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martedì 7 febbraio 2023

Case economiche e attente all’ambiente: è possibile?

   Fonte:Shutterstock

La crisi climatica sta diventando sempre più pressante e richiede soluzioni innovative per limitare le emissioni di gas serra e migliorare la qualità della vita delle persone. Una delle sfide più grandi in questo senso è la creazione di abitazioni accessibili e sostenibili, che rispettino l’ambiente e soddisfino le esigenze delle famiglie.

È impossibile creare abitazioni sostenibili a prezzi accessibili?

L’edilizia sostenibile, che utilizza materiali eco-compatibili e tecnologie efficienti in termini di energia, può essere una soluzione a questo problema. Tuttavia, spesso questo tipo di abitazioni sono costose e non accessibili a tutti. Ma è davvero impossibile creare abitazioni sostenibili a prezzi accessibili? La risposta è no. Con l’adozione di tecnologie avanzate e l’utilizzo di materiali a basso costo, è possibile costruire case sostenibili a prezzi accessibili. Ad esempio, l’utilizzo di pannelli solari per produrre energia pulita può ridurre i costi energetici e aumentare l’efficienza energetica dell’abitazione. Anche l’utilizzo di materiali riciclati o di fonti rinnovabili può contribuire a ridurre i costi e migliorare la sostenibilità ambientale.

Gli edifici sono dunque enormi inquinanti. Il loro riscaldamento, l’elettricità e le costruzioni in generale producono circa 10 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno in tutto il mondo. In media, si tratta di circa 1,3 tonnellate di anidride carbonica per persona ogni anno. Nel 2021, il settore degli edifici e delle costruzioni è stato responsabile del 37% delle emissioni di CO2 legate all’energia, superando il settore dei trasporti (22%), secondo uno studio delle Nazioni Unite. Quindi, come possiamo ridurre queste emissioni? E quali misure possiamo adottare per garantire una vita sostenibile, economica e confortevole?

Una popolazione in crescita ha bisogno di più abitazioni.

La popolazione mondiale è cresciuta in modo significativo negli ultimi 100 anni, così come il fabbisogno abitativo. E, poiché i livelli di reddito sono aumentati, c’è stato un aumento del numero di persone che vivono da sole. Ma in tutto il mondo ci sono enormi variazioni nella quantità di spazio vitale. Una persona in Nigeria, ad esempio, utilizza in media 6 metri quadrati di spazio vitale. Quel numero sale a 18 in Turchia, 24 in Brasile, 30 in Cina, 38 nell’Unione Europea e 75 metri quadrati negli Stati Uniti.

In Italia, lo spazio abitativo medio per persona è aumentato negli ultimi decenni ⁠— arrivando fino a 67 metri quadri per cittadino, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate. Più appartamenti e case ci sono, più energia è necessaria per il riscaldamento e l’elettricità e più CO2 viene prodotta da questi nuovi edifici. Gli edifici più vecchi necessitano di una quantità particolarmente elevata di energia per il riscaldamento, che può diventare costosa. Ma possono risparmiare fino al 90% di energia con l’isolamento e i moderni sistemi di ventilazione. E anche i costi di riscaldamento possono diminuire se si utilizza meno spazio.

Come riscaldare in modo economico e climaticamente neutro.

Biogas, legno o pellet di legno sono alcune alternative rispettose del clima ai combustibili fossili. Ma queste risorse stanno diventando sempre più scarse e costose, quindi gli esperti consigliano anche le pompe di calore. Questi traggono calore dal terreno o dall’aria e sono alimentati con l’elettricità. Possono generare fino a 7 chilowattora (kWh) di energia termica da 1 kWh di elettricità. Le pompe di calore non producono particolato nocivo e, se si utilizza elettricità verde, nessuna CO2. In Scandinavia gli edifici vengono da tempo riscaldati con pompe di calore e il teleriscaldamento viene gestito con pompe di grandi dimensioni. In combinazione con l’energia solare termica, la biomassa e l’energia geotermica, alcune di queste reti sono quasi neutre dal punto di vista climatico.

Pompe di calore, frigoriferi e LED ad alta efficienza energetica possono anche ridurre il consumo energetico degli edifici. Con tetti e facciate fotovoltaici è possibile generare elettricità a prezzi accessibili anche in casa. In Germania, ad esempio, i pannelli solari per il tetto possono generare energia solare per meno di 0,10 € per kWh. Non è nemmeno un quarto del prezzo che si pagherebbe normalmente per l’elettricità dalla rete: una media di 0,40€ per kWh. I pannelli solari si ripagano da soli in 5-15 anni, dopodiché generano elettricità gratuita per circa due decenni.

Materiale rinnovabile al posto di cemento, acciaio e plastica.

Durante la costruzione degli edifici viene emessa molta CO2, da 0,5 a 0,8 tonnellate per metro quadrato di superficie abitabile. Si tratta di circa 50-80 tonnellate di CO2 per la costruzione di un nuovo appartamento di 100 metri quadrati. In confronto, l’India emette 2 tonnellate di CO2 pro capite all’anno. Le emissioni sono causate principalmente dalla produzione di cemento, calce e gesso (25%), dall’edilizia stessa (10%) e dalla produzione di materiali da costruzione come isolanti (8%) e metalli (8%). Materiali da costruzione alternativi come il legno e opzioni isolanti rinnovabili, come la paglia, possono ridurre drasticamente le emissioni di CO2 dai cantieri.

La ristrutturazione delle case più vecchie, invece di costruirne di nuove, consente inoltre di risparmiare CO2 e ridurre le spese. La ristrutturazione di solito costa circa un quarto in meno rispetto alla costruzione di un nuovo edificio, il che significa che le emissioni derivanti dalla costruzione e dal funzionamento possono essere più che dimezzate. Ecco perché architetti, scienziati e associazioni ambientaliste chiedono agli urbanisti e ai costruttori di ripensare i loro progetti. Sostengono che la demolizione e la nuova costruzione dovrebbero essere evitate dove possibile, e la ristrutturazione degli edifici più vecchi dovrebbe diventare la norma.

