema che raccolgono in sé svariate “sotto-voci” divise in: Componenti A, Componenti UC, Componente MCT.
Lista delle Componenti e relative destinazioni d’uso:
A2 | Smantellamento delle centrali nucleari (e interventi territoriali di compensazione) |
A3 | Promozione delle fonti rinnovabili e “assimilate“. In questa voce sono inclusi, ad es., i fondi per il pagamento degli incentivi al solare fotovoltaico |
A4 | Finanziamento volti alle agevolazioni tariffarie |
A5 | Finanziamento della Ricerca e Sviluppo |
A6 | Copertura dei costi delle imprese sostenuti prima della liberalizzazione del mercato |
AS | Finanziamento delle tariffe tutelate (per utenti disagiati) |
UC3 | Copertura dei meccanismi di perequazione dei servizi di trasmiss., distribuz, misura |
UC4 | Integrazioni alle tariffe per le imprese elettriche minori |
UC7 | Promozione dell’efficienza energetica nei consumi finali |
MCT | Smantellamento delle centrali nucleari (e interventi territoriali di compensazione) |
Le imposte incidono per il 14 per cento sulla bolletta elettrica
Ultimo componente, ma terzo per incidenza, è quello relativo alle varie tassazioni:
- l’ Accisa (o “imposta erariale di consumo”), e la relativa Addizionale, è applicata alla quantità di energia consumata ed è agevolata per i clienti che richiedono la fornitura per la “prima casa”
- l’Iva al 10 per cento
Un’ultima novità per la lettura della bolletta elettrica
Un ultima considerazione è d’obbligo: dal 1 luglio 2010 sono entrate in vigore nuove tariffe biorarie sui prezzi dell’energia elettrica, per i clienti in regime di maggior tutela. Mentre prima questa opzione era facoltativa, ad oggi è condizione estesa a tutti i fruitori.
Questo regime tariffario prevede un costo minore dell’energia se consumata nei giorni lavorativi dalle 19.00 al 8.00 del mattino o nei sabati, domeniche o festivi (tutto il giorno). L’energia ha invece un prezzo maggiore durante le ore ed i giorni “produttivi” della settimana (dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 19.00).
Lo slittamento a queste nuove condizioni tariffarie è graduale ed automatico.
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