Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 19 giugno 2012
Giorgio Clelio Stracquadanio. - Nonciclopedia
Può sembrare assurdo che uno con questa faccia possa avere una laurea qualsiasi. E infatti non ce l'ha.
Giorgio Clelio Stracquadanio (2006 – vivente, ancora per poco) è un animatore di programmi televisivi italiani. Si è distinto per affermazioni pregne di logica come«È assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l'intelligenza o la bellezza che siano.» oppure «L'Aquila era un città che stava morendo indipendentemente dal terremoto», o ancora «Non trovo strano mangiarmi le unghie dei piedi». Attualmente, il suo compito nel governo è quello dell'interruttore, ossia quello che nei dibattiti televisivi interrompe gli interventi degli altri al solo scopo di creare un'allegra caciara e rendere il programma inguardabile. Ultimamente ha maturato competenze nella distruzione delle telecamere[1].
Stracquadanio è il risultato di un esperimento segreto che aveva lo scopo di creare in provetta un individuo con la faccia da saputello di Tremonti, l'antipatia diBrunetta, l'isteria rompicoglioni di Vittorio Sgarbi e la corerenza etica di Wanna Marchi. Viene alla luce a Milano nel 2006, dato che prima non si hanno notizie della sua esistenza.
A scuola si distingue per le puttanate che dice con la sua aria da saputello costipato, come «Le invasioni barbariche sono state mandate dalla sinistra» oppure «Nerone era un immigrato comunista» o ancora «La rivoluzione russa è stata fatta da una manica di froci fricchettoni che si ammazzavano di canne».
Nel 2007 ottiene il diploma di giornalista con i punti della Q8 e comincia a scrivere per testate indipendenti come Il Tempo e Libero. I suoi articoli trattano per lo più di supercazzole notturne. Nel frattempo si impegna a pubblicare libri come Storia della sinistra italiana: da Nosferatu alle BR.
Nel 2007 ottiene il diploma di giornalista con i punti della Q8 e comincia a scrivere per testate indipendenti come Il Tempo e Libero. I suoi articoli trattano per lo più di supercazzole notturne. Nel frattempo si impegna a pubblicare libri come Storia della sinistra italiana: da Nosferatu alle BR.
Nel 2008 riesce a entrare in Parlamento con il ruolo di Galoppino di Corte. Entra nell'Ordine dei Tappetini di Uolter Lavitola ed è più volte insignito con il premio Linguetta Umida. Tra i suoi compiti c'è quello di difendere a spada tratta Silvio Berlusconi con argomentazioni improbabili e giochi di prestigio, di modo che l'attenzione pubblica si concentri su di lui anziché sul Cavaliere.
Le principali controversie associate all'"onorevole" Squacquaragno sono legate alle stronzate ad alcune anomale dichiarazioni che ha rilasciato nei talk show televisivi:
- Ha detto che a Fini andrebbe riservato il trattamento Boffo[2]. Successivamente ha dichiarato di essere stato vittima di un misunderstanding: lui avrebbe chiesto di riservare a Fini il trattamento Buffo, ossia vorrebbe far vestire da clown tutti gli esponenti di FLI per fare una gradita sorpresa al Presidente della Camera il giorno del suo compleanno.
- Ha dichiarato in Senato che L'Aquila «era una città che stava morendo, indipendentemente dal terremoto e il terremoto ne ha certificato la morte civile»[3]. Ha poi rettificato l'affermazione sostenendo che si riferiva al grave problema dell'estinzione delle aquile in Abruzzo.
- Malato di protagonismo, pur di farsi notare ha dichiarato che è normale per una donna prostituirsi per fare carriera in politica[4]. Ha poi smentito con queste parole di distensione: ma è chiaro che stavo scherzando, basta guardare Rosy Bindi...!.
- Ha sostenuto che i referendum e le amministrative del 2011 sarebbero state perse dal centrodestra grazie alla propaganda fatta sulla rete dagli impiegati dell'amministrazione pubblica, notoriamente tutti di sinistra, che alle 2 del pomeriggio staccano dal lavoro e hanno tutto il tempo di stare a casa sul web a parlar male del governo[5]. Subito dopo si è recato di corsa in Parlamento per un importante impegno di lavoro a video poker con il suo i-Pad[6].
