Lo sapevate che… Socrate aveva una tecnica per gestire gli scocciatori. Vi è mai capitato durante una discussione che l’altro vi urli addosso per dimostrare di avere ragione? Non c’è niente di più insopportabile, vero?
Ecco, un giorno Socrate venne aggredito da un uomo. Era un uomo rozzo, incivile che, avuta la peggio nella discussione, arrivò perfino a schiaffeggiarlo. Ancora oggi ci sono tante persone così, persone quando non sanno come argomentare le loro idee, diventano aggressive. Ma come reagì Socrate? Non fece nulla! Non gridò, non ricambiò la violenza, nulla. Uno dei suoi discepoli si meravigliò dell’atteggiamento di Socrate, ma il grande filosofo gli rispose: «se mi avesse preso a calci un asino, l'avrei forse condotto in giudizio?»
Cosa vi sta dicendo Socrate? Che una persona intelligente non può abbassarsi al livello di un idiota. Alle volte il silenzio è la risposta più elegante. Non a caso la parola eleganza deriva dal latino eligere, da ex (tra) e ligere(scegliere). Che significa? Che una persona elegante non è chi indossa abiti firmati o chi possiede oggetti costosi, ma chi sa scegliere. Come comportarsi, quando parlare, quando tacere.
Gli ignoranti, i maleducati, gli incivili sono sempre esistiti. Oggi a differenza dei tempi di Socrate sembrano essersi moltiplicati. I social hanno legittimato l’aggressività verbale. O pensate alla televisione, una babele moderna dove chi parla deve manifestare la propria superiorità gridando e insultando il proprio interlocutore. Ogni giorno vanno in scena tali deprimenti siparietti: adulti che non fanno che gridare perché non hanno la capacità di confutare con pacatezza il loro avversario.
Ecco, a me è capitato di ricevere insulti davvero pesanti qui sui social. E allora incominci a perdere la pazienza, ti viene quasi voglia di ribattere a questi «leoni da tastiera» che ti sputano addosso il loro veleno. Ma sapete una cosa? In quei momenti faccio un lungo respiro e ripenso alle parole di Socrate. O per dirla come Shaw: «Ho imparato tanto tempo fa a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace».
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Guendalina Middei, anche voi mi conoscete come Professor X Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx
#letteratura #cultura #social #filosofia
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 26 aprile 2024
Socrate. - Guendalina Middei
venerdì 16 febbraio 2024
Amore e Psiche. - Guendalina Middei
Vi siete mai chiesti il significato di quest’incredibile scultura? Amore e Psiche di Canova è una delle sculture più famose al mondo, e nasconde una storia straordinaria, se la osservate con attenzione.
Chi sono Amore e Psiche? Due innamorati che non sono liberi di amarsi, lui è il Dio Amore, lei una donna mortale, ma la gelosia di Venere si frappone tra loro e vengono separati. A un certo punto Psiche scende negli inferi e cade in un sonno profondo, simile alla morte. Ma Amore, che nel frattempo l’aveva cercata per mari e per monti, la risveglia dalla morte e le rende immortale.
Ecco, Canova vi mostra il momento più intenso della storia: quello in cui Amore risveglia Psiche dal sonno incantato. Vi mostra l’attimo che precede il bacio dei due innamorati. Per la prima volta i due amanti possono finalmente guardarsi negli occhi: Psiche è distesa su un materasso marmoreo, la testa abbandonata all’indietro, gli occhi socchiusi, le loro labbra sono sul punto di sfiorarsi. C’è tenerezza, attesa, desiderio nel loro sguardo. Sembrano quasi vivi. Nel tocco delle loro mani che si sfiorano il marmo diviene carne.
Se però osservate con più attenzione, noterete che i corpi di Psiche e di Amore si incrociano fino a formare una X. Le braccia di Psiche formano un cerchio attorno al volto di Amore. Perché? Perché la X e il cerchio erano un simbolo di completezza nel mondo antico. Ricordate il mito dell’Androgino di Platone? Gli esseri umani in origine erano degli esseri perfetti: avevano due teste, quattro braccia, quattro gambe. Erano talmente potenti che gli Dèi si preoccuparono e li tagliarono in due. Da allora gli uomini vagano sulla terra in cerca della propria metà perduta.
Ma questa scultura non raffigura soltanto, come molti credono, la riunione di due innamorati, ma vi parla di una rinascita, del risveglio dell’anima dalla morte! La parola Psiche in greco significa letteralmente soffio vitale, «anima». Il risveglio di Psiche è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dagli inferi), può aspirare. E cosa salva Psiche dal suo sonno di morte? Il bacio di Amore. Perché «forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi la passione».
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx
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giovedì 15 febbraio 2024
«L’ignorante sa molto. L’intelligente sa poco. Il saggio non sa niente, ma l’imbecille sa sempre tutto». - Guendalina Middei
mercoledì 17 marzo 2021
Gli uomini vengono da Marte. Tra letteratura e astrofisica. - Riccardo Antoniucci
Due Mondi - Le “cronache marziane” sono passate da minaccia a frontiera di nuova vita.
Perseverance è approdata il 18 febbraio nell’entusiasmo generale. Curiosity è lì dal 2012, mentre in orbita ruotano Hope degli Emirati arabi uniti e l’europeo ExoMars, tra gli altri satelliti. Presto arriverà il primo rover cinese, mentre sulla Terra la Space X di Elon Musk testa missili e idee per viaggi interplanetari. Oggi Marte appare affollato, ma c’è stato un momento, nei vent’anni trascorsi tra la missione Viking del 1976 e Pathfinder del 1997, in cui il pianeta rosso non interessava più a nessuno. Cos’era successo? Una delusione. Viking aveva certificato che il pianeta era privo d’acqua, rompendo così un motore che per 150 anni ha alimentato la curiosità umana, non solo scientifica: la domanda “c’è vita su Marte?”.
