L'impresa dell'Agenzia Spaziale Europea è cominciata dieci anni fa. Dopo una discesa di otto ore la sonda è giunta sull'asteroide.
"Riceviamo segnali dalla superficie", con questo tweet l'Esa, l'Agenzia Spaziale Europea, ha annunciato al mondo intero di aver portato il robot Philae sulla superficie della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. La missione della sonda Rosetta, cominciata dieci anni fa, è dunque riuscita. Ora si attendono dal lander Philae immagini e dati dalla cometa che potrebbero aprire scenari inimmaginari sulla ricerca spaziale e l'origine dell'universo.
Un viaggio iniziato dieci anni fa - Lanciata il 2 marzo 2004, Rosetta ha raggiunto la distanza di 511 milioni di chilometri dal nostro pianeta dopo aver rimbalzando due volte fra Terra e Marte per prendere la "rincorsa" necessaria a raggiungere la cometa. Prima di arrivare a destinazione ha avvicinato altri due fossili del Sistema Solare: gli asteroidi Steins e Lutetia.
Il risveglio dopo 31 mesi di ibernazione - L'8 giugno 2011 la sonda è entrata in uno stato di ibernazione dal quale il computer di bordo l'ha risvegliata il 20 gennaio 2014. A maggio ha cominciato a preparare la manovra di avvicinamento che l'ha portata a diventare il veicolo che più di ogni altro si è avvicinato ad una cometa.
L'Italia in prima linea - Nella lunga storia di Rosetta l'Italia è sempre stata in prima fila, con la planetologa Angioletta Coradini, scomparsa nel 2011, e poi con Asi, con le università Parthenope e di Padova, il Politecnico di Milano, l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Importante la partecipazione dell'industria, con le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.
Sono italiani i due ricercatori alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, e degli 11 strumenti a bordo di Rosetta tre sono italiani. Sono lo spettrometro Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell'Inaf (Iaps-Inaf); Giada (Grain impact analyser and dust accumulator), progettato da Luigi Colangeli e del quale è responsabile Alessandra Rotundi, dell'università Parthenope.
Il risveglio dopo 31 mesi di ibernazione - L'8 giugno 2011 la sonda è entrata in uno stato di ibernazione dal quale il computer di bordo l'ha risvegliata il 20 gennaio 2014. A maggio ha cominciato a preparare la manovra di avvicinamento che l'ha portata a diventare il veicolo che più di ogni altro si è avvicinato ad una cometa.
L'Italia in prima linea - Nella lunga storia di Rosetta l'Italia è sempre stata in prima fila, con la planetologa Angioletta Coradini, scomparsa nel 2011, e poi con Asi, con le università Parthenope e di Padova, il Politecnico di Milano, l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Importante la partecipazione dell'industria, con le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.
Sono italiani i due ricercatori alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, e degli 11 strumenti a bordo di Rosetta tre sono italiani. Sono lo spettrometro Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell'Inaf (Iaps-Inaf); Giada (Grain impact analyser and dust accumulator), progettato da Luigi Colangeli e del quale è responsabile Alessandra Rotundi, dell'università Parthenope.
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