venerdì 22 gennaio 2021

Giallo sulla bambina soffocata a Palermo. TikTok "sulla piattaforma non c'è la blackout challenge". - Giuseppe Marinaro

 

La piccola di Palermo si era avvolta una cinta al collo per la famigerata 'blackout challenge'. I genitori hanno autorizzato l'espianto degli organi. Il social però replica: sulla piattaforma non c'è traccia di video con la sfida letale.

AGI - È morta la bambina di 10 anni di Palermo che si era avvolta una corda attorno al collo, secondo gli inquirenti per partecipare a una 'sfida di soffocamento estremo sul social TikTok. La piccola del quartiere Kalsa la sera di mercoledì 20 gennaio era stata portata dai genitori disperati all'ospedale "Di Cristina" dopo un arresto cardio-circolatorio: i medici del pronto soccorso erano riusciti a riavviare il battito dopo diversi tentativi.

I tentativi di rianimarla.

I medici avevano riferito che era caduta in "coma profondo per un'encefalopatia post-anossica prolungata" e l'avevano ricoverata in terapia intensiva ma le sue condizioni erano apparse subito critiche. Poi è stata dichiarata la morte cerebrale e i genitori hanno acconsentito all'espianto degli organi per la donazione multipla. 

Sequestrato lo smartphone.

Sulla vicenda indaga la polizia che ha sequestrato lo smartphone. I genitori disperati che l'hanno trovata esanime per terra dopo l'assurda prova di resistenza nota come 'blackout challenge'. I medici del pronto soccorso sono riusciti a riavviare il battito dopo diversi tentativi e hanno eseguito diversi esami diagnostici per verificare i danni agli organi in seguito all'asfissia.

La ricostruzione.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dal padre, la bambina stava giocando nel bagno di casa. La piccola aveva l'estremità di una accorda stretta attorno al collo e l'altra parte attaccata alla barra porta-asciugamani, come se fosse impiccata. Accanto a lei lo smartphone. Per liberarla è stato necessario tagliare la corda, ma la piccola non dava segni di vita dopo l'assurda prova di resistenza

Sul caso indaga la Polizia che ha sequestrato lo smartphone della bambina. Dopo il decesso sono iniziate le procedure di accertamento previste dalla legge da parte dell'apposita commissione di clinici, in raccordo con l'autorità giudiziaria.

La richiesta di norme più severe.

Immediate le reazioni di sdegno per l'episodio e le richieste di un giro di vite contro i giochi estremi promossi attraverso i social. "Servono regole severe che impediscano l'accesso a chi non ha l'eta' stabilita e che sanzionino in modo efficace chi pubblica e condivide contenuti che istigano alla violenza e all'autolesionismo", ha detto l'avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime, che aggiunge: "Come mai una bambina di dieci anni aveva un profilo o accesso a TikTok, dato che si tratta di un social che, in base alle sue regole, consente l'iscrizione a partire dai 13 anni? Regole però non soggette a controlli particolari, e così basta mentire sull'età e ci si iscrive. Non si vuole capire che i social non sono giocattoli per bambini, ma mondi virtuali in cui, spesso senza i dovuti controlli, vengono caricati video e immagini assolutamente non idonei a menti acerbe che non possono capire né i contenuti ne' le conseguenze cui vanno incontro partecipando a certe assurde sfide. E i genitori o gli adulti dovrebbero controllare, sempre, sia chi seguono i loro figli, sia i loro follower". 

La replica di TikTok.

TikTok replica assicurando di non aver "riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato" alla 'blackout challenge'.

"Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre piu' sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina" ha dichiarato un portavoce di TikTok, "La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, per questo motivo non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi".

