venerdì 17 settembre 2010

Studio: l'escalation dei costi del nucleare.



14 settembre 2010 - Realizzare una centrale nucleare potrebbe arrivare a costare oggi dai 7mila ai 10mila dollari per kW. Un prezzo molto più alto rispetto ad appena qualche anno fa, e al costo di realizzazione di un impianto eolico, solare o di ogni altra fonte di energia pulita e rinnovabile. È quanto emerge dal nuovo studio, 'Policy Changelles Of Nuclear Reactor Construction, Cost Escalation And Crodwing Out Alternative's'dell’Institute for Energy and the Environment della Vermont Law School. Prezzi che se per le fonti rinnovabili sono destinati a scendere, per il nucleare (come sottolinea lo studio) mostrano una spiccata tendenza a crescere nel tempo.

Anche negli Strati Uniti, l’aumento della domanda di energia unita alla necessità di un mix energetico meno sbilanciato sulle fonti fossili, e di conseguenza dipendente dall’importazione di combustibili fossili, ha dato nuovo slancio all’opzione nucleare. Una scelta sbagliata e antieconomica, secondo Mark Cooper, autore dello studio, che nel rapporto analizza il trend dei costi di realizzazione dei reattori, paragonando il mercato usa a quello francese, spesso presentato come esempio di successo nel settore nucleare.

Dallo studio emerge come, contrariamente a quanto avviene nel campo dei computer, dispositivi solari, turbine eoliche e altri progetti ad alto contenuto tecnologico, i costi delle centrali nucleari non tendono a decrescere nel tempo. Se, infatti, nel 1970, il costo di una centrale nucleare, esclusi gli interessi sul prestito, si aggirava intorno ai 1mila dollari per kilowatt sia negli Stati Uniti sia Francia (misurato sul valore del dollaro al 2008), negli anni Ottanta il prezzo è salito a 3mila – 4mila dollari a negli Stati Uniti, e da 2mila a 3mila in Francia. Nel decennio successivo la cifra ha continuato a crescere attestandosi intorno a 5mila - 6mila dollari per quanto riguarda gli Usa.

Attualmente, il prezzo stimato potrebbe essere di circa 7mila – 8mila dollari per chilowatt con un costo di realizzazione per un impianto di potenza di 2 GW che oscillerebbe tra i 20 e i 25 miliardi di dollari. In altre parole il costo a kW dell’atomo potrebbe arrivare tranquillamente a valori prossimi ai 10 dollari. Cifre stellari, soprattutto se confrontate con quelli delle fonti rinnovabili, dove un impianto solare può essere installato con un costo intorno ai 2 - 4 dollari a watt, a seconda della taglia del sistema.

Le cause principali di tali costi sono i ritardi che si accumulano nella costruzione degli impianti. Le difficoltà che si riscontrano nella costruzione di una centrale, infatti, costituiscono uno dei principali problemi che da sempre assilla l’industria nucleare. A questo si aggiungono le difficoltà nel reperire i capitali, tenuto conto della diffidenza mostrata dalle banche nel finanziare tali progetti, e, infine, lo stesso meccanismo dell’offerta.

“I governi avviano programmi per nuove centrali partendo dal presupposto di pagare circa 2.500 dollari per kW, ma nella realtà i costi sono almeno di 2 o e volte superiori”, – spiega Cooper –. Inoltre, le continue modifiche apportate ai progetti e la loro crescente complessità comporta inevitabili ritardi sui tempi di costruzione con conseguente aumento dei costi. Tutto si traduce con un necessario intervento da parte degli Stati: gli Usa hanno emesso 8,3 miliardi di dollari in garanzie sui prestiti per un progetto all'inizio di quest'anno”.

Un circolo vizioso che finisce con l’avere ricadute negative sulle nuove energie pulite. “A fronte della disponibilità limitata di risorse economiche, i governi dovranno decidere quali programmi sostenere, se puntare sull’atomo o sulle rinnovabili – spiega Cooper -. Non solo. La mole dei progetti nucleari assorbe immancabilmente risorse mentali ed economiche degli operatori del settore elettrico, che finiscono con il ridurre gli investimenti nelle fonti rinnovabili”. Allora, se rinunciassero al nucleare gli Stati Uniti dove potrebbero trovare tutta l’energia di cui hanno bisogno? "Abbiamo diverse alternative, molto meno costose e più efficaci dell’atomo: la prima è quella dell’efficienza energetica”, conclude Cooper.



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