Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 4 novembre 2025
SCOPERTE MISTERIOSE TOMBE, CIRCOLARI, IMPONENTI E UNITE LUNGO IL PENDIO. HANNO CIRCA 2200 ANNI.
sabato 5 ottobre 2024
Il teletrasporto è realtà. Nel mondo dei quanti. - Alessandro Zavatta
A spiegare il funzionamento e le possibili future applicazioni pratiche di questo processo, che si verifica nel mondo microscopico degli atomi e delle molecole, è Alessandro Zavatta dell'Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche.
Con le parole “Beam me up, Scotty” il capitano Kirk, nella celebre serie televisiva Star Trek, ordinava all’ingegnere capo Scott, addetto al teletrasporto, di trasferirlo su qualche pianeta remoto dell’Universo. Insieme ai superpoteri dei personaggi della Marvel, questo è quello che ci viene alla mente non appena si pronuncia la parola teletrasporto, cioè un modo per trasferire cose o persone da un punto a un altro dello spazio con effetto immediato, senza percorrere la distanza che li separa.
Purtroppo tale modalità di trasferimento è a oggi una possibilità che rimane solo nel mondo delle fiction e dei cartoni animati per i più piccoli. Nonostante ciò, il teletrasporto è una realtà concreta nel mondo microscopico, cioè in quello fatto di particelle fondamentali, atomi e molecole, che è governato dalle leggi della meccanica quantistica. Qui ogni elemento, o sistema, viene decritto da uno stato quantistico ben preciso, che ne racchiude tutta l’informazione e segue leggi che a volte ci appaiono controintuitive e in contrasto con la fisica classica.
Nel teletrasporto quantistico non si trasferisce materia, ma quello che in gergo viene chiamata la “funzione d’onda”, ovvero l’informazione che descrive esattamente in quale stato si trova una particella o, più in generale, un sistema fisico. È proprio questa funzione d’onda a raccogliere tutta l’informazione possibile che viene utilizzata per ricostruire altrove quella particella o quel corpo con le stesse caratteristiche di quello iniziale.
Alla base del fenomeno del teletrasporto si ha l’effetto a distanza che si manifesta fra due particelle quantisticamente correlate o intrecciate, dette “entangled”; questo effetto, evidenziato per la prima volta in un celebre articolo firmato da Einstein, Podolsky e Rosen nel 1935, rappresenta una delle tante peculiarità del mondo quantistico. L’“entanglement”, consiste proprio nell’“intreccio” inestricabile di due o più particelle, le cui proprietà non possono più essere descritte singolarmente: due particelle entagled si comportano come se fossero tutt’uno, anche se si trovano molto distanti l’una dall’altra.
Consideriamo il caso in cui Alice desideri teletrasportare una particella all’amico Bob, che si trova a grande distante da lei. La particella posseduta da Alice viene distrutta per essere “ricreata” da Bob, ottenendo così una particella con le stesse proprietà di quella iniziale. Tutto ciò può avvenire, in maniera non istantanea, grazie alla condivisione di una coppia di particelle intrecciate, a un canale di comunicazione classico, come internet o il telefono, e a patto che Alice non conosca lo stato della particella da teletrasportare.
Ma se le cose stanno così, il teletrasporto quantistico può avere applicazioni pratiche? Certamente sì. Il teletrasporto è un protocollo della teoria dell’informazione quantistica che sta alla base delle tecnologie del futuro. In particolare, è un fenomeno ampiamente utilizzato all’interno del computer quantistico che, in un futuro non molto lontano, sarà in grado di risolvere problemi attualmente impossibili da affrontare da un normale computer. Inoltre, il teletrasporto quantistico è un buon candidato come protocollo di comunicazione per una rete Internet quantistica. Questa nuova rete garantirà la comunicazione fra sensori, simulatori e computer quantistici creando nuove applicazioni, dalla sicurezza delle comunicazioni allo studio di nuovi medicinali o materiali, fino al monitoraggio ambientale su larga scala.
A livello di ricerca, i primi esperimenti pionieristici di teletrasporto quantistico furono condotti a Roma e a Vienna nel 1997, utilizzando fotoni. In entrambi i casi, i ricercatori riuscirono a teletrasportare a distanza le informazioni quantistiche riproducendo esattamente lo stato di un fotone. Più di recente, lo stesso schema è stato realizzato su grandi distanze mediante un satellite messo in orbita con a bordo una sorgente di fotoni entangled. Ulteriori passi avanti hanno permesso di teletrasportare lo stato di un atomo di itterbio a un secondo atomo identico che si trovava a un metro di distanza.
