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mercoledì 17 aprile 2024

LA "MONTAGNA DI MARMO" -

A Napoli abbiamo la scultura antica più grande del mondo: la cd. "Montagna di marmo".
Questo straordinario ed imponente gruppo scultoreo, meglio conosciuto come il "Toro Farnese" ma definito "la montagna di marmo" perché ricavato da un unico blocco ed inconsiderazione delle sue grandi dimensioni, rappresenta il supplizio di Dirce, legata ad un toro inferocito da Anfione e Zeto come punizione per le angherie ripetutamente inflitte alla loro madre, Antiope. Al centro campeggia l'immagine del toro, enorme ed imbizzarrito, trattenuto per le corna da uno dei due fratelli, mentre l'altro tiene la fune con la quale la sventurata Dirce sarà ancorata all'animale; ai piedi del gruppo centrale, a destra un cane ed un pastore osservano la scena, mentre alle spalle emerge la figura di Antiope, stante, con il tirso in mano. Il soggetto, con una forte connotazione dionisiaca che viene dalla presenza del toro e dalla raffigurazione di Antiope come baccante, è frequentemente adoperato in pittura, e riecheggia una famosa opera di due artisti rodii, Apollonio e Taurisco, trasferita a Roma, stando alla testimonianza di Asinio Pollione, alla fine del II sec. a.C. La colossale opera fu rinvenuta durante gli scavi nelle Terme di Caracalla, il Toro giunse a Napoli via mare, nel 1788 per volontà del Re Carlo di Borbone fu destinato come fontana meravigliosa a impreziosire le bellezze di Napoli capitale del Regno delle Duesicilie ! Attualmente si trova nel Museo Archeologico di Napoli.

venerdì 16 febbraio 2024

Amore e Psiche. - Guendalina Middei

 

Vi siete mai chiesti il significato di quest’incredibile scultura? Amore e Psiche di Canova è una delle sculture più famose al mondo, e nasconde una storia straordinaria, se la osservate con attenzione.

Chi sono Amore e Psiche? Due innamorati che non sono liberi di amarsi, lui è il Dio Amore, lei una donna mortale, ma la gelosia di Venere si frappone tra loro e vengono separati. A un certo punto Psiche scende negli inferi e cade in un sonno profondo, simile alla morte. Ma Amore, che nel frattempo l’aveva cercata per mari e per monti, la risveglia dalla morte e le rende immortale.

Ecco, Canova vi mostra il momento più intenso della storia: quello in cui Amore risveglia Psiche dal sonno incantato. Vi mostra l’attimo che precede il bacio dei due innamorati. Per la prima volta i due amanti possono finalmente guardarsi negli occhi: Psiche è distesa su un materasso marmoreo, la testa abbandonata all’indietro, gli occhi socchiusi, le loro labbra sono sul punto di sfiorarsi. C’è tenerezza, attesa, desiderio nel loro sguardo. Sembrano quasi vivi. Nel tocco delle loro mani che si sfiorano il marmo diviene carne.

Se però osservate con più attenzione, noterete che i corpi di Psiche e di Amore si incrociano fino a formare una X. Le braccia di Psiche formano un cerchio attorno al volto di Amore. Perché? Perché la X e il cerchio erano un simbolo di completezza nel mondo antico. Ricordate il mito dell’Androgino di Platone? Gli esseri umani in origine erano degli esseri perfetti: avevano due teste, quattro braccia, quattro gambe. Erano talmente potenti che gli Dèi si preoccuparono e li tagliarono in due. Da allora gli uomini vagano sulla terra in cerca della propria metà perduta.

Ma questa scultura non raffigura soltanto, come molti credono, la riunione di due innamorati, ma vi parla di una rinascita, del risveglio dell’anima dalla morte! La parola Psiche in greco significa letteralmente soffio vitale, «anima». Il risveglio di Psiche è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dagli inferi), può aspirare. E cosa salva Psiche dal suo sonno di morte? Il bacio di Amore. Perché «forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi la passione».

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X ➡️ Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx

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venerdì 26 maggio 2023

la Creazione di Michelangelo.

 

Sapete perché nella Creazione di Adamo di Michelangelo sul soffitto della Cappella Sistina le dita di Dio e Adamo non si toccano?

