venerdì 28 gennaio 2011

Accusa a Claudio Scajola “E’ il capo della cricca del porto”. - di Ferruccio Sansa.


Per la procura di Imperia è al vertice di un'associazione per delinquere. Intanto in Liguria si diffonde lo spettro della 'ndrangheta: prima la richiesta di sciogliere il Comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose, poi la scoperta di un piano per uccidere un carabiniere

Claudio Scajola accusato di essere il capo di un’associazione a delinquere che ruotava intorno al porto di Imperia. Mentre l’Antimafia di Torino perquisisce gli uffici del porto. Impensabile un anno fa. Ma oggi nel regno di u ministru si respira aria di fine impero. In piazza Dante la gente commenta: una settimana fa sono stati perquisiti gli uffici del sindaco, Paolo Strescino, fedelissimo di Scajola, indagato per violenza privata. Intanto il procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, interrogava il suo collega Gianfranco Boccalatte, capo della Procura di Imperia indagato per corruzione. E mercoledì scorso ecco l’Antimafia che perquisisce il porto, per il quale Scajola è indagato (ma in un’altra inchiesta). Va avanti da mesi: prima la richiesta di scioglimento del comune di Bordighera (centrodestra) per infiltrazioni mafiose. Poi la scoperta che la ‘ndrangheta voleva uccidere un carabiniere.

Difficile stare dietro agli eventi. Dipanare il groviglio di interessi del potere nel Ponente ligure cui non è estraneo il centrodestra, ma nemmeno il centrosinistra che per anni ha sponsorizzato cemento e affari. Nessun politico è accusato di legami con la criminalità organizzata, ma il sistema di potere, forse inconsapevolmente, ha accolto personaggi legati alla ‘ndrangheta. C’è, però, chi dice di no. Pierre Marie Lunghi è il funzionario del Comune di Imperia che si occupa di porti: giorni fa ha revocato la concessione a Francesco Bellavista Caltagirone. Un “anonimo” funzionario che osa opporsi a un gigante del mattone. Bellavista Caltagirone ha partecipato alla cordata Alitalia benedetta dal Cavaliere. Ha progetti in tutta Italia e società cui partecipano amici di Berlusconi. A Pavia c’è il giornalista Carlo Rossella (presidente di Medusa Film e testimone a difesa del premier per le notti del Bunga Bunga). Ma soprattutto Bellavista Caltagirone è amico di Scajola. E, infatti, il sindaco di Imperia ha immediatamente sconfessato il suo funzionario, è arrivato ad annunciare che gli chiederà i danni. Il punto di partenza potrebbero essere i moli. E il cemento. Lo aveva detto il pm Antimafia Anna Canepa: le colate apriranno le porte alla criminalità organizzata. Non le dettero retta. Nel silenzio si è insinuata la ‘ndrangheta. Nessuno, va detto, finora ha dimostrato che ci siano legami tra clan e gli imprenditori dei porti. Una cosa, però, è certa: le ruspe di famiglie calabresi indagate si sono occupate del movimento terra dei porti di Imperia e di Ventimiglia (realizzato da Beatrice Cozzi Parodi e dal suo compagno Bellavista Caltagirone, accusato di associazione a delinquere con Scajola). Secondo gli investigatori, le società della famiglia Pellegrino avrebbero rimosso milioni di tonnellate di terra. Ora pare difficile bloccare il fenomeno perché, ricorda un inquirente, “a Ventimiglia ci sono intere strade dove si parla soltanto calabrese e la caserma dei carabinieri è sotto assedio”. Poi, però, sono arrivati pm come Roberto Cavallone, procuratore di Sanremo, e Alessandro Bogliolo (Imperia) e sono partite inchieste a raffica. Prima di tutto quella sul Comune di Bordighera.

Il rapporto dei carabinieri ritrae una cittadina dove la criminalità organizzata si presenta a viso aperto. Assessori dichiarano di essere minacciati e girano con la pistola. E poi botte e minacce a poliziotti. Al centro dell’inchiesta due night e l’apertura di una sala giochi. L’assessore al Turismo,Marco Sferrazza, ha raccontato che due indagati delle famiglie Pellegrino e Barilaro gli avrebbero detto : “Quando avete avuto bisogno di voti noi vi abbiamo aiutato”.

