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lunedì 4 dicembre 2017

Peculato, arrestati il professore dell'università Nivarra e un legale.

docente diritto e avvocato arresto palermo, Palermo, Cronaca


PALERMO. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo hanno arrestato per peculato e falso Luca Nivarra, professore ordinario di diritto privato presso l'Università degli Studi di Palermo, e Fabrizio Morabito, avvocato, e sequestrato beni per 160mila euro. Entrambi sono ai domiciliari come disposto dal gip Nicola Aiello.
Nivarra, ordinario di diritto privato ed ex presidente dell’Accademia di Belle arti di Palermo, coinvolto anche nel caso Saguto. E' accusato di truffa e falso in concorso con l’amministratore giudiziario Walter Virga, che sulla carta lo avrebbe incaricato di svolgere una serie di consulenze legali per la gestione del patrimonio Rappa.
L'indagine, coordinata dalla procura guidata da Francesco Lo Voi, è scaturita dagli esiti di una consulenza tecnica d'ufficio, disposta dal Tribunale Civile di Palermo, nell'ambito di un procedimento promosso dagli eredi di una persona defunta.
Dopo la morte dell'uomo, nel 2004, il Tribunale di Palermo aveva nominato Nivarra amministratore provvisorio di un ingente patrimonio immobiliare che il defunto, con testamento pubblico, aveva destinato alla costituzione di una fondazione a suo nome.
Nell'espletamento del suo incarico, il docente è stato coadiuvato e successivamente (nel marzo 2014) sostituito dall'avvocato Morabito. A settembre del 2014, il Tribunale civile di Palermo ha annullato il testamento pubblico per incapacità di intendere e di volere del testatore, disponendo la devoluzione del patrimonio ai legittimi eredi.
Dalle indagini, è emerso che il docente e il legale, in relazione al loro incarico di amministratori giudiziari dei beni facenti parte dell'eredità, e, quindi, pubblici ufficiali, si sono appropriati di consistenti somme di denaro derivanti dagli incassi dei canoni di locazione degli immobili dell'amministrazione provvisoria, di cui avevano la disponibilità.
Nivarra, nel corso degli anni, ha presentato al Tribunale di Palermo delle relazioni false, con informazioni e dati finanziari relativi alla gestione provvisoria dei beni del defunto non corrispondenti alla realtà, in modo tale da occultare l'ammontare degli importi indebitamente sottratti.
Morabito ha cercato di giustificare gli ammanchi di denaro rilevati dalla consulenza tecnica d'ufficio disposta dal Tribunale di Palermo, sovrastimando l'entità di alcuni crediti vantati dall'amministrazione provvisoria nei confronti di inquilini morosi. Nel 2016 Morabito ha restituito agli eredi del defunto denaro e titoli per oltre 67 mila euro, ritrovati "casualmente", a suo dire, all'interno di "16 buste" scoperte tra la documentazione relativa alla gestione provvisoria.

mercoledì 24 maggio 2017

Fondazioni e associazioni politiche, boom dopo il 2000 e ancora in crescita. In testa centrosinistra, debutta anche il M5s. - Luisiana Gaita

Fondazioni e associazioni politiche, boom dopo il 2000 e ancora in crescita. In testa centrosinistra, debutta anche il M5s

Dopo la prima edizione del 2015, l’osservatorio civico Openpolis torna a censire queste strutture nel dossier "Cogito ergo sum", non solo aggiornando i numeri ma soprattutto indagando il fitto network di collegamenti fra le circa cento strutture analizzate: “Collegamenti che non si limitano ai think tank, ma che si allargano anche a istituzioni pubbliche.”

Ne fanno parte ministri, sottosegretari, ex premier. Alcuni nomi sono ricorrenti, come nel caso dell’ex ministro Giulio Tremonti, dell’ex premier Giuliano Amato e di Franco Bassanini, più volte ministro e sottosegretario nonché attuale consigliere del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Cosa hanno in come questi politici? L’appartenenza a think tank, fondazioni e associazioni politiche, la cui crescita è ormai una realtà consolidata, fatta di una rete di legami, nomine, finanziamenti. C’è chi fa parte di più di una organizzazione e chi deve a quel ruolo anche un incarico istituzionale. Sei di queste realtà hanno al loro interno almeno due componenti dell’attuale esecutivo: dai ministri Graziano Delrio, Valeria Fedeli, Marianna Madia e Maurizio Martina (ma anche altri) al sottosegretario Maria Elena Boschi. Nel giro di due anni queste strutture sono passate da 65 a più di cento. Dopo la prima edizione del 2015, l’osservatorio civico Openpolis torna a censire queste strutture nel dossier ‘Cogito ergo sum’, non solo aggiornando i numeri ma soprattutto indagando il fitto network di collegamenti fra le circa cento strutture analizzate. “Collegamenti – si spiega nel rapporto – che non si limitano ai think tank, ma che si allargano anche a istituzioni pubbliche”. Dalle nomine di amministratori di aziende partecipate, ai casi di spoil system, fino a finanziamenti e bandi ministeriali. Nel frattempo, per colmare il vuoto normativo intorno a think tank e fondazioni politiche, nella XVII legislatura sono stati presentati vari disegni di legge, eppure i due testi presentati alla Camera e i due presentati al Senato sono tutti fermi alle Commissioni parlamentari.
QUALCHE DATO SUL FENOMENO – Il 52,94% delle strutture censite nascono come luogo di aggregazione politica o come componente di partito, ma negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio boom di queste organizzazioni, per il 93% nate dopo il 2000. I 3.026 incarichi rilevati sono ricoperti da 2.520 persone. Openpolis è riuscito a ricostruire la professione di 1.765 (il 70,04%) di loro: a fare da padrone sono i politici (592) e gli accademici (584), seguiti a distanza dagli imprenditori e dirigenti (215). Ma quando si analizzano i singoli incarichi, si scopre che delle 985 persone con incarichi dirigenziali o di rappresentanza per cui è stato possibile rintracciare la professione, il 51,88% sono politici, percentuale che sale al 67,77% nelle strutture nate per fare aggregazione politica o come componente di partito. Il 34,31% dei think tank, fondazioni e associazioni politiche sono collegate al centrosinistra mentre il 22,55% al centrodestra. A seguire le strutture di centro o liberali (il 14,71%) e quelle bipartisan (il 13,73%). Molto dietro quello di sinistra (6,86%) e di destra (5,88%). Rispetto al censimento del 2015, rientrano nell’analisi per la prima volta entità vicine al Movimento 5 stelle: Think tank group, e l’Associazione Gianroberto Casaleggio. Sul fronte trasparenza, sono 93 le organizzazioni che hanno dei canali di comunicazione attivi: il 46,25% pubblica sul sito internet lo statuto dell’associazione o fondazione. Molto pochi infatti i bilanci presenti, solamente 10 (10,75%), e ancora di meno (solo 6, il 6,45%) le strutture che decidono di pubblicare l’elenco di finanziatori e soci.
NOMINE, FINANZIAMENTI E LEGAMI TRA POLITICA E THINK TANK – Come sottolinea Openpolis “tre fenomeni emergono quando si incrociano i dati dei think tank con la sfera pubblica”. Il primo riguarda casi di spoil system: persone che fanno parte di queste strutture assieme a un determinato politico con un incarico pubblico che vengono nominate come capo del gabinetto o della segreteria particolare. L’osservatorio cita il caso di Pietro Paolo Giampellegrini, tra i fondatori della Fondazione Change, presieduta da Giovanni Toti (Forza Italia) e nominato segretario generale della giunta regionale ligure, presieduta dallo stesso Toti. Poi ci sono i finanziatori di una determinata fondazione guidata da un determinato politico, che vengono nominati in strutture pubbliche di cui è responsabile quello stesso politico. È il caso di Alberto Bianchi, presidente e finanziatore della Fondazione Openattualmente coinvolto nell’inchiesta Consip che nel maggio del 2014 è stato nominato nel Cda di Enel dal governo Renzi. Infine l’osservatorio ha registrato casi in cui “una persona appartenente ad un think tank vicino a una determinata area politica viene nominata in un organo pubblico esecutivo (come una giunta comunale) guidato da quella stessa area politica”. Massimo Colomban, tra i fondatori e massimi esponenti nel 2015 del Think Tank Group, organizzazione che vede al suo interno numerosi membri del M5s, è stato nominato nel settembre scorso assessore alle partecipate del comune di Roma dal sindaco Virginia Raggi. Si tratta di tre esempi, ma i casi sono diversi.
I MEMBRI ‘CONDIVISI’ E IL LEGAME CON IL GOVERNO – Fra le 93 organizzazioni per cui è stato possibile ricostruire un’anagrafica, 70 hanno almeno un membro condiviso con altre realtà (il 77%), mentre 19 hanno almeno 10 dei componenti anche in altre organizzazioni. In cima alla classifica Italianieuropei (con 32 membri) di Massimo D’Alema, Fondazione Italia Usa (23) presieduta dal giornalista Roberto Mostarda, Astrid (22) di Franco Bassanini, ex ministro e consigliere del premier e Aspen Institute Italia (21) dell’ex premier Giuliano Amato. Un altro tassello importante è il legame tra queste strutture e il governo: sono 19 quelle con al loro interno membri appartenenti anche al governo Gentiloni, ma sei di queste spiccano per la presenza di almeno due componenti: la Fondazione Nilde Iotti (il sottosegretario per i rapporto con il Parlamento Sesa Amici e i ministri Graziano Delrio, Valeria Fedeli e Marianna Madia)Italianieuropei (i ministri Claudio De Vincenti, Marianna Madia, Maurizio Martina, Pier Carlo Padoan), Centro studi politica internazionale (i sottosegretari Vincenzo Amendola e Sandro Gozi e il viceministro agli Esteri Mario Giro), Astrid (il sottosegretario Gianclaudio Bressa e il ministro Claudio De Vincenti), Equality Italia (il sottosegretario Benedetto Della Vedova e il ministro Roberta Pinotti), Open (il sottosegretario Maria Elena Boschi e il ministro Luca Lotti)
Un collegamento non da poco dato che i ministeri possono erogare contributi, sussidi e sovvenzioni a soggetti privati. “Finanziamenti mirati a premiare specifici progetti – si legge nel rapporto – o più in generale il tipo di attività svolto da associazioni e fondazioni”. Di fatto, tra le oltre cento strutture censite, tredici fra il 2014 al 2017 hanno ricevuto un qualche tipo di contributo economico fra i ministeri monitorati (Esteri, Istruzione, Cultura, Ambiente e Presidenza del consiglio). Guidano la fondazione istituto Gramsci, la fondazione sviluppo sostenibile e la fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII. “Esborsi leciti e dovuti – sottolinea il rapporto – ma che è giusto monitorare in casi specifici: la Fondazione De Gasperi, presieduta da Angelino Alfano, ha ricevuto nel 2016 20mila euro dal ministero degli Affari esteri, dicastero attualmente presieduto dallo stesso Alfano”.
LA RETE DI COLLEGAMENTI – Sono tredici le persone che hanno un qualche tipo di legame con almeno quattro strutture: fra loro troviamo politici, ex ministri, docenti universitari e amministratori di aziende pubbliche. Salvatore Biasco (docente ed ex deputato), Angelo Maria Petroni (docente, ed ex Cda Rai) e Giulio Tremonti (senatore, ex vice premier e ministro) sono i più ricorrenti con 5 membership diverse. Significativi anche i collegamenti tra le organizzazioni. Le più radicate nel network sono Fondazione Italia Usa, Italianieuropei, Aspen Institute Italia, Astrid e Italia decide. Non solo hanno il numero più alto di membri in altre strutture, ma anche quello di realtà ad esse collegate. Le 5 organizzazioni sono unite da 23 persone che, con incarichi diversi, sono presenti in almeno 2 di esse. Giuliano Amato, Franco Bassanini, Marta Dassù (cda Finmeccanica/Leonardo ed ex sottosegretario e viceministro esteri), Angelo Maria Petroni (docente ed ex membro cda Rai) e l’ex vicepremier Giulio Tremonti hanno un incarico in tre delle cinque strutture. Una delle poche organizzazioni che pubblica l’elenco dei propri finanziatori è la Fondazione Open, vicina all’ex premier Matteo Renzi. Attraverso i suoi finanziatori la fondazione Open è collegata ad altre 10 realtà.