Il Cnr è particolarmente attivo in questo campo di ricerca grazie alle attività dell’Istituto nazionale di ottica, che negli anni è diventato un’eccellenza nazionale, con innumerevoli contributi apparsi sulle più importanti riviste scientifiche internazionali riguardanti l’ottica quantistica e le comunicazioni quantistiche.
Fonte: Alessandro Zavatta, Istituto nazionale di ottica, e-mail: alessandro.zavatta@ino.cnr.it
https://almanacco.cnr.it/articolo/5419/il-teletrasporto-e-realta-nel-mondo-dei-quanti
sabato 28 settembre 2024
Tolstoj, Dostoevskij e Cechov. - Guendalina Middei
giovedì 15 febbraio 2024
«L’ignorante sa molto. L’intelligente sa poco. Il saggio non sa niente, ma l’imbecille sa sempre tutto». - Guendalina Middei
giovedì 26 ottobre 2023
I russi sono matti? - Professor X - G. Middei
domenica 15 ottobre 2023
Il liceo classico? È inutile ormai, non serve più a nulla. Chi lo difende è un classista. - Professor X - G. Middei
In questi giorni sui giornali non si parla d’altro: sono sempre meno i ragazzi iscritti al classico. Proprio ieri ho letto su Repubblica un articolo che parla degli studenti che preferiscono lo scientifico «soft» al liceo classico. Il merito? L’aver eliminato lo studio del latino. A quanto pare oggi «modernizzare e riformare la scuola» significa eliminare dai programmi tutte quelle materie difficili, impegnative, che stressano inutilmente i ragazzi insomma.
Ecco, fateci caso, oggi quando si parla del latino, del greco, della filosofia, c’è sempre qualcuno che obietta: certo, sono cose interessanti, ma sono davvero utili? Non è più utile in fondo insegnare a un ragazzo un mestiere? Ma indovinate un po’? I classisti, i veri classisti sono loro. Perché non c’è niente di più antiquato e classista che dire questo: insegniamo a un ragazzo un mestiere. Gioverebbe a questi fautori del modernismo, ripassare un po’ di storia.
Sapete cosa dicevano gli intellettuali del XIX? Che se ne fa il popolo della letteratura, della storia? Meglio mandarli a bottega, insegnare loro un mestiere, almeno avranno di che campare. E a cosa serve in fondo a una donna, si domandavano altri, avere un’istruzione? Sarà utile per trovarle un buon marito? No, certo che no, insegniamo loro a cantare, a danzare, insegniamo loro l’arte della conversazione, del disegno e del ricamo, non sia mai che si mettano a leggere e poi pensino di essere “intelligenti come un uomo”.
Ecco, sarebbe davvero opportuno oggi prestare un po’ più di attenzione a tutte quelle materie “inutili” come il latino, la storia e la letteratura, ma forse hanno ragione loro, forse non è opportuno educare in questo modo i ragazzi. Non sia mai che poi capiscano da soli che quando il sistema dice loro: imparate un mestiere, non ha a cuore i loro interessi.
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Carissimi, è appena uscito «Intervista con un matto», il mio nuovo romanzo. Se volete leggerlo anche voi e scoprire di cosa parla, potete leggerne un estratto gratuito qui (andando su Kindle): https://www.amazon.it/Intervista-matto.../dp/883205597X/
#istruzione #scuola #latino #letteratura
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domenica 13 agosto 2023
ProfessorX - G.Maddei
«Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una bambina, avrai una una donna, una famiglia, una società istruita.»
Rita Levi Montalcini aveva ragione. Però oggi in nome dell’istruzione e del femminismo si vuole riscrivere la nostra cultura, perché i classici e le fiabe del passato sono «maschilisti, medievali, anti femministi». Ma sapete una cosa? Nei classici e nelle fiabe del passato, se li leggete con attenzione, scoprirete una cosa che a questi progressisti di oggi è sfuggita: sono le donne le vere eroine di queste storie, le donne salvano gli uomini e non il contrario!
Ricordate la Divina Commedia? Parla di un uomo che compie un viaggio nell’inferno, nel purgatorio e nel paradiso. Di un uomo che si trova, nel mezzo del cammin della vita, ad attraversare una «selva oscura». Ma il vero protagonista della Divina Commedia non è Dante ma Beatrice. Beatrice salva Dante; è lei che che lo conduce in Paradiso, perché per quest’autore che vi hanno descritto come antiquato, è la donna a salvare l’umanità intera.
Lo stesso vi dirà Dostoevskij: Sonja salva Raskolnikov in Delitto e castigo, ricordandogli cioè che la vera forza dell’uomo è una soltanto: l’amore. Se prendete in mano un classico o un libro di fiabe, troverete sempre la figura di una donna, di una confidente, di una madrina che sostiene l’eroe e lo salva. Com’è possibile allora che questi luminari della cancel culture non lo abbiano capito?
