I pranzi scontati dei parlamentari suscitano l’ira di un sindacato degli agenti: «Così vediamo se il gas fa male»
(Ansa) MILANO – Lamelle di spigola con radicchio e mandorle: 3 euro. Penne all’arrabbiata: 1,60. Filetto alla griglia: 5,23 euro. Stipendio di un parlamentare: 14mila euro (al netto dei benefit). Quello di un poliziotto: 1.500 (e in servizio generalmente a centinaia di chilometri da casa). L’articolo sul sito del Corriere della Sera “Tutti a pranzo al Senato” un mese fa aveva suscitato un vespaio di polemiche, con la rivolta del popolo del web contro i privilegi «culinari» riservati a deputati e senatori nei ristoranti romani ubicati nelle immediate vicinanze dei palazzi dei Potere. E ora tra gli infiniti sentieri dei social network spunta una lettera «al veleno» del Coisp (una delle più rappresentative sigle sindacali all’interno della Polizia di Stato) indirizzata al ministro degli Interni, Roberto Maroni, per protestare contro i privilegi della Casta, descritti nel libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.
LA FRASE – «Viene voglia di venire sotto palazzo Madama e Montecitorio e spararvi all’interno i nuovi lacrimogeni in dotazione, così si coglierebbero due piccioni con una fava: si otterrebbe lo sgombero immediato di certi ristoranti da politici mediocri e si testerebbero su questi ultimi gli effetti dei nuovi artifici lacrimogeni in dotazione alle forze di polizia». Tralasciando i preoccupanti (?) effetti dei nuovi lacrimogeni a disposizione degli agenti «la cui lesività – rincara la nota del Coisp – è sempre stata tenuta nascosta da Lor Signori» (chiaro il riferimento ai politici), l’affermazione – al netto del suo contenuto chiaramente provocatorio – non rischia di sfociare quasi in un’istigazione a delinquere, animando qualche testa calda, stanca di dover sbarcare il lunario con poco più di mille euro al mese? «È una pura provocazione – dice Franco Maccari, segretario generale Coisp –. Rigettiamo ogni accusa, soprattutto non abbiamo usato affermazioni anche più grevi di autorevoli ministri della Repubblica che invitavano a prendere i fucili o ci definivano fannulloni. È solo una bieca strumentalizzazione da parte di chi ignora i tagli lineari fatti dal governo alle forze dell’ordine, nonostante l’attuale esecutivo proprio sul tema sicurezza aveva speso parole importanti durante l’ultima campagna elettorale». Certo è che il Coisp – interpretando gli umori della sua base nei confronti della classe politica spesso percepita come attenta esclusivamente al suo interesse – ha ritenuto di dover urlare che «la misura è colma, poiché guadagnare 14mila euro al mese e pagare un luculliano pranzo al prezzo di otto euro, prepara le rivolte del pane, accende gli animi, legittima lo strepitus fori».
LA BASE - Che gli animi siano parecchio esacerbati lo dimostra la proposta-provocazione dell’agente Patty nel forum del sindacato: «Adottiamo un parlamentare per un giorno. Portiamolo a mangiare nelle nostre mense, forniamogli i generi di conforto per la giornata (bottiglietta di acqua calda ed una merendina schiacciata), portiamolo in piazza con un casco in testa per otto ore a farsi sputare, lapidare ed insultare dai cittadini. Riportiamolo in mensa e poi a nanna nelle nostre simpatiche e fresche camerate da quattro letti con bagno in comune».
Fabio Savelli
http://www.corriere.it/politica/11_settembre_13/savelli-lettera-coisp_8fa4c0f2-ddee-11e0-aa0f-d391be7b57bb.shtml
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