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mercoledì 24 luglio 2024

I Misteriosi Popoli del Mare: Conquistatori dell'Età del Bronzo.

 

Immagina un'epoca di sommossa nel Mediterraneo orientale, segnata dall'emergere dei misteriosi Popoli del Mare. Questa coalizione di gruppi marinari, la cui origine rimane ancora oggi un enigma, è diventata una forza influente nell'arco dei secoli XIII e XII a.C.

Incondizionati da una complessa interazione di fattori come migrazione, pirateria e il crollo delle civiltà confinanti, i Popoli del Mare hanno intrapreso una serie di migrazioni e incursioni che li hanno portati in conflitto con potenze stabilite come l'Impero Ittita, la Grecia Micenea e l'Egitto.

Una delle figure più iconiche di questo periodo è stata Ramsete III, il faraone d'Egitto, che ha affrontato molteplici invasioni da parte dei Popoli del Mare. Le battaglie di Djahy, l'Assedio di Dor e gli scontri lungo la costa del Delta del Nilo sono vividamente illustrati sui rilievi che adornano il tempio funerario di Ramsete III a Medinet Habu. Nonostante la grande presenza dei Popoli del Mare, Ramsete III rivendicò la vittoria in questi conflitti, difendendo con successo l'Egitto dall'invasione.

 Ma l'Egitto non fu l'unico teatro del conflitto. I Popoli del Mare scontrarono anche con altre civiltà della regione. La Battaglia della Piana di Amuq, descritta nella Stele di Tanis, vide Ramsete III trionfare sul Tjeker e il Peleset.

Queste battaglie rappresentano momenti cruciali nella storia antica, illustrando le dinamiche interazioni tra i Popoli del Mare e le potenze stabilite del Mediterraneo orientale. Ma la domanda rimane: cosa ne è stato dei Popoli del Mare? Si sono assimilati in altre società, disbandati come confederazione o sono completamente scomparsi dal registro storico?

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mercoledì 2 agosto 2023

Un popolo ha bisogno di tranquillità, di serenità.



A me decurtano la pensione - guadagnata in 37 anni e 4 mesi di lavoro - di un terzo ogni mese, oltre a ciò che pago di gabelle per possesso di qualcosa che ho pagato ed altre varie ed eventuali, senza darmi nulla in cambio, neanche ciò che dovrebbe spettarmi di diritto come, ad esempio, una visita specialistica per la quale mi fanno aspettare almeno 10 mesi, (il tempo giusto per morire)..

E mi fa rabbia sapere che una tizia, ministro del governo, che evade per milioni il fisco, non paga il TFR ai dipendenti che licenzia a discrezione personale, che gira in città infrangendo ogni articolo del codice stradale sommando più di 400 multe mai pagate... la faccia franca aiutata dai suoi sodali...

Penso sia disgustoso, sgradevole ed inaccettabile dover sopportare questi veri e propri soprusi, queste disparità di trattamento tra esseri umani e, quando ciò succede, vuol dire che nulla funziona come dovrebbe e si dovrebbe far un passo indietro e ripristinare quel senso di giustizia uguale per tutti.

Perché un popolo è felice e sereno quando sa di essere amministrato da persone esemplari che non ti vessano, ma ti coccolano come farebbe un bravo padre di famiglia.

cetta

giovedì 9 marzo 2023

La società. - G.Middei

 

«La società totalitaria tende ad abolire la frontiera tra pubblico e privato; il potere esige che la vita dei cittadini sia il più trasparente possibile. Questo ideale di vita senza segreti corrisponde a quello di una famiglia esemplare: un cittadino non ha il diritto di dissimulare alcunché di fronte al Partito o allo Stato così come un bambino non ha diritto ad avere segreti per suo padre o sua madre.»
C’è un romanzo che racconta esattamente cos’è lo stato totalitario: Il processo di Kafka. Ecco, immaginate di essere a casa vostra, in tutta tranquillità, ma una mattina due uomini piombano nella vostra stanza per arrestarvi. Ci sono sempre stati nella Storia uomini accusati ingiustamente di crimini che non avevano commesso, ma non è questo il punto. Dal giorno dell’arresto Josef K. non sarà mai più solo: «il tribunale lo seguirà, lo spierà; la sua vita privata sparirà inghiottita dal sistema».
Lo stesso accade in 1984 di Orwell. Il Grande Fratello organizza la vita dei cittadini: gli svaghi, i divertimenti, le uscite, tutto viene programmato per impedire agli uomini di restare soli con se stessi. In Cina, sotto la dittatura di Mao Zedong, fin dalla più tenera età i bambini venivano educati a temere la solitudine e a partecipare a quante più attività collettive possibili. Perché? Perché la solitudine è l’anticamera del pensiero. Il modo migliore per impedire che la gente pensi è fare in modo che non sia mai sola.
Certo grazie alla radio, a internet, alla televisione, ai social nessuno è più solo, ma come aveva intuito la Arendt «nel silenzio e nella solitudine può nascere il pensiero che in seguito ti cambierà la vita. Se un uomo non usufruisce di questo suo diritto o ne viene privato da circostanze esterne, un bel giorno scoprirà con stupore che nella vita non s’è mai incontrato con se stesso.»

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #letteratura #filosofia #cultura #istruzione #solitudine

mercoledì 2 giugno 2021

Lauree «inutili» e stipendi bassi? Ecco i titoli più richiesti entro il 2025. - Francesca Barbieri

Illustrazione di Andrea Marson/Il Sole 24 Ore

 









Nella classifica europea degli stipendi per i giovani neolaureati l’Italia è ancora una volta in fondo: sarà per questo che la fuga dei cervelli all’estero è aumentata del 42%? Quali sono i titoli di studio più richiesti e quelli che pagano di più?

