giovedì 16 agosto 2012

Sicilia, il piano energetico di Passera riapre la corsa al petrolio. - Giuseppe Pipitone


corrado passera_interna nuova

Il ministro dello Sviluppo vuole raddoppiare la quantità di petrolio estratto nel nostro Paese per portarlo al 20% della domanda. Una idea che passa per forza dalle coste siciliane, dove già oggi si concentra più di un terzo delle attività di ricerca. Una scelta che piace alle compagnie ma osteggiata dagli ambientalisti: "Dannoso e inutile - per Legambiente - se estraessimo tutto il petrolio presente in mare, l'Italia lo esaurirebbe in sole 7 settimane".

Le coste dell’isola di Favignana, dove una volta andava in scena la mattanza del tonno, ma anche la splendida isola di Pantelleria, ricca di capperi e con le spiagge incontaminate. E poi il mare di fronte a Marsala e quello di Sciacca, il canale di Sicilia e la costa di Pozzallo. È questa la lista della spesa delle principali compagnie petrolifere del mondo: squarci di paradiso in cui venire a cercare oro nero. In Sicilia sono undici i permessi di ricerca concessi, e mentre ben diciotto richieste sono ancora in attesa di valutazione, in tre casi sono già spuntate all’orizzonte piattaforme in piena regola a pochi chilometri dalla costa. A beneficiarne compagnie importanti come la Shell, che cerca il petrolio dalle parti di Favignana, la Transunion Petroleum, che scandaglia i fondali del canale di Sicilia, ma anche società minori come la San Leon Energy, una srl con capitale di diecimila euro titolare di ricerche importanti come quelle di fronte alla costa di Sciacca. 
Adesso, però, la già inarrestabile corsa all’oro nero di Sicilia potrebbe addirittura accelerare. Almeno secondo il piano energetico di Corrado Passera, ministro dello sviluppo economico di Mario Monti. La proposta di Passera ha una semplice parola d’ordine: raddoppiare l’estrazione di olio nero nella penisola fino ad arrivare al 20 per cento della domanda. Un programma che piace molto alle grandi società d’estrazione, soprattutto perché sul tavolo del governo c’è la proposta di abolire il limite delle dodici miglia di distanza dalla costa, entro il quale oggi non si possono impiantare trivelle. Una possibilità che ha fatto andare su tutte le furie gli ambientalisti. “Il ministro Passera ignora la necessità di tagliare drasticamente le emissioni di Co2, ascolta solo le lobby dei combustibili fossili e soprattutto condanna l’Italia a non puntare sull’economia del futuro” dice Mariagrazia Midulla di Wwf Italia. “Nel Canale di Sicilia – ha avvertito Greenpeace – si prepara una folle corsa all’oro nero: da una dettagliata analisi delle richieste e dei permessi, le compagnie petrolifere da un lato hanno già trovato dei giacimenti che si preparano a sfruttare, dall’altro moltiplicano le richieste per esplorare i fondali marini alla ricerca di nuovo petrolio”.
In pratica le diciotto richieste d’estrazione si raddoppierebbero in poche settimane, e nel frattempo aumenterebbero i permessi accordati per cercare petrolio nel mare siciliano. Ma non aumenterebbe la produzione. Almeno secondo Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente: “Se estraessimo tutto il petrolio che, secondo il ministero dello Sviluppo Economico, è presente in mare, l’Italia lo esaurirebbe in sole 7 settimane. E se al petrolio marino aggiungiamo quello estratto a terra, arriveremmo a 13 mesi. Un quantitativo che definire ridicolo è poco”. Nonostante la corsa per cercare l’oro nero di Sicilia sia affollata, il sottosuolo made in Italy infatti è tutt’altro che ricco. Le compagnie estrattrici però rimangono molto interessate alle ricerche nel nostro mare. E ancora di più lo saranno se dovesse passare il piano di Passera. Il motivo è tutto da ricercare nelle royalties che le compagnie pagano al nostro paese. In Sicilia, la regione più interessata dalle ricerche con 11 concessioni su un totale di 26, le tasse sono le più basse d’Italia, inferiori di 33 volte a quelle che si pagano in Emilia Romagna, nonostante le diverse caratteristiche del sottosuolo. Tutta la penisola è poi uno dei paesi che incassa di meno dai cercatori d’oro nero: il 4 per cento di tasse per i permessi offshore, che dovrebbero arrivare al 7 per cento, ma soltanto sopra le 50mila tonnellate di petrolio prodotte ogni anno. Un’inezia rispetto all’85 per cento chiesto dalla Libia e all’80 della Russia: prezzi stracciati che hanno valso all’Italia il titolo di “miglior paese per l’estrazione di petrolio off-shore” secondo la compagnia Cygam.
“Cifre ridicole a fronte del preoccupante impatto delle trivellazioni per la biodiversità del Canale” sottolinea Greenpeace, che durante tutto il 2012 ha lanciato una campagna dichiarare il canale di Sicilia zona ecologica protetta. Il proliferare delle trivelle però non mette in pericolo soltanto la biodiversità. “Occorre fermare le trivellazioni – dice Carlo Cassaniti, vicepresidente dei geologi siciliani – i  nostri mari presentano purtroppo le stesse pericolosità geologiche dei territori emersi: in particolare nel Canale di Sicilia sono presenti numerose ed importanti strutture geologiche e non è neanche da sottovalutare la presenza di vulcani sottomarini”.