"Utilizziamo" ha aggiunto il portavoce, "diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy. Nonostante il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non abbia riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento, continuiamo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro. Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini".

foto: © Maria Laura Antonelli / AGF -  ambulanza (AGF)

https://www.agi.it/cronaca/news/2021-01-21/sfida-soffocamento-tik-tok-bambina-in-fin-di-vita-11106307/

L’Uscita del bullo è una benedizione per il Paese. - Lorenza Carlassare*

 

Quando accendo la televisione e vedo Matteo Renzi la spengo subito. La sua uscita dal governo è una benedizione per l’Italia e Conte ne esce rafforzato perché non ha più una opposizione interna. È assurdo che il politico più impopolare d’Italia voglia buttare giù quello più popolare: dal punto di vista della democrazia è una cosa spaventosa. Se gli Stati Uniti avevano Donald Trump, noi abbiamo il bulletto di provincia Renzi. Adesso il governo deve andare avanti il più possibile trovando convergenze in Parlamento sui provvedimenti, per esempio sulla legge elettorale che non è stata ancora modificata: per questo la strada delle elezioni sarebbe disastrosa. Conte deve tener duro fino alla fine della legislatura: si mostri forte e responsabile. Se tutti gli altri non lo saranno, prima o poi ci sarà una resa dei conti con i cittadini.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/22/luscita-del-bullo-e-una-benedizione-per-il-paese/6074553/

*Lorenza Carlassare è una giurista, costituzionalista e accademica italiana, professoressa emerita di diritto costituzionale all'Università degli Studi di Padova.

La “Pesciarola” Giorgia, donna alfa a destra. - Antonio Padellaro

 

Ha buon gioco, la Giorgia Meloni che si mostra sui social con una cassetta di gamberi e orate (“pesce fresco, avvicinatevi, ottimi prezzi”), orgogliosa per essere stata chiamata “pesciarola” dopo l’intervento parlamentare assai gridato contro il premier Giuseppe Conte. Un assist fornitogli da coloro che disprezza come radical-chic (“schifano la gente comune”) subito sfruttato per la gioia dell’elettorato in impetuosa crescita (tendenza 17%, dal 4% in un triennio), che per lei “donna del popolo” stravede. Se i suoi critici girassero per i mercati rionali, o salissero sui mezzi pubblici di Giorge Meloni incazzate ne troverebbero a frotte. Difatti la leader di FdI, cresciuta alla Garbatella, sa identificarsi con quelle persone “del popolo” di cui non fa fatica ad assumere atteggiamenti e linguaggio. Strilla contro il governo esattamente come strillerebbe il ristoratore con la serranda abbassata o la precaria del call center che non vive più neppure di precariato. E accende l’indignazione della “gente comune” agitando lo schifosissimo termine “poltrona” in tutte le sue varianti, fino alla declinazione più oltraggiosa da scagliare sulla faccia della svergognata maggioranza: “Pensano solo alle poltrone”.

Siamo sicuramente nel solco dell’invettiva comiziante (di cui era maestro il suo maestro Giorgio Almirante), ma trovate voi un’altra parola che sappia arrivare come un cazzotto nella pancia (vuota) degli italiani devastati dalla pandemia. Sintesi contundente di quel qualunquismo dell’antipolitica figliato dall’archetipo: è tutto un magna magna. È un blocco di consensi motivato e compatto quello della Meloni che tuttavia necessiterebbe di essere investito quanto prima sul tavolo elettorale, considerata l’estrema volatilità del voto, la stessa che un anno e mezzo fa ridimensionò Matteo Salvini e i suoi “pieni poteri”. Per una donna alfa come Giorgia, il problema sono proprio i due maschi beta con i quali è costretta ad accompagnarsi. Infatti, mentre lei non schioda dal grido “elezioni elezioni”, il capo leghista appare indeciso a tutto, ondeggiante “fra momentanee aperture al dialogo con il governo ‘per il bene del Paese’ e fantomatiche possibilità di varare un esecutivo di centrodestra” (Marco Tarchi). Quanto al povero Silvio, piuttosto affaticato dai problemi di salute oltre che dai forzisti in fuga verso Conte, non sembra motivatissimo a farsi asfaltare nelle urne. Visto che poi il complottino fiorentino contro il detestato presidente del Consiglio non ha dato l’esito sperato, la “pescivendola” rischia di dover tenere a lungo i voti nel frigorifero della storia sperando che non si ammoscino. Come i gamberi di cui sopra.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/22/la-pesciarola-giorgia-donna-alfa-a-destra/6074551/

Balle vaganti. - Marco Travaglio

 

La crisi di governo, sventata o rinviata, ha lasciato nell’aria uno sciame di balle volanti che rimbalzano nei talk e sui giornali come verità di fede. Due, fra le tante.