Questo è uno dei dipinti più famosi al mondo, ma vi darà i brividi, se comprendete la storia che c’è dietro. La scena raffigura Dio ed Adamo che si guardano negli occhi. Dio tende la mano verso Adamo e Adamo tende la mano verso il suo creatore. Se guardate bene però noterete che c’è uno spazio che li divide, grande poco meno di un pollice. Ma perché non farli toccare?

Ecco, si racconta che quando Michelangelo completò l’affresco, i cardinali rimasero per ore ad ammirarlo, ma poi gli dissero: ‘Rifallo!’ Erano rimasti scontenti di un dettaglio apparentemente senza importanza. Michelangelo aveva disegnato le dita di Dio e di Adamo che si toccavano. I cardinali chiesero invece che le dita di entrambi fossero separate, e anzi, che il dito di Dio fosse sempre teso al massimo, ma che quello di Adamo si contraesse nell’ultima falange. Perché? Perché se l'uomo vuole toccare Dio, deve allungare il dito, ma se non allunga il dito, può vivere tutta la vita senza cercarlo. L'ultima falange del dito di Adamo rappresenterebbe il libero arbitrio della coscienza.

E se adesso osservate con più attenzione questo dipinto, noterete un altro dettaglio che a molti sfugge: la nuvola che circonda Dio in realtà ricorda la forma di un cervello umano. Il cervello è il simbolo del pensiero. Perché Michelangelo gli diede questa forma? Che cosa vi sta dicendo? Che il pensiero umano, la ricerca dell’infinito, di Dio, devono partire da voi. Se qualcun altro pensa al posto vostro, se qualcun altro vi dice in cosa credere, se rinunciate al vostro libero arbitrio, non potrete mai raggiungere ciò che state cercando.

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici è da poco uscita la nuova ristampa del mio romanzo Clodio, se vi piacciono la storia e la filosofia, potete leggerne un estratto gratuito a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848

#arte #arteitaliana #michelangelo 

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domenica 19 marzo 2023

mercoledì 4 marzo 2020

Quel quadro è di Artemisia Gentileschi. La scoperta a Londra. - Roberta Scorranese


Artemisia Gentileschi, Davide e Golia (1639 circa; olio su tela, 201 x 133 cm; Collezione privata)


Un restauro ha svelato la firma nella spada nel dipinto che ha come soggetto Davide e Golia. La più famosa pittrice del Seicento vive un momento di grande popolarità.

Un Davide elegante e sinuoso, seduto, con la testa di Golia che giace ai suoi piedi. Fino a poco tempo fa la firma di questo dipinto era nascosta — offuscata dagli strati del tempo — proprio nella spada, ma un restauro firmato da Simon Gillespie a Londra l’ha portata alla luce: quel soggetto biblico, datato 1639, è di Artemisia Gentileschi. Non solo: sarebbe stato eseguito proprio durante quel breve — e in parte ancora oscuro — soggiorno londinese nel quale l’artista romana (1593-1654) raggiunse il padre Orazio, ormai anziano, impegnato della decorazione di un soffitto in una residenza della Corte.

La storia del quadro.
La notizia arriva a poche settimane dall’inaugurazione della grande mostra che la National Gallery dedica alla pittrice e proprio a Londra si dipana questa storia affascinante, che comincia nel 1975, quando il dipinto apparve per la prima volta in un’asta da Sotheby’s. All’epoca venne attribuito a Francesco Guerrieri, un apprezzato allievo di Orazio, ma quando, nel 1996, il connoisseur Gianni Papi vide una riproduzione fotografica in bianco e nero del quadro cominciò a pensare ad Artemisia. Oggi la nuova attribuzione è firmata proprio da Papi, importante studioso dei caravaggeschi, in un articolo in via di pubblicazione su The Burlington Magazine. Al Corriere Papi racconta: «Il proprietario, che vuole restare anonimo, acquistò il quadro nel 2018 in un’asta della Hampel Fine Art a Monaco. Mi chiese di studiarlo. Poi partì anche il restauro. Subito ho riconosciuto la mano di Artemisia: il color ocra dell’abito di Davide, per esempio. E la stessa figura centrale di Davide rimanda ai famosi autoritratti di Artemisia. Ma dietro c’è una grande quantità di documenti che attribuiscono alla pittrice più di un quadro con un soggetto simile».

