mercoledì 27 gennaio 2021

Crisi, la diretta – Oggi le consultazioni al Colle: si parte da Casellati e Fico. Al Senato nasce gruppo Europeisti, ma è già lite sul simbolo.

 

CRONACA ORA PER ORA - La presidente del Senato è attesa alle 17, subito dopo le celebrazioni per la Giornata della memoria. Poi toccherà al presidente della Camera dei deputati. Le delegazioni dei partiti sono attese a partire da domani: si inizia con il gruppo delle Autonomie e si chiude venerdì alle 17 con il Movimento 5 stelle. Intanto a Palazzo Madama è nato il gruppo Europeisti-Maie-Cd: è guidato da Raffaele Fantetti. Fuori Ciampolillo e Lonardo Mastella.

A poco più di un anno dalle consultazioni che portarono al governo giallorosso, ora dimissionario, cominciano al Quirinale i nuovi colloqui del presidente della Repubblica. Ieri il premier Giuseppe Conte è infatti salito al Colle per rimettere il suo mandato e, come di consueto, resterà in carica solo per il disbrigo degli “affari correnti”. Il conto alla rovescia per tentare di varare un Conte ter, quindi, è ufficialmente partito. Anche se la strada auspicata da Palazzo Chigi, Pd, M5s e Leu è lastricata di insidie: da un lato pesano le diffidenze nei confronti di Matteo Renzi, l’artefice della crisi, e dall’altro le difficoltà nell’allargare il campo della maggioranza, al momento troppo risicato per garantire stabilità a un eventuale nuovo esecutivo senza Italia viva. La prima novità della giornata è la nascita in Senato del gruppo “Europeisti Maie Centro Democratico“, guidato dall’ex forzista Raffaele Fantetti. Potrebbe essere questa la “casa politica” dei costruttori, ma per ora non sposta gli equilibri: ad aderire sono stati 10 senatori che già martedì 19 avevano votato la fiducia a Conte. Rispetto ai nomi già noti, entrano la dem Rojc e Marilotti (Autonomie), mentre si sono chiamati fuori Sandra Lonardo Mastella e Lello Ciampolillo. La palla, ora, è nelle mani di Sergio Mattarella, che tenterà di sbrogliare i nodi che hanno portato alla caduta dell’esecutivo per capire se ci sono margini di ricucitura tra quello che resta della maggioranza giallorossa e i renziani o se Conte ha davvero i numeri in tasca per poter auspicare in un reincarico. Come da prassi, i primi a sfilare al Quirinale sono la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, attesa alle 17, e alle 18 il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico. Da domani si partirà con le delegazioni dei partiti.

Il calendario delle consultazioni – Il primo incontro è previsto nel pomeriggio: alle 17 Mattarella vedrà Casellati e Fico. Giovedì alle 10.00 tocca al gruppo per le Autonomie (SVP-PATT, UV). Tra le 10.30-12.30 e le 16.00-16.45 ci saranno poi gli incontri con i rappresentanti dei gruppi Misti del Senato e della Camera dei deputati. Alle 16.45 il capo dello Stato vedrà il gruppo parlamentare “Liberi e Uguali“. Alle 17.30 toccherà invece ai gruppi di Italia Viva – PSI e Italia Viva. Alle 18.30 ci saranno i gruppi parlamentari del Partito Democratico. La mattina del 29 gennaio si svolgerà la Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario della Corte Suprema di Cassazione e le consultazioni seguiranno nel pomeriggio: ore 16.00 Fratelli d’Italia; “Forza Italia – Berlusconi Presidente – UDC” del Senato della Repubblica e “Forza Italia Berlusconi Presidente” della Camera; “Lega – Salvini Premier”; rappresentanti delle componenti “Idea e Cambiamo”. Alle 17.00 chiude il Movimento 5 stelle.

Le condizioni del Quirinale – Quali sono gli scenari? Mentre il centrodestra ostenta compattezza nel chiedere le elezioni al capo dello Stato – anche se Forza Italia non esclude un esecutivo di unità nazionale – Pd, pentastellati e Leu si presenteranno al Colle con il nome di Conte, considerato l’unico punto di equilibrio possibile dell’alleanza. Per poter sperare in un reincarico, però, il Corriere della Sera riferisce che per il Quirinale servono tre condizioni: una maggioranza coesa, un programma definito insieme ai potenziali alleati, numeri in Parlamento che permettano di governare in sicurezza. Italia viva continua a offrire il suo appoggio (“No a veti sui nomi, ma svolta sui contenuti”, dice Maria Elena Boschi al Messaggero), mentre nella serata di ieri il presidente del Consiglio dimissionario ha deciso di rilanciare quell’appello ai responsabili che, solo una settimana fa, aveva fatto a Camera e Senato: “È il momento che emergano in Parlamento le voci che hanno a cuore le sorti della Repubblica“, ha scritto su Facebook. “Le mie dimissioni sono al servizio di questa possibilità: la formazione di un nuovo governo che offra una prospettiva di salvezza nazionale. Serve un’alleanza, nelle forme in cui si potrà diversamente realizzare, di chiara lealtà europeista, in grado di attuare le decisioni che premono”.

