Knox e Sollecito come il conduttore tv arrestato per camorra negli anni ’80 e poi rivelatosi del tutto innocente? Capezzone azzarda il parallelo e chiede di riflettere sul “modello di ‘processo mediatico’ che si è purtroppo imposto in questi anni”. E se “ieri si è avuto un esito garantista – spiega ancora il portavoce – la ‘giustizia-spettacolo’, in genere, rischia di condurre per definizione a esiti giustizialisti, alla messa tra parentesi del principio costituzionale della presunzione di innocenza, e a una sistematica compressione di fatto delle ragioni di chi si difende, che viene per mesi o anni esposto a un “trattamento” mediatico che rappresenta di per sé una punizione e una lesione profonda del diritto all’immagine, all’identità, all’onore e alla reputazione, anche a prescindere dagli esiti processuali veri e propri”, conclude.
Questa mattina già Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti metteva in prima pagina un articolo di Vittorio Macioce dal titolo molto esplicito: “Amanda e Raffaele assolti. Da condannare sono i pm“. Si parla della ragazza americana e del 27enne pugliese, ma in realtà di allude ad altro. Al destino che può “cadere di qua o di là e ti cambia la vita”. Alla “maledizione della carcerazione preventiva, quando sei colpevole a metà e innocente fino all’ultima sentenza”. Ai pm che “hanno puntato l’indice su di te, ma non sono stati capaci di trovare le prove”. E soprattutto alla “giustizia italiana nella quale c’è un buco nero dove regna l’incertezza”. Perché, si legge finalmente a metà articolo, “qualcosa al di là di Berlusconi e della sua storia va fatto. E in fretta. Non è più una questione politica. È umanità”. Eccolo il nodo, la vicenda del Presidente del Consiglio, le “cene eleganti” ad Arcore, le intercettazioni che svelano i contenuti poco eleganti di quelle cene. Basta sostituire le parole – Berlusconi con Amanda – e il gioco è fatto. “Conosciamo le bugie di Amanda. Conosciamo il suo diario, i suoi sogni, le sue notti d’amore. Pettegolezzi e sms. Questo ci offre la legge. Quello che non sappiamo è per quale giustizia è rimasta quattro anni in carcere. Quello che forse non sapremo mai è il nome degli assassini”.
In linea con le sue battaglie per i diritti dei detenuti, interviene sul caso anche il leader dei radicaliMarco Pannella. “Tutto sommato Amanda e Raffaele sono stati fortunati: la pressione internazionale e il fatto di provenire da due famiglie di un certo tipo hanno accorciato i tempi” di un sistema “lentissimo”. Se non ci fossero stati questi due fattori in gioco, i due ex fidanzatini “avrebbero scontato 6-7 anni da innocenti”. Pannella snocciola numeri per tirare le somme su un sistema che, a suo avviso, “non va affatto”. “In Italia – spiega – il 40% dei detenuti è in attesa di giudizio, parliamo dunque di 30 mila persone circa. Di questi, affidandosi alle statistiche, il 50% verrà proclamato innocente. Ciò si traduce in 15 mila persone rinchiuse nelle carceri, in attesa di un giudizio che li scagionerà dalle accuse dopo 6-7 anni”. Dunque, paradossalmente, “Amanda e Raffaele, e sono felicissimo per loro – tiene a puntualizzare il leader dei Radicali – tutto sommato sono stati fortunati. In tantissimi casi, troppi, le cose vanno decisamente peggio perché “ci sono migliaia di persone nelle loro condizioni, rinchiusi nei penitenziari per reati mai commessi”.
E chi restituirà Meredith Kercher alla famiglia?
RispondiEliminaAlfano farebbe meglio a star zitto, ha perso un’altra occasione per farlo.
Prima si legga le motivazioni della sentenza e poi parli, perchè, probabilmente, la sentenza ha tenuto conto della mancanza di prove schiaccianti e della mancata confessione dei due e, in caso di dubbio, si assolve.
Ciò non vuol dire che i due siano innocenti.
In ogni caso avrebbe fatto meglio ad esprimersi in favore della vittima e non dei “presunti innocenti”.