In Germania guadagnano quasi il doppio e in Svizzera addirittura 2,5 volte in più. In Belgio e Olanda sono a +50%, in Francia a +25%, in Gran Bretagna a +16 per cento. Nella classifica europea degli stipendi per i giovani neolaureati l’Italia è ancora una volta nelle ultime posizioni: 28mila euro annui lordi rispetto agli oltre 32mila degli inglesi, ai 35mila dei francesi, ai 50mila dei tedeschi e ai quasi 80mila degli svizzeri. Sarà per questo che in otto anni - registra la Corte dei conti - c’è stato un aumento del 41,8% dei trasferimenti per lavoro?

Barriere all’ingresso e lauree deboli.

Un fenomeno - sottolinea l’analisi della Corte dei conti - riconducibile sia alle persistenti difficoltà di entrata nel mercato del lavoro sia al fatto che il possesso della laurea non offre, come invece avviene in area Ocse, possibilità d’impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore (solo il 68% dei laureati italiani ha un lavoro contro la media Ocse del’'85%). In generale nel nostro paese il tasso di occupazione dei giovani è di molto inferiore alla media europea (16,8% tra gli under 25, quasi la metà rispetto al 32,1% dell’area euro) ed è alto il numero di Neet, oltre 3 milioni di under 35 che non studiano e non lavorano.E così in tanti, soprattutto tra i laureati, cercano fortuna all’estero.«Il “paradosso italiano” – commenta Federica Meluzzi, dottoranda in economia all’Istituto Politecnico di Parigi – è che il rendimento del titolo universitario risulti basso nonostante l’offerta di lavoro molto qualificato sia tra le più scarse tra i paesi Ocse, come dimostrano le statistiche sul numero dei laureati. L’incapacità del sistema di assorbire e valorizzare le competenze acquisite durante gli studi universitari è sintomatica di problemi strutturali della nostra economia: da un lato, una struttura produttiva concentrata in settori a basso valore aggiunto, dall’altro una classe imprenditoriale poco qualificata, se si pensa che il 38% dei titolari delle micro e piccole imprese ha la licenza media e solo il 15% ha una laurea».

Le competenze chiamano competenze.

“Skills beget skills” (le competenze chiamano competenze): «Le imprese guidate da un imprenditore o da un manager laureato - sottolinea Meluzzi - dimostrano una maggiore propensione all’assunzione di personale altamente qualificato, innovano di più e sono più produttive. Ed è questo equilibrio low-skill che è fondamentale rompere per creare opportunità e migliori condizioni per la forza lavoro più qualificata e al tempo stesso rilanciare la produttività».

Spiragli per il futuro.

Secondo un’elaborazione della società di consulenza Mercer si registra però un leggero trend di crescita almeno nelle buste paga: il salario iniziale dei neolaureati nel 2016 era 26.500 euro quindi in 5 anni è cresciuto del 6% circa (nel 2020 è di 28.000 euro), ma non per tutti. «Si sono abbassati da 27mila euro a 26mila euro i livelli d’ingresso per la laurea triennale - evidenziano da Mercer -, per la magistrale si è passati da 28mila a 28.459 euro, e per i master da 28mila a 31.500 euro». E il tasso di disoccupazione giovanile è in leggero calo (-0,2%) ad aprile 2021 attestandosi al 33,7%. «Osservando l’andamento dei dati nel nostro storico - dichiara Mariagrazia Galliani, responsabile Mobility&Data di Mercer Italia - possiamo notare che la tendenza in Italia è di riconoscere maggiormente il ruolo dei giovani che si affacciano nel mondo del lavoro, mettendo a disposizione politiche di total reward che non solo puntino a elementi tangibili, ma che siano anche collegate a elementi di natura valoriale e che generino un senso di orgoglio e appartenenza rispetto al brand».

LAUREATI IN INGRESSO SUL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO PER INDIRIZZO.

Valori medi annui, 2021-2025 (*Comprende scienze motorie. Fonte: Unioncamere - Anpal).


Superare il gap di formazione: il caso Generali.

La compagnia assicurativa Generali, ad esempio, ha condotto un’iniziativa di skill assessment globale durante il 2020 per comprendere l’effettiva preparazione dei propri dipendenti rispetto ad alcune skill fondamentali, definendo priorità e target per poi assegnare obiettivi di formazione per superare il gap tra bisogni e competenze effettive. L’iniziativa ha consentito a Generali Group di misurare oltre 45.000 livelli di professionalità nel mondo e ha potuto generare un enorme quantità di dati per meglio indirizzare i progetti formativi. Inoltre ha consentito di risparmiare il 30% del tempo che veniva prima utilizzato per training non efficaci, come per esempio corsi di formazione rivolti a lavoratori già con competenze in quell'ambito.

Il ”treno” Recovery fund.

Del resto, la formazione (non solo per i giovani) diventa la leva strategica per rilanciare il lavoro nei prossimi anni: le possibilità arrivano dal tesoretto di 30 miliardi previsti dal Pnrr al capitolo Education. Formazione chiave di volta per ripartire anche per il Governatore della Banca d’Italia Iganzio Fazio: «In Italia oltre 3 milioni di giovani tra i 15 e 34 anni non sono occupati, né impegnati nel percorso di istruzione o inattività formative - ha detto nelle considerazioni finali di lunedì 31 maggio - si tratta di quasi un quarto del totale, la quota più elevata tra i paesi dell’Unione europea. Se ne deve tener conto nel ridefinire le priorità per lo sviluppo economico e sociale e nel dirigere l’impegno verso la costruzione di un’economia davvero basata sulla conoscenza, il principale strumento a disposizione di un paese avanzato per consolidare e accrescere i livelli di benessere».