E Sferrazza negli atti aggiunge: “Il sindaco (che al cronista ha smentito, ndr) era favorevole all’apertura della sala giochi perché aveva favori da rendere”. Stiamo parlando delle famiglie che, ricordano ambienti investigativi, “hanno ottenuto praticamente tutti gli appalti per il movimento terra del Comune di Bordighera”. Da altre indagini sui clan emerge poi il piano per uccidere un carabiniere: “Bisogna dare una lezione ai carabinieri, si stanno allargando troppo. Bisogna trasformarli in cadaveri”. Troppo, anche per il Ponente ligure dove ci si sta abituando agli incendi di locali. Dove un commando ha crivellato con la lupara l’auto di Pier Giorgio Parodi. L’imprenditore del mattone (padre di Beatrice, regina dei porticcioli) non ha sporto denuncia, anzi, ha giustificato gli attentatori: “Pensavano di fare uno scherzo”. Intanto i contatti tra ambienti politici ed esponenti della criminalità organizzata sono cronaca quotidiana: dagli incontri tra Eugenio Minasso, vice-coordinatore del Pdl in Liguria, e la famiglia Pellegrino alle foto di Cinzia Damonte(candidata Idv) con un pregiudicato calabrese. Già, il centrosinistra non può fare la voce grossa. “In tanti ricordano – sottolinea Christian Abbondanza della Casa della Legalità – che una società oggetto di una misura di prevenzione antimafia del Prefetto (una misura atipica, la meno pesante) e di indagini della Procura di Genova ha ricevuto decine di appalti per la bonifica del suolo da amministrazioni di centrosinistra.

All’inaugurazione delle ruspe della società – sponsor in passato di associazioni politiche dei leader del Pd locale – c’era mezzo centrosinistra ligure”. No, il terremoto del Ponente non basta. Gli uomini fedeli a questo sistema di potere sono ovunque: giornali, fondazioni, società. I Pierre Marie Lunghi sono ancora pochi.



Arcore, le minorenni sono almeno due Minetti intercettata: “B. è un pezzo di merda”.


I magistrati di Milano inviano alla Camera un altro faldone di 227 pagine su prostitute e festini ad Arcore. Il premier: "Sono sempre uscito bene dalle situazioni complicate". Nuove intercettazioni: "Le gemelle De Vivo ballavano in mutande e toccavano il presidente nelle parti intime". Ad Agosto sequestrati 12 chili di cocaina al fidanzato di Marysthell: una parte della droga era in un garage di via Olgettina

Nicole Minetti

Le minorenni che sono state ad Arcore sono almeno due. Nella residenza del premier, infatti, è entrata più volte anche Iris Berardi. Brasiliana, 19 anni appena compiuti (è nata il 29 dicembre del 1991) la ragazza si trasferisce a Milano quando di anni ne ha appena 17 in cerca di fortuna nel mondo dello spettacolo. Entrerà invece in quello della prostituzione. E’ lei, nelle carte inviate dai magistrati alla giunta della Camera a chiedere “regalini” a chi le domanda incontri. Ed è a lei che la polizia ha sequestrato agendine in cui venivano registrati importi ricevuti da “papi” per complessivi 40mila euro. Ora i riscontri delle carte inviate dalla procura di Milano sulle celle telefoniche dimostrano che la giovane sia stata nelle residenze del premier una trentina di volte nel corso del 2010. Ma in almeno due occasioni, la giovane è nelle residenze del premier quando è ancora minorenne. Il 21 novembre del 2009, a Villa Certosa. E il 13 dicembre, questa volta ad Arcore, nel giorno in cui Berlusconi viene colpito al volto da Massimo Tartaglia. La procura ha ribadito oggi che l’inchiesta sull’induzione alla prostituzione minorile non è in questo momento estesa ad altre ragazze che non siano Ruby. Ma l’attenzione è concentrata anche su altre persone. Altre giovanissime ragazze hanno infatti frequentato la villa del premier. Due di queste, Ambra Battilana e Chiara Danese, giovani miss piemontesi, hanno compiuto 18 anni solo il 15 maggio e il 30 giugno scorsi.

Oggi la procura ha ripetuto che “nessun’iniziativa per il momento” è stata presa per quanto riguarda il reato di inquinamento delle prove nei confronti dei legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, in merito alle perquisizioni nelle abitazioni delle ragazze il 14 gennaio. Quel giorno, la dominicana Marysthell Polanco era in possesso non del proprio verbale difensivo, ma di quello contenente le dichiarazioni di un’altra delle ragazze di Arcore, Barbara Guerra. Circostanza che potrebbe suggerire l’idea che le testimoni a favore di Berlusconi si siano passate atti d’indagine per sincerarsi delle rispettive versioni. Sempre la procura smentisce che sia stata fatta alcuna riqualificazione del reato per gli indagati, Silvio Berlusconi, Nicole Minetti ed Emilio Fede.