Recovery. “Bisogna ringraziare Renzi per aver migliorato il Recovery Plan, che nella prima bozza scritta di nascosto da Conte era una ciofeca”. La prima bozza erano le linee guida sui capitoli di spesa, scritte non da Conte di nascosto ma da Gualtieri e Amendola in 19 riunioni con i rappresentanti di tutti i ministri, inclusi quelli di Iv. Che avrebbero potuto migliorarla prima, se la ritenevano una ciofeca. Invece la approvarono tutti, Iv inclusa, il 15 ottobre in Parlamento. Ma era solo una bozza da sottoporre ai partiti di maggioranza per riempirla di contenuti e stenderne una seconda più dettagliata, anch’essa da votare in Parlamento e da discutere poi con le parti sociali nella versione definitiva, da approvare alle Camere e poi consegnare all’Ue a marzo-aprile. Il premier a dicembre ha convocato un vertice alla bisogna, che però è slittato di un mese per i bombardamenti renziani alla “cabina di regia”. Che non era il parto della fantasia malata e autoritaria di Conte, ma una richiesta Ue per monitorare i bandi e poi i cantieri evitando sprechi, ritardi e ruberie. Quando finalmente i giallorosa hanno potuto riparlarne, ogni partito ha proposto modifiche. In gran parte migliorative, tranne quelle di Iv, perlopiù peggiorative: meno soldi a “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (da 74,3 a 66,59 miliardi, con tagli all’efficientamento energetico degli edifici), più soldi all’alta velocità (+5 miliardi) e alle imprese (+3 miliardi ai soliti noti). Nulla di cui ringraziare.

Covid. “L’Italia non è un modello, anzi è il Paese peggiore: vedi il record di morti, il doppio della Germania”. I morti, come spiegano Galli e tutti gli esperti, non c’entrano nulla con i governi: dipendono dal periodo più lungo di pandemia (11 mesi in Italia, 6-7 mesi in Germania: oggi il nostro tasso di letalità è identico a quello tedesco), dal diverso calcolo delle vittime con e per Covid, dalla medicina territoriale e dalle terapie intensive nella prima ondata, dal numero di anziani (l’Italia ha la popolazione più vecchia del mondo dopo il Giappone) e dall’organizzazione sociale che favorisce i contagi in famiglia (in Italia il 20% degli over 65 vivono coi figli, altrettanti nella stessa città o nello stesso stabile, il 50% in comuni limitrofi). Dal governo (e dalle Regioni) dipendono il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale. E lì, con le tanto contestate Regioni a colori, i nostri contagi e ricoveri sono in calo, mentre esplodono nel resto d’Europa; e siamo primi per vaccini fatti. Non va tutto bene, ma neppure tutto male.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/22/balle-vaganti/6074525/

L' ITALIA CHE VORREBBERO. - Rino Ingarozza

 