Vita marziana. Il primo a porre seriamente il quesito è stato l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, che tra il 1877 e il 1878 aveva creduto di osservare canali rettilinei, artificiali, sulla superficie di Marte e tracciò varie mappe. Un effetto ottico, che però è rimasto a lungo incastonato nel pensiero scientifico. “Fino agli anni 50 e 60 le idee, comunque realistiche, di Schiaparelli erano ancora enormemente in voga”, spiega Marcello Coradini, planetologo e responsabile dei programmi d’esplorazione del Sistema solare dell’Esa, che ha guidato la missione ExoMars ed è autore del saggio Marte, l’ultima frontiera (Il Mulino). “Per preparare le prime missioni sul pianeta rosso – continua Coradini – la Nasa usava praticamente la stessa mappa di Schiaparelli. Se dovessimo descriverlo come fenomeno culturale, direi che la Nasa ha preso il testimone dalle mani di Schiaparelli”.
Anche la statunitense Sarah Stewart Johnson, che ha lavorato alle missioni Spirit, Opportunity e Curiosity, in un libro recente (quasi omonimo: Marte. L’ultima frontiera, Sperling & Kupfer) ricorda che “il mistero di quelle formazioni lineari fu uno dei motivi per cui nel 1969 la Nasa decise di lanciare una coppia di sonde verso Marte”.
Tra scienza e finzione. La vita su Marte ha alimentato un immaginario che si è evoluto in parallelo tra scienza e finzione. Nel 1880, due anni dopo le ricerche di Schiaparelli, esce il romanzo Across the Zodiac di Percy Greg, in cui un esploratore scopre che il pianeta rosso è abitato da esseri molto simili a noi, che si rifiutano di credere che il visitatore venga da un altro pianeta. Quasi subito i marziani diventano pericolosi. Opera iniziatrice è La guerra dei mondi di Herbert George Wells (1898), riadattata da Orson Welles nel celebre sceneggiato radiofonico nel 1938 e poi in pellicola da Steven Spielberg. Di fatto è la prima invasione extraterrestre della storia letteraria, dove, peraltro, l’unica cosa che salva i terrestri dall’inesorabile avanzata marziana è un batterio. Quando la Terra precipita nella spirale delle guerre mondiali, Marte si offre come specchio in cui riflettere criticamente sulla società. Succede nella trilogia Sotto le lune di Marte dell’ex militare Edgar Rice Burroughs (1912-1919): un capitano viene teletrasportato su Marte e trova un mondo morente e una civiltà dilaniata dalla guerra tra fazioni divise dal colore della pelle.
Marziani tra noi. Dopo la seconda guerra mondiale comincia la corsa allo spazio e nella cultura di massa è la fase dell’Invasione degli ultracorpi (romanzo del 1954 e film del 1956) e delle epiche extraterrestri alla Star Trek. Anche solo per associazione cromatica, Marte è spesso metafora del “nemico” comunista (esiste in effetti un’utopia socialista marziana: la scrisse Bogdanov nel 1908), ma altre volte serve a criticare la società del consumismo, come nel Pianeta rosso di Robert Heinlein o nelle Cronache marziane di Ray Bradbury. Filone prolifico è anche quello della colonizzazione, di cui è icona I fondatori di Isaac Asimov, primo romanzo sulla “terraformazione” di Marte. “Perché non abbiamo pensato ai crateri?” disse il re della fantascienza guardando una fotografia scattata dalla sonda Nasa Mariner 4, che per prima fotografò il pianeta rosso nel 1965. Come a ogni grande narrativa, le storie marziane hanno avuto il loro risvolto parodistico. Dal gioviale Marziano a Roma di Ennio Flaiano, che si ritira sopraffatto dall’indolenza dei terrestri capitolini, al cult Mars Attacks! di Tim Burton, parodia dell’action movie sull’invasione aliena. Fino a Fascisti su marte di Corrado Guzzanti, che sceneggia una farsesca invasione nera del pianeta rosso in un mix di satira politica e parodia delle cronache marziane.
Nuova frontiera.Dopo la delusione del 1976 sono state altre le suggestioni scientifiche che hanno ispirato l’epica spaziale. L’esplorazione intergalattica, i buchi neri e i paradossi della gravità. Diventato un “sasso” qualunque, il pianeta rosso ha ispirato meno, restando ancorato all’immaginario anni 70. Oggi, però, la seconda corsa allo spazio promette di portare gli astronauti su Marte: di certo gli autori stanno prendendo nota.
giovedì 10 ottobre 2019
Nobel per la letteratura premia Olga Tokarczuk e Peter Handke.
Scrittrice polacca per il 2018, l'autore austriaco per il 2019.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2019/10/10/nobel-per-la-letteratura-dopo-lo-scandalo-molestie-ne-verranno-assegnati-due_608297c8-13d7-4790-9775-d1c795b0013b.html
lunedì 9 ottobre 2017
Nobel 2017.
a Michael Rosbash, Jeffrey C. Hall e Michael W. Young per la scoperta dei meccanismi molecolari che regolano i ritmi circadiani del nostro organismo.
- a Kazuo Ishiguro vince il Premio Nobel per la Letteratura 2017 perchè nei suoi romanzi ha svelato l'abisso sotto il nostro senso di connessione con il mondo.
Nobel per la Fisica -
Thorne, Barish e Weiss per la scoperta delle onde gravitazionali.
Nobel per la Chimica -
agli inventori della microscopia crioelettronica Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson sono stati premiati per avere sviluppato i sistemi che ci permettono di osservare le molecole della vita.
Nobel per la Pace -
all’Ican, campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari.