lunedì 6 luglio 2009

Lettera di minacce a Berlusconi.

Il nostro pagliaccio-premier, oltre al conflitto di interessi, ha anche un problema ancor più grave, quello della ricattabilità.
Come può un capo di governo, passibile di ricatti, governare un paese in tutta tranquillità?
Un uomo "disturbato" da tanti problemi, rendendosi conto di non avere la mente serena, si dimetterebbe dall'incarico.
Ma lui ovvia al problema e aggira l'ostacolo facendosi costruire addosso una legge: il Lodo Alfano.
Mi domando: perchè? Quali sono i motivi che lo obbligano a restare in quel posto tanto "scomodo"?E, soprattutto, "chi" lo obbliga?
Forse la lettera ritrovata dopo anni ci potrebbe spiegare il motivo di questa sua "costrizione" più che voglia di restare abbarbicato a quella poltrona divenuta scomoda.
La lettera, a quanto pare scritta dai corleonesi di Riina, doveva essere consegnata a Provenzano che l'avrebbe a sua volta recapitata a Ciancimino, che avrebbe dovuto consegnarla a Dell'Utri per poi finire nelle mani di Berlusconi........
Come tutto si ricollega alla Banca Rasini, tra i cui correntisti c'erano proprio Provenzano e Riina!
Come diventa chiara anche la provenianza del denaro che nel giro di appena una decina d'anni, l'ha fatto diventare l'Epulone miliardario di oggi.
Ed ecco spiegato anche il motivo per cui la mafia gli chiede un canale televisivo, pena il verificarsi di un fatto luttuoso.
La mafia vuole la controparte, la mafia "pretende un corrispettivo".
Mi domando anche: come mai la magistratura, con tutte le prove a disposizione, non è ancora riuscita a incastrarlo?
Che sia imbavagliata e sottoposta a ricatti anche buona parte della magistratura?
Che siano "ricattabili" tutti al governo?
E noi cittadini, se tutto ciò fosse vero, di chi possiamo fidarci?
Siamo stati venduti, in blocco, alla mafia?

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