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mercoledì 24 febbraio 2021

Ecco perché è nato il governo Draghi: Gentiloni “confessa.” - Wanda Marra e Marco Palombi

 

Garante per i rigoristi - Con l’ex Bce l’Italia farà le riforme europee, ma (un po’) meno austerità. Le partite di Mr Ue: nomine, Colle, soldi.

Paolo Gentiloni ha avuto un ruolo determinante nel passaggio dal governo Conte-2 a quello di Mario Draghi: è evidente dalle sue mosse negli ultimi mesi, dalle nomine nel nuovo esecutivo e, ora, anche dalle sue parole. In una lunga intervista rilasciata ieri a La Stampa il commissario Ue chiarisce perché l’ex presidente della Bce è a Palazzo Chigi e per fare cosa. Partiamo proprio da qui: la recessione innescata dal Covid, com’è noto, non ha paragoni in tempo di pace e ora bisogna stare attenti a “evitare gli errori fatti nella crisi del 2008 e non tarpare le ali alla ripresa”, eliminando gli aiuti troppo presto. In particolare, dice Gentiloni, “nelle prossime settimane decideremo (a livello europeo, ndr) se e come prolungare il congelamento del Patto di Stabilità, mentre nei prossimi mesi avvieremo una riflessione cruciale su come ricalibrarlo”.

Tradotto: l’Italia deve evitare in ogni modo che tornino i vecchi vincoli di bilancio che ci costringerebbero a fare forti avanzi primari (austerità) fin dal 2023. Il governo Conte – è il ragionamento – non dava abbastanza garanzie ai rigoristi del Nord Europa: “Un’Italia finalmente virtuosa può spostare gli equilibri interni all’Ue”, essendo “più concentrata sulle riforme strutturali per una crescita sostenibile e meno disattenta alla dinamica del debito” (si tratterebbe, par di capire, di fare da soli quel che dice Bruxelles per evitare che ce lo chiedano dopo). Al di là di questo, Draghi – sempre secondo Gentiloni – dà maggiori garanzie sulla collocazione internazionale dell’Italia, insomma piace di più agli Usa: “Il governo Draghi è fortemente atlantista ed europeista”, mentre Conte da premier gialloverde aveva “avuto alcune gravi sbandate. Il nuovo governo ha ora le carte in regola non solo per farsi accettare, ma anche per farsi valere in Europa. Una differenza notevole”. Per non fare che un esempio, “l’atlantismo” di Draghi conterà assai su una partita come quella del 5G, centrale nel Recovery Plan, che gli americani vogliono “depurare” della presenza cinese: le deleghe sul tema a Giancarlo Giorgetti e Vittorio Colao – che Gentiloni già “impose” a Conte ai tempi della famigerata task force – sono una garanzia per Washington.

Questa sorta di “confessione” di Gentiloni permette di rileggere in controluce le mosse del commissario europeo dalla fine dell’anno scorso: attento a non sbilanciarsi, Gentiloni ha fatto da sponda all’operazione Draghi, disseminando segnali più forti via via che Conte si indeboliva. D’altra parte, Gentiloni e Draghi si conoscono da tempo e sono tra i principali punti di riferimento (informali) di Sergio Mattarella su quanto si muove sullo scenario internazionale. Era ancora novembre quando il Corriere pubblicò stralci di un documento del capo di gabinetto di Gentiloni, Marco Buti, che insisteva sulla necessità di una cabina di regia per il Recovery Plan, ma esprimeva anche una serie di preoccupazioni sulle fragilità italiane. Due giorni dopo, il commissario Ue smentiva ritardi del nostro paese. Una sorta di gioco delle parti che, comunque, puntava i riflettori sulla gestione dei fondi da parte di Conte.

Nei due mesi successivi, Gentiloni ha buttato lì i suoi timori sulla situazione italiana, senza attaccare mai Conte. Il 29 dicembre a Repubblica, Gentiloni esprimeva preoccupazione per la “qualità” del Recovery Plan italiano e sulla capacità di attuarlo, invocando procedure straordinarie; all’Eurogruppo del 18 gennaio esprimeva l’esigenza di un suo rafforzamento con obiettivi e riforme. Intanto in Italia, la linea del commissario europeo era quella di Luigi Zanda, stavolta distante sia dal suo capo-corrente Franceschini che dal segretario Zingaretti: il 3 gennaio invitava Conte ad affrontare “le fratture” aperte da Renzi; il 17 – mentre il Pd si attestava sulla linea “o Conte o voto” – si esprimeva contro le elezioni; il 1° febbraio, mentre Roberto Fico “esplorava”, lanciava un governo di “alte personalità”. E così, di fatto, il congresso del Pd si è aperto in mezzo alla crisi.