Semplice...



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Landini: "La Fiom non sciopera contro la Magistratura"



Ha ragione LANDINI!!!
Cominciando da principio, i RIVA l'ebbero quasi in regalo e NULLA HANNO FATTO, adesso LORO devono pagare gli operai fino ALLA BONIFICA TERMINATA che dovrebbero PAGARE LORO PURE E NON LO STATO! Va anche detto che mentre il GOVERNATORE si è AFFANNATO PER FAR COSTRUIRE in PUGLIA la succursale dell'Ospedale S. Raffaele, PER CURARE I MALATI, CIOE', NULLA HA FATTO per PREVENIRNE LA MALATTIA! Non mi vorranno mica far credere che il problema DI TARANTO E LE EMISSIONI DELL'ILVA è NATO ALL'IMPROVVISO NELL'ESTATE DEL 2012 EH?! Tutti sapevano, VENDOLA COMPRESO, ma era MEGLIO COMPARIRE (succursale S. Raffaele) che FAR FARE LA BONIFICA NGLI ANNI PASSATI.

E IL SINDACO DI TARANTO? eletto con una lista civica APPOGGIATA dal "centro sinistra", tal Stefàno, che oggi ha detto: "Sono preoccupato, ma ne usciremo" MA SI RENDE CONTO CHE LUI E MEDICO, fra l'altro, e CHE IN QUALITA' DI SINDACO LUI E' L'AUTORITA' SANITARIA LOCALE? Ma come sei preoccupato ... SPARATIIIIII!!!

CHE CONTROLLI AVEVI PREDISPOSTO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI SUOI CONCITTADINI? VUOI FARCI CREDERE CHE E' VENUTO A SAPERE DELLA SITUAZIONE INQUINANTE DELL'ILVA, DA UN MAGISTRATO? Lui DOVEVA SAPERLO PER PRIMO E SE NON LO SAPEVI VUOL DIRE CHE NON SA FARE L'AUTORITA' SANITARIA LOCALE E, DUNQUE, NON SAI FARE IL SINDACO. Trai le conseguenze che per me sono molto semplici....


Alessandro Giari

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mercoledì 15 agosto 2012

Acqua azzurra. - Massimo Gramellini



Sloggiati a forza dalle calette proibite della Maddalena, i possidenti di megayacht reagiscono con accenti che mescolano lo stupore all’arroganza, minacciando di non tornare mai più in Sardegna. Sono oligarchi russi, principi tedeschi, evasori italiani. Vorrei li accompagnasse il mio personale augurio di buon viaggio. Vadano a inquinare le coste croate, francesi o lillipuziane: qui da qualche tempo si cerca di diventare un Paese povero ma serio. È il risvolto ironico di questa estate deprimente. Finché eravamo la patria dei finti divieti e degli scontrini fantasma, il mondo degli ultraricchi ci frequentava disprezzandoci. Adesso che cominciamo a pretendere il rispetto delle regole, i moralisti di ieri si indignano per l’inaudito capovolgimento del luogo comune che ci vuole accomodanti e servili. E usano l’unica arma a loro disposizione, i soldi. Così ogni slancio di pulizia viene sottoposto al ricatto economico, che purtroppo la crisi rende particolarmente efficace.

