giovedì 29 novembre 2012

Mantide religiosa foglia morta.



Se la mantide religiosa foglia morta (Deroplatys truncata) potesse sceglier la sua stagione preferita, probabilmente propenderebbe per l’autunno: in questo periodo infatti potrebbe facilmente nascondersi in mezzo alle foglie cadute a cui tanto assomiglia. Quest’astuta mangia-mariti – che predilige il clima umido di Malesia, Borneo e Indonesia – è entrata talmente bene nella parte di vegetale che, se disturbata, oscilla lievemente come una foglia al primo soffio di vento. Quando invece si sente minacciata, si lascia cadere al suolo e rimane immobile, confondendosi in mezzo alle vere foglie secche: così rane, scimmie, uccelli e piccoli serpenti, suoi principali predatori, rimangono a bocca asciutta.

http://www.focus.it/ambiente/animali/Un_attrice_navigata_C38.aspx

Notizia horror...



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10200178510130081&set=a.4519563591777.2184147.1371399799&type=1&theater

Il boss Licciardi va in caserma a firmare con la scorta armata: arrestato.

Pietro Licciardi e Raffaele Fiore

NAPOLI - Il boss della camorra Pietro Licciardi, 32 anni, ritenuto uno dei capi dell'omonimo clan di Secondigliano, è stato arrestato dai carabinieri insieme ad un pregiudicato armato che gli faceva da scorta. 
Licciardi - che era sottoposto all'obbligo di firma dopo essere stato scarcerato nei giorni scorsi - era stato notato dai militari mentre si recava nella stazione di Secondigliano scortato da guardaspalle a bordo di una moto. 

I carabinieri hanno arrestato insieme a Licciardi il 23enne Raffaele Fiore, già denunciato in passato, trovato con una pistola calibro 9 con il colpo in canna e 14 cartucce nel caricatore. L'arma è risultata rubata in provincia di Frosinone nel 2009. Altri due componenti della scorta, un 49 enne e un 35 enne, ritenuti affiliati al clan Licciardi, sono stati denunciati.


http://www.ilmattino.it/napoli/citta/il_boss_licciardi_va_in_caserma_a_firmare_con_la_scorta_armata_arrestato/notizie/234717.shtml

Google Italia, controlli fiscali: 240 milioni di reddito non dichiarati.


Cuscini Google


Il ministro del Tesoro risponde all'interrogazione del Pd Stefano Graziano sottolineando che le verifiche riguardano anche l'Iva che la società avrebbe evaso per 96 milioni. Il Nucleo di polizia tributaria di Milano ha avviato nel 2007 un accertamento fiscale nei confronti dell'azienda e due giorni fa un altro "extraprogramma".

Google Italia non avrebbe dichiarato redditi per 240 milioni di euro e avrebbe evaso 96 milioni di Iva tra il 2002 e il 2006. Il Nucleo di polizia tributaria di Milano ha avviato nel 2007 una verifica fiscale nei confronti dell’azienda e due giorni fa un’altra “extraprogramma” sempre nei confronti della società “finalizzata al riscontro del corretto adempimento degli obblighi fiscali in Italia”. E’ quanto afferma il Tesoro in risposta a un interrogazione del Pd Stefano Graziano, sottolineando che le verifiche riguardano Iva e redditi non dichiarati. 
La questione non riguarda solo Google, ma i gruppi multinazionali operanti nel settore dell’elettronica e dell’e-commerce e lo scorso marzo ha riguardato anche RyanAir, a cui sono stati contestati 12 milioni di euro di contributi. E di questo si sta occupando l’Agenzia per le entrate e lo stesso governo in sede internazionale. Il problema, nel caso di Google, è che la società italiana ha dichiarato solo le provvigioni percepite a fronte delle prestazioni rese prima alla Google inc. e poi laGoogle Ireland. E non invece l’intero volume commerciale sviluppato. La verifica disposta dalla procura di Milano ha infatti accertato, afferma il ministero, che il fisco è stato “eluso” in base ad un contratto di servizio tra la società italiana e quelle estere “artatamente posto in essere con la sola finalità di simulare l’esercizio da parte di Google Italy Srl di una mera attività ausiliaria e preparatoria che non ha tuttavia trovato alcun riscontro negli elementi di fatto acquisiti”.
Per Graziano, se da una parte la risposta del governo “conferma la fondatezza dei nostri interrogativi su questa vicenda”, dall’altra non è soddisfacente sotto il profilo delle “iniziative che il governo deve prendere”. Secondo il deputato del Pd autore dell’interrogazione “il momento di crisi economica così profonda impone più forza e determinazione. Diversamente si rischia che aziende italiane siano nettamente svantaggiate rispetto a chi ha sede in paesi nei quali la fiscalità offre maggiori vantaggi – ha detto-. E’ una questione di giustizia sociale che non può essere trascurata”.

mercoledì 28 novembre 2012

Vittoria! (ricevuta tramite e-mail)


Change.org
Pablo Herreros rischiava 3 anni di galera. Grazie a Stefano Corradino che ha lanciato la petizione, e a te che l’hai firmata, Mediaset ha ritirato la denuncia. Proponi un cambiamento iniziando la tua petizione su Change.org.

Ciao cettina,
Mediaset, a cui appartiene Telecinco, ha ritirato la denuncia contro il blogger spagnolo Pablo Herreros, e questo succede grazie alla nostra mobilitazione su Change.org che ha portato alla raccolta di centinaia di migliaia di firme tra Spagna e Italia
Quando due giorni fa ho lanciato questa campagna per Pablo non avrei mai immaginato che avreste aderito in così tanti. Eppure in soli due giorni abbiamo ottenuto circa 9mila firme, e anche questo, insieme alle firme spagnole, ha portato Mediaset a ritirare la denuncia contro Pablo.
È una vittoria per la società civile spagnola ma che coinvolge anche il nostro Paese: perché riguarda la società Mediaset di Berlusconi, perché riguarda il bavaglio all’informazione - modalità che in molti anche in Italia vorrebbero applicare ai cronisti – e perché se circa 9mila persone in 24 ore hanno firmato l’appello su Change.org vuol dire che c’è un’opinione pubblica italiana che ha a cuore la libertà di espressione.
In Italia hanno parlato del caso "La Repubblica" e "Il Fatto Quotidiano" e migliaia di utenti twitter hanno dato il loro appoggio al blogger Herreros utilizzando l’hashtag #SiamotuttiPablo.
Questa vittoria dunque è stata raggiunta grazie a te, alla tua firma e al fatto che grazie alle firme ne hanno parlato anche i media. Voglio quindi ringraziarti per aver contribuito alla libertà di informazione.
Il traguardo raggiunto ci dimostra come la voce delle persone, aiutata dalle piattaforme digitali e dalle reti sociali, serve per progredire verso una società migliore.
Grazie ancora,
Stefano Corradino via Change.org
Ricevuta tramite e-mail