- Ha dichiarato che i dinosauri si sono estinti per colpa delle foibe.
Clemente Gasparri.
Maurizio Gasparri con il padre, il generale Domenico Gasparri, ed il Fratello, Gen. Clemente Gasparri
Figlio del generale dei carabinieri Domenico Gasparri e della moglie Iole Sianida, nonché fratello del senatore Maurizio Gasparri, Clemente Gasparri nacque a Cava de' Tirreni il 31 luglio 1949, intraprendendo la carriera militare a partire dal 1967 con la frequentazione dell'Accademia Militare di Modena prima e della Scuola Ufficiali di Roma poi.
Dal 13 marzo 2012 ricopre l'incarico di vicecomandante generale dell'Arma dei Carabinieri.
(wikipedia)
Il ministro, la bella Viki e il Partenone della corruzione. - Davide Frattini
Le spese pazze di un dinosauro socialista e della sua giovane moglie prima di essere arrestati per una mega tangente.
ATENE - Il Partenone della corruzione - come lo chiamano gli ateniesi - sta su via Dionysiou Areopagitou, la più cara della città, ville neoclassiche e il profumo dei gelsomini in fiore, opulenza sotto le rocce dell'Acropoli e sopra le vite degli altri. Il palazzotto intonacato giallo limone è protetto dal portone in ferro battuto, il nome del proprietario è stato tolto dal campanello come la bandiera greca che sventolava dall'asta sul balcone.
La casa di Akis Tsochatzopoulos è un vessillo, non dell'orgoglio nazionale. L'ex ministro della Difesa è in carcere da un paio di mesi, accusato di aver preso mazzette per almeno 20 milioni di euro. Nelle 203 pagine dell'incriminazione i magistrati parlano di «pagamenti illegali» ricevuti tra il 1998 e il 2001. Il politico avrebbe organizzato un sistema di società off-shore e conti in Svizzera per riciclare il denaro e acquistare proprietà immobiliari in Grecia.
Tsochatzopoulos, 73 anni, è tra i fondatori del Pasok ed era legatissimo ad Andreas Papandreou: stava per prenderne il posto di premier alla morte nel 1996. L'arresto di un esponente socialista così titolato, poco prima del voto di maggio, è stato letto come un segnale ai greci esasperati dalla corruzione che ha coinvolto il Pasok, massacrato comunque alle urne, e i conservatori di Nuova democrazia. L'ex ministro non ha mai nascosto i lussi fin dal matrimonio nel 2004 con Viki Stamati, la seconda moglie di trentacinque anni più giovane. La coppia ha lasciato il ricevimento all'Hotel George V di Parigi su una Jaguar blu, lei esibiva un anello con diamante.
Anche Viki (ex impiegata alla Dei, la compagnia elettrica) è finita in cella ed è entrata per qualche giorno in sciopero della fame perché voleva ottenere gli arresti domiciliari e stare con il figlio di 5 anni e mezzo. Le sue carte di credito raccontano di spese esagerate: il conto da 72 mila euro in una boutique di alta moda, 200 paia di scarpe acquistate in un anno, 6 mila euro sborsati in una volta sola per la biancheria intima.
Lo scandalo per di più è legato agli acquisti di armamenti, che la maggior parte del Paese e i partiti come Syriza considerano insensati mentre le casse dello Stato sono vuote. Tsochatzopoulos avrebbe intascato 8 milioni di euro dalla tedesca Ferrostaal in cambio del via libera per l'acquisto di quattro sottomarini di Classe U-214. L'accordo è stato concluso dodici anni fa e fino a oggi Atene ha ricevuto uno solo dei sommergibili per problemi tecnici.
La Germania e la Francia, almeno quand'era presidente Nicolas Sarkozy, hanno spinto i governi greci ad acquistare dalla loro industria bellica. Berlino esporta qui il 15 per cento del totale, è il suo mercato più grande in Europa. Parigi è attorno al 10 per cento. Tra il 2002 e il 2006, la Grecia era il quarto importatore mondiale di armi convenzionali, adesso è al decimo posto. Venerdì scorso, a due giorni dal voto, ha definito l'acquisto dall'Olanda di munizioni per i carri armati: 13,5 milioni di euro per armare i Leopard. Di fabbricazione tedesca.