Anche nell’esecutivo non mancano le impronte di Gentiloni: il capo di gabinetto di Draghi è lo stesso che fu con lui a Palazzo Chigi, Antonio Funiciello; lo stesso Colao è passato dalla task force a un ministero; un pezzo della burocratja ministeriale è stata suggerita da lui. Draghi non ha certo bisogno di king maker, ma l’aiuto lo avrà gradito di sicuro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/23/ecco-perche-e-nato-il-governo-draghi-gentiloni-confessa/6110371/

mercoledì 27 gennaio 2021

Crisi, la diretta – Oggi le consultazioni al Colle: si parte da Casellati e Fico. Al Senato nasce gruppo Europeisti, ma è già lite sul simbolo.

 

CRONACA ORA PER ORA - La presidente del Senato è attesa alle 17, subito dopo le celebrazioni per la Giornata della memoria. Poi toccherà al presidente della Camera dei deputati. Le delegazioni dei partiti sono attese a partire da domani: si inizia con il gruppo delle Autonomie e si chiude venerdì alle 17 con il Movimento 5 stelle. Intanto a Palazzo Madama è nato il gruppo Europeisti-Maie-Cd: è guidato da Raffaele Fantetti. Fuori Ciampolillo e Lonardo Mastella.

A poco più di un anno dalle consultazioni che portarono al governo giallorosso, ora dimissionario, cominciano al Quirinale i nuovi colloqui del presidente della Repubblica. Ieri il premier Giuseppe Conte è infatti salito al Colle per rimettere il suo mandato e, come di consueto, resterà in carica solo per il disbrigo degli “affari correnti”. Il conto alla rovescia per tentare di varare un Conte ter, quindi, è ufficialmente partito. Anche se la strada auspicata da Palazzo Chigi, Pd, M5s e Leu è lastricata di insidie: da un lato pesano le diffidenze nei confronti di Matteo Renzi, l’artefice della crisi, e dall’altro le difficoltà nell’allargare il campo della maggioranza, al momento troppo risicato per garantire stabilità a un eventuale nuovo esecutivo senza Italia viva. La prima novità della giornata è la nascita in Senato del gruppo “Europeisti Maie Centro Democratico“, guidato dall’ex forzista Raffaele Fantetti. Potrebbe essere questa la “casa politica” dei costruttori, ma per ora non sposta gli equilibri: ad aderire sono stati 10 senatori che già martedì 19 avevano votato la fiducia a Conte. Rispetto ai nomi già noti, entrano la dem Rojc e Marilotti (Autonomie), mentre si sono chiamati fuori Sandra Lonardo Mastella e Lello Ciampolillo. La palla, ora, è nelle mani di Sergio Mattarella, che tenterà di sbrogliare i nodi che hanno portato alla caduta dell’esecutivo per capire se ci sono margini di ricucitura tra quello che resta della maggioranza giallorossa e i renziani o se Conte ha davvero i numeri in tasca per poter auspicare in un reincarico. Come da prassi, i primi a sfilare al Quirinale sono la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, attesa alle 17, e alle 18 il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico. Da domani si partirà con le delegazioni dei partiti.

Il calendario delle consultazioni – Il primo incontro è previsto nel pomeriggio: alle 17 Mattarella vedrà Casellati e Fico. Giovedì alle 10.00 tocca al gruppo per le Autonomie (SVP-PATT, UV). Tra le 10.30-12.30 e le 16.00-16.45 ci saranno poi gli incontri con i rappresentanti dei gruppi Misti del Senato e della Camera dei deputati. Alle 16.45 il capo dello Stato vedrà il gruppo parlamentare “Liberi e Uguali“. Alle 17.30 toccherà invece ai gruppi di Italia Viva – PSI e Italia Viva. Alle 18.30 ci saranno i gruppi parlamentari del Partito Democratico. La mattina del 29 gennaio si svolgerà la Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario della Corte Suprema di Cassazione e le consultazioni seguiranno nel pomeriggio: ore 16.00 Fratelli d’Italia; “Forza Italia – Berlusconi Presidente – UDC” del Senato della Repubblica e “Forza Italia Berlusconi Presidente” della Camera; “Lega – Salvini Premier”; rappresentanti delle componenti “Idea e Cambiamo”. Alle 17.00 chiude il Movimento 5 stelle.

