La Russa a Fini: “Ma Vaffa…”. Replica: “E’ malato, curatelo”
Nel pomeriggio un centinaio di manifestanti è arrivato ad un passo del portone della Camera dei deputati. I manifestanti, in evidenza le insegne del popolo viola, hanno preso di mira, tra gli altri, Ignazio La Russa che proprio in quel momento stava passando per la piazza. “Venduto”, “ladri”, “fascisti”, hanno gridato al ministro della Difesa, mentre dal gruppo dei manifestanti partiva anche qualche monetina, memoria di quel che successe di fronte all’hotel Raphael nel 1993, quando un fitto lancio di monete investì l’uscita del segretario del Psi, Bettino Craxi, da quella che era la sua abitazione romana. Il coordinatore del Pdl è entrato dal portone principale della Camera protetto dalla scorta, mentre la polizia ha formato un cordone per permettere l’accesso agli altri parlamentari. La Russa è poi stato protagonista di un duro scontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini che ha portato quest’ultimo a sospendere la seduta.
Dopo l’intervento di Ignazio La Russa e del capogruppo Dario Franceschini, che si sono scontrati riguardo alla manifestazione in corso davanti a Montecitorio, il ministro della Difesa si è alzato in piedi applaudendo in maniera ostentata l’intervento del capogruppo Pd. A questo punto il presidente della Camera, Fini, ha richiamato La Russa che gli avrebbe risposto testualmente “non mi rompere, sto applaudendo”. Al secondo richiamo di Fini, La Russa gli ha risposto con un rotondo “vaffanculo”. A questo punto il presidente della Camera ha deciso di sospendere la seduta ma in Aula sono continuati schiamazzi e urli. Fini ha poi commentato con i giornalisti con ironia: “Curatelo”.
Pdl avanti tutta, modificato l’ordine del giorno
In mattinata il Pdl aveva chiesto – e ottenuto – per voce di Simone Baldelli, di invertire l’ordine del giorno della seduta dell’aula della Camera ed esaminare e votare immediatamente il provvedimento sul processo breve scatenando la bagarre in aula. Quindici i voti di scarto che porteranno il provvedimento ad essere esaminato subito. Contro la richiesta di inversione dell’ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Richiesta che invece è passata. Anche se l’annunciato rush è stato subito stoppato. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, infatti, ha raddoppiato i tempi di intervento in aula dell’opposizione, che ne ha fatto richiesta durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. “Speriamo di chiudere entro venerdi’”, ha poi riferito Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.
Dopo la richiesta i deputati dell’opposizione avevano abbandonato i lavori del comitato dei nove della commissione giustizia in protesta contro il tentativo “di strozzare i tempi del dibattito” sul processo breve. Intanto in aula partiva il coro”vergogna, vergogna”. Dopo l’intervento del capogruppo del Pd Dario Franceschini, che ha espresso il parere contrario del suo gruppo, i deputati del Pd si sono alzati in piedi per applaudire e subito dopo è partito il coro.
”La proposta del Pdl – aveva detto il capogruppo del Pd – scrive una pagina inedita di violenza parlamentare e di abuso della maggioranza. Una doppia violenza”. Oggi, ha ricordato Franceschini, Berlusconi andrà a Lampedusa “seguito dalle telecamere e quella visita non è per risolvere il problema di quell’isola, è per coprire il processo breve”. Poi l’attacco più duro: “”Dov’e’ l’urgenza di varare il processo breve? Significa mandare in prescrizione migliaia di processi, liberare i criminali, lasciare impuniti imputati di violenza carnale solo perchè sono incensurati”.
Dopo l’intervento di Franceschini, dai banchi dell’opposizione tutti i deputati si sono alzati in piedi urlando “vergogna, vergogna!”. Dal Pdl immediato il coro di risposta: “Buffoni, buffoni!”.
Il retroscena: B. ai suoi, subito il processo breve
L’ordine di avanti tutta era arrivato direttamente dall’alto. Ieri, mentre l’unità del governo andava al macero sull’emergenza immigrazione, a Palazzo Grazioli il Cavaliere dava indicazioni precise ad Alfano; avanti a marce forzate sul processo breve, i nodi sulla responsabilità civile dei magistrati potranno anche essere sciolti con maggior calma, ma è meglio portare a casa la prescrizione breve prima che la maggioranza alla Camera dia segnali di cedimento. Che, peraltro, già si avvertono. E, allora, ecco che ieri – via sms – è arrivata ai deputati Pdl un’improvvisa convocazione per stamattina alla Camera.
In sostanza, all’interno del Pdl si sono create delle forti pressioni intorno al testo Pini sulla responsabilità civile dei magistrati, difficoltà che qualcuno aveva legato a un presunto intervento del Quirinale che, invece, non c’è stato. Quello che c’è, piuttosto, è che la Lega, in questo momento, non vorrebbe creare ulteriori motivi di frizione con la magistratura. E non potendo far nulla sul processo breve, perché serve direttamente a Berlusconi, ha chiesto proprio a Pini, il relatore leghista, di “limare” il testo per renderlo più vicino ai dettami dell’Europa. Comunque una marcia indietro, anche se il relatore ha negato che si tratti di un dietrofront.
Eppure, si è saputo che sarà reinserito “il dolo e la colpa grave” e verrà introdotta “la violazione manifesta del diritto” nell’accertamento della responsabilità del giudice. Ma ancora c’è comunque qualcosa che non convince e che farebbe tirare i tempi troppo per le lunghe; la priorità, d’altra parte, è la prescrizione breve.
Che oggi è entrata nel vivo. Con una modifica sostanziale annunciata ieri dal relatore, Maurizio Paniz, come se si trattasse di una rivoluzione che invece non è. Spiega, infatti, Angela Napoli di Fli: “La legge cambierà nome, non più processo breve – ha spiegato la deputata finiana – ma ‘disposizioni in materia di spese di giustizia, danno erariale, prescrizione e durata del processo’. D’altra parte, ormai nel testo c’è solo la norma sulla prescrizione che serve a Berlusconi, quindi se non si modifica il titolo non corrisponde più al contenuto”.
Nessun’altra modifica prevista. Nonostante i tentativi dell’opposizione, Paniz non ne ha voluto sapere di mettere mano ad altri punti controversi del testo, dunque la nuova norma ad personam per B. potrebbe essere licenziata dalla Camera anche entro la fine di questa settimana. Il successivo passaggio al Senato è considerato puramente “tecnico”, dunque la prescrizione breve dovrebbe diventare legge per la fine d’aprile. In tempo per far chiudere il processo Mills entro fine maggio.
Paniz si è detto convinto che non ci saranno problemi “sulla firma del capo dello Stato perché non c’è nulla di incostituzionale”. Si vedrà. Il fattore politico lo determineranno i Responsabili con la loro presenza. Qualcuno, anche ieri pomeriggio alla Camera, ipotizzava possibili “segnali” al Cavaliere sul voto finale.