In effetti avremmo potuto scegliere un momento più propizio per redimerci, ma abbiamo accumulato ritardi ventennali e, come tutti i ritardatari, ci tocca fare i compiti all’ultimo minuto. Siamo a metà del guado: non abbiamo più i vantaggi che garantiva l’illegalità e non intravediamo ancora quelli che verranno dall’onestà. Ora, delle due l’una. O torniamo indietro e ci perdiamo per sempre. Oppure andiamo avanti, fino a quando cominceremo ad assomigliare a quello che da sempre dovremmo essere: un paradiso da contemplare e non da usare.


http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1239

Satira feroce...



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Il Pd ha già spartito i posti al governo: Bersani premier, D’Alema e Letta ministri. - Sara Nicoli


letta bersani bindi interna nuova

I democratici si sentono già al governo e hanno già spartito le poltrone: il segretario si terrà anche l'Economia. Veltroni verso la presidenza della Camera. Il partito? Lo guiderà (di nuovo) Franceschini.

Per una volta, la notizia non è il fatto in sè, quanto la sua conferma. Nel Pd c’è chi si è già spartito i posti del governo (e del potere) che verrà. Senza pensieri a compromessi con le parti più critiche del partito e senza neppure passare per le primarie. Dove, a quel che si apprende, i maggiorenti democratici farebbero pure a meno di passare. E parecchio a meno. Esiste, insomma, una sorta di “patto di sindacato” tra chi conta (e ha sempre contato) dentro il partito per dividersi quelli che saranno gli incarichi di maggior rilievo nella prossima legislatura. Al Foglio questo patto l’ha svelato una gola profonda interna al Pd, ma ilfattoquotidiano.it ha voluto vederci chiaro. E, soprendentemente, è arrivata la conferma. Sempre anonima, perché in questa fase nessuno ha voglia di scoprire le carte (le proprie), mentre invece sembra prepotente la voglia di rompere il gioco dei “soliti noti” prima che la vergogna – ma soprattutto l’ira della base democratica – travolga il Nazareno facendo implodere il partito senza la necessità rendere le primarie una guerra di successione o scomodare rottamatori di prima o seconda fascia.
Ecco, succede che dentro il Partito Democratico sono proprio sicuri di vincere le prossime elezioni. E’ vero che, complice il Pdl, ma anche l’Udc, si stanno ritagliando una legge elettorale dove nessuno esca davvero sconfitto, ma il gotha del partito è davvero convinto che stavolta conquisterà il potere e lo conserverà a lungo. “I sondaggi – ci dice la nostra fonte, che dalla prima linea dei “rottamatori” ha tutto l’interesse a svelare gli altarini dei “padri nobili” – non lasciano spazio a dubbi; se andassimo a votare domani, il Pd sarebbe il primo partito con una percentuale bulgara di oltre il 30% dei consensi”. Ma non si va a votare domani e, a meno di improvvisi strappi, le urne si apriranno solo ad aprile 2013. “Infatti il calcolo che fanno ‘i capi’ – prosegue la nostra fonte – è quello di una grossa coalizione dove, però, i democratici abbiamo un ruolo prioritario; i centri nevralgici del nuovo assetto politico li dovranno avere loro”.
Come? Eccoci a quello che Il Foglio ha ribattezzato “il papello del Pd” e a dire il vero ne ha tutta l’aria, anche per il senso evocativo del patto che rappresenta. L’elenco è breve, ma intenso: Bersani (Chigi-Economia). Secondo: Veltroni (Camera). Terzo: D’Alema (Esteri, Commissario Europeo). Quarto: Bindi (Vicepremier). Quinto: Letta (Sviluppo). Sesto: Franceschini (Segretario). Quelli che si leggono sono i nomi che compongono il “patto di sindacato del Pd”, e quelli che invece si leggono tra parentesi sono gli incarichi offerti o richiesti in vista del 2013: presidenza della Camera; ministro degli Esteri, o Commissario europeo; vicepresidenza del Consiglio; ministero dello Sviluppo; segreteria del partito. In alcuni casi si tratta di promesse esplicite, in altri casi di semplici richieste, in altri casi ancora di singole offerte. E per capire quello che sta succedendo nel partito in questi ultimi mesi, non si potrebbe prescindere da questo “papello”, almeno a detta delle fonti interne.