Ma nelle 227 pagine inviate ieri alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, allegate alla richiesta di perquisire gli uffici di Segrate di Giuseppe Spinelli e all’invito a comparire il primo febbraio per la consigliera regionale Nicole Minetti c’è molto altro. Il fascicolo contiene diverse intercettazioni, molte dai toni forti e coloriti. ”Adesso fa finta di non ricevere chiamate, ma quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi”. Così Nicole Minetti in un sms inviato a Barbara Faggioli l’11 gennaio 2011. Spiccano poi, i verbali dei testimoni, come l’autista di Emilio Fede, Luigi Sorrentino (che dice: “La sera di San Valentino tutte le ragazze indossavano un babydoll rosso”), o la danzatrice del ventre che racconta il bunga bunga. Ma soprattutto dal giro delle ragazze di via Olgettina spuntano quantità industriali di cocaina. E poi c’è la telefonata da Palazzo Grazioli alla Polanco per darle il numero del prefetto di Milano, per regolare “questioni di cittadinanza”.

MINETTI: “E’ UN VECCHIO E BASTA” – Il problema più grosso del presidente del Consiglio, per ora, rimane però Nicole Minetti: “Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati” aggiunge la consigliera regionale lombarda ed ex igienista dentale del premier, ora indagata per favoreggiamento, in un colloquio con Clotilde Strada, la sua assitente in Regione: “Non me ne fotte un cazzo se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido”.

CANDIDATURE – Non è tutto, perché Nicole Minetti, in un’altra telefonata dell’8 gennaio alla Faggioli, aggiunge un particolare sulle candidature: “A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice, bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato”. Nella stessa conversazione, secondo chi ha letto gli atti trasmessi dai Pm di Milano alla Giunta per le Autorizzazioni, la Minetti si lamenta anche della raccolta delle firme che sarebbe cominciata contro di lei per “scacciarla via” dalla Regione Lombardia. Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell’affare Ruby: “Mi ha rovinato la vita. E’ un vecchio..” si legge nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Faggioli che dice: “So che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso..”.

RAGAZZE CONVOCATE DAL PREMIER – Berlusconi, secondo gli atti dei pm di Milano, ha convocato tutte le ragazze che hanno subito le perquisizioni da parte degli inquirenti all’Olgettina, per fare il punto della situazione in presenza dei suoi legali. La prima telefonata sarebbe partita da un numero riservato riconducibile a Berlusconi, le altre sarebbero dei passa parola tra le stesse ragazze.

DANZATRICE DEL VENTRE – Il verbale della danzatrice del ventre Maria MakDoum descrive con più precisione in che cosa consiste il “bunga bunga” e racconta l’atmosfera di quelle serate, ben diversa da come appare nei memoriali della difesa. “Nel giugno 2010 Lele Mora mi chiese se ero interessata a partecipare a una serata ad Arcore – si legge nel verbale del 15 gennaio 2011 – presso la residenza del presidente del Consiglio e se sapevo ballare la danza del ventre e se volevo far parte del suo harem. (…) Ognuna di noi si è seduta per la cena dove voleva. Finita la cena il presidente disse: “E ora facciamo il bunga bunga” e spiegò che cosa era, cioè una cosa sessuale”. Poi il racconto di quanto facevano le gemelle Imma ed Eleonora De Vivo mentre lei era impegnata a fare la danza del ventre: “Le De Vivo erano in mutande e reggiseno. Il presidente le toccava e loro lo toccavano nelle parti intime. E si avvicinarono anche a Emilio Fede che le toccava il seno e altre parti intime. Poi la ragazza brasiliana ballava la samba in maniera hard. Il presidente le toccava il seno e altre parti intime”.

COCAINA E FURTI D’AUTO - Le carte non raccontano solo di sesso, ma anche di droga. Cocaina nel garage in via Olgettina della show-girl dominicana Marysthelle Polanco: il fidanzato della ragazza ad agosto viene fermato mentre si trova a bordo dell’auto di Nicole Minetti. Gli trovano addosso la droga. Scatta una perquisizione nel garage di via Olgettina dove Maristhell vive insieme alle altre ragazze dell’harem di Berlusconi. Risultato: vengono sequestrati più di 12 chili di cocaina, di cui 2,7 chili all’interno del garage. Il ragazzo, si apprende dai documenti, è stato arrestato proprio sull’auto di Nicole Minetti, una mini cooper verde. Nel faldone si parla anche di un ‘lui’ che avrebbe consigliato alla Minetti di fare una denuncia di furto dell’auto.

