mercoledì 9 settembre 2020

Figlio di una società malata. - Massimo Erbetti

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Si chiamava Willy, poteva essere mio figlio, poteva essere nostro figlio. Sicuramente era figlio di una società malata, una società che continua girarsi dall'altra parte e se non lo fa, fa finta di non vedere e non sentire. Willy invece non si è girato dall'altra parte, lui ha guardato ed è intervenuto e questo gli è costato la vita.
Poteva essere mio figlio, poteva essere nostro figlio...alcuni giornali scrivono che purtroppo si "trovava nel posto sbagliato, al momento sbagliato"...nel posto sbagliato? Nel momento sbagliato? Ecco di tutte le cose scritte, dei commenti razzisti, delle ingiurie verso questo ragazzo, questa frase è quella che mi ha impressionato di più..."nel posto sbagliato, al momento sbagliato"...noi non vogliamo vedere...non vogliamo esserci...noi preferiamo esser altrove, girarci dall'altra parte, far finta che certe cose non accadano. Lo facciamo di continuo: lo facciamo quando permettiamo ai nostri politici di spargere odio...quando tolleriamo frasi discriminatorie sui social, quando non isoliamo i razzisti, i violenti, gli odiatori seriali. Non so voi, mai io mi sento responsabile di quanto accaduto...si chiamava Willy, ma poteva chiamarsi Andrea, Marco, Giovanni, Federico, essere mio figlio...un ragazzo che non si è girato dall'altra parte, un ragazzo che ha visto un atto violento e invece di farsi i "fatti suoi", ha agito per salvare chi era in difficoltà e ci ha rimesso la vita, ucciso da un branco di bestie inferocite. Quelle bestie che noi facciamo finta di non vedere, che tolleriamo...come tolleriamo le altre bestie che hanno commentato l'accaduto:
“Willy Monteiro Duarte era solo un immigrato“.
"Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzé".
"Ah piccolo Willy, che ci facevi alle 2 di notte in giro? Tu non sei piccolo, sei piccolo di età, ma già sei uno scafato".
"È morto per sua scelta" .
"Piccolo Willy, come questi str***etti che a mezzanotte stanno ancora la Mcdonald’s in giro, bambini di 15 anni, se fate sta fine, è normale. Bambino, a casa a giocare. Non bambino a mezzanotte in giro, se no muore"
"Per me sempre immigrato sei, perché in Italia non esistono persone nere. Rimarrai sempre un immigrato, anche se hai una cittadinanza. Per me sei italiano quando sei bianco".
Ecco, questi sono i commenti di gente malata, malata di odio, rancore, razzismo, che con queste frasi, ha ucciso Willy una seconda volta.
È arrivato il momento di dire basta, di agire, di non girarsi dall'altra parte, il momento di denunciare...sempre e comunque...il momento di non sottovalutare...qualcuno ha anche detto: "gente esaltata, ma hanno dei valori"...hanno dei valori? Quali valori? Ma quali valori mi domando io, che valori può aver chi uccide qualcuno a calci e pugni? Un pestaggio di venti minuti e qualcuno parla di valori?
Siamo una società malata e Willy un eroe...un eroe morto per non essersi girato dall'altra parte. Impariamo da Willy, non giriamoci dall'altra parte e così forse, non avremo altri eroi da piangere.


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