Quali lauree offrono più lavoro?

Allargando l’orizzonte al 2025 le previsioni di Unioncamere e Anpal evidenziano - nell’arco di 5 anni - una richiesta di 1,2 milioni di laureati da parte delle aziende italiane: per il 61-62% da inserire nel settore privato (dipendenti e indipendenti) e per il 38-39% in quello pubblico.

Economia, sanità e ingegneria al top.

In valore assoluto la richiesta riguarderà soprattutto dottori in economia o statistica, con una domanda compresa tra 36mila e 40mila unità l’anno (di cui 35.000-38.500 dell'indirizzo economico e oltre 1.300 di quello statistico). Seguono i laureati dell’area giuridico e politico-sociale, per cui si prevede una richiesta di oltre 39mila unità all’anno (di cui 23.100 per giurisprudenza e 16.300 per l’indirizzo politico-sociale). E poi spicca l’indirizzo medico-sanitario, dove serviranno tra 33-35mila laureati in media annua, ma anche le specializzazioni di ingegneria, con una domanda compresa tra 31-35mila unità, insegnamento e formazione (comprese scienze motorie) per cui si stima che saranno necessari circa 25mila laureati l’anno.

Skill mismatch.

Ma a fronte di 1,2 milioni di richieste delle aziende, sul mercato del lavoro faranno il proprio debutto 966mila laureati. Tra i più numerosi quelli ad indirizzo economico (oltre 30mila unità nella media dei cinque anni), poi gli ingegneri (circa 24mila all’anno), medici-sanitari e paramedici (circa 23mila unità annue) e laureati dell’indirizzo politico-sociale (20mila all’anno). Tra gli indirizzi di ingegneria - evidenzia lo studio Anpal / Unioncamere - quello ampiamente prevalente è ingegneria industriale (11mila laureati all’anno). Dove si concentra il gap maggiore? «Medico-sanitario, scientifico-matematico-fisico, ingegneria e architettura» si legge nel report sono gli indirizzi dove la richiesta supera la disponibilità di candidati con le competenze adeguate. Per il settore medico-sanitario - per il quale si stima una carenza di offerta di 11-13mila laureati all’anno - il mismatch è evidentemente «il riflesso della crescente domanda di competenze sanitarie e di assistenza connesse all’invecchiamento della popolazione e all’adeguamento dei sistemi sanitari post-pandemia - evidenziano da Unioncamere -, anche in un’ottica di maggiore prevenzione e presidio territoriale».

Profili introvabili.

La forte richiesta di competenze nell’indirizzo scientifico-matematico-fisico (che comprende l’informatica), per il quale saranno richiesti oltre 8mila laureati all’anno, a fronte di un’offerta di 5mila unità in ingresso nel mercato, è la conseguenza dell’accelerazione dei processi di digitalizzazione e di automazione indotti anche dalla pandemia. «Con buona probabilità - si legge nello studio - ciò influisce positivamente anche sui fabbisogni di laureati in ingegneria, per i quali tuttavia si riscontrano differenze rilevanti a seconda dei singoli indirizzi di ingegneria esaminati.Per architettura la domanda (compresa tra 13.000-13.400 laureati all’anno, con un'offerta di 6.200 neolaureati) appare legata soprattutto alla componente dei lavoratori indipendenti». Per alcuni indirizzi si delinea invece un tendenziale eccesso di offerta: linguistico, chimico-farmaceutico, geo-biologico, agro-alimentare. Per questi ultimi si ripropone quindi il fondamentale tema dell’orientamento e dei relativi servizi di supporto, tra cui una corretta informazione sugli effettivi sbocchi lavorativi che possono essere ragionevolmente previsti al momento di scegliere il corso di studi da intraprendere.

I 5 settori che pagano di più i giovani.

Secondo Page group - società specializzata in indagini retributive - sono 5 i settori offrono migliori stipendi d’ingresso per i giovani: information tecnolonogy, engineering, healthcare, finanza e tax & legal. «In ambito It - spiegano da Page Group - un data scientist può arrivare a 40mila euro annui, software e web developer a 35mila euro, mentre in ambito finanziario un jounior financial controller può partire da 27mila euro e un junion internal auditor da 25mila». Nel campo Engineer gli stipendi migliori per i giovani - secondo Page group - riguardano gli ingegneri di progetto (40mila euro) e gli application engineer (30mila euro). Nell’healtcare un clinical project manager può arrivare a 35mila euro l’anno e un esperto sul controllo qualità parte da 27mila euro. Nel Tax&legal infine un avvocato neoabilitato parte da 25mila euro lordi anni e un tax specialist da 30mila. «Al netto dei ruoli che richiedono un percorso di studi specifico, nella ricerca dei candidati è in costante crescita l'importanza delle soft skill e delle attitudini caratteriali come l'intelligenza emotiva - conclude Pamela Bonavita, Senior Executive Director, della società di consulenza Hr PageGroup - che consente di adattarsi a contesti mutevoli e alla complessità moderna.Non esistono lauree “sbagliate” o ”inutili”: la regola d’ora per i giovani che si trovano a dover scegliere la propria facoltà universitaria è di optate per i percorsi che più li appassionano e gratificano, senza dimenticare di sviluppare le competenze digitali e le soft skill, tutto ingredienti fondamentali per una carriera di successo».