Le condizioni del Quirinale – Quali sono gli scenari? Mentre il centrodestra ostenta compattezza nel chiedere le elezioni al capo dello Stato – anche se Forza Italia non esclude un esecutivo di unità nazionale – Pd, pentastellati e Leu si presenteranno al Colle con il nome di Conte, considerato l’unico punto di equilibrio possibile dell’alleanza. Per poter sperare in un reincarico, però, il Corriere della Sera riferisce che per il Quirinale servono tre condizioni: una maggioranza coesa, un programma definito insieme ai potenziali alleati, numeri in Parlamento che permettano di governare in sicurezza. Italia viva continua a offrire il suo appoggio (“No a veti sui nomi, ma svolta sui contenuti”, dice Maria Elena Boschi al Messaggero), mentre nella serata di ieri il presidente del Consiglio dimissionario ha deciso di rilanciare quell’appello ai responsabili che, solo una settimana fa, aveva fatto a Camera e Senato: “È il momento che emergano in Parlamento le voci che hanno a cuore le sorti della Repubblica“, ha scritto su Facebook. “Le mie dimissioni sono al servizio di questa possibilità: la formazione di un nuovo governo che offra una prospettiva di salvezza nazionale. Serve un’alleanza, nelle forme in cui si potrà diversamente realizzare, di chiara lealtà europeista, in grado di attuare le decisioni che premono”.

Nascono gli Europeisti in Senato, no di Lonardo – Per allargare ulteriormente la platea di costruttori, Conte è poi tornato a rilanciare la carta della legge elettorale proporzionale. Un appello a cui è seguita l’ufficializzazione del gruppo “Europeisti Maie Centro Democratico” a Palazzo Madama, composto da 10 senatori: si tratta dei 5 già iscritti al Maie (il sottosegretario Merlo, De Bonis, Cario, Buccarella e l’ex FI Fantetti), a cui si aggiungono De Falco, gli ex azzurri Causin e Rossi, e le new entry Gianni Marilotti (in arrivo dalle Autonomie) e la dem Tatjana Rojc. Due nomi, questi, che si sono resi necessari per raggiungere la soglia dei 10 senatori prevista dal Regolamento del Senato per la nascita dei nuovi gruppi. A guidare la squadra sarà Fantetti, con Causin vice: smentite le ricostruzioni del Corriere su presunte divisioni per decidere a chi dovesse spettare il ruolo di capogruppo. Si sono chiamati fuori dalla partita, infatti, Lello Ciampolillo e Sandra Lonardo Mastella, su cui avrebbe pesato una lite con Rossi per il simbolo. Entrambi però già martedì scorso avevano votato la fiducia a Conte. “Rimane il mio impegno a sostenere il presidente Conte, ma un nuovo gruppo senza omogeneità politica e con esperienze diversissime non è quello che auspico in vista di un nuovo progetto, quello del ‘Meglio Noi’, cui, con altri all’esterno del Parlamento, stiamo dando vita”, ha dichiarato la senatrice Sandra Lonardo. “I responsabili, singolarmente – spiega – sono stati fondamentali per evitare che si precipitasse nella crisi di sistema, ora, però, occorre ricomporre ed allargare il più possibile senza esclusioni”.

Il pallottoliere – All’appello però, stando ai calcoli fatti dai quotidiani, mancano almeno sette costruttori per garantire la maggioranza assoluta in Senato. I nomi che circolano sono sempre gli stessi, dai tre dell’Udc a una quota di forzisti che sarebbe pronta a entrare in rotta con il partito. Ma nessuno ha ancora fatto un passo: Paola Binetti continua a chiedere un “progetto politico” per arrivare a una maggioranza “giallo-bianca”, il gruppo Cambiamo di Giovanni Toti smentisce qualunque appoggio al governo. Nelle discussioni tra i corridoi del Parlamento aleggiano sempre le divisioni sulla giustizia, come certifica il senatore Luigi Vitali in un’intervista al quotidiano di via Solferino: “Se il nuovo governo cambiasse radicalmente linea sulla giustizia, potrei anche starci“.