Nascono gli Europeisti in Senato, no di Lonardo – Per allargare ulteriormente la platea di costruttori, Conte è poi tornato a rilanciare la carta della legge elettorale proporzionale. Un appello a cui è seguita l’ufficializzazione del gruppo “Europeisti Maie Centro Democratico” a Palazzo Madama, composto da 10 senatori: si tratta dei 5 già iscritti al Maie (il sottosegretario Merlo, De Bonis, Cario, Buccarella e l’ex FI Fantetti), a cui si aggiungono De Falco, gli ex azzurri Causin e Rossi, e le new entry Gianni Marilotti (in arrivo dalle Autonomie) e la dem Tatjana Rojc. Due nomi, questi, che si sono resi necessari per raggiungere la soglia dei 10 senatori prevista dal Regolamento del Senato per la nascita dei nuovi gruppi. A guidare la squadra sarà Fantetti, con Causin vice: smentite le ricostruzioni del Corriere su presunte divisioni per decidere a chi dovesse spettare il ruolo di capogruppo. Si sono chiamati fuori dalla partita, infatti, Lello Ciampolillo e Sandra Lonardo Mastella, su cui avrebbe pesato una lite con Rossi per il simbolo. Entrambi però già martedì scorso avevano votato la fiducia a Conte. “Rimane il mio impegno a sostenere il presidente Conte, ma un nuovo gruppo senza omogeneità politica e con esperienze diversissime non è quello che auspico in vista di un nuovo progetto, quello del ‘Meglio Noi’, cui, con altri all’esterno del Parlamento, stiamo dando vita”, ha dichiarato la senatrice Sandra Lonardo. “I responsabili, singolarmente – spiega – sono stati fondamentali per evitare che si precipitasse nella crisi di sistema, ora, però, occorre ricomporre ed allargare il più possibile senza esclusioni”.

Il pallottoliere – All’appello però, stando ai calcoli fatti dai quotidiani, mancano almeno sette costruttori per garantire la maggioranza assoluta in Senato. I nomi che circolano sono sempre gli stessi, dai tre dell’Udc a una quota di forzisti che sarebbe pronta a entrare in rotta con il partito. Ma nessuno ha ancora fatto un passo: Paola Binetti continua a chiedere un “progetto politico” per arrivare a una maggioranza “giallo-bianca”, il gruppo Cambiamo di Giovanni Toti smentisce qualunque appoggio al governo. Nelle discussioni tra i corridoi del Parlamento aleggiano sempre le divisioni sulla giustizia, come certifica il senatore Luigi Vitali in un’intervista al quotidiano di via Solferino: “Se il nuovo governo cambiasse radicalmente linea sulla giustizia, potrei anche starci“.

CRONACA ORA PER ORA

10.37 – Lonardo Mastella: “Resta sostegno a Conte ma no a gruppo disomogeneo”
“Rimane il mio impegno a sostenere il presidente Conte, ma un nuovo gruppo senza omogeneità politica e con esperienze diversissime non è quello che auspico in vista di un nuovo progetto, quello del ‘Meglio Noi’, cui, con altri all’esterno del Parlamento, stiamo dando vita”. Lo dichiara la senatrice Sandra Lonardo. “Non avevo rifiutato la proposta in sé, ma poi ho scoperto che il gruppo si sarebbe chiamato Maie-Centro democratico con una particolare attenzione quindi a una forza politica esistente come quella di Tabacci. Non ho niente contro di lui e il Cd ma io sono di una componente diversa. A quel punto il progetto non mi convinceva e non ho aderito. Sul nome e le varie anime politiche collegate non si era discusso prima. Ho proposto di togliere il nome Cd tornando solo al Maie o di aggiungere ‘Noi campani’ (lista e associazione politica fondata dal marito Clemente Mastella per sostenere il centrosinistra in Campania, ndr) a cui tengo molto, ma non è stato così. Comunque auguro lunga vita a questo gruppo”. La senatrice ribadisce il proprio sostegno all’attuale maggioranza: “Finché c’è Conte, gli darò la mia fiducia e ora mi auguro che possa mettere da parte le diatribe e che sia lui che Renzi facciano un passo avanti. Anche perché con questo nuovo gruppo non cambia nulla dal punto di vista dei numeri..”.

