L'organizzazione di Julian Assange distribuisce ad alcuni giornali centinaia di documenti sul carcere Usa nell'isola di Cuba. Rivelazioni sul rifugio di Bin Laden. Un orologio segno di riconoscimento dei terroristi
ROMA - Fanno scalpore le nuove rivelazioni di Wikileaks1. Stavolta i file consegnati dal sito di Julian Assange alWashington Post ed ad altri giornali americani ed europei, riguardano la lotta al terrorismo, i detenuti di Guantanamo e i rifugi dei leader di al Qaeda, Osama bin Laden e il suo vice egiziano Ayman al Zawahiri, subito dopo gli attentati dell'11 settembre.Guantanamo. Wikileaks rivela i file segreti degli oltre 700 detenuti rinchiusi dal 2002 ad oggi a Guantanamo, nel campo di prigionia istituito da George Bush e tutt'ora in funzione con almeno i 172 detenuti ancora rinchiusi. Nelle migliaia di pagine vi sono scritte verità di violazioni dei diritti umani già condannate e criticate in questi 10 anni. Si parla di detenuti trasportati nel campo di prigionia a Cuba in gabbie, imprigionati per anni senza alcuna formale incriminazioni, sulla base di prove quanto mai labili o estratte con maltrattamenti quando non con torture vere e proprie.
Dai file emerge infatti l'ossessione del Pentagono e della Cia dei tempi di George Bush nell'estrarre il massimo di informazioni dai fermati, anche con l'utilizzo di quei "metodi di interrogatorio" autorizzati dallo stesso presidente. E testimoniano come tra i detenuti vi sia stato un afgano di 89 anni, fermato e trasferito a Guantanamo per "numeri di telefono sospetti" trovati a casa sua. E un ragazzo di 14 anni trasferito solo er "la possibilità che conoscesse i leader talebani locali". Non solo. Secondo Assange gli Stati Uniti rinchiusero per anni soggetti innocui o poco pericolosi e scarcerarono 200 terroristi "ad alto rischio".
Bin Laden. Quattro giorni dopo gli attentati a New York e Washington, Bin Laden si recò in una guesthouse nella provincia di Kandahar e incitò i combattenti arabi riuniti a "difendere l'Afghanistan dagli invasori stranieri" e di "combattere in nome di Allah". Da allora Bin Laden e Zawahiri si spostarono in macchina da posto all'altro dell'Afghanistan e il leader terreorista delegò il controllo dell'organizzazione al Consiglio della Shura, forse nel timore di essere presto catturato o ucciso dalle forze Usa. A un certo punto Bin Laden si rifugiò in una località segreta nei pressi di Kabul. Ma non così tanto segreta da impedire un flusso continuo di visitatori, tutti esponenti dell'organizzazione a cui ha dato ordini su come procedere lo scontro, facendo ritirare tutti i combattenti dai campi di addestramento e spostando le donne e i bambini in Pakistan. Nascosto, sì, ma ancora alla guida dei suoi uomini. Lo testimoniano i continui incontri con i fedelissimi. Il 25 novembre Bin Laden parlò ai leader e i combattenti, dicendo loro di "rimanere forti nell'impegno di combattere, obbedire ai leader, aiutare i talebani e di non commettere l'errore di andarsene senza aver concluso la battaglia".
L'orologio come segno di riconoscimento. Secondo l'intelligence americana che ha pilotato i trasferimenti di sospetti terroristi a Guantanamo, un orologio Casio, modello F-91W da cinque euro, poteva essere "il segno" di appartenenza ad al Qaeda. "Un terzo dei detenuti catturati con questo modello al polso avevano collegamenti con esplosivi, o perché avevano fatto corsi, o perché collegati a luoghi dove venivano costruite bombe o per aver avuto rapporti con persone identificate come esperti di esplosivi", si legge nel documento. Oltre 50 dossier su singoli detenuti del pacchetto Wikileaks su Guantanamo fanno riferimento al Casio.