CRONACA ORA PER ORA

10.37 – Lonardo Mastella: “Resta sostegno a Conte ma no a gruppo disomogeneo”
“Rimane il mio impegno a sostenere il presidente Conte, ma un nuovo gruppo senza omogeneità politica e con esperienze diversissime non è quello che auspico in vista di un nuovo progetto, quello del ‘Meglio Noi’, cui, con altri all’esterno del Parlamento, stiamo dando vita”. Lo dichiara la senatrice Sandra Lonardo. “Non avevo rifiutato la proposta in sé, ma poi ho scoperto che il gruppo si sarebbe chiamato Maie-Centro democratico con una particolare attenzione quindi a una forza politica esistente come quella di Tabacci. Non ho niente contro di lui e il Cd ma io sono di una componente diversa. A quel punto il progetto non mi convinceva e non ho aderito. Sul nome e le varie anime politiche collegate non si era discusso prima. Ho proposto di togliere il nome Cd tornando solo al Maie o di aggiungere ‘Noi campani’ (lista e associazione politica fondata dal marito Clemente Mastella per sostenere il centrosinistra in Campania, ndr) a cui tengo molto, ma non è stato così. Comunque auguro lunga vita a questo gruppo”. La senatrice ribadisce il proprio sostegno all’attuale maggioranza: “Finché c’è Conte, gli darò la mia fiducia e ora mi auguro che possa mettere da parte le diatribe e che sia lui che Renzi facciano un passo avanti. Anche perché con questo nuovo gruppo non cambia nulla dal punto di vista dei numeri..”.

10.30 – La direzione PD spostata alle 16
La direzione nazionale del Pd è stata spostata alle 16 a causa di votazioni in Parlamento. Lo rende noto l’ufficio stampa del Pd.

10.21 – Marilotti (Europeisti-Maie-Cd): “I numeri arriveranno”
“Ho votato la fiducia il 19 gennaio e ho sempre sostenuto il governo Conte. Quando mi hanno proposto di far parte di questo nuovo gruppo, ho accettato perché ritengo che ora bisogna mettere Conte nelle condizioni di costruire un nuovo governo e rilanciarne l’azione con una maggioranza allargata, anche a Italia viva”. L’ha detto il senatore Gianni Marilotti, uno dei 10 ‘responsabili’ del neogruppo Europeisti-Maie-Cd nato al Senato. “Dal punto di vista dei numeri non cambia nulla, lo so – ha ammesso – ma può essere un inizio per aggregare altri politicamente. Poi i numeri arriveranno”.

10.03 – Mario Giarrusso: “Io nel gruppo Europeisti? Per ora no”
“Se passerò con gli europeisti? Per ora no”. Taglia corto con l’AdnKronos il senatore del Misto, Mario Michele Giarrusso, ex Cinque stelle, tra i nomi più gettonati tra coloro che potrebbero dare sostegno al premier dimissionario Giuseppe Conte, in vista di un Conte ter. Poi Giarrusso spiega che “le novità dovete chiederle al Maie”.

10.01 – Romani (Cambiamo) dopo l’appello di Conte: “Per ora non cambia nulla”
“Per ora mi pare che non cambi nulla, per eventuali novità bisogna aspettare venerdì”. Lo dice all’AdnKronos Paolo Romani, senatore di Cambiamo, rispondendo a una domanda sulla situazione al Senato, dove si riaccende il ‘dialogò con i possibili responsabili, dopo l’appello Facebook, fatto ieri sera dal premier dimissionario, Giuseppe Conte.

9.33 – Amendola ribadisce: “Conte punto di equilibrio”
Una “maggioranza di europeisti” costruita “su punti di equilibrio”: lo ha auspicato ai microfoni di Radio Anch’io il ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, rispondendo a una domanda sul futuro governo. E il Pd, ha sottolineato il ministro, vede “come punto di equilibrio di questa nuova maggioranza larga e solida, con un programma di fine legislatura, il presidente Conte”.

9.26 – Nasce al Senato il gruppo “Europeisti-Maie-Cd”
Nasce al Senato il nuovo Gruppo Europeisti-Maie-Centro democratico. Lo ha annunciato il presidente, Elisabetta Casellati. Ne fanno parte i senatori Buccarella, Cario, Causin, De Bonis, De Falco, Fantetti, Marilotti, Merlo, Rossi, Rojc. Capogruppo sarà Raffaele Fantetti, vice Andrea Causin.