10.30 – La direzione PD spostata alle 16
La direzione nazionale del Pd è stata spostata alle 16 a causa di votazioni in Parlamento. Lo rende noto l’ufficio stampa del Pd.

10.21 – Marilotti (Europeisti-Maie-Cd): “I numeri arriveranno”
“Ho votato la fiducia il 19 gennaio e ho sempre sostenuto il governo Conte. Quando mi hanno proposto di far parte di questo nuovo gruppo, ho accettato perché ritengo che ora bisogna mettere Conte nelle condizioni di costruire un nuovo governo e rilanciarne l’azione con una maggioranza allargata, anche a Italia viva”. L’ha detto il senatore Gianni Marilotti, uno dei 10 ‘responsabili’ del neogruppo Europeisti-Maie-Cd nato al Senato. “Dal punto di vista dei numeri non cambia nulla, lo so – ha ammesso – ma può essere un inizio per aggregare altri politicamente. Poi i numeri arriveranno”.

10.03 – Mario Giarrusso: “Io nel gruppo Europeisti? Per ora no”
“Se passerò con gli europeisti? Per ora no”. Taglia corto con l’AdnKronos il senatore del Misto, Mario Michele Giarrusso, ex Cinque stelle, tra i nomi più gettonati tra coloro che potrebbero dare sostegno al premier dimissionario Giuseppe Conte, in vista di un Conte ter. Poi Giarrusso spiega che “le novità dovete chiederle al Maie”.

10.01 – Romani (Cambiamo) dopo l’appello di Conte: “Per ora non cambia nulla”
“Per ora mi pare che non cambi nulla, per eventuali novità bisogna aspettare venerdì”. Lo dice all’AdnKronos Paolo Romani, senatore di Cambiamo, rispondendo a una domanda sulla situazione al Senato, dove si riaccende il ‘dialogò con i possibili responsabili, dopo l’appello Facebook, fatto ieri sera dal premier dimissionario, Giuseppe Conte.

9.33 – Amendola ribadisce: “Conte punto di equilibrio”
Una “maggioranza di europeisti” costruita “su punti di equilibrio”: lo ha auspicato ai microfoni di Radio Anch’io il ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, rispondendo a una domanda sul futuro governo. E il Pd, ha sottolineato il ministro, vede “come punto di equilibrio di questa nuova maggioranza larga e solida, con un programma di fine legislatura, il presidente Conte”.

9.26 – Nasce al Senato il gruppo “Europeisti-Maie-Cd”
Nasce al Senato il nuovo Gruppo Europeisti-Maie-Centro democratico. Lo ha annunciato il presidente, Elisabetta Casellati. Ne fanno parte i senatori Buccarella, Cario, Causin, De Bonis, De Falco, Fantetti, Marilotti, Merlo, Rossi, Rojc. Capogruppo sarà Raffaele Fantetti, vice Andrea Causin.

8.32 – Boschi: “No a veti sui nomi, ma svolta sui contenuti”
“Non poniamo pregiudiziali sui nomi, ma chiediamo una svolta sui contenuti”, ha dichiarato la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi in un’intervista al Messaggero. “La crisi politica si è aperta ieri, la crisi sanitaria, economica, educativa è aperta da tempo. È tempo di fare un salto di qualità: basta chiacchiere, preoccupiamoci dell’Italia”. Rispetto al confronto con il suo ex partito, “il Pd mi sembra più interessato a parlare di noi che non delle questioni che stiamo ponendo – commenta -. Ho visto attacchi personali contro Renzi e contro i nostri parlamentari sinceramente inspiegabili. Ma questo non è il momento delle polemiche. E devo constatare che chi nel Pd ha passato la prima settimana a mettere veti su di noi oggi chiede il dialogo”. Il punto “non è chi fa il ministro, ma quali idee costituiscono il programma. Capisco che possa sembrare innaturale visto il suk ancora in corso al Senato, ma noi siamo l’unica forza politica che alle poltrone ha rinunciato”. Rispetto alle posizioni diverse di Iv e M5s sulla giustizia, Boschi sottolinea di non avere nulla contro Bonafede (“lo conosco dai tempi dell’università”), “ma che il governo si sia dimesso perché il ministro rischiava la bocciatura in Senato è un dato di fatto. Serve più garantismo e meno giustizialismo”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/27/crisi-la-diretta-oggi-le-consultazioni-al-colle-si-parte-da-casellati-e-fico-al-senato-nasce-gruppo-europeisti-ma-e-gia-lite-sul-simbolo/6079616/

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