C'è una canzone di Laura Pausini, credo ( non l'ascolto abitualmente, anzi mai. Ho altri gusti) ma anche di Vasco che si intitola "il mondo che vorrei".
Vorrei trasferire questa cosa a loro, a Selfieman, all'Alouatta de Roma, al pregiudicato e a Mr. Bean 2, con tutti i loro sottoposti e cioè colleghi di partito e pennivendoli in cerca di "crocchette e croccantini" per cercare di capire quale mondo vorrebbero, quale Italia vorrebbero.
Non inventerò nulla, mi basero' sulle loro dichiarazioni, sulle loro proposte e sulle loro azioni e persino sui titoli dei loro giornali.
Vorrebbero un'Italia di solo italiani, si forse qualche svizzero o norvegese o qualche badante ucraina (rigorosamente di pelle bianca. Carlo Conti rischierebbe l'espulsione), diciamo un paio ogni due milioni di autoctoni. (La nuova razza ariana).
Un'Italia di soli cattolici che la domenica vadano a messa e che gli altri giorni bacino il crocifisso, prendendo esempio da uno di loro. Magari poi tornare a casa e prendere a calci un mendicante e togliere loro le coperte. E, ovviamente, dopo la funzione religiosa, i preti sono obbligati a fare comizi politici contro i loro avversari. (I nuovi comici...
pardon ....preti).
Un'Italia in cui i suoi governanti fanno il tifo e sotengono un candidato alle elezioni americane (per esempio Trump) o per qualsiasi altro e poi pazienza se vince il suo rivale e, con questo, ci devi dialogare.
Magari gli diranno che hanno messo la mascherina di quell'altro, per portagli sfiga.
Un'Italia che insulti la Merkel e tutta la nuova, disponibile Europa e poi pretenda gli aiuti da essa e dall'Europa delle banche.
(Dicevamo così per dire. Era una battuta.....mica lo pensavamo davvero).
Un'Italia delle nomine. Primari ignoranti (basta avere il camice pulito). Dirigenti amici (salutami a soreta). Amministratori (questo tocca a me .....non è che puoi sistemare solo i tuoi).
Un'Italia il cui Parlamento, debba somigliare più ad un "postribolo delle offese" che ad un luogo di discussione e confronto. ("Quanto me dai ....bello").
Un'Italia col ponte sullo stretto e con ancora le diligenze per arrivare in certi luoghi. (Si accettano candidature per il ruolo di sceriffo. Sempreché riesca a raggiungere i luoghi interessati).
Un'Italia senza Report, Il fatto quotidiano e La notizia. Bastano i loro giornali ad informare. Rafforzare Mediaset e cambiare i direttori dei TG (non è che questi di adesso non vadano bene, ma vuoi mettere.....)
TG1: Nicola Porro
TG2: Mario Giordano
TG3: Paolo Del Debbio
RAI NEWS: Paolo Liguori
PRESIDENTE DELLA RAI: Marcello Luigi Foa (riconfermatissimo) che è uno dei pochi stranieri (ha la cittadinanza Svizzera) ad essere ammessi sul territorio (come sopra scritto). ...E lo so .....il Movimento poteva opporsi (a suo tempo) ma, ingenuamente ha lasciato la Rai nella mani di Selfieman, accontentandosi della nomina del Presidente dell'INPS (con la stupida idea di mettere uno onesto ..... ma questi sono proprio fissati..)
Questo per garantire la pluralità .... e che caxxo.
Un'Italia con ripristino del finanziamento pubblico ai giornali, magari con raddoppiamento ai loro.
(Vanno ringraziati per il lavoro svolto).
Un'Italia in cui non ci se deve difendere dalle accuse, in tribunale,
ma devi fare in modo di arrivare alla prescrizione. Quindi andra', necessariamente, accorciata.
E se proprio ti chiamano in udienza ...
ci sono sempre le malattie improvvise.
Un'Italia che, nel caso in cui dovesse scoppiare un'epidemia (è solo un esempio) lascerebbe tutti i cittadini liberi di andare in discoteca, a sciare, ai cenoni di Natale e ai veglioni di capodanno e liberi di riversarsi nei centri commerciali, con il solo obbligo di spendere tanti soldi .......e nel caso in cui si dovesse scoprire il vaccino, inizierebbe la vaccinazione in ordine di conto in banca. In fila per sei, cinque, quattro, tre ...milioni.
E ancora (e questa e' fantastica) che la Regione Lombardia chieda la cassa integrazione per i lavoratori (quindi loro stessi) della sede della Lega. (Prima gli italiani). Giuro ...è vera (fonte Danilo Toninelli, ma basta andare sul sito della Regione).
Un'Italia dei Robin Hood al contrario.
Togliere ai poveri il reddito di cittadinanza, per dare quelle risorse ai ricchi e cioè agli imprenditori, meglio se hanno la sede della loro impresa all'estero o, almeno, se finanziano la fondazione Open.
Un'Italia con ripristino del numero dei parlamentari, anzi con un aumento consistente, affinché si possano sistemare tutte le olgettine
del bunga bunga e gli artefici della "bestia" Salvi-meloniana. Meglio se commercialisti.
Un'Italia che tolga i nuovi banchi della scuola (a rotelle e non) e rimetta quelli di prima, quelli di quarant'anni fa (più sono antichi e più acquistano valore).
Un'Italia del nuovo con Berlusconi, Salvini, Meloni, La Russa, Gasparri, Tajani, Bossi e Brunetta. Con l'appoggio esterno della Bonini, di Casini e di Cesa (tanto dimostrera' sicuramente che non c'entra niente con la 'ndrangheta. Che è tutta un'invenzione di quella toga rossa di Gratteri).
E, infine, un'Italia dell'educazione, dell'amore per il diverso, della cortesia e della simpatia, capeggiata da Meloni, Sgarbi, Feltri, Borghi, Senaldi, Sallusti, Belpietro.
VIVA L'ITALIA .....L'ITALIA DERUBATA E COLPITA AL CUORE (F. De Gregori)

giovedì 21 gennaio 2021

Sondaggi, con il partito di Conte testa a testa alle elezioni tra giallorossi e centrodestra. La sua lista vale il 16%.