8.32 – Boschi: “No a veti sui nomi, ma svolta sui contenuti”
“Non poniamo pregiudiziali sui nomi, ma chiediamo una svolta sui contenuti”, ha dichiarato la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi in un’intervista al Messaggero. “La crisi politica si è aperta ieri, la crisi sanitaria, economica, educativa è aperta da tempo. È tempo di fare un salto di qualità: basta chiacchiere, preoccupiamoci dell’Italia”. Rispetto al confronto con il suo ex partito, “il Pd mi sembra più interessato a parlare di noi che non delle questioni che stiamo ponendo – commenta -. Ho visto attacchi personali contro Renzi e contro i nostri parlamentari sinceramente inspiegabili. Ma questo non è il momento delle polemiche. E devo constatare che chi nel Pd ha passato la prima settimana a mettere veti su di noi oggi chiede il dialogo”. Il punto “non è chi fa il ministro, ma quali idee costituiscono il programma. Capisco che possa sembrare innaturale visto il suk ancora in corso al Senato, ma noi siamo l’unica forza politica che alle poltrone ha rinunciato”. Rispetto alle posizioni diverse di Iv e M5s sulla giustizia, Boschi sottolinea di non avere nulla contro Bonafede (“lo conosco dai tempi dell’università”), “ma che il governo si sia dimesso perché il ministro rischiava la bocciatura in Senato è un dato di fatto. Serve più garantismo e meno giustizialismo”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/27/crisi-la-diretta-oggi-le-consultazioni-al-colle-si-parte-da-casellati-e-fico-al-senato-nasce-gruppo-europeisti-ma-e-gia-lite-sul-simbolo/6079616/

sabato 22 agosto 2020

L’Universo potrebbe essere più giovane di un miliardo (circa) di anni.

Nasa (https://www.nasa.gov/)
Nasa (https://www.nasa.gov/)


L’universo è un po’ più giovane del previsto: ha 12,8 miliardi di anni, circa un miliardo in meno di quanto si pensasse. La nuova stima arriva dai calcoli basati sul movimento di 50 galassie ed è pubblicata sull’Astronomical Journal dal gruppo dell’Università dell’Oregon guidato da James Schombert.
Finora i metodi usati per calcolare l’età dell’universo si sono basati sulla costante di Hubble, che stima il tasso di espansione dell’universo, e sulle osservazioni dell’eco del Big Bang, ossia la radiazione cosmica di fondo. Tuttavia, rileva Schombert, questi metodi raggiungono conclusioni diverse.

I metodi basati sulla costante di Hubble stimano un’età dell’universo compresa tra 12 e 14,5 miliardi di anni, mentre i calcoli basati sulla misura della radiazione cosmica di fondo osservata della sonda Wmap (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe), stimano un’età di 13,77 miliardi di anni.

Il nuovo metodo proposto mette in relazione la distanza fra le galassie. “Il problema della scala delle distanze, come è noto, è incredibilmente difficile perché le distanze dalle galassie sono enormi e le indicazioni per le loro distanze sono deboli e difficili da calibrare”, ha detto Schombert. L’ostacolo è stato superato misurando in modo accurato le distanze di 50 galassie grazie utilizzando i dati del telescopio spaziale Spitzer della Nasa.
Queste misure sono state quindi usate come riferimento per misurare le distanze di altre 95 galassie. L’universo, osserva Schombert, è governato da una serie di schemi matematici espressi in equazioni. Il nuovo approccio, rileva l’esperto, spiega in modo più accurato i movimenti delle galassie e trasforma questi dati in equazioni che poi vengono usate per calcolare l’età dell’universo.

https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/08/22/luniverso-piu-giovane-un-miliardo-circa-anni/?utm_term=Autofeed&utm_medium=FBSole24Ore&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR2-FAtXjT20XG_DJVoqML-eVszhIpBR555gl0Staw99cXpha-wTP2h8DzE#Echobox=1598109034&refresh_ce=1

giovedì 29 dicembre 2016

La Fata della Nebulosa Aquila. - Barbara Bubbi

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Anche se sembra un’alata creatura fiabesca in bilico su un piedistallo, questa strepitosa struttura, nota come “La guglia” (The Spire) o “La Fata della Nebulosa Aquila” (Fairy of Eagle Nebula) è in realtà una torre ondeggiante di gas e polveri di straordinaria e struggente bellezza, che si staglia sullo sfondo luminoso di gas più distante e si innalza da un vivaio stellare chiamato Nebulosa Aquila.
Queste nubi di gas idrogeno a bassa temperatura risiedono in regioni caotiche, dove l’energia proveniente dalle stelle scolpisce paesaggi fantasiosi nel gas circostante. Il pilastro si estende per circa 9,5 anni luce e può costituire una nursery per stelle appena nate: alcune di queste stelle si sono formate da gas denso collassato per gravità. Altre stelle possono nascere a causa della pressione del gas riscaldato dal vicino ammasso stellare.
La prima ondata di stelle potrebbe essersi formata prima che il massiccio ammasso stellare abbia dato sfogo alla sua luce cocente, quando le regioni più dense di gas freddo all’interno della torre hanno iniziato a collassare. Le stelle nascenti hanno continuato poi a risplendere, alimentate dalla nube di gas circostante, ma alcune possono anche aver smesso bruscamente di crescere quando la luce dell’ammasso stellare ha portato allo scoperto le loro culle gassose, separandole dalla loro fonte di alimentazione.
Un torrente di luce ultravioletta emessa da un ammasso di massicce, calde, giovani stelle (nella parte superiore dell’immagine) sta infatti erodendo il pilastro, generando un flusso che porta all’evaporazione della nube. Il ciclo di distruzione delle nubi meno dense di gas e polveri si unisce quindi al ciclo di formazione stellare.