Una sfida possibile.

In generale, è importante che le politiche pubbliche sostengano le abitazioni sostenibili a basso costo. Ad esempio, incentivi fiscali per l’utilizzo di tecnologie sostenibili e finanziamenti per progetti di edilizia sociale possono aiutare a rendere queste abitazioni accessibili a un numero maggiore di persone. Inoltre, è fondamentale che le aziende del settore immobiliare lavorino insieme alle autorità locali e ai gruppi ambientalisti per creare soluzioni sostenibili a lungo termine. In definitiva, la creazione di abitazioni sostenibili a prezzi accessibili è una sfida importante, ma non è impossibile. Con l’adozione di tecnologie avanzate, la collaborazione tra il settore immobiliare e le autorità locali, si può fare.

https://quifinanza.it/green/case-economiche-attente-allambiente/690545/

lunedì 27 settembre 2021

Continua l'eruzione alle Canarie, sepolte altre case.

 

Continua l'eruzione vulcanica iniziata il 19 settembre sull'isola di La Palma (Canarie): nelle ultime ore, autorità ed esperti di vulcanologia hanno osservato che il flusso di lava espulsa verso la costa si è ravvivato e ieri sera la colata era già arrivata a 1,6 chilometri dalla costa, dopo aver travolto diverse case della località di Todoque. Secondo Efe, tra gli edifici distrutti dalla lava ci sono la chiesa del paese e il centro sanitario locale.

Da inizio eruzione, oltre 500 edifici sono stati sepolti dalla lava. Le autorità locali hanno ordinato alla popolazione di alcuni nuclei urbani situati sulla costa di rimanere in casa.

Ora si riapre la possibilità che la lava raggiunga il mare, fenomeno che provocherebbe "colonne di vapore d'acqua cariche di acido cloridrico" che potrebbero rappresentare un "pericolo locale" per persone che si trovino lì vicino, secondo quanto spiegato dall'Istituto di Vulcanologia delle Canarie. Di fronte a questa possibilità, per precauzione le autorità locali hanno ordinato alla popolazione di alcuni nuclei urbani situati sulla costa ovest di La Palma di rimanere in casa.
Attualmente l'aeroporto di La Palma è operativo, ma ma rimangono possibili ritardi o cancellazioni di voli. 

ANSA

martedì 7 settembre 2021

Casa, acquirenti giovani e prezzi stabili. Ecco dove si risparmia. - Laura Cavestri

 

Nella prima parte del 2021 si conferma la preferenza degli investitori per il bilocale (39,9%) a seguire il trilocale (31 per cento).

Gli investitori restano, comunque, prudenti in questo momento, anche se il mattone attira ancora.

Le compravendite per investimento nel I semestre del 2021 hanno rappresentato il 16,3% del totale delle transazioni effettuate dalla rete del gruppo Tecnocasa. Tra queste Bologna e Palermo sono le uniche due che hanno registrato, rispetto a un anno fa, un aumento della percentuale per investimento, rispettivamente, del 30,5 e del 31 (nel 2020 era del 26,2% e 30,6 per cento) . Nelle altre realtà se ne segnala, invece, una contrazione, soprattutto a Verona (passata da 28,1% a 23,2%) e a Bari (da 30% a 25 per cento).

La mappa dei prezzi.

I prezzi, naturalmente, sono enormemente diversificati in base alla città, alla zona di riferimento e alla tipologia di appartamento.

Secondo un’elaborazione di Tecnocasa, sui prezzi al metro quadrato, tra centro, semicentro e periferia in una decina di capoluoghi che sono anche sedi universitarie, tra i monolocali, i più convenienti si trovano alle periferie di Lecce (1000-1400 euro al mq), Perugia (1100-1750 euro al mq) e Trieste (1300-1600 euro al mq circa). I più cari sono in centro a Milano, in un range al mq che va dagli 8500 a sfiorare i 10mila euro. Poco sotto, Roma.

Su fronte di bilo e trilocali, il minimo, alla periferia di Perugia, può essere sotto i 1000 euro al mq, mentre a Milano si parte da 2800-3mila euro al mq a salire.

Sulle aree centrali, spicca Milano (il minimo per un trilocale è di 6500 euro al mq), seguita da Roma (sopra i 5mila euro al mq per 3 vani) e Bologna (a 3500 euro al mq di base, in centro). Le più “abbordabili”, Genova, Lecce. Trieste, Bari e Perugia.

Congiuntura favorevole

Del resto, il mix di bonus fiscali - dal risparmio energetico all’arredo - e le condizioni di estremo vantaggio per accedere a mutui, si coniugano con un prezzo delle case usate in Italia, che - secondo l’ultimo indice dei prezzi immobiliari di Idealista - ha registrato un calo dello 0,4% ad agosto, attestandosi a 1.718 euro/mq.

Chi compra cosa compra?

Cosa si compra? Nella prima parte del 2021 si conferma la preferenza degli investitori per il bilocale (39,9%) a seguire il trilocale (31 per cento). Gli acquirenti sono soprattutto coppie (46,3%), dato in aumento rispetto ad un anno fa (43,6%) così come si segnala un leggero aumento tra i single (da 24,8% a 26,9%)

Infine, fa notare ancora Tecnocasa, aumentano gli acquisti per investimento nella fascia più giovane, tra 18 e 34 anni, con un interesse proprio nei giovani intorno ai 30-34 anni che hanno una situazione economica stabile e già in possesso della prima casa. Ma non di rado, dietro, ci sono i genitori, che intestano ai figli appartamenti non solo come prima abitazione, ma anche acquisti a scopo di investimento a sostegno dei reddito dei giovani.

