Visualizzazione post con etichetta distruzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta distruzione. Mostra tutti i post

sabato 14 luglio 2018

Molecole organiche su Marte, la Nasa distrusse le prove per errore. - Elisa Buson

Rappresentazione artistica della missione Viking sul suolo di Marte (fonte: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona) © Ansa
Rappresentazione artistica della missione Viking sul suolo di Marte (fonte: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona)

Storico flop delle sonde Viking ricostruito grazie a Curiosity.


Anche i grandi sbagliano e la Nasa non fa eccezione: potrebbe essere stato proprio un suo errore a mandare in fumo le prove della presenza di molecole organiche su Marte raccolte nel 1976 dalle sonde Viking. Un fallimento che mandò in mille pezzi i sogni dei 'cacciatori' di vita aliena, stoppando per quasi vent'anni le ricerche nello spazio. A svelare le ragioni di quello storico flop sono le analisi condotte quasi 40 anni dopo da Curiosity, lo stesso rover della Nasa, che in giugno è  riuscito a dimostrare la presenza di molecole organiche sul Pianeta Rosso.
La 'pistola fumante' è stata trovata nei suoi dati dal gruppo internazionale coordinato dal laboratorio Latmos, dell'Istituto Pierre Simon Laplace di Parigi, cui ha preso parte anche il noto astrobiologo della Nasa Christopher McKay, con i colleghi Richard Quinn e Alfonso Davila. I risultati, pubblicati su Journal of Geophysical Research: Planets, suggeriscono che le molecole organiche raccolte dalle sonde Viking si sarebbero degradate quando i campioni di suolo marziano vennero scaldati per essere sottoposti ad analisi nel gascromatografo di bordo. Il calore avrebbe infiammato il perclorato, un composto tossico del terreno a quel tempo ancora ignoto, che avrebbe distrutto ogni molecola organica nei campioni.
La prova sarebbe nel clorobenzene individuato dalle Viking: inizialmente interpretato come frutto di contaminazione dei solventi organici usati per la gascromatografia, potrebbe essere in realtà il prodotto della reazione tra il perclorato e i composti organici presenti nel suolo marziano, come hanno suggerito le analisi condotte da Curiosity usando temperature più elevate rispetto a Viking.
"Il fallimento della missione Viking - ricorda l'astrobiologa Daniela Billi, dell'Università di Roma Tor Vergata - portò ad una battuta d'arresto nella ricerca di vita nello spazio, provocando un disinteresse che svanì solo vent'anni più tardi, con la scoperta del primo pianeta extrasolare, dell'oceano nascosto del satellite di Giove Europa e il ritrovamento del meteorite marziano con quello che sembrava essere un fossile di batterio".
Di certo la lezione di Viking è servita ad affinare gli strumenti per la caccia a E.t. "Abbandonata la tecnica della gascromatografia, il prossimo rover Curiosity 2020 userà uno strumento a tecnologia laser per vaporizzare le molecole senza surriscaldarle", spiega Billi. "Anche la missione europea ExoMars userà la spettrometria Raman: stiamo già analizzando gli spettri prodotti da molecole organiche di origine biologica terrestre, alterate da raggi ionizzanti, per capire cosa potremo trovare su Marte".

domenica 26 aprile 2015

Forte terremoto in Nepal, crollano palazzi a Kathmandu. - Elena Masuelli e Roberto Pavanello