sabato 28 novembre 2015

Fondazioni non bancarie, 6.220 enti che muovono 41 miliardi. In concorrenza con le associazioni di volontariato. - Ida Cappiello



La maggior parte sono piccole realtà territoriali che non fanno filantropia, cioè non finanziano progetti sociali, ma li gestiscono direttamente.

Tra le 2.700 fondazioni iscritte al cinque per mille 2015 c’è la Sa Sartiglia onlus di Oristano, costituita dal Comune sardo e da alcune associazioni di imprenditori locali, che ha per finalità l’organizzazione della Sartigliamanifestazione equestre molto amata dai cittadini che si svolge in città l’ultimo martedì di carnevale. Presieduta dal sindaco, l’ente ha un patrimonio di circa mezzo milione di euro e uno staff di dieci persone tra dipendenti e collaboratori a progetto. Ed è un esempio di che cosa sono le fondazioni italiane, la maggior parte almeno: piccole realtà territoriali che non fanno filantropia, cioè non finanziano progetti sociali, ma li gestiscono direttamente, “in concorrenza” con le associazioni di volontariatoLe grandi istituzioni filantropiche, tra cui quelle di origine bancaria, sono invece un’esigua minoranza.
Vediamo il settore dati alla mano. L’ultimo censimento disponibile, del 2011, fotografa le fondazioni come un settore in forte crescita: sono 6.220, circa il 2% di tutte le organizzazioni non profit. Nell’ultima rilevazione Istat del 2005 erano meno della metà. Quanti soldi muovono? Difficile stabilirlo in modo preciso. L’associazione di Bruxelles European Foundation Centre (Efc) ha stimato in 90 miliardi di euro il patrimonio totale delle fondazioni italiane, 49 miliardi dei quali fanno capo alle 88 ex bancarie. Dunque una patrimonializzazione piuttosto bassa, confermata da un’elaborazione dell’Istat per ilfattoquotidiano.it, secondo la quale il 70% delle fondazioni ha un patrimonio inferiore ai 500mila euro e solo il 5% supera i 5 milioni di euro.
tabella fondazioni non bancarie cappiello
Fonte: nono Censimento industria e servizi, Censimento delle istituzioni no profit profit.













