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martedì 1 ottobre 2019

Dissociatori molecolari, perchè non sono stati costruiti? (dicembre 2007)



Da più parti si chiedono informazioni relative ai costi da sostenere per la costruzione di un Dissociatore Molecolare, in grado di eliminare alla radice il tragico problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania. I dati che mi accingo a presentarvi sono pubblici.
Tutti, dico tutti, gli addetti ai lavori li conoscono da tempo. Aver ignorato la tecnologia dei Dissociatori Molecolari è, di per se, una cosa grave, ma ancora più grave, anzi imperdonabile, è aver sottaciuto i costi ridicoli necessari per risolvere definitivamente il problema. Quanti dissociatori si sarebbero potuti costruire con i nove miliardi di euro spesi in Campania, negli ultimi anni, per non raggiungere nessun risultato positivo? Qualcuno, in futuro, dovrà forse essere giudicato e condannato per aver fatto finta di non sapere? Vedremo. Nell'attesa ecco il resoconto economico relativo ad un impianto in grado di trattare ben 32.000 tonnellate di rifiuti l'anno (circa quattro tonnellate l'ora per 8000 ore di funzionamento annue). Ipotizzando che l'investimento sia finanziato al 100% da un mutuo rimborsabile in 12 rate annuali costanti ad un tasso d'interesse fisso pari al 5%, il valore della rata mensile del mutuo, comprensiva di capitale più gli interessi, sarebbe di 1.700.000 euro. Oltre al costo della rata mensile si dovrebbero aggiungere 500.000 euro del contratto di manutenzione ordinaria dell'impianto con la ditta costruttrice, più 300.000 euro per il costo del personale necessario a far funzionare l'impianto stesso (una decina di persone al massimo). A questi devono essere aggiunti i costi generali dell'impianto, circa 400.000 euro più le eventuali spese di manutenzione straordinaria, altri 200.000 euro. Per completare il quadro economico calcoliamo in circa 150.000 euro il costo di smaltimento delle ceneri e in 180.000 euro l'imposta di fabbricazione sull'energia elettrica. Si, perché la vera novità sarebbe proprio questa: la produzione e rivendita d'energia elettrica alle società di distribuzione che potrebbe fruttare fino al milione di euro l'anno alle casse dell'ente gestore. L'impianto di cui sopra, infatti, potrebbe produrre fino a 2,5 MW d'energia elettrica l'anno da poter rivendere ad aziende come Enel o Edison. Per non parlare, poi, della potenza termica, pari a circa 5 MW annui, per un introito di 2.000.000 di euro (rivendendola al prezzo di mercato). Tra l'altro, la potenza termica può anche essere utilizzata direttamente, per riscaldare case, scuole, edifici pubblici, palestre, piscine ecc. oppure per riscaldare serre che producono fiori o altri prodotti agricoli ad alto valore aggiunto (altri posti di lavoro ed altri introiti per le società proprietarie delle strutture). Per finire questo breve, ma spero interessante resoconto, chiediamoci perché di fronte ad un costo così limitato (tra i 23 ed i 25 milioni di euro, calcoliamo anche le spese impreviste se ci capiamo), con la possibilità di ammortizzarlo al 100% in pochissimi anni utilizzando gli introiti della vendita dell'energia elettrica e della potenza termica, si è preferito costruire un macchinoso, dispendioso, poco efficace, pericoloso, inquinante e malvisto da tutti, impianto di termovalorizzazione ad Acerra? Io la risposta me la sono già data. Vorrei, però, che tutti quelli coinvolti in certe disastrose iniziative, avessero il coraggio di apparire in televisione per spiegare ai familiari dei malati e dei morti causati dai rifiuti, le ragioni delle loro sciagurate decisioni politiche.
http://www.pupia.tv/2007/12/aversa/dissociatori-molecolari-perch-non-sono-stati-costruiti/6893

mercoledì 30 maggio 2018

Palermo capitale più dei rifiuti che della cultura, e se usassimo i ‘dissociatori molecolari’ per distruggerli? - Stefano Cirillo

Risultati immagini per dissociatori molecolari

Ogni mattina, uscendo da casa in una città che si fregia del titolo di città della cultura 2018, mi chiedo perché non siamo stati nominati Città dei rifiuti permanenti e Capoluogo di una Regione di indecisi.

I cumuli sui marciapiedi sono una costante. Si cercano soluzioni per risolvere un problema che nel resto del mondo hanno trasformato in risorsa. Un ciclo di incompetenza che parte dal Comune e arriva in Regione per ripartire in un rimbalzo di responsabilità che lega tutti quelli che governano alla stessa verità “incapacità decisionale “. Il tutto con la collaborazione attenta a “non differenziare “di tutti i cittadini che ogni mattina buttano i loro rifiuti ovunque capita.