Illustrazione di Giorgio De Marinis

IlSole24Ore

domenica 28 marzo 2021

Genova, i pezzi del viadotto Bisagno sulle case. Come 15 mesi fa. “Dicono di chiamare il capocantiere prima di uscire. Lavori? Solo ponteggi. Come fidarsi di Autostrade?” - Pietro Barabino

 

Da mesi le 29 famiglie residenti sotto il viadotto Bisagno dell’A12, riunite nel comitato ‘Abitanti sotto il ponte’ chiedono di essere messe in sicurezza e trasferite: “Non vogliamo indennizzi economici, ma soluzioni alternative e definitive”. Avevano dimostrato con foto e video, fin dal dicembre 2019 lo stato di degrado del ponte che sovrasta il Bisagno e il centro abitato delle Gavette, a Genova. Sempre nell’ottobre di due anni fa, la direzione di Autostrade annunciava con un comunicato l’avvio del montaggio dei ponteggi sul viadotto Bisagno per il restauro della superficie dell’intero viadotto “La durata dei lavori prevista è di circa due anni”, scriveva la direzione di tronco. Passato quel periodo, l’unica cosa realizzata sono proprio i ponteggi sui primi tre piloni, che, però, perdono pezzi, che vanno ad aggiungersi alla caduta di detriti e calcinacci dei piloni sottostanti.

“Su quelle impalcature raramente si intravvedono operai o addetti ai lavori” si lamentano i residenti del quartiere sottostante: “Ma il culmine si è toccato con la caduta dall’altezza di 75 metri di passerelle di ferro direttamente sulle nostre case” spiega la presidente del comitato Chiara Ottonello. Dopo la caduta di cinque passerelle del peso di 25 chili sull’abitato sottostante, con rischio di ferire gravemente passanti e danneggiare auto e case, la partecipata di Aspi Pavimental, che segue i lavori, ha chiesto scusa con una nota ufficiale e rescisso il contratto con “Sadis”, l’appaltatrice responsabile dei ponteggi. “Sarà valutata – si legge – l’opportunità di attivare nei confronti della medesima società ulteriori misure legali in danno, proprio a seguito di quanto accaduto”. Inoltre, hanno assicurato, “la direzione di Tronco di Genova di Aspi si è immediatamente attivata con la società per le opportune e immediate verifiche e azioni circa l’accaduto e potenzierà ulteriormente tutti i presidi di supervisione sulle attività”. Lo scorso 16 marzo è stato anche sollevato dall’incarico il coordinatore della sicurezza. Nei giorni successivi, per tutelarsi ulteriormente, alcuni operai di Pavimental hanno affisso dei cartelli di fronte alle abitazioni con l’indicazione, piuttosto inquietante “di avvisare telefonicamente il responsabile del cantiere” qualora si intenda uscire di casa in determinati orari “per evitare rischi connessi all’eventuale caduta di oggetti”.
La caduta delle passerelle che collegano tra loro i ponteggi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Non ne possiamo più – si sfoga Chiara Ottonello – non solo hanno danneggiato le case, ma una ha colpito una persiana dietro alla quale c’era una ragazza collegata in didattica a distanza, avesse avuto la finestra aperta in quel momento sarebbe stata una tragedia. Non capisco come il Sindaco possa tollerare che sia messa a rischio in questo modo la pubblica incolumità dei cittadini”. Ma la delusione dei residenti non si limita alla sensazione di abbandono nei confronti dell’amministrazione locale, che non riesce a incidere sulla vicenda, né all’assessorato competente in Regione (“Giampedrone ha parlato di ‘ipotesi di trasferimenti temporanei, ma noi qui non vogliamo tornarci neanche quando, chissà dopo quanti anni, i lavori saranno terminati”) ma coinvolge anche il ministero dei Trasporti: “L’allora ministra Paola De Micheli a settembre arrivò a dichiarare pubblicamente di aver trovato una soluzione – Chiara Ottonello riguarda sbalordita il video con la dichiarazioni alle quali non è seguito alcun fatto – addirittura arrivò a dire che ci avrebbero trasferito in pochi giorni, non ci hanno neppure chiamato per ipotizzare la cosa, e sono passati sei mesi”.

Gli abitanti hanno paura e non sono interessati a indennizzi o altre forme di rimborso: “Non vogliamo soldi, vogliamo essere trasferiti e anche urgentemente, perché siamo stufi delle promesse delle istituzioni e di Autostrade, questo ponte è pericoloso per chi ci vive sotto e il cantiere sospeso a 60 metri dalle nostre teste ancora di più”. Intanto, dopo l’esposto del “Comitato degli abitanti sotto il ponte Bisagno” la Procura apre un inchiesta per “getto pericoloso di cose” che si basa sul dossier di due anni di incidenti prodotto dagli abitanti, ma potrebbe allargarsi ad altri fatti più rilevanti. L’intervento di restyling del viadotto è gestito dalla controllata di Autostrade Pavimental che a seguito degli ultimi incidenti ha sollevato dall’incarico l’azienda esterna alla quale aveva affidato l’allestimento dei ponteggi, sostituendo il responsabile della sicurezza di cantiere e affidando il ruolo al Rina. Se oggi è impossibile anche solo immaginare di costruire un viadotto sopra delle abitazioni, questo veniva fatto sistematicamente negli anni Sessanta e Settanta, quando la Liguria è stata disseminata di ponti autostradali, anche per questo motivo la Società Autostrade esprime perplessità circa l’ipotesi di un trasferimento (a sue spese) dei residenti delle Gavette, questo rappresenterebbe un precedente che potrebbe essere impugnato da chiunque abiti sotto i viadotti, più o meno deteriorati, della rete autostradale.