DAL PREFETTO: “MI MANDA B.” – Dalla segreteria di Palazzo Grazioli chiamano la Polanco, una delle giovani ospiti delle feste di Arcore, per darle il telefono del prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. La ragazza chiama così il prefetto, ma dalla segreteria di quest’ultimo non glielo vogliono passare. La Polanco insiste: “Questo numero me lo ha dato Berlusconi”. Così Gian Valerio Lombardi arriva subito al telefono e fissa un appuntamento alla ragazza per il 13 gennaio spiegandole che può entrare “direttamente in Prefettura con la macchina”. Presumibilmente, racconta chi ha letto gli atti, l’appuntamento sembra che sia stato preso per “qualcosa che riguardi la sua cittadinanza”.

FATTURE E “RICEVUTE” – Non è tutto. Ci sono anche fatture di un anno per più di 50mila euro riguardanti i canoni di via Olgettina sequestrate a Nicole Minetti; appunti manoscritti da Rubycon l’indicazione di cifre considerevoli ricevute e da ricevere dal premier nella sua abitazione genovese. E ancora: le tracce bancarie dei compensi destinati alle ragazze dell’Olgettina da Giuseppe Spinelli attraverso Nicole Minetti.

SUPERTESTIMONE – Infine, spunta una presunta supertestimone nell’inchiesta. Si tratterebbe di una giovane di circa 20 anni, sentita nei giorni scorsi dai pm di Milano che indagano sul caso Ruby. La testimone avrebbe raccontato che una delle ragazze perquisite in via Olgettina le avrebbe detto di aver ricevuto gratuitamente l’alloggio e di aver avuto rapporti sessuali con il presidente del Consiglio.

“SOLO GOSSIP” – Se per l’avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini (che dice di non aver ancora letto il materiale) nei nuovi documenti dei magistrati milanesi non ci sarebbe altro che “gossip”, perFederico Palomba, membro in quota Idv della Giunta per le autorizzazioni a procedere alla Camera, le carte contengono elementi che aggravano le già pesanti accuse sul presidente del Consiglio. “Una pietra tombale sul tentativo dei legali del premier di edulcorare e rappresentare come normali le serate ad Arcore”, secondo Marilena Samperi, capogruppo del Pd alla Giunta. Sulle nuove carte integrative si esprime anche il diretto interessato, Silvio Berlusconi con un laconico commento: “Nulla da dire, è solo scandalo”. Il leader della Lega Umberto Bossi è d’accordo con il premier: “Tutto passa, le nuove carte sono solo scartoffie”.

“PAESE SBERTUCCIATO” – Se il premier e la maggioranza minimizzano, Famiglia Cristiana torna a criticare duramente la condotta di Berlusconi: ”La vera gogna mediatica è quella “di un Paese sbertucciato nel mondo, con credibilità al ribasso e danno d’immagine che si farà fatica a recuperare. Non certo per colpa dei media che mettono a nudo il re. I nostri ragazzi all’estero sono apostrofati come ‘italiani bunga bunga’, e non è una lusinghiera definizione”. E’ quanto afferma il direttore del settimanale cattolico, don Antonio Sciortino, a proposito del “caso Ruby” nella rubrica delle risposte ai lettori nel nuovo numero del settimanale, in cui vengono pubblicate quattro pagine di lettere di lettori indignati. ”Per guidare il Paese – sottolinea ancora don Sciortino – occorre compostezza e decoro. Oltre alla coerenza tra principi e comportamenti privati. Altrimenti, crolla la credibilità. Mentre ipocrisia e opportunismo non aiutano il Paese a crescere. E non solo a livello morale”.