Otto anni fa mentre ero alla guida Dell’Ospedale di Cefalù, per alcuni mesi utilizzammo in via sperimentale un impianto di smaltimento rifiuti di dissociazione molecolare.
I dissociatori Molecolari utilizzano una Tecnologia all’avanguardia efficiente che permette lo smaltimento dei rifiuti senza emissioni e con la produzione finale di energia. L’Agenzia Regionale per l’ambiente non riuscì a misurare le emissioni in atmosfera dell’impianto perche di fatto sono inesistenti. Ospitammo il Dissociatore Molecolare per evidenziare il legame strettissimo tra ambiente e Patologie che colpiscono chiunque, più inquiniamo più aumentano soprattutto le malattie oncologiche.
Risultato dopo otto anni ancora il vuoto assoluto, in Sicilia i rifiuti fanno più chilometri di tutti i turisti e la politica brancola nel buio.

Oggi malgrado gli impianti di produzione di energia mediante i processi di smaltimento rifiuti con la dissociazione Molecolare o la Piroscissione siano tra le tecnologie più rispettose dell’ambiente e della salute , si continua a parlare di termovalorizzatori.
Anche i più moderni termovalorizzatori emettono nanoparticelle finiscono sul territorio aumentando il rischio sulla salute della popolazione.
La storia dimostra che in Sicilia con i Poli industriali di Gela , Milazzo e Priolo non si è minimamente tenuto conto dell’ambiente e della Salute della gente,ma si è preferito tutelare interessi di altro tipo , con una ricaduta nel medio lungo termine dannosa per tutti.

L’aumento delle malattie oncologiche per scelte inappropriate danneggia tutti indistintamente e il ciclo di smaltimento rifiuti se non gestito con attenzione incide sulla salute danneggiando chiunque. Guardare alle tecnologie innovative che rispettano l’ambiente e tutelano le persone è un dovere che non può essere più rimandato.
La politica smetta di girare attorno ai problemi rimandando scelte importanti, le soluzioni esistono bisogna invertire la tendenza privilegiando e tutelando ambiente e salute .
Nel frattempo un po’ di civiltà in più aiuterebbe a capire che non basta avere il titolo di città della cultura per vivere meglio.


martedì 2 dicembre 2014

Rifiuti? La soluzione ci sarebbe. - Stefano Mecorio


Col sublimatore molecolare si produrrebbe anche energia senza inquinare.


Finché si resta nel mezzo, va sempre tutto bene. 
Si sta in panciolle, osservando gli altri dimenarsi. 
Da un lato il disastro perenne della provincia napoletana. 
Dall’altro l’efficienza dei paesi nordici. 
Due pianeti opposti. 
Esattamente equidistanti da Viterbo. Laddove la questione mondezza (già, di questa si sta parlando) è stata affrontata, almeno fino ad oggi, con sguardo da spettatore annoiato. Poi però arriva la differenziata. Ed improvvisamente non si parla d’altro. Centro storico ridotto a discarica. Piramidi di sacchi neri ovunque. Malcontento diffuso e politica (non solo gestionale) allo sbando.
Ma possibile che nell’anno del Signore 2014 non si riesca ancora a trovare una soluzione a tale disagio? Eppure qualcuno (in verità in diversi) hanno speso parole su parole a riguardo. Senza però ottenere consensi. Su carta, sia chiaro. Ché le pacche sulle spalle contano poco.
“Sono anni che cerchiamo inutilmente di sensibilizzare politici e amministratori sulle nuove frontiere tecnologiche, capaci di risolvere in contemporanea la produzione di energia elettrica e lo smaltimento dei rifiuti – dicono dall’Accademia Kronos di Ronciglione, non Calcutta – Abbiamo prodotto materiale informativo, organizzato seminari e convegni relativamente alle smart grids, ai dissociatori molecolari ed ora ai sublimatori molecolari. Abbiamo dimostrato con dati reali la convenienza di queste tecnologie innovative. Ma oltre le belle parole, nulla si è fatto. La Germania, l’Olanda e i Paesi Scandinavi hanno preso sul serio i nostri programmi, ed ora sono diventati leader in questo settore”.
Non solo città pulite quindi. Ma anche guadagno. E quindi perché qui no? “Il problema dell’eccedenza dei rifiuti nelle nostre città è risolvibile semplicemente applicando una serie di sublimatori molecolari, anche dove ora giacciono le ecoballe. Si risparmierebbe il 30% di energia elettrica e, nel contempo, si produrrebbe energia senza inquinare l’atmosfera e minacciare la salute dei cittadini”.
In parole povere il problema diventa risorsa. Soprattutto in ottica futura. “La soluzione alle discariche sembrerebbero i termovalorizzatori, o meglio gli inceneritori di ultima generazione – prosegue Kronos – questi producono particolato e, in determinati casi, dalle ciminiere esce diossina. Dai sublimatori né l’uno né l’altra. In più sono vere e proprie centrali termoelettriche. Il comune che ne dispone a fine anno ha addirittura un bilancio in attivo”.
Ok. Ma se nessuno si rivolge a questa tecnologia, un motivo ci sarà pure. Dov’è l’inganno? “Ci sono in ballo grandi interessi economici tra industriali e politici – chiude l’Accademia – Per fortuna, però, qualche comune coraggioso ha iniziato a fare gli interessi della collettività. Così alcuni anni fa fu sperimentato il primo dissociatore molecolare a Péccioli, in provincia di Pisa. Borgo che per questo motivo ha ricevuto il premio internazionale ‘Un Bosco per Kyoto 2010′”.