IlFattoQuotidiano

giovedì 25 giugno 2020

Terremotati fuori dall’hotel. E le case non ci sono ancora. - Pierfrancesco Curzi

Terremotati fuori dall’hotel. E le case non ci sono ancora

“Perché a distanza di 48 ore nessuno è arrivato? Qui non c’entra la politica, ma la solidarietà. Il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”. Il 25 novembre 1980 l’allora presidente della Repubblica Pertini, scuro in volto, si lascia andare a uno sfogo in diretta tv sui ritardi dell’emergenza per il terremoto dell’Irpinia. Altri tempi. Per il sisma del Centro-Italia, colpito dalle scosse del 24 agosto e del 30 ottobre 2016, l’emergenza ha tempi tutti suoi. Il Commissario straordinario per il sisma Giovanni Legnini, nominato a febbraio, ammette e promette: “Siamo in ritardo, ma dobbiamo recuperare. Dobbiamo accelerare e trasformare il sisma in una leva per il rilancio del Paese”.
Difficile pensare a un rilancio valutando la situazione. In testa c’è il “caso Tolentino”. Il più grande centro del cratere delle Marche dopo Macerata, 19 mila abitanti e ancora circa 3.500 sfollati. All’indomani delle scosse il vulcanico sindaco della città, l’assicuratore Giuseppe Pezzanesi, Dc di formazione e poi fervente berlusconiano, a capo di una giunta di ispirazione civica, ha preso una decisione importante: no alle Sae, soluzioni abitative di emergenza (le casette) ma residenze definitive, qualcosa di simile al “Progetto case” a L’Aquila nel 2019, da realizzare in tempi rapidi. A oggi dei 198 alloggi previsti ne sono stati consegnati appena una dozzina: “La mia scommessa era vincente, la colpa è della burocrazia e delle istituzioni – attacca Pezzanesi, rieletto a primo turno nel 2017 –, una macchina indegna. Se qualcuno me ne chiederà conto porterò la Protezione civile a testimoniare. Ora andremo più veloci. A novembre saranno pronti altri appartamenti all’ex Capannone della Rancia, degli altri li consegneremo entro l’estate 2021, ma a differenza delle Sae dureranno 100 anni e occuperanno aree già urbanizzate. L’ex Capannone era una casa di fantasmi, diventerà un vanto per tutti”.
L’area industriale della Rancia, a 10 km dal centro di Tolentino davanti all’omonimo castello, doveva diventare un centro commerciale. Abbandonato da 12 anni, è rimasto lo scheletro. Il Comune l’ha comprato per 1,6 milioni di euro e ha ricevuto fondi dalla Regione per 6 milioni, oltre a 850 mila euro per opere di urbanizzazione. I lavori per realizzare 48 unità abitative dovevano terminare ad agosto 2019. Più o meno gli stessi tempi per la parte maggiore del progetto case in emergenza, 134 appartamenti finanziati dalla Protezione civile per quasi 21milioni di euro. In tre siti – via VIII Marzo, Contrada Pace e Piazzale Battaglia – non ci sono altro che campi incolti: “Ci vuole una legge sull’emergenza, altrimenti non ne usciamo – è il commento del capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli –. Il motto deve essere ‘Fare presto’, ma c’è qualcuno che si prende i suoi tempi, rivede pareri, invade campi altrui, certificati che si perdono. Troppi ostacoli. La colpa dei ritardi non è mia o del sindaco, la sua scelta io l’ho avallata. Bertolaso me lo diceva ‘Angelo quando ci sono i morti si deve passare col rosso’. Cas e hotel? Qualcuno ci marcia, perché non ci sono domande per la piccola ricostruzione”. In Contrada Pace un cartellone mostra fiero il progetto de “Le nostre Sae”, scimmiottando la scelta di tutti gli altri Comuni del cratere di puntare sulle casette, ma ad oggi resta solo una transenna: “A inizio 2019 il Mef chiede ragguagli al direttore, Angelo Borrelli – attacca Flavia Giombetti, battagliera leader del Comitato 30 Ottobre – sulla tempistica. Un anno e mezzo dopo c’è poco o nulla. Come si fa a parlare di progetto case in emergenza a quasi quattro anni dalle scosse? Assistiamo a rimpalli di responsabilità, ma intanto la gente vive nei container o presto sarà buttata fuori dagli alberghi”.
Lo impone una circolare del 28 aprile della Protezione civile che ordina a 120 terremotati delle Marche di lasciare i loro domicili. Di questi 78 sono a Tolentino: “Nessuno ci ha avvisato, lo abbiamo saputo dai social – racconta Eduard Ago, moglie e tre figli –. Non sappiamo dove andare, case non ce ne sono, né a Tolentino né nei comuni limitrofi, le uniche libere hanno affitti irraggiungibili. Noi nei container non ci andiamo, è un inferno laggiù”.

giovedì 13 febbraio 2020

MADi: la nuova casa modulare Made in Italy che resiste ai terremoti, si costruisce in 8 ore e con costi accessibili.


Scritto da Gino Favola il . Pubblicato in Bioedilizia.