 

La rilevazione è stata condotta da Swg per La7 .Il bacino potenziale di voti del premier deriva per un terzo dagli indecisi/astenuti, il 5% proviene dal Movimento 5 stelle, il 4% dal Pd, lo 0,7% dal centrodestra e l'1% da altri partiti. Italia viva, che si è chiamata fuori dalla coalizione, è ferma al 2,8%: con l'attuale legge elettorale sarebbe fuori dal Parlamento.

Se si votasse oggi, un ipotetico partito di Giuseppe Conte potrebbe contare sul 16% dei consensi, piazzandosi subito dopo la Lega tra gli schieramenti politici più votati. Lo rivela l’ultimo sondaggio condotto da Swg per La7 che certifica la popolarità del premier anche in questa fase di instabilità di governo dovuta alla crisi aperta da Italia viva. Il bacino potenziale di voti attinge per un terzo dagli indecisi/astenuti, il 5% arriva dal Movimento 5 stelle, il 4% dal Pd, lo 0,7% dal centrodestra e l’1% da altri partiti. La conseguenza è che quasi tutte le forze che compongono l’attuale maggioranza vedono ridursi il proprio elettorato: il Partito democratico, stabile nelle ultime settimane intorno al 20%, in questo scenario è dato al 15,4%. I pentastellati scendono addirittura a pochi passi dalla soglia psicologica del 10% (10,1), mentre rimane pressoché invariato il consenso per la sinistra di Leu (3,9%).

La somma dei loro voti, però, unita al 16% su cui al momento può contare il premier, garantirebbe ai giallorossi di giocarsi la partita per tornare a Palazzo Chigi. Messi insieme, i quattro partiti raggiungono il 45,4%. Il centrodestra, invece, è dato al 43,1%: la Lega resta primo partito, ma è in calo al 21,8%; Fratelli d’Italia si mantiene stabile al 15,9%, scavalcando il Pd in questo particolare scenario, mentre Forza Italia non va oltre il 5,4%. Lo scarto tra giallorossi e centrodestra, anche se risicato, è una novità rispetto a tutti i sondaggi elettorali condotti negli ultimi mesi: finora la coalizione di Lega-Fdi-Fi è sempre stata data per vincente con un ampio distacco di voti.

Ai margini dei due grandi schieramenti ci sono il partito di Carlo Calenda, Azione, che viene dato al 3,7%. Italia viva di Matteo Renzi, invece, paga lo scotto della crisi di governo ed è ferma al 2,8%, al di sotto della soglia di sbarramento prevista dall’attuale legge elettorale. Se si votasse oggi, quindi, il leader di Iv sarebbe fuori dal Parlamento. La somma di tutti gli altri partiti è data al 5%, mentre il 36% degli intervistati da Swg non si esprime. La rilevazione, fa sapere l’istituto, è stata condotta su un campione di 1.200 soggetti tra il 15 gennaio e il 19 gennaio 2021. Il margine di errore è del 2,8%.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/20/sondaggi-con-il-partito-di-conte-testa-a-testa-alle-elezioni-tra-giallorossi-e-centrodestra-la-sua-lista-vale-il-16/6073033/

Renzi voleva la crisi, fermato dai suoi: “Così non reggiamo”. - Tommaso Rodano

 

Iv si spacca.

Senato, 19 gennaio 2021. La maratona teatrale di 12 ore si risolve nel proscenio, nell’auletta del gruppo di Italia Viva. Matteo Renzi vorrebbe votare no e aprire la crisi, ma i suoi senatori gli fanno cambiare idea, sono pronti ad andarsene. Il resto è recita, una lunga serie di atti per lo più comici.