IlSole24Ore

mercoledì 9 settembre 2020

Figlio di una società malata. - Massimo Erbetti

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Si chiamava Willy, poteva essere mio figlio, poteva essere nostro figlio. Sicuramente era figlio di una società malata, una società che continua girarsi dall'altra parte e se non lo fa, fa finta di non vedere e non sentire. Willy invece non si è girato dall'altra parte, lui ha guardato ed è intervenuto e questo gli è costato la vita.
Poteva essere mio figlio, poteva essere nostro figlio...alcuni giornali scrivono che purtroppo si "trovava nel posto sbagliato, al momento sbagliato"...nel posto sbagliato? Nel momento sbagliato? Ecco di tutte le cose scritte, dei commenti razzisti, delle ingiurie verso questo ragazzo, questa frase è quella che mi ha impressionato di più..."nel posto sbagliato, al momento sbagliato"...noi non vogliamo vedere...non vogliamo esserci...noi preferiamo esser altrove, girarci dall'altra parte, far finta che certe cose non accadano. Lo facciamo di continuo: lo facciamo quando permettiamo ai nostri politici di spargere odio...quando tolleriamo frasi discriminatorie sui social, quando non isoliamo i razzisti, i violenti, gli odiatori seriali. Non so voi, mai io mi sento responsabile di quanto accaduto...si chiamava Willy, ma poteva chiamarsi Andrea, Marco, Giovanni, Federico, essere mio figlio...un ragazzo che non si è girato dall'altra parte, un ragazzo che ha visto un atto violento e invece di farsi i "fatti suoi", ha agito per salvare chi era in difficoltà e ci ha rimesso la vita, ucciso da un branco di bestie inferocite. Quelle bestie che noi facciamo finta di non vedere, che tolleriamo...come tolleriamo le altre bestie che hanno commentato l'accaduto:
“Willy Monteiro Duarte era solo un immigrato“.
"Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzé".
"Ah piccolo Willy, che ci facevi alle 2 di notte in giro? Tu non sei piccolo, sei piccolo di età, ma già sei uno scafato".
"È morto per sua scelta" .
"Piccolo Willy, come questi str***etti che a mezzanotte stanno ancora la Mcdonald’s in giro, bambini di 15 anni, se fate sta fine, è normale. Bambino, a casa a giocare. Non bambino a mezzanotte in giro, se no muore"
"Per me sempre immigrato sei, perché in Italia non esistono persone nere. Rimarrai sempre un immigrato, anche se hai una cittadinanza. Per me sei italiano quando sei bianco".
Ecco, questi sono i commenti di gente malata, malata di odio, rancore, razzismo, che con queste frasi, ha ucciso Willy una seconda volta.
È arrivato il momento di dire basta, di agire, di non girarsi dall'altra parte, il momento di denunciare...sempre e comunque...il momento di non sottovalutare...qualcuno ha anche detto: "gente esaltata, ma hanno dei valori"...hanno dei valori? Quali valori? Ma quali valori mi domando io, che valori può aver chi uccide qualcuno a calci e pugni? Un pestaggio di venti minuti e qualcuno parla di valori?
Siamo una società malata e Willy un eroe...un eroe morto per non essersi girato dall'altra parte. Impariamo da Willy, non giriamoci dall'altra parte e così forse, non avremo altri eroi da piangere.