venerdì 28 ottobre 2016

La storia geologica d'Italia e dei suoi oceani.



I continenti si muovono da sempre, lentamente, inesorabilmente, in modo impercettibile ai sensi umani, spinti dalle potenti  forze interne del pianeta generate dai moti convettivi del mantello terrestre.
Nel corso di decine o centinaia di milioni di anni queste forze hanno cambiato più volte la geografia del nostro pianeta. Se potessimo viaggiare nel passato, procedendo verso le epoche più remote, ci stupiremmo nel trovare un pianeta tanto diverso da quello attuale.
L'Italia non è certo sfuggita all'evoluzione geologica: contesa e poi schiacciata tra Africa ed Europa, ha visto nascere e morire mari e oceani che hanno lasciato tracce nelle rocce della penisola.

Dalle testimonianze degli antichi  mari e oceani partiremo per ricostruire la storia geologica della penisola e la formazione delle Alpi e degli Appennini, in un viaggio che è durato 250 milioni di anni e che iniziò quando l’Italia non c’era.


Prologo:i grandi cambiamenti del Triassico.

Pangea Triassica


  • PERMIANO-TRIASSICO 300-250 Ma
  •  
  • scala del tempo.
La geografia del Permiano (300 Ma) è incredibilmente semplice: un unico super continente che costituirà il prologo alla storia geologica del pianeta.
Imponenti movimenti e scontri continentali avevano "assemblato" il megacontinente Pangea, attorno al quale si estendeva un grande oceano, la Pantalassa, che formava ad est il grande golfo della Tetide. Il clima interno era caldo e arido dato che il mare non poteva penetrarvi con la sua azione mitigatrice.
Il Triassico (250 Ma) che cominciò con una grande estinzione di massa, fu l’epoca nella quale si avviarono i grandi cambiamenti geografici ed evolutivi  del pianeta terra: iniziò l’era dei rettili e la disintegrazione della Pangea.
Circa 228 milioni di anni fa (Triassico sup.)  il centro della Pangea si lacerò (rift continentale) e venne invaso dalle acque oceaniche. Due supercontinenti, Gondwana (alla quale apparteneva l'odierna Africa) ed Eurasia ( della quale facevano parte Europa e Asia), cominciarono a separarsi.


Proprio lungo la linea di separazione della Pangea iniziò la storia della futura Italia. E’ qui che si trovava Adria,  una propaggine del Nord Africa occupata interamente dalla Tetide che sarà teatro della nascita del mediteranno e della penisola italiana.

La Tetide: quando l'Italia non c'era.

Italia nel Triassico

Ecco un dettaglio del golfo della Tetide con in evidenza l'Adria, all' epoca nella quale si trovava a contatto con l'Europa e l'Asia.
L' Italia, o meglio ciò che diverrà il nostro territorio, si trovava su Adria e sui suoi margini a contatto con la zolla africana ed europea. Era sommersa da un mare epicontinentale, cioè un mare basso, contornato da basse piane costiere periodicamente invase dalle maree.
Si possono scorgere i profili della Sicilia, e del blocco Sardo-Corso evidenziati in verde.
Le uniche zone emerse, con aride pianure e brulli rilievi, erano una piccola parte della Toscana e la Sardegna che si trovava sulla costa del continente europeo, per il resto scogliere e atolli corallini, piane di marea, paludi salmastre.
Continua qui:
Per saperne di più:

lunedì 10 ottobre 2016

Osservata la nascita di una quasiparticella.

