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giovedì 21 marzo 2024

Eccezionale scoperta in Turchia: trovata statua preistorica di un cinghiale. - Andrea Laratta.

 

“Pieni gli alberghi a Tunisi per le vacanze estive/ a volte un temporale non ci faceva uscire /un uomo di una certa età mi offriva spesso sigarette turche ma Spero che ritorni presto l’era / Del Cinghiale Bianco /Spero che ritorni presto l’era / Del Cinghiale Bianco”. Così cantava Franco Battiato, buonanima, nella sua canzone L’era del cinghiale bianco dall’atmosfera orientaleggiante sia nelle sonorità che nell’ambientazione del video. Ed oggi eccoci: il cinghiale bianco è tornato.

Infatti, nell’Alta Mesopotamia, una regione che ha visto la nascita delle più antiche civiltà della storia, oggi situata in Turchia, sono state fatte delle scoperte ardite solo a pensarle, come il sito archeologico di Göbekli Tepe, situato su di una cresta montuosa calcarea nella provincia di Şanlıurfa, nel sud-est della Turchia, dalle dimensioni megalitiche con architetture complesse e con dei pilastri caratteristici perché a forma di T. Qualche giorno fa al suo interno, nell’ambito di un progetto frutto di una collaborazione tra l’Università di Istanbul e l’Istituto Archeologico Germanico (un progetto mirato a fare luce sulla preistoria della Turchia), sono state fatte scoperte molto importanti su scala mondiale: sono state rinvenute sculture umane e animali. Sono state infatti scoperte delle statue antiche tra cui statue umane e, incredibile a dirsi, una statua a grandezza naturale di un cinghiale in pietra calcarea, bianchissimo.

Siamo in un sito del neolitico (nel periodo neolitico pre-ceramico, tra il 9.600 e l’8.200 a.C.) eppure sul cinghiale sono presenti dei pigmenti colorati che ne fanno dedurre che fosse anche dipinto. Un cinghiale in pietra dipinto nel “ground zero della storia” come titola molto efficacemente il comunicato stampa del Ministero della Cultura della Turchia.

Gli archeologi, dando notizia del ritrovamento sottolineano, che “La statua di cinghiale a grandezza naturale è stata trovata nella ‘struttura a D’ di Göbekli Tepe, sulla sua superficie si possono vedere residui di pigmento rosso, bianco e nero, che la rendono la prima statua dipinta conosciuta del periodo neolitico. La statua è stata trovata su una panchina con decorazioni che si pensa siano un simbolo a forma di H, una mezzaluna, due serpenti e tre volti umani o maschere”.

E sulla scultura umana affermano che “è uno degli esempi più impressionanti di arte preistorica, è stata portata alla luce una delle sculture più realistiche del periodo: si candida ad essere uno dei più imponenti esempi di arte preistorica con un’espressione facciale realistica, è stata trovata fissata a terra in una panchina”. La statua è alta 2,3 metri.

Nell’area in cui si trovava la statua seduta, “dove erano messe in risalto le costole, la colonna vertebrale e le ossa della spalla” spiegano gli archeologi turchi, “che evocavano una persona morta, si raggiungeva una statua di avvoltoio posta sul muro e lastre di pietra lasciate sul pavimento”.

L’area di Göbekli Tepe è di circa 9 ettari ed è imponente l’architettura monumentale costruita in questa landa desolata, con grandi pilastri monolitici a forma di T scolpiti nel calcare, tra i primi esempi conosciuti di edifici megalitici costruiti appositamente per le esigenze rituali dei loro costruttori preistorici. E 2 pilastri monolitici in pietra calcarea posizionati centralmente (alti fino a 5,5 m) sono comuni a tutti gli edifici monumentali di Göbekli Tepe.

Tre degli edifici megalitici sono stati eretti direttamente sull’altopiano calcareo naturale, che era stato accuratamente levigato, e i due pilastri centrali monolitici a forma di T sono stati trovati nel sito, cioè incastrati in piattaforme accuratamente scolpite dall’altopiano naturale. I due pilastri centrali sono circondati da uno o più muri in pietra. I muri di cinta, riconducibili a diverse fasi degli edifici, erano interrotti a intervalli regolari da pilastri in pietra calcarea a forma di T inseriti, anche se questi non raggiungevano le stesse altezze dei due monoliti centrali.