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mercoledì 3 giugno 2020

Nel nome di Cassese: i tentacoli nello Stato. - Carlo Tecce

Nel nome di Cassese: i tentacoli nello Stato

L’Emerito - Dalla cattedra di Diritto amministrativo e dal suo Istituto Irpa, ha costruito un sistema di legami e “allievi”: dai cda alla Consulta, fino ai ministeri e a Chigi.
Assiso davanti ai suoi allievi provenienti dalle università di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Catania e Siena per la presentazione della sua rivista giuridica, lo scorso anno, Sabino Cassese sentenziò: “La Pubblica amministrazione è il tramite fra la società e lo Stato”. Il tramite, spesso, sono Cassese e i suoi allievi, radicati ovunque, negli atenei, nei ministeri, nelle autorità di controllo, nelle aziende statali. E poi chiosò: “Oggi la Pubblica amministrazione è in una morsa”. Succede quando Cassese e i suoi allievi, cura e corpo dello Stato, luminari di diritto amministrativo, fustigatori della burocrazia, si sentono spodestati o non valorizzati dalla politica incapace di perseguire il meglio. Succede adesso. Cassese e i suoi allievi sono una corporazione, ben istruita, che si ritrova nelle strutture di governo e si riunisce all’Istituto per le ricerche sulla Pubblica amministrazione e nei seminari con le locandine enciclopediche in cui si saggiano futuri ministri e capi di gabinetto.
Curriculum in sella tra Lottomatica e Generali.
Il curriculum di Cassese scritto da Cassese è lungo due pagine, circa 7.500 caratteri. Non è la versione più aggiornata, neanche la più estesa. Si tratta di una volgare epitome. Più volte compare la parola emerito. Si intende docente emerito di diritto amministrativo e si riferisce alla cattedra all’Università Sapienza e al magistero perpetuo negli atenei italiani e stranieri. Ha studiato per mezzo secolo la Pubblica amministrazione, durante gli studi ne ha creato un tipo a sua immagine. Non a somiglianza perché nessuno davvero gli somiglia.
Fratello maggiore di Antonio, che fu giudice internazionale e accademico, Sabino nacque nel ’35 in Irpinia da Leopoldo, stimato archivista e storico. Nell’autunno del 2004, quasi a settant’anni, finiti i mandati nei consigli di amministrazioni di Lottomatica, Autostrade per l’Italia e Assicurazioni Generali e non ancora elevato alla Corte costituzionale, Cassese ha fondato l’Istituto per la ricerca sulla pubblica amministrazione, in breve Irpa, e l’ha dedicato a Cassese e ai suoi allievi. Irpa ha sede nel palazzo di Generali di piazza Venezia a Roma, di fronte al fatidico balcone. Non è proprio una sede, ma un indirizzo ufficiale, poiché viene ospitata dagli affittuari di Civita, l’associazione culturale presieduta da Gianni Letta. Il primo insegnamento che Cassese ha impartito ai suoi allievi è che l’alfabeto comincia dalla lettera c. L’esclusivo elenco soci di Irpa parte da Cassese Sabino e riprende da Agus Diego. In Irpa si entra per cooptazione, a oggi i posti sono 104, si paga un obolo di un paio di centinaia di euro, si va in ritiro a Sutri, provincia di Viterbo, con lo scoccare della raccolta delle castagne. Irpa raduna un gruppo ristretto di professionisti, di nobile lignaggio o di prestigiose carriere, interi blocchi di facoltà di giurisprudenza, docenti ordinari a trent’anni, associati a dottorati appena conclusi, ragazzi svezzati a vent’anni nei ministeri, avvocati dalle parcelle dorate. Tutti uniti da un legame con Cassese o da una venerazione per Cassese, un mentore che ha costruito attorno a sé una classe dirigente, in prosa, un gruppo di potere e di lobby, che negli anni ha proliferato compatto nelle università Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Luiss di Confindustria e negli apparati di governo di ogni colore politico. Gli allievi di Cassese di Irpa si assembrano spesso. Da uno, a caso, si diramano gli altri. Più che un gioco di ruolo, è un gioco di Stato. Stefano Battini collabora col professor Cassese dal ’91, è ordinario di Diritto amministrativo all’Università della Tuscia. Nel 2017 il governo Gentiloni l’ha nominato al vertice di Sna, la Scuola nazionale dell’amministrazione. Per una docenza in Sna (40.000 euro), Battini ha reclutato Lorenzo Casini, eclettico e brillante giurista, classe ’76, già presidente per un anno di Irpa e da settembre capo di gabinetto di Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali, nonché prof di Diritto amministrativo alla Imt alti studi di Lucca.
il labirinto discepoli vista Quirinale
Battini e Casini, in quest’ordine, si palesano fra i prof del master interuniversitario – Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Luiss più Sna – di secondo livello in diritto amministrativo chiamato Mida. Battini, Casini e poi Davide Colaccino, iscritto di Irpa e soprattutto direttore affari istituzionali di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). I soci di Irpa e i prof. di Mida sono sovrapponibili: pleonastico. Non solo Colaccino. Cdp in Irpa è ben rappresentata, o viceversa. Alessandro Tonetti, già vicecapo di gabinetto al Tesoro col ministro Padoan, è al vertice dell’ufficio legale di Cassa dal 31 marzo 2016. Un anno dopo Cassese è stato scomodato da Cdp per una consulenza legale in “merito alla posizione di Cassa e al suo Statuto” per 39.000 euro. Nel 2018 Susanna Screpanti è stata collocata agli “affari normativi e ai progetti speciali presso la direzione legale” di Cdp. Socia di Irpa, Screpanti è dottore di ricerca in diritto amministrativo a Roma Tre nel feudo del prof. Giulio Napolitano, figlio di Giorgio. Napolitano è stato presidente di Irpa prima di Casini e dopo l’avvocato Luisa Torchia. Nel 2018 Giulio ha ottenuto due incarichi legali da Cdp per un totale di 28.000 euro. Irpa in Consob, la commissione nazionale che vigila sul mercato borsistico, un tempo si fregiava del segretario generale Giulia Bertezzolo, decaduta il 29 marzo 2019 dopo le dimissioni del presidente Massimo Nava. In compenso, sempre nel 2019, il 20 febbraio, Napolitano è stato accolto in Consob nel comitato degli operatori e gli investitori. In Irpa il dibattito sulle concessioni autostradali sarà molto partecipato e si presume univoco. Cassese si è battuto sin da subito, dopo la tragedia del ponte Morandi, contro la revoca totale della concessione per Autostrade della famiglia Benetton. L’ha definita “sproporzionata”. Alcuni maliziosi hanno rievocato la sua esperienza nel cda di Autostrade. Di sicuro Cassese sarà in sintonia con l’amica giurista Torchia (Roma Tre), avvocato di Autostrade e in passato consigliere di Atlantia, la cassaforte dei Benetton. Sull’altro fronte, o almeno in una posizione di neutralità, in Irap c’è Lorenzo Saltari, che Danilo Toninelli, allora ministro dei Trasporti, indicò tra i membri della commissione tecnica per esaminare l’ipotesi di revoca della concessione. E in Irpa c’è anche Massimo Macrì, responsabile dei rapporti legali di Autostrade con il ministero dei Trasporti. A differenza di Macrì, Torchia e Saltari, Alberto Stancanelli, capo di gabinetto del ministro Paola De Micheli, successore di Toninelli, non è un socio di Irpa, ma a pieno titolo va considerato un allievo di Cassese. Ha trascorso vent’anni al suo fianco alla Sapienza. L’avvocato Torchia è stato il presidente più longevo di Irpa, sei anni, uno in più di Bernardo Giorgio Mattarella, figlio di Sergio, ordinario di dDiritto amministrativo a Siena. Mattarella è stato per un biennio capo del legislativo del ministero della Pubblica amministrazione con Marianna Madia. Quel periodo, che ha coinciso col renzismo, è stato l’ultimo di massimo splendore per il proselitismo di Cassese. Come se fosse tornato alla Funzione pubblica dopo l’anno da ministro nel governo Ciampi. Mattarella al legislativo, Pia Marconi alla guida del dipartimento, Elisa D’Alterio all’unità per la semplificazione: una colonna di Irpa al dicastero. Il governo giallorosa può vantare un altro socio di Irpa, però molto trasversale: Luigi Fiorentino, capo di gabinetto al ministero dell’Istruzione (mentre Saltari è al legislativo). Alla Presidenza del Consiglio ci sono i dirigenti Carlo Notarmuzi Chiara Lacava. Cassese e i suoi adepti vanno oltre Irpa. Tra gli allievi va annoverato Giacinto Della Cananea (Tor Vergata), che fu estensore del programma di governo dei 5 Stelle. L’esecutivo renziano ha rottamato l’Isfol con l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche (Inapp). Cassese apprezzò. Stefano Sacchi, il presidente, ne fu orgoglioso. Cassese fu presto coinvolto con un parere legale (25.000 euro) e con la presidenza del comitato editoriale della rivista (15.800) di Inapp. La modesta pecunia non c’entra. Le cose in Italia accadono con rigore scientifico. Se le fanno accadere Cassese e i suoi allievi.