Verrà prestato ad un museo.
Poi, nei laboratori di Gillespie, ecco la scoperta della firma, ben leggibile da vicino sulla spada con cui il guerriero ebreo decapita Golia, il gigante filisteo che terrorizzava il suo popolo. «Artemisia», si legge e Papi commenta: «Quello di Londra potrebbe essere addirittura appartenuto alle collezioni di Carlo I». Tracce di questa ipotesi ricorrono in un testo di Horace Walpole, autore del XVIII secolo: «Il re Carlo I d’Inghilterra aveva diverse opere di Artemisia Gentileschi e la migliore era David con la testa di Golia». Il dipinto non entrerà nella mostra alla National Gallery, ma sarà visibile nel Simon Gillespie Studio, a Mayfair, durante quasi tutto il periodo dell’esposizione, da aprile a giugno. E poi, naturalmente, si stanno facendo le prime ipotesi sul destino di un’opera come questa, che potrebbe essere ceduta in comodato d’uso dal proprietario a qualche museo pubblico. Di certo colpisce il tempismo di questa ri-attribuzione, che arriva in un momento in cui Artemisia è molto popolare: oltre alla mostra londinese, da poco sono state restaurate alcune sue lettere indirizzate all’amante Francesco Maria Maringhi, mentre il Nationalmuseum di Stoccolma ha acquistato una sua Santa Caterina. Si parla della «rivincita» tardiva di una delle pochissime pittrici del Seicento passate alla storia. Papi provoca: «Chiamiamola pittore e non pittrice: va confrontata con i grandi artisti del suo tempo, non con “le donne”». Già, perché purtroppo a quel tempo le donne pittrici erano pochissime mentre i “Grandi artisti”, manco a dirlo, erano tutti maschi.


martedì 28 maggio 2019

Viaggio tra i siti Unesco d’Italia, la Basilicata.



Alla scoperta dei Sassi e delle chiese rupestri di Matera, patrimonio dell’umanità.

MATERA - E’ il capoluogo lucano, Capitale Europea della Cultura 2019, a stupire per bellezza, suggestione e unicità: gli antichi Sassi e il parco delle chiese rupestri di Matera sono beni preziosi che l’Unesco tutela dal 1993 come “il più eccezionale esempio d’insediamento trogloditico nella regione mediterranea, perfettamente adattato al proprio terreno ed ecosistema”. La città di Matera è bellissima e seducente, proprio come l’aveva descritta Carlo Levi nel romanzo Cristo si è fermato a Eboli: i suoi Sassi sono un intrico di vicoli bianchi come la calce, dove le chiese e le case rupestri sono scavate nella roccia di tufo lungo le ripide pareti del torrente Gravina. Unici al mondo, i Sassi sono abitazioni autonome e allo stesso tempo collegate, con pavimenti e tetti che si intersecano, come casa Grotta su vicolo Solitario, ora museo, che offre uno spaccato di vita familiare con oggetti e spazi condivisi dalle persone con gli animali. La roccia, in realtà, è tufo marino, materiale friabile che nei secoli si è trasformato in archi, colonne e scale naturali che caratterizzano la città, aggrappata in modo verticale ai Sassi Barisano e Caveoso, le due rocce più antiche che circondano la Civita, il primo nucleo che si trova nella parte più elevata. Qui sorgono l’imponente duomo e i resti di numerose torri, come Metellana, Quadra e Capone. Dai Sassi si dirama un labirinto di gallerie e vicoli bui, così stretti che non vedono mai il sole: Sasso Barisano è ricco di edifici con portali scolpiti e fregi mentre Caveoso è disposto ad anfiteatro con le case simili a grotte, che scendono a gradoni, tanto addossate una all’altra da sembrare un unico muro. Nel nucleo di case appaiono scale e piazzette dove si trovano ancora i resti di un labirinto di cisterne, enorme opera di ingegneria idraulica ispirata al sistema dei vasi comunicanti che si estende sotto tutta la città e che corrisponde a un moderno sistema fognario. Di sera le piccole abitazioni si illuminano trasformando la città in un magico presepe.
E’ qui che Pier Paolo Pasolini e Mel Gibson, due registi molto diversi tra loro, hanno deciso di girarvi i propri film - rispettivamente Il Vangelo secondo Matteo, del 1964, e La passione di Cristo, del 2004 – ritenendo che il capoluogo lucano fosse lo scenario più vicino a Gerusalemme che si potesse trovare in Europa. In effetti è difficile trovare un luogo al mondo con più vicoli ciechi, scale che salgono e poi si fermano contro una parete chiusa, strade che portano a un muro, buchi, grotte, anfratti, scalone di pietra riuniti in poche centinaia di metri. 
Qui tutte le pietre sembrano un’opera d’arte e non è un caso che molti artisti, stregati dall’energia emanata dai Sassi e affascinati dalla sua lunga storia, ancora oggi risiedano a Matera; le loro botteghe artigianali si aprono nei muri di tufo, bucati da piccoli negozietti e atelier e da tantissimi ristoranti e trattorie. Molte delle grotte sono state abilmente trasformate in alberghi, regalando agli ospiti un’esperienza unica, impagabile, perché alloggiare dentro un patrimonio dell’umanità è davvero un evento raro.
L’Unesco tutela anche le 150 chiese rupestri scavate nella roccia e affrescate in stile bizantino, con facciate austere e statue in legno dipinto. Si trovano in un Parco fuori Matera, oltre il torrente Gravina, che segna il confine della città dove si estende l’altopiano delle Murge punteggiato da alte pale eoliche: è un territorio roccioso, arido e spoglio, solcato da profonde gravine, pietraie e strapiombi. Qui le chiese rupestri sono un patrimonio d’arte sacra che testimonia le varie stagioni storiche e culturali del territorio. Tra le chiese materane spiccano la bellissima santa Maria della Valle, quella di santa Barbara e la “cripta del peccato originale”, considerata la Cappella Sistina delle chiese rupestri per il ciclo pittorico del X o IX secolo.
Anche la bellissima natura del parco del Pollino è stata inserita nell’elenco dei beni dell’Unesco, patrimonio dell’umanità: in particolare le faggete della foresta di Cozzo Ferriero sono rientrate sotto la tutela dell’organizzazione mondiale.
Per maggiori informazioni: www.unesco.it.