Vedete, leggere e saper leggere non sono la stessa cosa. Guardare e vedere non sono la stessa cosa! Se non sai interpretare, se proietti sul passato i tuoi preconcetti, tu non stai leggendo. Non stai guardando. A me fanno ridere coloro che dicono: «non è moderno!» Il libro più antico di tutti, l’Epopea di Gilgamesh, risale a quattromila anni fa! Vi troverete usanze, costumi e modi di parlare lontanissimi dai nostri, però quando Gilgamesh piange la morte del suo amico Enkidu, quando si domanda «perché c’è la morte?», il suo dolore è identico al nostro. Oggi il vero problema è che la gente non sa guardare: nella società della superficialità vedono soltanto le apparenze e non la sostanza.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici, con un senso di commozione vi comunico che il mio romanzo Clodio è alla sua ultima ristampa. Se vi piacciono la storia e la filosofia, vi lascio il link per leggerne un estratto gratuito: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#cultura #letteratura #scuola #istruzione
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venerdì 20 novembre 2020
IO VI ACCUSO. - Marco Galice
Queste mie parole non cambieranno niente, ma spero in una condivisione di indignazione che possa diffondersi più di una pandemia.
Barbara D’Urso, Maria De Filippi, Alfonso Signorini, Alessia Marcuzzi e tutta la schiera della vostra bolgia infernale… io vi accuso.
Vi accuso di essere tra i principali responsabili del decadimento culturale del nostro Paese, del suo imbarbarimento sociale, della sua corruzione e corrosione morale, della destabilizzazione mentale delle nuove generazioni, dell’impoverimento etico dei nostri giovani, della distorsione educativa dei nostri ragazzi.
Voi, con la vostra televisione trash, i vostri programmi spazzatura, i vostri pseudo spettacoli artefatti, falsi, ingannevoli, meschini, avete contribuito in prima persona e senza scrupoli al Decadentismo del terzo millennio che stavolta, purtroppo, non porta con sé alcun valore ma solo il nulla cosmico.
Siete complici e consapevoli promotori di quel perverso processo mediatico che ha inculcato la convinzione di una realizzazione di sé stessi basata esclusivamente sull’apparenza, sull’ostentazione della fama, del successo e della bellezza, sulla costante ricerca dell’applauso, sull’approvazione del pubblico, sulla costruzione di ciò che gli altri vogliono e non di ciò che siamo.
Questo è il vostro mondo, questo è ciò che da anni vomitate dai vostri studi televisivi.
Avete sdoganato la maleducazione, l’ignoranza, la povertà morale e culturale come modelli di relazioni e riconoscimento sociale, perché i vostri programmi abbondano con il vostro consenso di cafoni, ignoranti e maleducati. Avete regalato fama e trasformato in modelli da imitare personaggi che non hanno valori, non hanno cultura, non hanno alcuno spessore morale.
Rappresentate l’umiliazione dei laureati, la mortificazione di chi studia, di chi investe tempo e risorse nella cultura, di chi frustrato abbandona infine l’Italia perché la ribalta e l’attenzione sono per i teatranti dei vostri programmi.
Parlo da insegnante, che vede i propri alunni emulare esasperatamente gli atteggiamenti di boria, di falsità, di apparenza, di provocazione, di ostentazione, di maleducazione che diffondono i personaggi della vostra televisione; che vede replicare nelle proprie aule le stesse tristi e squallide dinamiche da reality, nella convinzione che sia questo e solo questo il modo di relazionarsi con i propri coetanei e di guadagnarsi la loro accettazione e la loro stima; che vede lo smarrimento, la paura, l’isolamento negli occhi di quei ragazzi che invece non si adeguano, non cedono alla seduzione di questo orribile mondo, ma per questo vengono ripagati con l’emarginazione e la derisione.
Ho visto nei miei anni di insegnamento prima con perplessità, poi con preoccupazione, ora con terrore centinaia di alunni comportarsi come replicanti degli imbarazzanti personaggi che popolano le vostre trasmissioni, per cercare di essere come loro. E provo orrore per il compiacimento che trasudano le vostre conduzioni al cospetto di certi personaggi.
Io vi accuso, dunque, perché di tutto ciò siete responsabili in prima persona.
Spero nella vostra fine professionale e nella vostra estinzione mediatica, perché solo queste potranno essere le giuste pene per gli irreparabili danni causati al Paese.