giovedì 30 gennaio 2020

Coronavirus: il lato oscuro. - Godfree Roberts




Il Vioxx ha ammazzato 500.000 Americani: un bilancio che avrebbe potuto essere ridotto del 90% se la FDA avesse emesso un avviso tempestivo.
I prodotti farmaceutici, correttamente e legalmente prescritti, uccidono ogni anno 140.000 Americani, eppure la maggior parte delle persone non è consapevole della loro letalità e non sa come evitare di farsi amazzare in questo modo.
Le morti da Coronavirus sono poche, le sue vittime sono anziane e la prevenzione è semplice.
media riferiscono che, in questa stagione, i decessi per influenza in America sono stati finora 8200, e non è degno di nota?
Nel 2016, 142.000 Americani sono morti a causa dell’uso di farmaci, ma anche questa non è una novità.
Ma 100 Cinesi, nati per lo più durante la Seconda Guerra Mondiale, malnutriti e portatori di altre malattie sono morti a causa di un nuovo virus e questa sarebbe un’epidemia?
Quest’anno ricorre il centenario dell’Influenza Spagnola, la pandemia più mortale della storia umana. Si stima che l’avessero contratta cinquecento milioni di persone, un terzo della popolazione mondiale del 1918, e che ne fossero morte tra i cinquanta e i cento milioni. Gli Asiatici avevano una probabilità di morire trenta volte superiore a quella degli Europei.
Ogni anno [l’influenza] uccide centinaia di migliaia di persone in ogni continente abitato, mentre, a livello globale, molte decine di milioni vengono contagiate ogni anno dai virus. Tutti questi milioni di persone infette a loro volta ne infettano altre a casa, al lavoro, nelle scuole, nei luoghi di culto, nei viaggi e in ogni luogo pubblico immaginabile, diffondendo i loro virus in tutto il pianeta.
Il ceppo coinvolto nell’ultima pandemia influenzale, l’epidemia di influenza suina del 2009, era altamente contagioso, ma di grado inferiore rispetto ai precedenti ceppi pandemici. Dei 61,7 milioni di persone che vivevano nel Regno Unito nel 2009, ne erano morte 457, una cifra paragonabile al normale bilancio annuale dei decessi da influenza. L’influenza asiatica del 1957 e le pandemie influenzali di Hong Kong del 1968-69 erano state più gravi; il bilancio delle vittime per ogni episodio era stato stimato in circa un milione in tutto il mondo.
L’influenza uccide ogni anno 646.000 persone in tutto il mondo, mentre, a livello globale, sono decine di milioni ad aver contratto la malattia. Il tasso di mortalità delle infezioni “gravi” in tutto il mondo è di circa il 13%, più o meno lo stesso delle “infezioni gravi da SARS.” Quella del nuovo virus potrebbe essere notevolmente inferiore.
I media occidentali ci condizionano ad un pavloviano timore della Cina utilizzando mappe come quella di copertina, mentre strillano per far sì che l’influenza cinese venga dichiarata un’emergenza sanitaria internazionale ed una pandemia globale anche se, fino ad ora, l’OMS si rifiuta di dichiarare l’epidemia virale cinese un’emergenza sanitaria mondiale. Come potrebbe, guardando quella ridicola mappa?
Il servizio sanitario pubblico cinese è probabilmente il più efficiente sulla Terra, il motivo per cui i bambini cinesi hanno una vita più lunga e più sana dei loro coetanei americani. Ma neanche questa è una novità.
Secondo Nature: la velocità e il grado di apertura della risposta scientifica al Coronavirus non ha precedenti. Dieci giorni dopo essere stato segnalato per la prima volta nell’uomo, gli scienziati in Cina e in Australia avevano già resa nota la sequenza genetica del virus. Nel giro di poche ore, i laboratori di ricerca di tutto il mondo stavano utilizzando tutti i mezzi disponibili per comprendere la malattia. “Questa è una delle prime volte che vediamo emergere un nuovo focolaio virale e la comunità scientifica condividere i propri dati quasi in tempo reale,” ha affermato il biologo molecolare Michael Letko.
David Ho, ricercatore medico specializzato in HIV/AIDS, ha sottolineato che, alla fine della scorsa settimana, il tasso di mortalità [del Coronavirus] sembrava essere del 2,5% circa, “circa 3-4 volte inferiore a quello della SARS,” aggiungendo: “I decessi si verificano nelle persone anziane o in quelle con patologie mediche concomitanti. Se dovessimo confrontare le cifre dell’influenza con quelle di questo nuovo CoV, i numeri dei casi assoluti e i tassi di mortalità sarebbero molto maggiori [per la normale influenza].  Ma tendiamo a non dare importanza all’influenza tradizionale, anche se è abbastanza mortale per i giovani, gli anziani e per le persone con problemi medici di base.”
Non sono stati segnalati decessi al di fuori della Cina, a conferma del tasso di mortalità relativamente basso riportato dai dati ufficiali cinesi.
Il New York Times riassume così gli ultimi dati sull’infezione internazionale:
Thailandia e Hong Kong hanno riferito di otto casi di infezione ciascuno; gli Stati Uniti, Taiwan, Australia e Macao ne hanno cinque a testa; Singapore, Giappone, Corea del Sud e Malesia ne hanno segnalati quattro ciascuna; la Francia ne ha tre; Canada e Vietnam ne hanno due; Nepal e Cambogia ne hanno uno ciascuno.