Roma - Due violentissime scosse di terremoto, a distanza di 35 minuti l’una dall’altra hanno sconvolto il Nepal alle 11,56 ora locale. Il bilancio è tragico: 1.341 le vittime accertate, secondo gli ultimi dati diffusi dalle autorità locali. Ma il macabro conteggio è destinato ad aggravarsi: interi villaggi non sono stati ancora raggiunti dai soccorritori. Non si contano dispersi e feriti, mentre interi siti archeologici e storici sono stati rasi al suolo. La morte è arrivata anche sull’Everest, dove il sisma ha provocato una serie di valanghe. Gli alpinisti stranieri uccisi sarebbero almeno 18.
La doppia scossa - la prima di magnitudo 7.9, ma che i sismologhi cinesi stimano sia arrivata a toccare gli 8.1, e la seconda di almeno 6,6 - rischia di far registrare una vera e propria ecatombe in un’area altamente popolata da circa 2,5 milioni di persone dove le costruzioni sono precarie. Kathmandu è una città in ginocchio. Si scava senza sosta alla ricerca di superstiti. I soccorritori hanno recuperato i cadaveri di 250 persone fra le macerie della torre Dharahara, patrimonio dell’Unesco raso al suolo. Il terremoto si è fatto sentire anche nei Paesi vicini, provocando almeno 34 vittime in India, 11 in Tibet e due in Bangladesh.
Il sisma - il peggiore nella zona dell’Himalaya degli ultimi 80 anni - ha avuto il suo epicentro a Lamjung, nel Nepal occidentale, località che secondo i media è stata rasa al suolo. A Kathmandu sono crollati monumenti e palazzi. Con i suoi nove piani e i 62 metri di altezza, bianca e svettante un po’ come un minareto, l’imponente torre di Dharahara era un punto di riferimento nel paesaggio urbano : oggi non esiste più. Il terremoto l’ha praticamente sbriciolata , rasa al suolo e sepolta in pochi attimi insieme a centinaia di persone che come ogni giorno la stavano visitando.
Monumenti rasi al suolo
Il terremoto ha danneggiato anche alcune famose piazze medioevali dove sorgono palazzi reali e templi. Decine di migliaia di persone hanno scelto di dormire in strada a Kathmandu per la paura di scosse di assestamento. Forse altrettante sono state costrette a farlo perché sflollate. È emergenza negli ospedali per l’arrivo di moltissimi feriti. L’aeroporto è stato chiuso e diversi voli dall’India sono stati cancellati. Rasa al suolo anche Durbar Square, l’antica piazza reale, centro monumentale della città, su cui si affacciavano il palazzo reale e costruzioni riconosciute patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Le scosse hanno anche colpito le altre due città medioevali di Patan e Bhaktapur della valle di Kathmandu, anche questi siti archeologici tutelati, e mete preferite dei turisti.
“La polvere si è alzata 6o metri”
«Subito dopo la prima scossa, ho visto la polvere alzarsi per circa duecento piedi (circa 60 metri, ndr)». Lo scrive su Facebook Chris Decker, funzionario dell’Undp a Kathamandu. «Abbiamo tentato di andare a casa, ma ci sono così tante scosse di assestamento che ci siamo trasferiti nel compound dell’Onu. La Torre Bianca è crollata, piazza Durbar è rasa al suolo», ha aggiunto.
L’epicentro
L’epicentro del terremoto è stato individuato a Lamjung, nel Nepal occidentale, località che secondo i media è stata rasa al suolo, a metà strada tra la capitale e la città di Pokhara. Due le scossa più violente, la prima di magnitudo 7.9, ma i sismologi cinesi stimano sia arrivata a toccare gli 8.1, e la seconda di almeno 6,6. Dopo le prima scosse, la prima protrattasi per 90 secondi, ce ne sono state altre di assestamento. Il ministro dell’Informazione nepalese, Minendra Rijal, ha riferito di «danni immensi» nella zona dell’epicentro e ha lanciato un appello alle agenzie internazionali per un aiuto nel gestire l’emergenza.
La strage sull’Everest
Almeno 18 alpinisti sarebbero morti e 30 sarebbero rimasti feriti nel campo base ai piedi dell’Everest. Il terremoto ha provocato infatti una valanga dal piccolo Pumori che ha sepolto alcuni accampamenti, in cui c’erano soprattutto alpinisti cinesi e giapponesi.
“Altri moriranno senza soccorsi”
Uno degli alpinisti sorpresi dal sisma sull’Everest ha invocato soccorsi al campo base, rimasto parzialmente sommerso dall’«enorme valanga» di neve innescata da sisma, avvertendo che se non arriveranno in tempi rapidi, moriranno altre persone. Il rumeno, Alex Gavan, ha inviato un Sos tramite Twitter, confermando che la situazione è molto critica. E poi ha aggiunto: «Ho aiutato a cercare e trarre in salvo le persone coinvolte, in un’enorme area di rovine. Molti erano morti, molti di più gravemente feriti. E ne moriranno altri se non arriveranno gli elicotteri quanto prima».