venerdì 9 giugno 2017

Politica: arte di governare.

Risultati immagini per pericle   

Non c'è nulla da fare. Non esiste una buona applicazione della politica, intesa come arte di governare e ovunque si collochi ideologicamente, quando ad applicarla sono gli uomini.
E in politica non esistono gli assiomi o le ideologie più valide di altre: sono l'uso della logica accompagnata dall'etica a renderla valida, efficace.
Scrolliamoci, di dosso le false ideologie, collocazioni, riferimenti... pretendiamo da chi si vuole assumere il compito di amministrarci lealtà, onestà, abnegazione, voglia di migliorare, e ...rispetto, ... ecco, soprattutto rispetto.
Fare politica non è un gioco affidabile al personaggio famoso o al dirigente di azienda, fare politica è una cosa seria, richiede sacrificio, responsabilità.
Chi fa politica deve ragionare e legiferare pensando a che cosa sia meglio fare perchè tutti siano soddisfatti.

E non mi sembra che si stia andando in questa direzione.

mercoledì 28 ottobre 2015

Palermo unica al mondo per almeno 31 motivi. - Carlo Lo Cicero

palermo unica al mondo

Palermo?

1 – Il Centro Storico più grande d’Europa (Controverso, ma agli atti dell’UNESCO è tale. Se la batte con quello di Lisbona).
2 – A Palermo si trova il documento cartaceo più antico d’Europa. Si tratta della lettera bilingue (greco e arabo) di Adelasia (o Adelaide) degli Aleramici, moglie di Ruggero I, conte di Sicilia e di
Calabria.
3 – Noi abbiamo la ‘Pietra di Palermo’, giudicato il secondo più importante – dopo la stele di Rosetta – testo bilingue per la traduzione della lingua egizia.
4 – A Palermo si trova, al museo Salinas, una delle più vaste collezioni di Arte Etrusca al Mondo (collezione Bonci – Casuccini da Chiusi).
5 – Il Teatro Massimo è il primo Teatro dell’Opera d’Italia ed il terzo in Europa, secondo solo all’Opera di Parigi e al Wiener Staatsoper di Vienna.
6 – Palermo vanta alcune delle più grandi porte urbane d’Europa.
7 – La Lingua Italiana è nata a Palermo presso La Scuola Siciliana alla corte di Federico II.
8 – L’Orto Botanico di Palermo è il più grande d’Europa.
9 – Il Palmeto di Villa Bonanno è stato giudicato il più vasto d’Europa.
10 – Il Ficus Magnoloides di Piazza Marina è tra gli alberi più grandi d’Europa.
11 – Il Parco della Favorita è il più grande parco urbano d’Italia.
12 – Il Parlamento Siciliano è il parlamento più antico al mondo, insieme a quello Islandese e delle Isole Fare Oer. Nel 1130 Re Ruggero ne convoca la prima assise.
13 – Palermo fu la prima città al Mondo ad avere ben due teatri lirici.
14 – La Palazzina Cinese è l’unico edificio in Europa con il medesimo stile architettonico.
15 – I Qanat sono unici in tutta Europa, li possiamo trovare solo ed unicamente in Iran e Siria.
16 – Il soffitto ligneo della Cappella Palatina è considerato il massimo monumento d’arte islamica del pianeta.
17 – Il soffitto ligneo dell’Aula Magna del Palazzo Chiaramonte-Steri è considerato, in Europa, il massimo livello pittorico su legno d’epoca medievale.
18 – La Galleria degli Specchi del Palazzo Valguarnera-Gangi è la massima produzione d’arte barocca-rocaille d’Europa.