Il grande furto del 5 per mille. - Mauro Munafò
Decine di milioni di euro della quota del gettito Irpef che i cittadini destinano alla ricerca e alle Onlus non sono state ripartite tra le associazioni. Che adesso protestano per i loro fondi, senza ricevere risposte dal Ministero dell'Economia.
Quest'anno il tuo cinque per mille lo hai destinato allo Stato italiano: che ti piaccia oppure no. La quota dell'Irpef che i cittadini possono donare ad associazioni senza scopo di lucro, alla ricerca o ai Comuni ha infatti subito una misteriosa decurtazione di circa 80 milioni di euro, poco meno di un quinto della torta complessiva. Di più, questa riduzione e le sue motivazioni non sono mai state comunicate in via ufficiale, ma l'ammanco si scopre solo spulciando gli elenchi dei beneficiari del 5 per mille del 2010, l'ultimo anno di cui sono state da poco ripartite le quote.
La scoperta della riduzione, portata alla luce da un articolo del Sole 24 Ore, ha mandato su tutte le furie le associazioni del Terzo settore, che in pochi giorni hanno organizzato una petizione ed una raccolta firme per chiedere spiegazioni al Governo. Spiegazioni che, nonostante il calibro dei nomi coinvolti e ad alcune settimane dall'inizio della protesta, non sono ancora arrivate.
"Ad oggi abbiamo ripetutamente contattato il Ministero delle Economia che ha affermato di avere sott'occhio la situazione ma di non avere invece risposte. La ragioneria dello Stato si è trincerata dietro un no comment", spiega Stefano Arduni, caporedattore del settimanale Vita che ha lanciato la petizione. "Sono fondi che il contribuente destina direttamente alle associazioni e lo Stato dovrebbe fare solo da tramite: è una beffa per tutti i cittadini".
Controllando i documenti ufficiali, diffusi dall'Agenzia delle Entrate, si scopre che i conti proprio non tornano. Nel 2010 i fondi distribuiti sono passati a circa 375 milioni di euro complessivi, un calo netto dai 412 milioni del 2009 e dai 397 milioni del 2008. Colpa della crisi che ha fatto crollare le entrate? Niente affatto. Il gettito Irpef del 2010 è stato di poco superiore a quello del 2009 e quindi il calo di circa 50 milioni non trova giustificazioni fiscali e si scontra anzi con un aumento costante delle firme nel 5 per mille, passate dalle 14,6 milioni del 2008 alle 15,8 milioni del 2010.
Si arriva così al paradosso che se una onlus ha conquistato più firme rispetto all'anno passato ottiene comunque meno fondi. L'Associazione per la ricerca contro il cancro ad esempio ha ottenuto nel 2009 quasi 38 milioni di euro grazie a circa 874mila firme. Nel 2010, nonostante 926mila firme, i fondi incassati sono scesi a poco più di 33 milioni di euro. Discorso simile per il Wwf, che nel 2009 ha raccolto oltre un milione e centomila euro grazie a 34mila firme e nel 2010 ha portato le firme a 36mila e si è vista ridurre le donazioni a poco più di un milione di euro.
"Se queste riduzioni pesano per le associazioni e le istituzioni più grandi, minano ancora più seriamente il lavoro di quelle piccole e locali", continua Arduini, "Pensate a una onlus che si occupa del trasporto dei disabili in una città di provincia: una riduzione del 20% dei fondi significa dover lasciare a terra un quinto degli assistiti".
La raccolte firme promossa da Vita, e a cui hanno aderito Emergency, Save the Children, il Wwf, Medici senza Frontiere e oltre 2.500 tra cittadini ed associazioni, ha scaturito anche due iniziative parlamentari. Il deputato del Pd Andrea Sarubbi ha presentato un'interrogazione alla Commissione affari sociali alla Camera, mentre la collega del gruppo Misto Chiara Moroni ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Economia. Entrambe le richieste non hanno ad oggi ottenuto alcuna risposta.