Quello a cui si sta lavorando nelle segrete stanze del Nazareno, insomma, è esattamente quello che esplicita ogni giorno Casini che ha avuto un ruolo non secondario nel disegno di questa strategia per il dopo Monti. Ovvero? Rieccola: la Grosse Koalition. Che implica, per quanto riguarda gli assetti interni al Pd “di governo”, che dietro la stessa barricata ci siano storici nemici giurati come Bindi e Franceschini o come D’Alema e Veltroni e che al momento, almeno così si racconta, si ritrova impegnata su alcuni fronti tutti a loro modo importanti: garantire al segretario un appoggio solido in una fase delicata come quella che sta attraversando l’Italia; tenere insieme sotto un unico tetto le anime in movimento del Pd (montiani, anti montiani, camussiani e anti camussiani, liberisti e anti liberisti); muoversi con cautela per non compromettere nel 2013 l’alleanza con il centro di Casini; fare di conseguenza di tutto per non accelerare troppo il percorso che dovrebbe portare da qui alle prossime elezioni alle primarie.
Ma, soprattutto, difendere con tutte le forze possibili il nucleo storico del partito dagli attacchi degli “sfascisti del Pd” (insomma, Renzi e compagnia) preservando così quel centro dei “grandi azionisti”, unico consesso – a loro dire, ovviamente – che può essere in grado (per esperienza e competenza, sa va sans dire) di traghettare il partito lungo questa fase storica non adatta a “inesperti giovinastri in carriera”. In poche parole: dentro il Nazareno si stanno attrezzando per far finta di cambiare tutto perché nulla cambi ma, soprattutto, per mantenere intatte (e, casomai, esaltarle ancora di più) quelle rendite di posizione che hanno impedito fino ad oggi qualsivoglia ricambio interno, anche quello più flebile e meno minaccioso per i volti di sempre della (ex) sinistra italiana.
“Sembra di vivere all’interno di una specie di ‘congresso di Vienna’ in servizio permanente effettivo – ha raccontato al Foglio la fonte primaria – un congresso cioè in cui la regola, come nel primo dopoguerra, sembra essere quella di agire sullo spirito del ‘Conservare progredendo’ e in cui ovviamente i ‘big’, in questo contesto, hanno interesse a mantenere certi equilibri e a non mettere in discussione alcune rendite di posizione”. La nostra fonte, di certo più ruspante, ma non meno avvezza alla frequentazione di quelli che contano, la vede invece così: “La conservazione di alcune posizioni è senza dubbio la priorità di alcuni – sostiene – ma il vero motivo di questo movimento centripeto (tutto verso il ‘cuore’ del sistema, ndr) è che si deve ergere un muro granitico intorno alla segreteria per evitare con ogni mezzo le primarie; qualcuno dei ‘big’ l’ha già detto da tempo, che con il segretario in lizza, le primarie diventano sostanzialmente inutili. Nessuno lo ammetterà mai, ma Renzi fa paura e Vendola è certamente in grado di scompaginare, forse in modo definitivo, gli equilibri, già precari, del partito. Perché poi, se si fanno le primarie e si rompe il giocattolo, allora potrebbero alzare la voce anche i popolari che dall’alleanza con Casini pensano di guadagnare più di un posto al sole, figurarsi..”.
Appunto, i “centristi” del Pd. Nessuno ha pensato di escluderli, anzi di ritagliare per loro qualche ruolo di “cerniera” tra l’esecutivo (prossimo), l’Udc e – perché no – l’ala moderata del Pdl, lontana dagli ex An. Ai Fioroni e ai Carra, per dirla tutta, potrebbe essere riservato qualche sottosegretariato di spicco da dove dirigere giochi, equilibri e strategie della prossima spartizione di potere. Il tutto, ovviamente, nel nome della tenuta del “sistema Paese” e del garantire all’Italia quelle riforme “che servono allo sviluppo”. “E’ comunque un ‘papello’ scritto sulla carta velina – ragiona in conclusione la nostra fonte – anche perché bisognerà vedere quel che farà Monti nei prossimi mesi. Se davvero, cioè, sarà in grado di arrivare alla fine della legislatura portando a casa qualche risultato concreto sul fronte dello sviluppo, altrimenti questi assetti potrebbero essere rivisti: per loro, comunque (il “gotha” democratico, ndr) l’unica vera priorità è restare dove stanno e contare di più. Non disturbare il manovratore, insomma…”. Che pare proprio diventata la moda del momento. A tutti i livelli.