19 – Il lampadario di murano del salone da ballo di Palazzo Pietratagliata è il più grande d’Italia
20 – La Villa Giulia è il più antico parco urbano del Mondo aperto anche alla “plebe”.
21 – L’architettura del Castello di Maredolce è unica in Europa e la ritroviamo soltanto nei paesi del Maghreb.
22 – La Necropoli Punica di Palermo è la più estesa del mondo punico.
23 – L’Abisso della Pietra Selvaggia, grotta carsica verticale sul monte Pellegrino, è la più estesa del Sud Italia.
24 – I graffiti delle Grotte dell’Addaura sono considerate un unicum nell’arte rupestre preistorica.
25 – Il Trionfo della Morte, oggi a Palazzo Abatellis, ispirò Picasso per la Guernica.
26 – Il trittico del Mabuse a Palazzo Abatellis è considerato uno dei massimi esempi d’arte fiamminga al Mondo.
27 – Giacomo Serpotta fu il più grande stuccatore di tutti i tempi.
28 – Il ciclo pittorico del salone di Villa Igiea di Ettore de Maria Bergler è considerato uno dei massimi esempi d’arte Liberty al Mondo.
29 – Non esistono altri esempi al mondo dei graffiti ritrovati nel Palazzo della Santa Inquisizione.
30 – La Cisterna d’Acqua nei sotterranei del palazzo Marchese è stata identificata da studiosi provenienti da Gerusalemme come il più antico e più grande bagno rituale ebraico d’Europa.
31 – Nell’osservatorio Astronomico di Palermo Giuseppe Piazzi scoprì una classe di asteroidi, chiamando il primo da lui scoperto come Cerere, adesso classificato come pianeta nano. Verrà visitato nel 2015 dalla sonda Dawn della Nasa. Inoltre nel medesimo osservatorio l’astronomo collaborò con il Piazzi alla stesura dei primissimi cataloghi stellari, e scoprì l’ammasso globulare NGC 6541, e diede il nome alle due principali stelle della costellazione del Delfino.

venerdì 26 settembre 2014

Il 'Nazca' Kazakhstan: Hallan disegni enigmatici da 2.000 a 10.000 anni.



Nel nord del Kazakistan, in Asia centrale, gli archeologi hanno scoperto più di 50 geoglifi di varie forme e dimensioni, tra cui una svastica enorme di origine sconosciuta.

Trovati grazie a Google Earth, questi disegni, che ricordano le famose  linee di Nazca  in Perù, hanno forme diverse, quali anelli, piazze e croci. Rispetto al loro dimensioni, alcuni superare quella di una moderna portaerei e altri hanno 90-400 metri di diametro, riporta il portale  Bnews . Kostanay ricercatori presso l'Università del Kazakistan, in collaborazione con l'Università di Vilnius, in Lituania, è stato esaminato il geoglifi, ma finora non sono stati in grado di determinare la loro funzione.



"Oggi, siamo solo sicuri di una cosa. Geoglifi sono stati realizzati da un popolo antico che e per quale scopo lo ha fatto rimane un mistero", hanno detto i ricercatori.



Molte delle figure sono state fatte con cumuli di terra, ma la svastica è stato realizzato utilizzando il legno. Si stima che tra i 2.000 ei 10.000 anni e sono stati realizzati per scopi rituali. E 'difficile distinguerli nel terreno, ma può essere facilmente visibile dal cielo.  

 


http://actualidad.rt.com/cultura/view/141456-nazca-kazajistan-enigmaticos-dibujos-geoglifo


Tradotto da Google