Il 2012 si conferma così un anno nero per i rapporti tra Terzo settore e Stato italiano. Oltre al giallo del 5 per mille infatti, le decisioni del Governo Berlusconi e di quello Monti avevano già azzerato i fondi dell'otto per mille statale da destinare a progetti delle onlus. I centocinquanta milioni raccolti dallo Stato con l'otto per mille e che, per legge, dovrebbero finanziare interventi umanitari e culturali, sono finiti in edilizia carceraria e aerei della protezione civile. Magra consolazione, ma almeno quelli si sa dove sono finiti.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-grande-furto-del-5-per-mille/2184473
Capo Gallo Mondello.
DENOMINAZIONE: R.N.O. CAPO GALLO
REGIONE: SICILIA
PROVINCIA: PALERMO
COMUNE: PALERMO
ESTENZIONE: AREA RISERVA Ha 585,83
AREA RISERVA ZONA A - Ha 484,37
AREA PRERISERVA ZONA B - Ha 101,46
RIFERIMENTI GEOGRAFICI: Tav. I.G.M.I. n. 249 III N.O.
ISTITUZIONE: D.A. n. 438 del 21.06.01
La Riserva
Monte Gallo è un promontorio di natura carsica che si erge a nord ovest di Palermo tra le borgate marinare di Mondello e Sferracavallo. La montagna è visibile in lontananza tra le ali dei palazzi, sormontata in cima da una bianca costruzione (chiaramente visibile a ciel sereno) di forma torreggiante, il cosiddetto Semaforo.
Ai Palermitani, "Capo Gallo" evoca la natura marina, ma pochi sono a conoscenza che il massiccio montuoso che si eleva dal mare limpido tra Mondello e Barcarello - Sferracavallo costituisce, per le sue caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche, un habitat naturale singolare.
La Geologia
La riserva è ricca di grotte, alcune delle quali hanno restituito preziosissimi reperti archeologici e paleontologici: Grotta della Regina, Grotta dei Caprari, Grotta Perciata, Grotta dell'Olio e alcune fessure, come la Grotta del Malpasso e il Pozzetto di Pizzo Sella, interessanti dal punto di vista speleologico.
La Vegetazione
La flora della riserva è varia, le scogliere ospitano alcune piante esclusive di Capo Gallo, lo Sparviere Siciliano, Camomilla di Capo Gallo oltre al Limonio di Palermo, la sommità è ricca di diverse specie vegetali: Lentisco Sommacco Siciliano, Asparago spinoso, Leccio, il versante meridionale, un tempo sede di Carrubeti ed Oliveti oggi ospita una vegetazione costituita prevalentemente da Ampelodesma, Penniseto allungato, Spennella smarginata, Ginestra di Gasparrini, oltre ai rimboschimenti di Pini, sono presenti alcune orchidee selvatiche come l'Ofride verde bruna palermitana, l'Orchidea di Branciforti.
Gli Animali
http://www.palermoweb.com/cittadelsole/vtour/riserve/capogallo.htmDel grifone ormai scomparso, resta solo il toponimo del Pizzo "Vuturo" (avvoltoio), oggi è possibile osservare il Falco Pellegrino, la Poiana, il Gheppio, l'Allocco, il Pettirosso e il Luì oltre ai numerosi Gabbiani reali. Tra i mammiferi, si può osservare la Volpe e il Coniglio selvatico, tra i rettili oltre la Lucertola campestre sono noti il Ramarro e il Gongilo ocellato.
Cambiare mentalità per cambiare il Paese. - Fabio Nacchio
Il Welfare? Una fastidiosa forma di assistenzialismo pubblico; I diritti civili, la sessualità, la diversità? Materia per qualche aristocratico prestato alla politica (e magari pure gay); L’ambiente? Roba per quei fanatici ecologisti… E’ così che, più o meno, ragiona l’italiano medio, compreso il politico. C’è un egoismo, un disprezzo per il bene comune, una perdità di valori così forte ed evidente che la politica ha il dovere di colmare. Come? Non solo a colpi di legge, ma anche e soprattutto favorendo una diffusione di valori positivi, valori comuni, valori moderni e di una cultura europea che chi governa in questo Paese conosce solo e soltanto per i sacrifici imposti dalla BCE e dal cieco governo della Merkel.