Rappresentazione artistica di una quasiparticella (fonte: IQOQI/Harald Ritsch)Rappresentazione artistica di una quasiparticella (fonte: IQOQI/Harald Ritsch)


Fenomeno ultraveloce, tipico della materia in condizioni estreme


Per la prima volta e' stata osservata in diretta la nascita di una quasiparticella, un fenomeno che è caratteristico della materia quando si trova in condizioni estreme, per esempio a temperature molto basse. Ci e' riuscito il gruppo dell'Accademia austriaca delle scienze guidato da Rudolph Grimm e il risultato e' pubblicato sulla rivista Science.

Le quasiparticelle sono fenomeni che si manifestano solo in particolari condizioni, ad esempio quando la materia si trova a temperature estremamente basse oppure nei materiali semiconduttori. In situazioni come queste accade che la materia si comporti come se contenesse particelle che interagiscono fra loro molto debolmente. Ad esempio il movimento di un elettrone in un materiale semiconduttore è disturbato dall'interazione con gli altri elettroni, anche se si comporta approssimativamente come un elettrone che attraversa uno spazio libero senza essere perturbato.

Per rendere l'idea Grimm paragona la quasiparticella a uno sciatore che affronta una discesa avvolto da una nube di cristalli di neve: insieme formano un sistema che ha proprieta' diverse da quelle di uno sciatore che affronta una discesa liberamente e da solo. Rispetto alle particelle tradizionali, inoltre, le quasiparticelle hanno una velocità eccezionale, tanto che la loro esistenza può durare appena qualche millesimo di miliardesimo di secondo (attosecondo).

Per riuscire a catturarne una 'in diretta', i ricercatori hanno costruito una sorta di trappola fatta di particelle infinitamente piccole (quanti) di gas ultrafreddi, ricreando in questo modo l'ambiente ideale per studiare i fenomeni fisici che avvengono quando la materia si trova in condizioni estreme.


http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/fisica/2016/10/09/osservata-la-nascita-di-una-quasiparticella_95ff7ccb-c99e-42dc-a0d8-9d594f9bf308.html?idPhoto=1

giovedì 23 giugno 2016

Scoperto un pianeta 'neonato'.

Rappresentazione artistica del baby pianeta K2-33b contro il disco della sua stella (fonte: NASA/JPL-Caltech)Rappresentazione artistica del baby pianeta K2-33b contro il disco della sua stella (fonte: NASA/JPL-Caltech)


Ha appena 5 milioni di anni e somiglia a Nettuno


Scoperto un pianeta 'neonato', si trova attorno a una stella lontana 500 anni luce, si chiama K2-33b e somiglia al nostro Nettuno, ma si è formato appena 5 o 10 milioni di anni fa. A studiare in dettaglio il baby pianeta è stato il gruppo dell'Istituto di Tecnologia della California (Caltech) coordinato da Trevor David. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, potrebbe chiarire molti dettagli sul processo di formazione dei pianeti.

Scoperto grazie al telescopio spaziale Kepler, il 'cacciatore' di pianeti della Nasa,il pianeta K2-33b può essere considerato un neonato rispetto alla Terra, che ha oltre 4,5 miliardi di anni. Con i suoi 5, o al massimo 10, milioni di anni di vita, K2-33b è il più giovane pianeta mai scoperto. "Così come possiamo capire in modo più facile come si sviluppa un corpo umano - ha spiegato Sasha Hinkley, dell'università di Exeter e fra egli autori del lavoro - se abbiamo la possibilità di studiarlo sin da quando è un bambino, dall'infanzia alla vita adulta, allo stesso modo la nostra comprensione dei pianeti potrà migliorare solo imparando di più durante le prime fasi della loro esistenza". 

Quello che è emerso dai dati è che K2-33b si trova molto vicino alla sua stella, impiega appena 5 giorni per completare un intero 'anno' e che le sue dimensioni sono all'incirca una volta e mezza il nostro Nettuno. Le osservazioni potrebbero portare molti altri dati interessanti, ad esempio farci capire se i pianeti, in particolare quelli gassosi, siano capaci di migrare verso orbite differenti da quelle su cui nascono andando così a trasformare il sistema solare appena formatosi.


http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/06/20/scoperto-un-pianeta-neonato-_b0163645-4b4a-481b-a7d7-9f21057e81f4.html

martedì 18 novembre 2014

La prima foto di un sistema solare in formazione.