Al giorno d’oggi, in molti siamo attratti dalla possibilità di avere delle soluzioni abitative meno invasive, più sostenibili, e soprattutto economiche. A dare una risposta a questa esigenza, pare essere riuscito Renato Vidal, un architetto italiano  che ha creato MADi ( acronimo appunto di Modulo Abitativo Dispiegabile), di fatto un nuovo modo di intendere le costruzioni edilizie.
MADI: Leggerezza e Versatilità.
Una casa MADi può essere installata senza fondazioni posizionando l’unità su un terreno livellato. Tuttavia, per un uso a lungo termine, vi consigliamo un sistema di fondazione per pali a vite, facilmente rimovibile con un impatto minimo sul sito o una base di cemento. In un modo o nell’altro sarai comunque in grado di ripiegare l’edificio e spostarlo dove vuoi.
E’ possibile creare spazi sicuri e accoglienti che possono crescere, muoversi o cambiare con le esigenze del proprietario. Progettato per un soggiorno estremamente confortevole ed economico, ti assicura anche una struttura innovativa da adattarsi al proprio budget a disposizione.
Una casa da costruire ovunque.
MADi ti offre l’opportunità di possedere una casa conveniente ovunque tu voglia: grande città o zona rurale, fino alle montagne o al villaggio sul mare, MADI si adatta perfettamente in ogni contesto. Puoi aggiungere i tuoi tocchi personali scegliendo le dimensioni e i materiali preferiti, in base alle tue esigenze specifiche e alle circostanze finanziarie. MADi può essere abitabile in due giorni e godrai di tutta questa libertà riducendo i costi di costruzione.
Una nuova concezione dello spazio abitativo.
MADi utilizza metodi di costruzione tradizionali e materiali standard in un’abitazione modulare innovativa che si sviluppa per fornire uno spazio abitativo economico e di alta qualità in modo rapido e semplice. Antisismica e resistente ai terremoti, è la soluzione perfetta per ogni tipo di scopo: da case residenziali, villaggio sportivo e resort e per emergenze post-disastri naturali.
Il sistema MADi offre molte opzioni di costruzione basate su più moduli e materiali. La disponibilità di moduli di varie dimensioni e la possibilità di aggiungerli lateralmente ti consente una serie infinita di scelte creative. Inoltre, con il suo processo di produzione altamente standardizzato e la struttura di assemblaggio a secco, è possibile risparmiare sia tempo che denaro.
MADi casa modulabile in legno
Efficenza energetica superiore.
La versione standard di MADI è di classe energetica B e può essere facilmente aggiornata in classe A e A ++. Aggiungendo pannelli solari e accumulatore si può persino rendere le strutture MADi indipendenti dall’energia.
Ricordiamo le caratteristiche principali per parlare di una Casa in Classe A e ad alta efficenza energetica:
1- massima permeabilità dei materiali da costruzione (avvantaggiati sono tutti quelli naturali e tra quelli di derivazione possiamo annoverare le lane minerali)
2 -  pareti e coperture ventilate al fine di asciugare più velocemente i materiali isolanti e ombreggiare nella fase estiva le strutture sottostanti;
3 - trasmittanza delle pareti almeno inferiori a U 0,20w/mqK;
4 - sfasamento non inferiore a 12/14 ore in base alle zone;
madi casa modulabile
MADi: i costi delle strutture.
L’appartamento base di 27 metri quadrati dotato di cucina e servizi igienici, una scala e un soppalco, riscaldamento centralizzato e aria condizionata, costa 28 mila euro. La struttura, personalizzabile, è assemblata da 3 operai ed è energeticamente autonoma grazie alla presenza di pannelli solari, fotovoltaici e illuminazioni a LED. Esistono 5 versioni di questa casa pieghevole e la più grande, «ideale per l’uso residenziale», raggiunge gli 84 metri quadrati e costa 62 mila euro.
Il paradosso della burocrazia italiana.
La casa Madi, successo italiano nel mercato internazionale, a causa degli spioventi del tetto a 60 gradi con cui è stata progettata, sta però riscontrando difficoltà proprio in Italia, perché i regolamenti riguardanti la pendenza dei tetti delle case non sono uniformi. Come in altri settori della green economy e delle soluzioni sostenibili, si dovrebbe provvedere con legislazioni semplici e uniformi, e non delegare sempre ai territori. Ancora oggi, purtroppo, in Italia progresso e burocrazia non vanno di pari passo.

https://www.ambientebio.it/permacultura/casa-bio-edilizia/madi-nuova-casa-modulare-terremoti-costi/?fbclid=IwAR0F47EJyeRH5-PDLak9NoDFMpqdXyrNH1dwdC6IrwN9HR9xZWm509rW60A


mercoledì 14 novembre 2018

Le casette marce e i terremotati di nuovo sfollati.


Pannelli marci e zuppi d'acqua che hanno reso le casette dei terremotati del centro Italia pericolanti. Roberta Rei è andata a indagare su cosa non ha funzionato nella ricostruzione.
Per la ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia due anni fa abbiamo speso un miliardo e 188 milioni di euro di soldi pubblici per la costruzione delle casette per i terremotati. Che però si sono ritrovati con pareti e soffitto zuppi d’acqua, e molti di loro si sono dovuti nuovamente trasferire negli alberghi sul mare, a centinaia di chilometri dalle loro città, perché le abitazioni erano diventate pericolanti.
Com’è possibile? I carotaggi eseguiti hanno rilevato un’altissima presenza di umidità, e questo perché i pannelli delle case sono stati tenuti all’aperto. Come ha rivelato un operaio addetto al cartongesso a Roberta Rei: “Venivamo pressati per concludere nel minor tempo possibile. E così abbiamo montato i pannelli con le fessure tra uno e l'altro, e molto spesso non abbiamo completato le lavorazioni perché non facevamo in tempo. E si montavano i pannelli anche bagnati, perché non c'era un posto per lo stoccaggio dei materiali, e quindi venivano lasciati sotto la pioggia e la neve”. 
Casette che sono arrivate a costare anche 5.000 euro al metro quadro.
Ma non è tutto. La Procura di Macerata sta indagando sulle condizioni dei lavoratori. Uno di loro ha detto a Roberta Rei che "Nessuno di noi ha mai avuto il casco o i guanti, ed eravamo pagati in nero". Per ricevere il compenso ogni operaio doveva avere due carte ricaricaribili. In una veniva caricato lo stipendio, nell’altra gli straordinari. Gli operai raccontano alla Rei di aver visto cifre altissime che nulla c’entravano con gli straordinari e ipotizzano tentativi di riciclaggio. Anche su questo sta indagando la Procura. Roberta Rei è andata a chiedere conto proprio al presidente del consorzio Arcale Giorgio Gervasi, all’assessore responsabile della Regione Marche e ad Angelo Borrelli, capo della Protezione civile
“Ci sentiamo sballottati a destra e a sinistra, ci trattano come animali”, ha detto uno sfollato alla Iena. “Ci sentiamo presi in giro, da tutti quanti”, ha aggiunto un terremotato.
Fonte: iene.mediaset 13 11.2018

venerdì 2 settembre 2016

Case prefabbricate in legno: costi, benefici e normative..