IL LATO OSCURO.
• Fin dal 20° secolo, l’Occidente è stato e continua ad essere il più avido utilizzatore di armi batteriologiche. Gli Stati Uniti sono stati il maggiore utilizzatore di armi batteriologiche di tutta la storia, a Cuba, in Iraq, Siria e Iran (per procura), in Serbia, Giappone, Vietnam, Laos e Cambogia, e l’America le ha usate a cuor leggero anche sulla propria popolazione, apparentemente più spesso di quanto si vorrebbe ammettere.
• Negli anni ’40 gli Stati Uniti avevano infettato di proposito con sifilide e gonorrea migliaia di cittadini del Guatemala, per testare su queste cavie umane la risposta agli antibiotici. Naturalmente, queste anime sofferenti erano rimaste sessualmente attive per il resto delle loro vite e avevano involontariamente contagiato tutti quelli con cui erano venuti a contatto, compresi i coniugi.
A Tuskegee, centinaia di Americani di colore erano stati lasciati infetti dalla sifilide dagli anni ’30 agli anni ’70, per fungere da capsule Petri umane. Questo per controllare l’avanzamento della malattia e monitorare l’orribile morte che questo batterio avrebbe poi inflitto alle sue vittime nella fase finale: follia, disturbi nervosi, malattie epatiche e cardiache.
• Gli Stati Uniti hanno una lunga e illustre storia nell’utilizzo del bioterrorismo in tutto il mondo. Il bersaglio preferito era stata Cuba, che aveva visto centinaia di migliaia di persone contagiate dalla febbre dengue e tutta la sua popolazione suina spazzata via dalla peste suina.
• Gli Stati Uniti d’America detengono il brevetto esclusivo del virus Ebola: il brevetto statunitense numero 20120251502 è di proprietà del governo americano. Il virus dell’Ebola è un giocattolo per la guerra biologica dello zio Sam fin dal 1976, quando era stato scoperto nello Zaire e spedito a 3.500 km di distanza nei laboratori americani per la guerra batteriologica di Fort Detrick, nel Maryland, e poi rimandato in Africa Occidentale per la coltivazione e lo sviluppo (tramite i laboratori per la guerra batteriologica del Regno Unito a Porton Down e con l’aiuto dell’Organizzazione Mondiale della “Sanità”), in particolare, in Liberia, Guinea e Sierra Leone, gli attuali epicentri dell’epidemia di Ebola nel Grande Continente.
• L’epidemia di Ebola del 2014 è stata il risultato di un’altra vile operazione militare USA nell’Africa Australe, in cui è stato coinvolto il laboratorio per le armi batteriologiche di Kenema, in Sierra Leone, finanziato da Soros e Bill Gates.
• Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di guerra batteriologica contro la Cina. Il rapporto della Commissione Scientifica Internazionale per le Indagini sui Fatti Riguardanti la Guerra Batteriologica in Corea e Cina (rapporto ISC) aveva convalidato le affermazioni della Corea del Nord e della Cina secondo cui gli Stati Uniti avevano lanciato attacchi di guerra batteriologica (guerra biologica, BW) contro truppe e obiettivi civili in quei due paesi per un periodo di mesi, nel 1952. Questo veritiero rapporto di 667 pagine della Commissione ha il dubbio onore di essere il documento scritto più diffamato del 20° secolo. La pubblicazione del rapporto, nel settembre del 1952, aveva causato un severo attacco da parte della comunità internazionale. Era stato denunciato in toto dai massimi esponenti politici americani e britannici, ridicolizzato dai generali a quattro stelle, accusato di falsità da celebri esperti, mal interpretato da noti scienziati e disprezzato da una stampa occidentale compiacente. Nei decenni successivi, i volumi [del rapporto che si trovavano] nelle collezioni delle biblioteche universitarie americane erano stati silenziosamente e definitivamente rimossi dalla circolazione. Quando una rara copia era stata messa all’asta, era stata acquistata in modo discreto e fatta sparire dalla vista del pubblico.
• Nel marzo 2019, in un evento misterioso, una spedizione di virus eccezionalmente virulenti proveniente dai laboratori biologici canadesi del NML era finita in Cina. I funzionari canadesi avevano affermato che la spedizione faceva parte dei loro sforzi a sostegno della ricerca sulla salute pubblica in tutto il mondo. Avevano sostenuto che si era trattato di una normale procedura. Ciò che non è chiaro è perché fosse stata fatta in segreto e perché i funzionari cinesi avessero presentato una denuncia. Di sicuro, se questo fosse stato solo un trasferimento di routine, il governo cinese ne sarebbe stato informato. Nel luglio 2019, un gruppo di virologi cinesi era stato allontanato con la forza dal Canadian National Microbiology Laboratory (NML). L’NML è l’unica struttura di livello 4 del Canada ed una delle poche in Nord America equipaggiata per gestire le malattie più mortali al mondo, tra cui Ebola, SARS, Coronavirus, ecc.