Foto scattata dal telescopio Hubble,  la costellazione del Toro. Alla foto è stata aggiunta quella di HL Tauri scatta dal radiotelescopio ALMA in modo da evidenziare la sua posizione (Credit: NASA / ESA / ESO / NAOJ / NRAO)

Da molti anni ormai è disponibile una teoria sulla formazione dei sistemi solari. Negli articoli di divulgazione su libri e riviste in cui si presenta di solito questa teoria c’è sempre una immagine, una rappresentazione artistica di come può apparire il processo di formazione suddetto, una giovane stella centrale circondata da un anello di polvere detto disco di accrescimento.
I dischi di accrescimento sono formazioni di materiale gassoso e polvere che orbita attorno a una giovane stella. La loro formazione è dovuta all’attrazione gravitazionale che il corpo centrale esercita sul materiale circostante, aumentando la propria massa e la propria velocità di rotazione. Durante questo processo il materiale cade verso la stella e si forma contemporaneamente un disco attorno. Al suo interno inizia la formazione di pianeti attraverso accrescimento gravitazionale del materiale presente nel disco.
Oggi per la prima volta siamo in grado di vedere quello che fino ad ora si era solo immaginato e supposto. Una immagine ottenuta dal radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), un progetto dell’European Southern Observatory (ESO), ci mostra come appare in realtà un sistema solare in formazione. Questa foto incredibile rivela i dettagli della formazione di un sistema planetario attorno la giovane stella HL Tauri, situata a circa 450 anni luce del nostro pianeta nella costellazione del Toro.
Nella foto si possono vedere perfettamente alcuni particolari della struttura del materiale che si sta accumulando per creare quelli che saranno i futuri pianeti. Dai dati in possesso si suppone che la stella abbia solo un milione di anni, ma secondo le attuali teorie a questo stadio dell’evoluzione non dovevano già essere presenti grandi corpi cosa che invece nella foto è evidente. Questa foto quindi costringerà a rivedere parte delle teorie che riguardano la formazione planetaria.

sabato 7 giugno 2014

La Luna è nata da uno scontro spaziale: nuovi dati lo confermano. - Emanuela Di Pasqua

La formazione della Luna dopo l’impatto di Theia sulla Terra

Le differenze isotopiche rafforzano lo scenario secondo il quale la Luna sarebbe nata dall’impatto di un altro corpo di dimensioni planetarie contro la Terra.
Circa 4,5 miliardi di anni fa un corpo spaziale che è stato denominato Theia si scontrò contro la Terra e dall’urto nacque la Luna. Dagli studi sulle rocce lunari, a distanza di oltre 40 anni grazie alle nuove tecnologie di analisi, si sta facendo chiarezza sulle origini del nostro satellite naturale, anche se il cammino della conoscenza è ancora lungo. Una minima differenza nella composizione degli isotopi dell’ossigeno tra rocce lunari e terrestri accerta infatti definitivamente la natura «non terrestre» di parte della superficie lunare.

Impatto
Sono stati resi noti su Sciencei risultati delle analisi eseguite dal gruppo dell’Università di Colonia guidato da Daniel Herwartz, che verranno presentati l’11 giugno in California nel corso della conferenza Goldschmidt (la più importante al mondo per la geochimica). La Nasa ha infatti permesso agli studiosi di analizzare i campioni lunari provenienti dalle missioni Apollo 11, 12 e 16 e la misurazione del rapporto tra isotopi di ossigeno, silicio, titanio, calcio, tungsteno e altri elementi conferma una volta per tutte la tesi della collisione chiamando in causa un corpo astronomico di dimensioni planetarie di nome Theia, che nella mitologia greca è la madre di Selene (la dea della Luna). La Luna dunque sarebbe un miscuglio di Theia e della Terra primordiale, anche se ancora non è dato sapere in quali proporzioni.

Teorie precedenti
In realtà nel 2007 nuovi esami dei materiali lunari avevano ipotizzato una tesi molto più soft, sostenendo che la Luna si fosse formata insieme alla Terra. Ma quest’ultima scoperta del team di Colonia riporta in auge la teoria più accreditata dell’impatto, con l’entrata in scena di questo pianeta dal nome mitologico. Un gruppo francese dell’Osservatorio della Costa Azzurra a Nizza stimava recentemente la nascita di Selene 95 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare e sosteneva appunto che lo scontro con un pianeta grande come Marte sulla Terra avesse originato il nostro satellite, mentre gli studiosi spiegano che le due facce del nostro satellite sarebbero addebitabili a uno scontro tra le due lune che aveva originariamente la Terra, che si sarebbero poi fuse insieme. Ora le carte vengono ulteriormente rimescolate, suggerendo la necessità di molti altri studi sui reperti lunari in profondità (quelli non esposti a tempeste solari o all’urto di meteoriti), che continuano e continueranno a regalarci preziose informazioni da molto lontano.