Immagine di anteprima per: Costi, benefici e normative delle case prefabbricate in legno

Quali sono i benefici di una casa prefabbricata in legno? 


Questi prefabbricati rappresentano una soluzione costruttiva moderna e affidabile, una valida alternativa ai tradizionali sistemi in muratura. Il mercato di queste case sta conoscendo una lenta ma continua crescita, anche nel settore dell’usato e del chiavi in mano. 
Le case prefabbricate in legno sono particolarmente apprezzate perché considerate case “green”, hanno infatti un impatto ambientale praticamente nullo, e permettono di conseguire un forte risparmio energetico. Risparmio realizzabile grazie alle tecniche di costruzione che vedono l’utilizzo di pareti termoisolanti e l’inserimento di impianti di energia rinnovabile, come gli impianti fotovoltaici, le stufe a pellet.
Parlando di costi e spese preventivate, è utile sottolineare una forte differenza fra le due edilizie. Le case in legno si realizzano con poche settimane di lavori in cantiere, per questa tipologia di edifici è sufficiente assemblare gli elementi già precedentemente costruiti.
Tutti i tempi, e i collegati costi, tipici di una tradizionale costruzione di edifici in muratura si riducono così enormemente. Costi che hanno l’ulteriore pregio di non subire variazioni in corso d’opera, sono tendenzialmente fissi; in quanto precedentemente concordati. Il vostro consuntivo finale non lieviterà come in genere accade per le costruzioni in muratura.
Il materiale di costruzione delle case prefabbricate in legno rappresenta, infine, indubbiamente un’altro punto a favore. Oltre a permettere un’ottima coibentazione termoacustica, il legno è molto resistente in presenza di fenomeni sismici dato che è costituito da una fibra elastica che modifica la sua forma ma non subisce troppe alterazioni. Garantisce perciò in queste situazioni di pericolo un livello di sicurezza e stabilità veramente ottimo. 


Sono previsti incentivi e bonus fiscali per la costruzione di case prefabbricate in legno?
Purtroppo no. Non sono previsti incentivi e bonus fiscali per la costruzione di case prefabbricate in legno, a prescindere dal materiale utilizzato, assenza che si giustifica con l’inasprimento delle normative in materia di risparmio energetico degli edifici preesistenti. La premialità può essere prevista solo in ambito locale (regionale o comunale) e solitamente è limitata a bonus di cubatura a fronte di classi energetiche di eccellenza, superiori ai limiti delle leggi nazionali in materia.
Gli unici bonus previsti a livello nazionale al momento si rivolgono ad interventi su edifici già esistenti, si rivolgono in particolare ad opere di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica degli edifici, incentivi previsti con il D.L. 63/2013 inserito nella legge di stabilità 2014 e confermati tutt'ora. 

Esiste una normativa per le case prefabbricate in legno?
Qualsiasi opera edilizia, che sia in muratura o in legno, prefabbricata o non, è sottoposta alla normativa edilizia e urbanistica vigente. Non sono previste deroghe alle regole generali specificamente rivolte alle case prefabbricate in legno.
Regole universalmente applicabili che prevedono la richiesta del Permesso di Costruire o la presentazione di una DIA (Denuncia di Inizio Attività) al Comune redatta da un tecnico abilitato (Geometra, Architetto, Ingegnere). Regole generali, o meglio Regolamento Edilizio, che ogni Comune stabilisce autonomamente; le normative quindi varieranno in base al luogo in cui l’opera dovrà essere realizzata.

La soluzione ideale per il raggiungimento di un alto livello di risparmio energetico
Il legno è un materiale edile naturale, rinnovabile e che garantisce un eccellente isolamento termico sia estivo sia invernale. Grazie all'efficienza energetica delle case in legno potete risparmiare moltissimo sulla bolletta, volendo dare una cifra, con le case in lengo potete risparmiare fino all’80% sul consumo annuale di un’abitazione. Ovvero un valore che tende al raggiungimento di quel livello zero fissato dall’Unione Europea, per i futuri costruttori di case private e pubbliche, con la direttiva Europea 2010/31/CE.

casa prefabbricata

Permessi e pratiche burocratiche delle case prefabbricate in legno.
Molti pensano che non siano richiesti molti permessi e pratiche burocratiche per le case prefabbricate in legno. In realtà, se l’edificio in questione è destinato ad uso abitativo, necessita di una concessione edilizia come tutte le altre case. Sarà necessario perciò affidarsi ad un geometra, architetto (o ingegnere) per il progetto, le relazioni tecniche e tutto quello previsto per la concessione nel comune di pertinenza. Così come per le case in muratura che per quelle in legno vale, l’obbligo di non costruire su terreni agricoli o soggetti al vincolo paesaggistico. 

Qual è il costo delle case prefabbricate in legno al mq? Quanto può lievitare durante i lavori?
Ad oggi le costruzioni in legno che si basano su pareti intelaiate, a basso consumo, hanno costi per l’acquirente finale che oscillano da una soglia minima di 1250 euro a 1800 euro al metro quadro chiavi in mano, con una media che si attesta sui 1400-1500 euro. Il prezzo delle case prefabbricate in legno ovviamente dipende strettamente dai tanti fattori qualitativi che è possibile personalizzare. 
Escluso il terreno e gli oneri inerenti il suo acquisto, le voci da considerare per un preventivo sono davvero tante e differenti, una lista di spese ulteriori che può incidere anche per il 30% sul costo finale delle case prefabbricate e di cui è bene tenere conto:

• Opere da impresa: realizzazione della platea in cemento armato su cui viene ancorata la casa prefabbricata in legno, realizzazione di un eventuale interrato, costruzione di muretti , recinzioni, cancelli o pensiline, costruzione di vie d’accesso o vialetti o marciapiedi attorno allo stabile, gli allacciamenti alle reti pubbliche di luce, gas-metano e telefono;

• Spese tecniche: sono costituite da vari aspetti come spese per il progetto esecutivo, direzione lavori, coordinamento per la sicurezza sia in fase di progettazione sia in fase di esecuzione dei lavori, direzione dei lavori in cemento armato, relazione del geologo,certificazione energeticacertificazione acustica, collaudo delle strutture. 
Prestazioni che in parte possono essere svolte da uno stesso tecnico, mentre per le rimanenti è necessario rivolgersi a più figure professionali specializzate, per esempio un geologo o un ingegnere. E’ bene richiedere al tecnico sempre un preventivo dettagliato e calcolare quale sia l’Iva da aggiungere a tale spesa e ricordarsi che in genere essa è una spesa aggiuntiva, quasi mai detraibile a livello di tasse;

• Spese accessorie ed imprevisti vari ne fanno parte tutte quelle spese aggiuntive che sicuramente nel corso del tempo si vanno a sommare alle precedenti, ad esempio eventuali bolli non preventivati, permessi in più da richiedere, altre certificazioni da ottenere. Si possono considerare in questa voce tutta una serie di altre spese necessarie come quelle per il trasloco se ci si rivolge a una ditta specializzata, spese di affitto se l’appartamento vecchio si è venduto prima che finissero i lavori della nuova casa, apertura di nuove utenze per i contatori, spese per un eventuale mutuo o per la fideiussione, acquisto dei mobili nuovi, ecc.
Una volta contabilizzati tutti preventivi per case prefabbricate in legno, l’esborso economico non aumenterà in corso d’opera. Un pregio universalmente riconosciuto alle case prefabbricate in legno è per l’appunto quello del “prezzo certo”. Il principio consiste nel partire da un costo minimo a cui è possibile aggiungere gli accessori desiderati, sino a giungere ad una completa personalizzazione del prodotto. Accordi e preventivi definiti nel dettaglio precontrattualmente, ovvero acquirente che si troverà a firmare un contratto pressoché blindato e che lo garantirà sulla cifra che poi effettivamente dovrà versare.

Manutenzione e garanzia delle case prefabbricate in legno.
Il legno è un materiale che è necessario sottoporre ad importanti interventi che ne prolunghino la vita e la stabilità, ma anche la bellezza. In genere le aziende che hanno costruito la casa in legno consegnano al cliente un libretto di manutenzione in cui sono annotate tutte le modalità di intervento per una corretta manutenzione e garanzia delle case prefabbricate in legno. Particolare rilievo viene dato al trattamento delle parti lignee dell’edificio con prodotti appositi, vernici o tutte le altre soluzioni utilizzabili per combattere l’azioni di alcuni insetti, per contrastare la comparsa di muffe e l’insorgere di incendi.
Tra i vari interventi tipicamente da effettuare è possibile elencare: la cura delle facciate, la manutenzione dei serramenti, il controllo della copertura dell’abitazione, la manutenzione di parti sporgenti del tetto, tettoie e porticati.
Prima di procedere ai lavori verifica se gli interventi sono conseguenti ad esigenze personali o a regolare manutenzione, oppure se siano dovuti a problemi costruttivi o progettuali. In quest’ultimo caso infatti ricorda che le aziende produttrici e costruttrici dei prefabbricati convenzionalmente offrono per i loro prodotti una garanzia a trent'anni, nonostante la presenza di un obbligo legislativo che prevede, per qualsiasi tipo di costruzione, una garanzia di "soli" dieci anni. A riconferma del fatto che le case prefabbricate in legno non sono casette mobili o smontabili, come alcuni credono, ma veri e propri edifici costruiti per durare negli anni, per essere abitati e per offrire tutti i comfort di cui si necessita.
E’ altrettanto importante ricordare che eventuali danni conseguenti ad un uso improprio dell’edificio e delle sue parti non rientrano di fatto nella tutela della garanzia offerta dall’azienda costruttrice. Perciò, saranno imputabili esclusivamente al proprietario della casa che non ha effettuato, o solo superficialmente, le necessarie opere di manutenzione.

Sicurezza e stabilità: 2 grandi pregi delle case prefabbricate in legno.

sicurezza prefabbricati

Oggi le case prefabbricate in legno sono realizzate con un legno di ottima qualità, solitamente proveniente dalle foreste di conifere, legno massiccio a cui si aggiungono supporti in acciaio o ferro per contribuire a migliorare l’impalcatura, ovvero la sicurezza e stabilità delle case prefabbricate in legno, infatti le case in lengo sono anche antisismiche. Si procede operativamente realizzando in primis la struttura portante, dopodiché le pareti vengono realizzate con dei pannelli che si accostano facilmente e si assemblano con estrema praticità. Oltre al sistema di pareti a telaio, si trova anche quello in XLAM (utilizzata per esempio da Prohouse) che permettono di realizzare edifici molto robusti che possono arrivare fino ad un altezza oltre i 10 piani.