TUTTI GLI SMS

8/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Marysthell Polanco
“Giusto che si faccia sentire lui se non lo farà mi comporterò di conseguenza… quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere”

9/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Barbara Faggioli
“Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate”

10/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Marysthell Polanco
“Amo’ ma è serio che alla Fico ha regalato la casa? Amo’ se è vero ti giuro che scateno l’inferno…”

11/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Imma De Vivo
“A febbraio è pronto il vostro trilocale”

12/1/2011, SMS da Nicole Minettti a Marcello Fabbri
“Le gemelle non lo vogliono il trilocale però lo prende Barbara Guerra”

13/01/2011, SMS da Nicole Minettti a Clotilde Strada (la sua assistente in regione)
“Parlo con Gianca che parla con il pres.. visto che lui non mi chiamata.. gli faccio prendere paura”

13/1/2011, SMS da Marysthell Polanco a Nicole Minetti
“Domani devo pagare la visita medica”
Risposta di Nicole Minetti
“Non pagarla la visita fatti dare il preventivo e lo porto da Spino” (Giuseppe Spinelli ndr)

13/1/2011, SMS Da Nicole Minetti a Florina Marincea
“Amo’ lui c’è sabato. Dobbiamo andare assolutamente… Se hai qualche amica carina che possiamo portare?”
Risposta di Florina Marincea
“Fatto. Mia amica del cuor. Molto affidabile.. bella figa”




Ecco come il presidente del Consiglio pagò il silenzio di Ruby Rubacuori.


Nell'agendina della marocchina c'è la prova dei cinque milioni chiesti a Berlusconi per non raccontare gli incontri di Arcore. Nel frattempo sulla scena entra anche la cocaina sequestrata al fidanzato di Marysthell Polanco condannato a 8 anni di carcere

Pochi numeri annotati a penna. Una scansione breve ma decisiva per decifrare il modo con cuiSilvio Berlusconi ha pagato il silenzio di Ruby. Eccola allora la pistola fumante. Minuziosamente trascritta nell’agendina della giovane marocchina. La si trova a pagina 132 del secondo fascicolo inviato dalla procura di Milano alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera.

Eccola allora la contabilità di Ruby Rubacuori: “50mila euro per il libro, 12mila per campagna intimo, 200mila da Luca Risso (fidanzato di Ruby, ndr), 70mila da Dinoia (attuale legale della ragazza, ndr), 170mila conservati da Spinelli (il tesoriere del premier, ndr)”. La somma si ferma a 502mila. Dopodiché Ruby annota questa frase: “Quattro milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo tra due mesi”. Il tutto fissa il totale a cinque milioni. Esattamente la cifra di cui Ruby parla al telefono con la signora Grazia, mamma dell’amico Sergio Corsaro. E’ il 26 ottobre 2010. Da lì a pochi giorni lo scandalo dei festini ad Arcore esploderà sui giornali. Ruby, però, parla a ruota libera: “Io ho parlato con Silvio gli ho detto che voglio uscire di almeno con qualcosa, cioè mi dà 5 milioni, però 5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome”

E’ grigia aritmetica. Ma così stanno i fatti. E i fatti aggiungono altri episodi che aiutano a disegnare il grande ricatto al Cavaliere. Prima di quel 26 ottobre, infatti, è già successo qualcosa che serve a mettere a fuoco lo scenario. E’ il 22 settembre. Ruby, che è già stata interrogata dai magistrati a luglio, passeggia per le strade di Genova. Viene fermata per un controllo dalla polizia. E dalla sua borsetta saltano fuori 5mila euro in contanti. Un bel tesoretto che la minorenne (compirà la maggiore età il primo novembre) giustifica con un regalo fattole dalla segreteria di Lele Mora. Qualcosa, però, non torna. Le carte dei magistrati rimettono a posto le tessere del mosaico. Il 14 e il 15 settembre, infatti, Ruby telefona a Giuseppe Spinelli per “dire a Lui (il premier, ndr) che sono veramente in condizioni non gradevoli, e se mi può essere di aiuto… Sto nella cacca… Lui mi aveva detto che mi avrebbe aiutato per tutto il periodo, però poi non l’ho più sentito… Comunque mi servono solamente 5 mila euro”. C’è di più: il 22 settembre il tesoriere del presidente del Consiglio viene intercettato dalla polizia giudiziaria mentre sta spiegando alla stessa Ruby come raggiungerlo a Milano2. Dal canto suo Spinelli dice di aver visto la ragazza “quattro o cinque volte” e di averle versato massimo 8.500. Nel luglio scorso, poi, Ruby si sarebbe fatta sentire insistentemente a Milano 2. Spinelli, però, dice di non averla più pagata. E che solo il suo assistente le ha dato 100 euro per pagarsi il taxi. In quel periodo ad Arcore tutti sanno che lei non è la figlia di Mubarak e che non ha 24 anni, bensì 17.