Lettera di una ricercatrice a Corrado Passera.



Maria Rita D'Orsogna, ricercatrice italiana emigrata in California, (nella foto) ha scritto a Passera la lettera che tutti avremmo voluto scrivergli. Diciamole grazie e prendiamoci cinque minuti per leggerla, mezz'ora per meditarla e due mesi di lotta infuocata al rientro per cacciare questa gentaglia a calci in culo e ripristinare la legalità europea violata!!! 

Caro signor Passera,
stavo per an

dare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l'Italia petrolizzata.
Ci sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi progetti stile anni '60 per aggiustare l'Italia, alla sua visione piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perche' non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.
Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.
Lei non e' stato eletto da nessuno e non puo' pensare di "risanare" l'Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.
Lei parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti dall'Algeria, corridoio Sud dell'Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio delle estrazioni di idrocarburi.
E la gente dove deve andare a vivere di grazia?Ci dica.
Dove e cosa vuole bucare?Ci dica.
I campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del Montepulciano d'Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali? I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell'Emilia? Il lago di Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?

Ci dica.

Oppure dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l'esplosione di tumori come all'Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e dopo che decine e decine di persone sono morte?

Vorrei tanto sapere dove vive lei.

Vorrei tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che fosse lei a dover emigrare perche' la sua regione - quella che ci dara' questo 20% della produzione nazionale - e' la piu' povera d'Italia.

Ma io lo so che dove vive lei tutto questo non c'e'. Dove vive lei ci sono giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissa', amici banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.

Lo so che e' facile far cassa sull'ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il cancro verra' domani, non oggi. I petrolieri sbavano per bucare, hanno soldi e l'Italia e' corrotta. E' facile, lo so.

Ma qui non parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo, parliamo della vita della gente. Non e' etico, non e' morale pensare di sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente, dopo averli lasciati in mutande perche' non si aveva il coraggio di attaccare il vero marciume dell'Italia.

E no, non e' possibile trivellare in rispetto dell'ambiente. Non e' successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.

Ma non vede cosa succede a Taranto?

Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia - all'italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l'idea di lasciare qualcosa di buono alla comunita' - la gente muore, i tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?

E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?

E lei pensa che questo e' il futuro?

Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.

Qui il limite trivelle e' di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum caro "giornalista" Luca Iezzi. Ed e' dal 1969 che non ce le mettiamo piu' le trivelle in mare perche' non e' questo il futuro. Qui il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook, Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la California.

Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle lobby dei petrolieri.

Il futuro si chiamano programmi universitari per formare chi lavorera' nell'industria verde, si chiamano 220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi per rendere facile l'uso degli incentivi.

Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell'ambiente e'?

E gli italiani cosa faranno?

Non lo so.

So solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira' questo scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l'Italia sia una landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le nostre vite sono sacre.

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