 Il 18 ottobre 2019, il Johns Hopkins Center for Health Security, in collaborazione con il World Economic Forum, aveva riunito “15 leader del mondo degli affari, del governo e della sanità pubblica” per simulare uno scenario in cui una pandemia di Coronavirus stava devastando il pianeta. I principali partecipanti erano stati la leadership militare americana e alcune figure politiche neoconservatrici. I Cinesi non erano stati invitati. I delegati avevano preso appunti e poi erano tornati alle loro attività quotidiane.
• In una simulazione di 3 mesi fa, la Bill e Melinda Gates Foundation aveva previsto fino a 65 milioni di morti da Coronavirus.
 Il 19 ottobre, 300 militari statunitensi erano arrivati a Wuhan per i Military World Games. Il primo caso di Coronavirus si era verificato due settimane dopo, il 2 novembre. Il periodo di incubazione del Coronavirus è di 14 giorni.
• Due mesi dopo, una pandemia molto simile di Coronavirus ha colpito la Cina a Wuhan, un importante hub dei trasporti nella Cina centrale e un nodo di transito per la rete dei treni ad alta velocità, con 60 rotte aeree e voli diretti per la maggior parte delle principali città del mondo, oltre a più di 100 voli interni verso i maggiori scali cinesi, proprio durante le celebrazioni del Festival di Primavera, quando centinaia di milioni di persone viaggiano in tutto il paese per stare con le loro famiglie.
• Il Coronavirus (2019-nCoV) è un ceppo completamente nuovo, correlato ai virus MERS (MERS-CoV) e SARS (SARS-CoV), anche se le prime prove suggerivano che non era pericoloso. E’ stato dimostrato che la SARS era causata da una variante del Coronavirus, una grande famiglia di virus per lo più innocui e responsabili anche del comune raffreddore, ma la SARS aveva mostrato caratteristiche mai osservate prima in nessun virus animale o umano, non corrispondeva in alcun modo ai virus animali sopra menzionati e conteneva materiale genetico che non è ancora stato identificato, analogamente a questo nuovo Coronavirus apparso nel 2019.
• La SARS aveva i tratti distintivi di un’arma batteriologica. Dopotutto, i nuovi agenti per la guerra batteriologica non sono forse progettati per indurre una nuova malattia utilizzando un nuovo agente infettivo? Come nei precedenti esperimenti militari, tutto ciò che potrebbe essere stato necessario per diffondere la SARS è una bomboletta spray. Diversi scienziati russi hanno suggerito un legame tra SARS e guerra batteriologica. Sergei Kolesnikov, un membro dell’Accademia Russa per le Scienze Mediche, ha affermato che la propagazione del virus SARS potrebbe essere stata causata dalla diffusione accidentale di un virus per la guerra batteriologica sintetizzato nei laboratori per le armi batteriologiche. Secondo informazioni della stampa, Kolesnikov ha affermato che il virus della polmonite atipica (SARS) era una sintesi di due virus (del morbillo e della parotidite infettiva o orecchioni), assolutamente impossibile in natura, affermando che “Questo può essere stato fatto solo in un laboratorio.” E Nikolai Filatov, il capo dei servizi epidemiologici di Mosca, era stato citato dal quotidiano Gazeta perché aveva affermato di essere convinto che la SARS fosse stata prodotta dall’uomo perché “non esiste un vaccino per questo virus, la sua costituzione non è chiara, non ha avuto molta diffusione e la popolazione non ne è immune.”
• All’epoca, il virologo Dr. Alan Cantwell aveva scritto che “il misterioso virus della SARS è un nuovo virus mai visto prima dai virologi, questa è una malattia completamente nuova con effetti devastanti sul sistema immunitario e non esiste un trattamento conosciuto.” Cantwell aveva osservato che l’ingegneria genetica sui Coronavirus è praticata da decenni nei laboratori medici sia civili che militari. Quando aveva cercato su PubMed la frase “ingegneria genetica del Coronavirus,” aveva trovato i riferimenti di 107 esperimenti scientifici, i primi risalenti addirittura al 1987. Per citare il dott. Cantwell: “Ho avuto rapidamente la conferma che gli scienziati, da oltre un decennio, ingegnerizzano geneticamente Coronavirus animali e umani per produrre virus mutanti e ricombinanti patogeni.”
• L’epidemia virale coincide con la guerra commerciale contro la Cina.
• L’epidemia virale coincide con i disordini “filo-democratici” di Hong Kong, interamente finanziati e istigati dalla National Endowment for Democracy (NED) e dalla CIA.
 L’epidemia virale si è verificata subito dopo che l’influenza suina aveva messo in ginocchio l’industria cinese della carne suina.
 L’epidemia virale si è verificata subito dopo che l’influenza aviaria aveva decimato l’industria cinese del pollame.
 L’epidemia virale si è verificata poco prima del sostegno e dell’addestramento da parte della NED agli estremisti musulmani uiguri.
• Questo mese, la CNN ha pubblicato un gaio (e falso) rapporto secondo cui “L’economia cinese è in crisi e il paese sta ancora subendo gli effetti della guerra commerciale con l’America. Lo scoppio di un virus nuovo e mortale è l’ultima cosa di cui ha bisogno.”