Case prefabbricate in legno: difetti e rischi potenziali 
La costruzione di un edificio in bioedilizia può comportare problematiche sia di tipo strutturale, connesse alla progettazione e costruzione, sia di tipo tecnico, vale a dire legate alla tipologia di materiale usato in quanto derivanti dalle caratteristiche intrinseche del legno.
Tanti sono i difetti e i rischi potenziali elencabili tipici delle case prefabbricate in legno. Uno fra tutti consiste nella difficoltà di ripensamenti in corso d’opera; il montaggio della casa prefabbricata in legno è manutenzione fondamentalmente su misura, nel senso che i pannelli sono tutti già stati tagliati e preparati per l’assemblaggio secondo il progetto originario. A ciò si aggiunge il fatto che tutte le pareti di questi edifici sono portanti e quindi realizzare modifiche ad uno step successivo è un’impresa molto complicata.
I rischi potenziali di una casa prefabbricata in legno sono sostanzialmente tutti legati al materiale di costruzione: vi è il rischio legato al pericolo di incendio, quello connesso al deterioramento del materiale in seguito all’attacco da parte di insetti e i danni causabili dall’umidità.
Con riferimento al primo rischio, il legno è generalmente considerato come un materiale altamente infiammabile, ed in effetti il pericolo di incendi non è irreale. Ma se trattato correttamente, ovvero con le sostanze ignifughe o comunque con materiale che ritarda la propagazione della fiamma, questo pericolo può essere allontanato se non completamente scongiurato. 
Il legno è indubbiamente attaccabile dagli insetti, non a caso per proteggere le case prefabbricate in legno dall’attacco degli insetti xilofagi ormai tutti i fornitori di pannelli si sono prevenuti con adeguati sistemi difensivi fin dalla fase di lavorazione del legno. 
Il rischio legato all’umidità dell’aria è il più legato alla zona geografica in cui verrà costruita la casa in legno, in generale è bene prevedere un isolamento a cappotto il cui spessore e la cui composizione vanno valutati e scelti in base appunto alle caratteristiche meteoreologiche del territorio. Non a caso gli interventi di isolamento cappotto sono così diffusi in Nord Italia.

Case prefabbricate in legno chiavi in mano.
La casa prefabbricata in legno chiavi in mano è la soluzione completa, pronta per essere abitata e non a caso anche la più costosa. La soluzione ideale per chi desidera un’abitazione nuova in tempi rapidi: per la sua costruzione servono intorno ai tre mesi.
I prezzi delle prefabbricate chiavi in mano si possono calcolare soltanto indicativamente poiché ogni utente ha le sue necessità, i suoi obiettivi, i suoi gusti estetici. Esistono anche soluzioni non complete, solo con le mura o già con le divisioni interne e i pavimenti che costano un po' meno.

Esistono case prefabbricate in legno usate sul mercato?
La produzione delle case prefabbricate in legno viene fatta in genere in Austria e Germania o nei paesi dell’Est Europa ed è proprio qui che si registrano volumi di compravendita case prefabbricate in legno maggiori. In Italia il mercato è ancora giovane, nonostante ciò stanno sempre più emergendo negozi specializzati che propongono l’acquisto di case usate a costi molto interessanti. In particolare questo tipo di mercato riguarda le case prefabbricate in legno, di tipo mobile, ovvero quelle che è possibile smontare e riassemblare.
 Al momento della scelta è molto importante prestare attenzione alle condizioni delle strutture, del tetto e degli infissi. Da controllare ancora più dettagliatamente , inoltre, è lo stato di conservazione degli isolanti, assicurarsi che il cappotto risulti integro così come anche il manto di copertura ed, infine, che non siano presenti tarli, termiti, formiche, crepe o muffe sia internamente che esternamente all’edificio.


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domenica 20 settembre 2015

UNA CASETTA DA 18MQ COSTRUITA CON 2.000 EURO.

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Siete amanti delle mini-abitazioni o avete un budget molto limitato per acquistare casa? Niente paura! Dagli States arriva una soluzione low cost su misura: un’abitazione di 18 mq suddivisa in due piani che costa appena 2.000 euro, a patto, tuttavia, che siate voi stessi a costruirla.
La mini-casa, che è in grado di ospitare fino a 6 persone, potrebbe rappresentare la soluzione ideale per coloro che desiderano vivere in campagna. L’alloggio si suddivide in un piano terra in cui sono collocati la cucina, il living room e il bagno e in uno soppalcato in cui si trova la camera da letto e lo studio. Anche se in scala ridotta questa piccola casa, che è davvero alla portata di tutte le tasche, è dotata di ogni confort!
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Impianto elettrico e riscaldamento
L’alimentazione elettrica si ottiene in un duplice modo: da una parte la mini-casa sfrutta l’energia solare e, dall’altra, l’energia eolica per un totale di 980 watt, in grado di garantire l’illuminazione dell’appartamento e di alimentare tutti i dispositivi elettronici della casa (il frigorifero, la pompa dell’acqua, il pc, la tv, ecc.)
Il riscaldamento, invece è assicurato da un sistema a gas GPL, cui è possibile sostituire una stufa a legna.
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Una chance per le famiglie a basso reddito
Il mini-appartamento economico, progettato negli Stati Uniti, è stato lanciato sul mercato del Canada, del Messico e dell’Alaska, dove ha già riscontrato un discreto successo. In questo periodo di forte crisi economica in cui la casa di proprietà è una chimera e i fitti sono sempre più onerosi, questa soluzione abitativa rappresenta una buona chance per le famiglie che non hanno troppi soldi a disposizione. Ci sono altri modelli disponibili.
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Autocostruzione edilizia: di cosa si tratta?
In architettura per autocostruzione edilizia si intende l’insieme delle tecniche e delle strategie che consentono di sostituire con operatori dilettanti, ovvero i proprietari degli alloggi, i professionisti di una impresa edile.
Gli operatori dilettanti, supportati da operai e tecnici qualificati, sono messi nelle condizioni di costruire in maniera autonoma il proprio appartamento. In altri termini il cantiere risulta autogestito dai proprietari delle case, ma è costantemente monitorato da personale tecnico abilitato.
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Quello dell’autocostruzione edilizia è un trend in forte espansione in Europa e, in taluni Paesi, è anche regolamentata da specifiche leggi. In Italia, tuttavia, i pochi progetti di autocostruzione edilizia assistita che hanno preso piede, non sono mai stati portati a termine. Si pensi, ad esempio, al piano “Un Tetto per Tutti” promosso nel 2004 da Alisei ONG e Innosense Consulting. Tutte le soluzioni di queste tipologie di case qui.