Questa sottocapitalizzazione si spiega con il fatto che il 70% delle fondazioni italiane non sono erogative, cioè non finanziano progetti sociali, ma sono operative, svolgono quindi direttamente attività sociale, al pari delle associazioni di volontariato. “Moltissime fondazioni nate negli ultimi anni nascono dalla volontà di imprese o di famiglie abbienti di dar vita a un proprio progetto di cambiamento sociale donando parte della propria ricchezza”, spiega Carola Carazzone, segretario generale di Assifero, l’associazione nazionale degli enti di erogazione. “Questi soggetti vogliono essere coinvolti direttamente e non limitarsi a finanziare altri soggetti – aggiunge -. L’erogazione di contributi è fatta da altre realtà: solo il 13% degli enti filantropici sono fondazioni, il resto sono associazioni o comitati”.
Tornando ai dati Istat, uno sguardo ai campi di attività delle fondazioni riserva altre sorprese, nel senso che i settori più importanti sono l’istruzione e ricerca, con il 27% degli enti, e la culturasport e ricreazione con il 24%, mentre l’assistenza sociale ha solo il 19%. Moltissime scuole private, ad esempio, sono fondazioni. Centri di ricerca, museiteatri ed enti lirici sono diventati fondazioni per consentire l’ingresso di privati nella compagine sociale. Ma sono numerosi anche i circoli sportivi o ricreativi locali ad avere questa forma giuridica, spesso acquisita dopo alcuni anni di attività. Resta da capire il motivo di questa scelta, sicuramente molto più onerosa rispetto alla classica associazione di volontariato o di promozione sociale: creare una fondazione ha un costo considerevole, diverse decine di migliaia di euro, per avere un ordine di grandezza. E si tratta di un ente con personalità giuridica che richiede una struttura ben più complessa dell’associazione. Fatto sta che però le fondazioni non bancarie rappresentano oggi una parte minoritaria del terzo settore e la maggior parte sono troppo piccole per innescare cambiamenti sociali.

martedì 24 settembre 2013

Il Questore a 5 Stelle apre la scatola di tonno: ecco i primi conti del Senato.- Laura Bottici

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Il Senato è una città chiusa che non permette a nessuno di verificare la propria gestione, ma esige di controllare ed amministrare il Popolo italiano con cui ormai non ha più nessun contatto.
Vi ricordate l'apriscatole? ..... dopo 6 mesi di lavoro possiamo cominciare a farvi vedere cosa fanno i Tonni dentro la scatoletta.
Il Consiglio di Presidenza e il Collegio dei Questori hanno la possibilità, tramite delibere interne e a loro insindacabile giudizio, di elargire fondi provenienti dal bilancio del Senato a soggetti pubblici e privati.
In primis il Senato nel 2012 ha versato un contributo di Euro 81.500,00 al Circolo di Palazzo Madama, non so dove sia nè cosa faccia, e sinceramente non mi interessa frequentarlo ma mi piacerebbe capire come spendono i nostri soldi.
Invece per quanto riguarda le autonome elargizioni benefiche di cui sopra, nel 2012 una stretta cerchia di persone ha così deciso di spendere 1.022.513,48 Euro nostri:
Euro 546.140,00 Associazioni, Onlus, Fondazioni (quali sono?)
Euro 7.960,00 Ospedali (non saranno troppi?)
Euro 130.299,00 Persone fisiche (???)
Euro 22.574,59 Persone giuridiche (???)
Euro 31.500,00 Enti locali
Euro 147.459,00 Enti religiosi (non bastava l'esenzione dall'Imu?)
- Euro 10.000,00 Scuole
Da notare quanto questi politici hanno devoluto a varie organizzazioni e quanto a ospedali e scuole....... l'elargizione di una borsa di studio di Euro 5.000,00e il versamento di Euro 10.000,00 a Telethon appaiono come le solite foglie di fico......
Compresi nel totale troviamo i fondi spesi per il concerto di Natale 2011 2012 per Euro 65.076,45 ed Euro 4.472,16 per la mostra dei 150 anni dell'unità d'Italia, la donazione all'Associazione ex parlamentari per Euro 15.500,00 eEuro 26.532,28 per regalie e bonus per dipendenti società esterne.
Nella scatoletta c'erano Tonni indisturbati ma da quando siamo nel Palazzo gli stiamo togliendo un po' di sonno. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?) Noi neppure. Alla prossima puntata...
Laura Bottici
portavoce Movimento 5 Stelle Senato
Questore Senato della Repubblica*