Non sappiamo cosa secondo Battiato sarebbe dovuto succedere con il cinghiale ma Göbekli Tepe è un luogo unico per la sua ricca e distinta collezione di rappresentazioni artistiche, che principalmente sono immagini di animali. Gli stessi pilastri a forma di T sono antropomorfi, come testimoniano in alcuni casi le incisioni di bassorilievi che mostrano braccia, mani e abiti. Il repertorio artistico comprende anche numerose statue in pietra e figurine di animali e umani, oltre a piccoli reperti adornati da molteplici raffigurazioni e simboli.

https://www.finestresullarte.info/archeologia/turchia-alta-mesopotamia-eccezionale-scoperta-statua-cinghiale-bianco

venerdì 16 febbraio 2024

L'uomo Urfa.

 

L’Uomo di Urfa (Statua di Balıklıgöl), Museo Archeologico di Şanlıurfa.
Ritrovata nel 1993 e datata 9.000 a.C. è considerata la più antica statua di un essere umano a grandezza naturale, alta quasi 1,90 metri e con due pietre di ossidiana nella cavità degli occhi.
Un interessante video dal reportage di Maurizio Menicucci “Gobekli Tepe, la culla della civiltà” archivio Rainews.it (2013)
“… Urfa ha tre cuori: uno curdo, uno arabo, uno turco e Göbekli Tepe era sacra a tutti e tre”

lunedì 27 settembre 2021

Spigolatrice di Sapri, polemiche per la statua in bronzo che mette in evidenza le forme. Boldrini: “Un’offesa alle donne e alla storia”.

 

Il monumento è stato svelato alla cittadinanza domenica 26 settembre, alla presenza delle autorità locali e del presidente M5s Giuseppe Conte. La foto ha subito iniziato a circolare online ed è stata duramente condannata da alcune esponenti politiche (da Boldrini a Cirinnà). Il senatore M5s Castiello: "A chi critica sfuggono le fattezze fisiche delle donne meridionali". L'artista si difende: "Allibito e sconfortato".

Polemiche per la statua della Spigolatrice inaugurata a Sapri, in provincia di Salerno, alla presenza delle autorità locali e del presidente M5s Giuseppe Conte in tour elettorale nella zona. Il monumento in bronzo rappresenta la lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura, al centro della poesia di Luigi Mercantini dedicata al fallito tentativo di insurrezione anti borbonica nel Cilento. Ma a far discutere è stata la scelta dell’artista di mettere in evidenza le forme della donna con un abito “trasparente” che rievoca un effetto di nudo.

La foto scattata durante la cerimonia di svelamento ha iniziato a circolare online nelle scorse ore e ha suscitato la condanna di alcuni esponenti politiche, mentre gli amministratori locali insistono nel difendere l’opera. “È un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare”, ha scritto su Twitter la deputata Pd Laura Boldrini. “Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell’Italia”. Mentre secondo la collega di partito Monica Cirinnà si tratta di “uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati”: “Questa statua della Spigolatrice nulla dice dell’autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore borbonico. Sia rimossa!“, ha chiuso.

Lo scultore Emanuele Stifano si è difeso su Facebook, respingendo le accuse dei detrattori: “Sono allibito e sconfortato da quanto sto leggendo”, ha scritto. “Mi sono state rivolte accuse di ogni genere che nulla hanno a che vedere con la mia persona e la mia storia. Quando realizzo una scultura tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso. Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho ‘approfittato’ della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo”. E a chi gli contesta la decisione di mettere in evidenza le forme, ha replicato che l’obiettivo era un altro: “L’anatomia non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos”. Inoltre, ha concluso “il bozzetto preparatorio è stato visionato e approvato dalla committenza”. Del resto, nessuna delle autorità locali è intervenuta per criticare l’opera, anzi anche il primo cittadino si è subito schierato con Stifano e ha lodato la statua. “E’ stata realizzata con maestria e impeccabile interpretazione dall’artista cilentano”, ha detto il sindaco di Sapri di Italia viva Antonio Gentile.