Prendete il reddito minimo garantito: l’UE ci chiede di introdurlo nel nostro sistema di welfare dal 1991. Eppure nessun governo, fino ad adesso, ha provveduto ad introdurlo. Perchè? Perchè i governi che si sono succeduti vedono in quello che sarebbe uno strumento utile a ridurre il disagio sociale, una misura di “assistenzialismo statale” che indurrebbe i giovani a non cercarsi più un lavoro per campare sulle spalle dello Stato. Una concezione del welfare, dunque, che nulla ha a che vedere con l’Europa, dove una misura del genere esiste ovunque ed è collegata a misure per l’occupazione che servono a limitare l’uso di certi strumenti. Vedete? Anche qui c’è una mentalità perversa: si dà per scontato che i giovani italiani non abbiano voglia di lavorare, per farsi mantenere ora da mammà e papà, e ora dallo Stato. Non c’è fiducia, non c’è rispetto da parte dei giovernanti per coloro che vivono situazioni fortemente disagiate.
Parliamo sempre di disagio quando parliamo di “diversità”, “sessualità” e diritti civili. Tre temi collegati tra di loro. In questo Paese abbiamo questi tre grossi problemi: la sessualità, il sesso è ancora un tabù. I rapporti sessuali, benchè naturali e diffusi in ogni ordine e grado della società italiana, sono visti come un argomento di cui non parlare, un argomento da nascondere, disinnescare per vergogna, ignoranza, paura ingiustificata. Perchè non c’è niente di più naturale della sessualità e dei rapporti sessuali vissuti in libertà e consapevolezza. Ecco che, quindi, questi due temi si scontrano con la necessità di regolarizzare forme di convivenza familiare. Guai a parlare di convivenze di fatto. Ancora più guai se si parla di matrimonio gay e adozioni per le coppie omosessuali. C’è una ignoranza spaventosa su questi temi. E se è vero che leggi contro l’omofobia, leggi per regolarizzare le convivenze, leggi per i matrimoni e le adozioni gay sono sempre più necessarie, è anche vero che non possiamo procedere solo sul lato legislativo, dimenticando quello culturale. Perchè procedendo a colpi di legge, progrediremmo sicuramente a livello democratico, ma non a livello culturale, non progrediremmo culturalmente, come Paese, avvicinandoci all’Europa.
E cosa dire dei beni comuni, partendo dall’ambiente? Vivo nel modenese e il terremoto nella bassa pianura ha sconvolto le nostre vite. Ora si sta ripartendo (o almeno, cerchiamo di farlo) ma la gente, dopo le continue scosse, è disorientata. Non capisce il perchè. E ad ogni parola di qualche geologo che avverte della possibilità di nuove scosse, c’è panico. Sia tra la popolazione che tra gli amministratori che cercano di mantenere la calma. Ma non si può vivere così. Dobbiamo renderci conto che non viviamo su una tavola piatta dove nulla può succedere. Viviamo su un pianeta geologicamente giovanissimo, che è in cerca di una stabilità che non troverà mai. Ed ecco che, quando al suo interno (pochi km sotto terra) avvengono forti contrasti, in superficie spesso assistiamo a terremoti, eruzioni vulacaniche, liquefazione dei terreni. Benchè certi eventi portino distruzione, sono del tutto naturali. Ecco allora che dobbiamo attrezzarci per convivere in pace con il nostro meraviglioso pianeta che ci ospita. Partendo dalla messa in sicurezza degli edifici, dei terreni instabili e promuovendo una battaglia culturale contro gli abusivismi di ogni genere, che tanto hanno deturpato e deturpano i nostri territori. Insomma, bisogna rendersi conto che l’ambiente va salvaguardato non perchè così avremmo vinto una battaglia ideologica, ma perchè di mezzo c’è la nostra vita e quella di coloro che verranno dopo di noi.
Serve, quindi, per finire, assieme ad una necessaria coalizione politica, una idea di società che miri a smuovere le coscienze di questo Paese. Perchè questo Paese cambia se cambia la mentalità e la cultura di chi ci vive.
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