I – Ore 9.45 Giuseppe Conte entra in ritardo, parla poco più di un’ora, ripete in sostanza il discorso del giorno prima alla Camera. Riceve 31 applausi (blandi) e un’ovazione finale da Pd e 5Stelle. Parole definitive su Renzi: “Non si può cancellare quello che è accaduto”.

II – 11.00 Il senatore Tommaso Cerno, già renziano, antirenziano, dem e antidem, annuncia gaudioso ai giornalisti: “Torno al Pd e voto molto convintamente la fiducia a Conte”

III – 12.45 Si affacciano a Palazzo Madama Scilipoti e Razzi. Il primo: “È l’ora dei responsabili”. Il secondo: “Alla fine non cambia mai niente, ognuno si fa i cazzi suoi”.

IV – 14.17 Lezione di memoria e ironia di Sandra Lonardo, per i detrattori Lady Mastella: “Mai avrei immaginato di fare l’elogio della responsabilità di Salvini, che ruppe il patto con Forza Italia e Fratelli d’Italia e fece da costruttore per l’alleanza con gli odiati 5Stelle”. E poi “Meloni ieri ha parlato con disprezzo di una linea aerea della famiglia Mastella. Proprio lei che utilizzò il confortevole aereo Scilipoti per conservare il posticino di ministro nel governo Berlusconi”.

V – 17.35 Un idealista in cravatta verde di nome Matteo Renzi: “Conte mi ha offerto un incarico all’estero, ma ho detto no. Perderemo tutto? Forse sì. Per noi la politica non è cambiare idea per tenersi le poltrone”. Dietro le quinte si gioca tutto. Renzi riunisce i suoi, dopo aver parlato al telefono con Salvini e con Forza Italia. Ha deciso di schiacciare il tasto dell’atomica: votare no e giocarsi tutte le fiches sul ribaltamento di Conte. C’è un problema: i suoi senatori non gli vanno dietro, il gruppo rischia di spaccarsi. Renzi ripiega: alla prima chiama non si vota e si fiuta l’aria, alla seconda sarà astensione.

VI – 18.50 Parentesi lisergica del grillino Andrea Cioffi: “Lì, sulla superficie della foglia, nasce l’amore. Quando l’anidride carbonica entra nel verde e, ballando sotto i raggi del sole, ebbra del suo calore, si divide, lasciando l’ossigeno libero di volare e il carbonio libero di riunirsi, insieme agli altri convitati alla festa, per definire una meravigliosa collana”.

VII – 19.30 Un altro idealista di nome Matteo, con una sciccosa mascherina della Lega, cita una frase di Beppe Grillo: “I senatori a vita non muoiono mai, o muoiono troppo tardi”. Liliana Segre ringrazia.

VIII – 21.21 Doppio colpo di scena nella prima chiama: votano sì i forzisti Andrea Causin e Mariarosaria Rossi, un tempo nota come “la Badante” (di Berlusconi). L’ex grillino Mario Michele Giarrusso, eroe dell’antimafia e delle braciate di carne, vota no, nonostante le parole di Conte su Borsellino pare fossero dedicate a lui.

IX – 22.15 Casellati chiude la seconda votazione, ma – teatro – restano fuori, arrivati in ritardo, i senatori Riccardo Nencini (renziano, ultimo custode del socialismo italiano) e Alfonso Ciampolillo detto Lello (ex grillino, candidato sindaco a Bari nel 2009: 767 voti). Che fine avevano fatto? Qualcuno giura che si fossero attardati per parlare con Conte in persona. Specie Ciampolillo desta preoccupazione: il suo sì era dato come acquisito. Gli ex colleghi grillini lo insultano nelle chat: dove cazzo sta? I due riemergono e vogliono votare. Con sprezzo del ridicolo, Palazzo Madama inaugura il Var: la presidente Casellati studia i video della seduta con i questori. La richiesta è arrivata alle 22.14 – sostiene –, un minuto prima del triplice fischio. Nencini e Ciampolillo votano la fiducia. Il pallottoliere si aggiorna: 156 sì, 140 no, 16 astenuti. Dal Senato per ora è tutto.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/21/renzi-voleva-la-crisi-fermato-dai-suoi-cosi-non-reggiamo/6073144/