Tra le prime a sollevare la polemiche ieri c’era stata l’ex senatrice di Forza Italia e poi del gruppo Misto-Ala Manuela Repetti che, intervenendo su l’Huffington post, ha parlato di “schiaffo sessista”. A lei ha replicato direttamente il senatore M5s Francesco Castiello criticandola per “censure di tipo sessista”. “Ad arrecare grave turbamento alla suddetta sembra siano stati l’abbigliamento leggero e le forme pronunciate. Alla ex senatrice, che appartiene ad un’area territoriale a molte centinaia di km al di sopra del parallelo di Sapri, sfugge quali siano le fattezze fisiche delle donne meridionali”. Secondo Castiello, Repetti non tiene in considerazione il fatto che “lo sbarco avvenne a fine giugno in una rovente estate del sud Italia, quando chi nel duro lavoro della raccolta del grano non poteva certo indossare un pastrano con imbottitura”. Proprio Castiello, come ricorda Repubblica, è presidente della Fondazione Grande Lucania che ha finanziato il monumento e ha invitato personalmente il leader M5s Giuseppe Conte per presenziare all’inaugurazione. A questo punto, ha detto con tono provocatorio Castiello, “è auspicabile che il Sindaco, cui la ex senatrice chiede la demolizione della statua, converta tale indicazione nella meno radicale e più equa sanzione della sua copertura con un pesante paltó”.

Il personaggio della Spigolatrice è al centro appunto di un celebre componimento di Luigi Mercantini, sul fallimento della spedizione di Sapri di Carlo Pisacane che avrebbe dovuto scatenare una insurrezione nel Regno delle Due Sicilie. La poesia (“Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”, recita l’inizio) è scritta appunto con il punto di vista di una contadina dell’800 addetta alla spigolatura del grano e che assiste allo sbarco di Pisacane.

ILFQ


E con questa notizia, noi italiani abbiamo toccato il fondo. Che io sappia un artista tende sempre a mettere in evidenza le fattezze del corpo umano. Le più belle statue lasciateci da artisti di altri tempi mostrano le nudità del corpo umano nel loro splendore. Il pudore lasciamolo agli ipocriti che gridano allo scandalo dimenticando che è proprio il loro Dio ad aver creato l'uomo nudo...

cetta.

sabato 11 marzo 2017

Trovata statua gigante di Ramses II in una baraccopoli al Cairo.



Vicino a un tempio dove sorgeva antica heliopolis.


Gli archeologi egiziani hanno rinvenuto una statua gigante, lunga otto metri, in un quartiere popolare del Cairo che si ritiene raffigurasse il Faraone Ramses. Lo riferisce al Ahram.
Accanto alla statua gigante anche un'altra di circa un metro di Seti II. Il ritrovamento è avvenuto in un'area nei pressi di un tempio di Ramses II dove sorgeva l'antica Heliopolis.

venerdì 6 marzo 2015

Olanda, dentro la statua di Buddha c'è una mummia: è di un monaco morto da mille anni.



AMSTERDAM - Straordinaria scoperta nei Paesi Bassi. La statua di un Buddha, databile tra il 1050 and 1150 e conservata nel Drents Museum di Assen, nascondeva un corpo da oltre mille anni. 

Una tac ha rivelato che la statua di cartapesta dorata fungeva da 'guscio' e celava al suo interno uno scheletro umano perfettamente conservato. Il corpo sarebbe quello di un monaco a gambe incrociate e nella tipica posizione della meditazione. 
Le immagini stanno facendo il giro del mondo e secondo la CBS il monaco racchiuso all’interno della statua si sarebbe sottoposto alla pratica dell’auto-mummificazione: una antica tradizione propria dell’ascetismo buddista cinese che prevedeva un lunghissimo processo di digiuno e avvelenamento che portava alla morte per disidratazione e intossicazione. Lo scheletro ritrovato nella statua sarebbe appartenuto a Liuquan, maestro buddista della scuola cinese vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo. Per la religione buddista chi si sottopone all'automummificazione non muore, ma rimane in meditazione in eterno.

Una volta scoperto il corpo all'interno della statua, le sorprese non sono finite: al posto degli organi, la mummia era stata riempita con pergamene scritte nell’antica scrittura cinese e altri oggetti ancora da identificare. La statua, ora, si trova presso il Museo di Storia Naturale di Budapest, in Ungheria.


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/olanda_statua_buddha_mummia_monaco/notizie/1201272.shtml