Di nuovo le intercettazioni raccontano un’altra storia. Il 26 settembre (quattro giorni dopo il fermo di Genova) Ruby è di nuovo al telefono. Questo volta non risponde Spinelli, ma una segretaria. “Sono Ruby – dice la marocchina – avevo da riferirle un messaggio se lo poteva riferire al Presidente?”. L’altra annuisce. La ragazza prosegue: “Può dire quando sale per il lunedì mi può contattare”. La telefonata prosegue. “E se lo può ringraziare per il regalo?”. Il disegno si completa con le telefonate di Ruby a Luca Giuliante, suo avvocato fino al 29 ottobre quando passerà sotto la tutela di Massimo Dinoia. Anche in queste conversazioni l’elemento decisivo è “una grande cifra” da chiedere al premier.

Questo, però, è uno scandalo dalle mille facce. Ci sono i festini, le buste con i soldi, il sesso, le menzogne. E c’è anche la droga. Cocaina per la precisione. Tanta e non poca: 12 chili di polvere bianca, sequestrati il 3 agosto in diversi luoghi di Milano. Tre chili in via Portalupi vicino a via Mecenate. E ben nove in un garage di via Olgettina 65, il palazzo in cui il Cavaliere ospitava le ragazze. Il box della droga è di una di loro. Si tratta di Marysthell Polanco, la domenicana che fa la soubrette a Colorado cafè. Non solo, quella cocaina è del suo fidanzato che il 26 gennaio è stato condannato dal gup di Milano a 8 anni di carcere e 120 mila euro di multa. Si tratta di Ramirez de La Rosa fermato il 3 agosto a bordo di una Mini cooper intestata al consigliere regionale del PdlNicole Minetti. Insomma, siamo davanti a un’operazione antidroga in piena regola. E la regola vorrebbe che uno spacciatore fermato su un’auto non sua dia il via a una perqusizione in casa della titolare della macchina. Ma Nicole MInetti non riceve la visita degli investigatori. E nemmeno Marysthell viene toccate. Né indagata, né tantomeno arrestata. Il garage, ricordiamolo, è intestato a lei. Di più: in casa gli investigatori durante le perquisizioni del 14 gennaio le trovano una macchinetta conta soldi.

Il 5 agosto, però, Barbara Faggioli ne parla con la Minetti. “Mi hanno detto di non parlarne con te al telefono, non so cosa hanno trovato. Mi ha detto, dì alla Nicole di fare una denuncia alla sua macchina”. Chi sia questo misterioso consigliere resta un mistero. Dopodiché l’ex igienista dentale del premier racconta tutto: “Hanno trovato stupefacenti. Non so che fare”. Quindi il sospetto della Faggioli: “Ma Marysthell l’ha fatto apposta a chiederti la macchina?”. Nicole Minetti è decisamente furiosa con la domenicana: “Se potessi sparerei a Merysthelle, non avrei mai pensato che mi facesse una cosa del genere” (dm)



Caso Ruby, le bugie di B. e dalle carte emerge un secondo depistaggio.


Le nuove carte dell'inchiesta aggiungono particolari a un quadro giudiziario già chiaro. Le intercettazioni così rivelano anche il consiglio di B per sviare le indagini sul sequestro di droga

Cocaina, sesso, soldi, ricatti, sogni, idoli politici. E tante, troppe bugie. Almeno nove. Le nuove carte inviate alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera aggiungono particolari a una quadro già piuttosto chiaro. Quello che ne emerge è un scenario desolante sul quale si muove un presidente del Consiglio del tutto fuori controllo e totalmente ricattato. Un premier che nonostante lo scandalo esploso a fine ottobre, ancora il 6 giugno organizza festini a villa San Martino, con oltre venti ragazze, tutte ospitate nella sala del bunga bunga con il solito Emilio Fede e l’amico Apicella. Il premier va avanti. Toni e spartiti non cambiano. Anzi si aggiungono particolari: c’è una nuova minorenne, un nuovo depistaggio, altre bugie. Vediamole.