Marco Galice
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giovedì 25 giugno 2020
Tutte le proposte del Piano: treni, green e meno contanti. - Patrizia De Rubertis

giovedì 20 febbraio 2020
Fiori per i riti funebri dei Neanderthal. -

Ricostruzione artistica di una cerimonia di sepoltura dei Neanderthal (fonte: Karen Carr)

I resti degli uomini dei Neanderthal nella grotta di Shanidar
(fonte: Graeme Barker)
Grotte come cimiteri, lo indica una nuova sepoltura.
I Neanderthal continuano a sorprendere: un fossile di 70.000 anni fa scoperto nel Kurdistan iracheno, nella grotta di Shanidar già nota per i resti di altri Neaderthaliani, contiene la testimonianza che i riti funebri comprendevano dei fiori. La stessa grotta aveva la funzione di un cimitero. La scoperta è frutto di un rocambolesco scavo archeologico cominciato nel 2014, interrotto poco dopo a causa degli attacchi dell'Isis e ripreso nell'anno successivo. Pubblicato sulla rivista Antiquity, il risultato si deve agli archeologi coordinati da Graeme Barker, dell'università britannica di Cambridge."Negli ultimi anni abbiamo avuto prove crescenti che i Neanderthal erano più sofisticati di quanto si pensasse, dai disegni nelle caverne, all'uso di conchiglie a scopo decorativo", rileva la prima autrice dello studio, Emma Pomeroy dell'università di Cambridge. "Se gli uomini di Neanderthal usavano la grotta di Shanidar come sito per il rito sepolcrale dei loro morti, questo - ha aggiunto - suggerisce una complessità culturale di alto livello".
La grotta di Shanidar è nota dagli anni '50, quando l'archeologo americano Ralph Solecki scoprì resti di dieci fra uomini, donne e bambini di Neanderthal. Alcuni erano raggruppati e uno degli scheletri era circondato di polline. Solecki affermò che questo mostrava che i Neanderthal seppellivano i loro morti e avevano riti funebri nei quali usavano fiori. La "sepoltura dei fiori" in particolare aprì una lunghissima controversia sul fatto che questi uomini primitivi fossero davvero capaci di tali raffinatezze culturali.
Più di 50 anni più tardi gli archeologi sono ritornati a scavare nella grotta e hanno scoperto il cranio e le ossa del tronco quasi completo di un altro Neanderthal. Le prime analisi suggeriscono che è un adulto di mezza età ma ancora non è stato determinato il sesso.
Quattro dei Neanderthal, tra cui la "sepoltura dei fiori" e l'ultima scoperta, sono raggruppati e questo secondo gli esperti solleva la questione se gli uomini di Neanderthal tornassero nello stesso punto nella grotta per interrare i loro morti.
https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ragazzi/news/2020/02/18/fiori-per-i-riti-funebri-dei-neanderthal-_7155928f-b180-4765-bd0e-cead27479235.html
lunedì 2 dicembre 2019
Noam Chomsky e Pepe Mujica insieme in un documentario che lancia un messaggio importante alle nuove generazioni. - Francesca Biagioli

Come ha dichiarato il regista:
”È un messaggio bellissimo e urgente per l’umanità. Esplora l’amore, la vita, la libertà, il potere e le principali sfide del 21° secolo insieme a due personaggi straordinari che non si erano mai incontrati prima. Le giovani generazioni hanno ereditato il più grave pericolo e la responsabilità di tutta la storia umana. Oggi, il collasso ecologico, economico, politico e sociale della nostra insostenibile civiltà sembra imminente. Pertanto, le nuove generazioni devono realizzare un cambiamento globale radicale nei prossimi decenni; ma come? Questo progetto cerca di rispondere a questa domanda, semplicemente perché è la domanda più importante del momento”
giovedì 10 ottobre 2019
Civiltà degli Olmechi.

queste teste colossali si trovano nel parco di la Venta e forse rappresentano re o sacerdoti
Gli Olmechi erano un’antica civiltà precolombiana che viveva nell’area tropicale dell’odierno Messico centro-meridionale, approssimativamente negli stati messicani di Veracruz e Tabasco sul Istmo di Tehuantepec. La civiltà olmeca fiorì durante il periodo formativo (Preclassico) mesoamericano, estendentesi approssimativamente dal 1400 a.C. al 400 a.C. Gli Olmechi costituirono la prima civiltà mesoamericana e stabilirono le fondamenta delle culture successive. Esistono prove che gli Olmechi praticassero il sacrificio umano e praticassero un primitivo gioco con la palla (gioco della pala mesoamericano), caratteristiche di tutte le successive culture. L’influenza culturale olmeca fu molto ampia, tanto che opere d’arte di questa civiltà sono state trovate anche a EL Salvador Questo popolo ebbe il predominio nella sua area da circa il 1200 a circa il 400 A. C. e da molti è considerata la cultura madre di tutte le successive civiltà mesoamericane.