Almeno nove bugie

La prima: il Cavaliere dice di non aver mai fatto sesso con Ruby. Particolare smentito da diversi documenti. A raccontare la versione opposta ci sono intercettazioni, sms e testimonianze dirette.Seconda: per B. è la stessa Ruby a scagionarlo. In realtà, fin da subito la marocchina svela il bunga bunga. E continua a farlo anche durante un interrogatorio fantasma andato in scena il 6 ottobre. Davanti la ragazza ha Lele Mora e un misterioso emissario del premier. Terza: dice di aver chiamato una sola volta in Questura. In realtà le chiamate agli uffici di via Fatebenefratelli sono diverse. Non solo: è lui a far girare “la balla” (così la definirà il questore Vincenzo Indolfi) della nipote di Mubarack. Al termine di quella notte, Ruby verrà affidata illegittimamente a Nicole Minetti. Quarta: nel suo primo discorso pubblico, dopo lo scandalo, racconta della 28° persecuzione giudiziaria. In realtà è la 16°. Dalla conta, poi, emergono tre assoluzioni. Quinta: il premier racconta di essere spiato dal gennaio 2010. Lui in realtà non è mai stato spiato né intercettato. Sotto la lente degli investigatori sono finiti invece i cellulari delle ragazze. Sesta:nessuna violazione della sua casa come ha detto più volte il presidente del Consiglio. Le indagini degli investigatori si sono sempre fermate fuori dai cancelli di villa San Martino. Settimo: per bocca dei suoi legali ha fatto sapere che “i magistrati di Milano sono incompetenti”. Dottrina e giurisprudenza danno, invece, ragione alla procura. Ottava: il Cavaliere punta il dito contro i metodi della polizia. Dice: “Ragazze maltrattate”. Il quadro viene smentito dagli stessi poliziotti. Ma anche dal tesoriere di Arcore Giuseppe Spinelli: “Poliziotti garbati”. Nove: “Mai pagata una donna”. Inverosimile, intercettazioni e testimonianze, rivelano il contrario. Il pagamento è uno dei motivi principali per cui le ragazze frequentavano la villa di Berlusconi.

La coca, l’auto e la denuncia

Il 3 agosto scorso il fidanzato di Marysthell Polanco viene fermato a bordo di una Mini cooper. Addosso gli uomini della Finanza gli trovano oltre un etto di cocaina. A bordo c’è Carlos Ramirez de la Rosa e un altro uomo. Dopo il fermo, la perquisizione si sposta in via Olgettina. Qui, nel garage della Polanco, saltano fuori oltre tre chili di cocaina (altri nove verranno trovati in un altro appartamento). De la Rosa va in carcere. Sarà condannato a 8 anni. Ma che succede i giorni successivi all’arresto? Lo rivelano le intercettazioni. Da queste emerge un dato inquietante. L’invito del premier alla Minetti di dire il falso. Il consiglio del Cavaliere è infatti quello di denunciare la scomparsa dell’auto. E’ una bugia evidente. La Mini cooper la Minetti l’ha prestata all’amica Marysthell. Il consigliere regionale, infatti, è in vacanza. Lei non seguirà il consiglio, convinta (e in effetti sarà così) di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti. Racconta l’ex igienista dentale diBerlusconi: “A un certo punto, ero a cena, mi chiama la Barbara Faggioli e mi dice che lui (Berlusconi,ndr) l’ha chiamata e le ha detto chiama subito Nicole e dille che deve denunciare la scomparsa dell’auto” . Il Cavaliere richiama la Minetti. “Lui mi chiama e mi dice: guarda che mi ha chiamato un giornalista e mi ha detto ch è successo questo e questo, che hanno fermato un individuo sulla tua macchina con degli stupefacenti e che non è la prima volta. Subito fai questo, subito…“.

Allarme Ruby, già il 17 ottobre

L’auto, la droga, il garage. In fondo sono particolari. Perché il vero scandalo è Ruby e le sue confessioni, il cui contenuto è noto ai protagonisti di questa storia già il 17 ottobre, vale a dire dieci giorni prima che la notizia deflagrasse sui giornali. Spiega la Minetti all’amica Polanco: “Lui me lo ha detto, è per questa perché è successo un po’ un casino… perché ‘sta stronza della Ruby… Ma comunque guarda che io oggi vado da quello che la segue… praticamente mi dice tutto quello che lei ha detto alla sua amica”. La notizia gira tra le ragazze che ne parlano al termine dell’ennesimo festino. Sempre il 17 Minetti chiama Emilio Fede. “Io sono qua in questo preciso momento da Luca Giuliante che ti saluta”. Fede: «Ah sì, eh, per quella vicenda lì, eh… La sto seguendo anch’io su un altro fronte». Minetti: «Eh immagino… c’è da mettersi le mani nei capelli». Fede concorda: «Sì, c’è da mettersi le mani nei capelli… Eh io parlo… ti dico subito… ci sono… nell’entourage tre telefoni sotto controllo da parte…». Minetti: «Ah sì?». Fede: «Sì, sì, poi ti dico. Io non ho avuto notizie, ma lui stasera mi aveva accennato che ci vedevamo stasera (…) No, gli devo parlare assolutamente… per fortuna ho trovato delle strade…”.

Politica modello Carfagna. “Tanto pagano i cittadini”

Dalle carte, poi, emerge dell’altro. Emergono i sogni politici di Nicole Minetti e Barbara Faggioli. Le due ne parlano spesso. Riflettono sulla crisi politica del momento e sulla possibilità di andare alle urne in dicembre. Le due pensano al Parlamento. Dopodiché la Minetti riassume: “Litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello di fianco a te, a quello dietro”. Eccolo qua il suo manifesto politico. L’argomento viene poi sviscerato con Barbara Faggioli. Minetti: ”Quando ho parlato con lui a me m’ha detto, l’ultima volta che m’ha chiamato e m’aveva chiamato per far farmi i complimenti perché tutti gli dicevano che ero bravissima e tutte ste cose, ha detto: oh, mi raccomando eh! Cioè, allora, sei dei miei, di qua di là”. Faggioli: “Sì, anche a me l’ha detto, ma non pensare. Anche a me me l’ha detto davanti alla Rosi, a Maria Rosaria Rossi. Te lo giuro”. Minetti: “Boh, non lo so, Giancarlo m’ha detto mmm devi vedere, devi aspettiamo vediamo. Comunque meno male un po’ di gavetta l’ho fatta”. Faggioli: “Eh va be’, ma non vuol dire”. Minetti: “Beh, insomma. Non pensare che Mara ne abbia fatta tanta di più. Faggioli: “Ma stai scherzando?”. Minetti:” Cosa?”. Faggioli: “Prima di diventare Ministro è stata un anno in Parlamento amore!”. Minetti: “Certo, un anno”.

Per fare politica, poi, bisogna scegliere: Roma o Milano? La Minetti non ha dubbi: “Perché io sto troppo bene lì a Milano! Ba, chi cazzo me lo fa fare? Pensaci. Alla fine guadagnerei uguale, perché guadagni duemila euro in più. Chi se ne frega per duemila euro. Io me ne sto lì dove sono. Tanto poi io sto da Dio lì. C’ho la mia casa, la mia palestra, c’ho il mio fidanzato. Figurati!”. E comunque sia il loro destino dipende tutto da quello di Berlusconi. “Cade lui, cadiamo noi”. Minetti: “Dipendi sempre da qualcun altro cioè, un domani, succede un cazzo, un altro a me mi schiacciano”. Barbara: “A lui gli fa comodo capito? Mettere no… a lui, no, a lui gli fa comodo mettere… Nicole: “Barbi a me mi scacciano via dal Consiglio…”. Barbara: “Ascolta… a lui… gli fa comodo mettere me e te in Parlamento, perché dice, bene, me le son levate dai coglioni, le pagano lo stipendio lo Stato”. Nicole: “Sì brava! Brava! Sì sì”. Barbara: “I cittadini no?”.

Ricatti, ricatti, ricatti. “Partiamo cattive”

Il punto era stato già messo sul tavolo dalle gemelline De Vivo. Dicevano di Berlusconi: “E’ un vecchio, è più di là che di qua”. Loro giovani, giovanissime. Gli altri, ultrasettantenni, un po’ tristi, un po’ arrapati. Niente di meglio per spillare denaro, regali, gioielli. Se poi davanti hai uno degli uomini più ricchi del mondo, la conclusione è quasi chiamata. Eppure non sempre va bene. In alcuni casi, il ragioniere della famiglia Berlusocni, tira la cinghia, prova a fare la morale alle ragazze: “Questi soldi un operaio li guadagna in cinque mesi”. Ma le parole di Giuseppe Spinellinon piacciono. “Cioé, scusami – dice Aris – se volevo fare il muratore andava a farlo, oppure a fare l’operaio”. Le confessioni tra le ragazze proseguono. Hanno qualche dubbio. Quelle feste in fondo, e lo abbiamo capito, hanno ben poco di normale. La Minetti dice: “Anche io sai quanto è che non vado? Saranno stati due mesi, guarda sto schifoso porca puttana. Ma vaffanculo, dopo tutto quello che è successo questa sera ho detto dai e invece un par di palle!”. Insomma, lì è uno schifo. Ma il gioco vale comunque. La Ruby, infatti, si è “presa sessanta”. Il tono, alla fine, lo dàMarysthell Polanco: “Va bene, amò, bisogna partire cattive comunque, perché non va bene così, quando non va bene un cazzo”

la sala del bunga bunga.