"Silvio Berlusconi deve avere delle unghie resistenti": così scrive oggi il quotidiano Financial Times, riferendo su come il presidente del Consiglio italiano sia riuscito, "tra la violenza nelle strade di Roma e le risse in parlamento", a rimanere "aggrappato al potere" con il minimo scarto.
Dopo la sfiducia e gli scontri nelle strade della capitale, i giornali stranieri s'interrogano sulla tenuta e sulla resistenza del premier. Berlusconi può presentarsi come il vincitore, ma la sua "non è altro che una vittoria di Pirro", sottolinea il Ft, perchè ha perso la maggioranza assoluta alla Camera e molti suoi ex colleghi sono oggi all'opposizione.
Dopo la sfiducia e gli scontri nelle strade della capitale, i giornali stranieri s'interrogano sulla tenuta e sulla resistenza del premier. Berlusconi può presentarsi come il vincitore, ma la sua "non è altro che una vittoria di Pirro", sottolinea il Ft, perchè ha perso la maggioranza assoluta alla Camera e molti suoi ex colleghi sono oggi all'opposizione.
Tuttavia, sebbene il governo sia in difficoltà, i suoi oppositori hanno poco da festeggiare, continua il quotidiano economico: "Il loro fallimento a trarne vantaggio serve solo a illuminare il loro scompiglio". "Ma è l'Italia la grande sconfitta" del voto di martedì scorso, sottolinea il quotidiano, "come spesso durante la farsesca leaderdership di Berlusconi". Perchè il voto ha prolungato la paralisi politica" del Paese.
"La settima economia mondiale ha bisogno di riforme - conclude il Ft - un giovane su quattro non ha lavoro; la crescita è poco meno che anemica; il debito nazionale ha toccato 1.800 miliardi di euro. Berlusconi ha dato prova senza alcun dubbio che non è in grado di affrontare queste sfide. La tragedia italiana è che finora non è emerso nessuno più capace che possa farlo sloggiare".
Il Ft non è l'unico ad attaccare Berlusconi. Titola "Aggrappato" anche l'editoriale dell'Economist. Che descrive quanto accaduto il 14 dicembre - tra scontri e voto di fiducia una "giornata non bella per la democrazia parlamentare in Italia - per poi delineare un futuro incerto per Berlusconi, leader di "un governo di minoranza", destinato a barcamenarsi "di crisi in crisi e a racimolare giorno per giorno e legge per legge maggioranze raccogliticce".
La sua unica speranza è di "andare avanti finché non ci siano i segni di una ripresa dell'economia e della sua popolarità personale". Il vero perdente, conclude il settimanale britannico, è Fini. "Ma anche il premier è stato gravemente indebolito. A meno che non riesca a concludere un accordo con l'Udc, sembra ancora probabile un'elezione l'anno prossimo".
"La settima economia mondiale ha bisogno di riforme - conclude il Ft - un giovane su quattro non ha lavoro; la crescita è poco meno che anemica; il debito nazionale ha toccato 1.800 miliardi di euro. Berlusconi ha dato prova senza alcun dubbio che non è in grado di affrontare queste sfide. La tragedia italiana è che finora non è emerso nessuno più capace che possa farlo sloggiare".
Il Ft non è l'unico ad attaccare Berlusconi. Titola "Aggrappato" anche l'editoriale dell'Economist. Che descrive quanto accaduto il 14 dicembre - tra scontri e voto di fiducia una "giornata non bella per la democrazia parlamentare in Italia - per poi delineare un futuro incerto per Berlusconi, leader di "un governo di minoranza", destinato a barcamenarsi "di crisi in crisi e a racimolare giorno per giorno e legge per legge maggioranze raccogliticce".
La sua unica speranza è di "andare avanti finché non ci siano i segni di una ripresa dell'economia e della sua popolarità personale". Il vero perdente, conclude il settimanale britannico, è Fini. "Ma anche il premier è stato gravemente indebolito. A meno che non riesca a concludere un accordo con l'Udc, sembra ancora probabile un'elezione l'anno prossimo".
Il premier Berlusconi è sopravvissuto al voto di fiducia ma "il suo governo, discredidato, non ha più una maggioranza in grado di funzionare... Non è una situazione che l'Italia può tollerare a lungo. Servono, e servono con urgenza, nuovi leader, nuove elezioni e uno stile di governo più onesto". Berlusconi ha fallito e il suo è "Un fallimento personale". Questo il giudizio, sintetico e impietoso del New York Times che alla situazione italiana dedica oggi un editoriale.
Il quotidiano ricorda che "gli investitori sono nervosi sull'Italia". Il paese "Non è la Grecia o l'Irlanda, il suo deficit è ancora gestibile" ma "anche prima della crisi finanziaria" la crescita economica italiana era molto indietro rispetto a quella degli altri stati europei "affondata da una corruzione pervasiva e da una pesantissima burocrazia ad ogni livello di governo". Berlusconi sinora ha sempre sostenuto di essere una scelta obbligata, cioè di essere l'unico "capace di tenere insieme le varie e disparate fazioni del centro-destra... Ora è incapace di fare persino questo". Considerato che dall'altra parte resta un centro sinistra "fratturato" al suo interno, "incapace di unirsi e formare un governo", il "fallimento di Berlusconi è personale". Dopo una serie di scandali personali o giudiziari, "si è alienato anche i suoi alleati politici più stretti". Il suo "restare in carica ha estenuato l'Italia, indebolito il discorso pubblico, indebolito il governo della legge".
Il quotidiano ricorda che "gli investitori sono nervosi sull'Italia". Il paese "Non è la Grecia o l'Irlanda, il suo deficit è ancora gestibile" ma "anche prima della crisi finanziaria" la crescita economica italiana era molto indietro rispetto a quella degli altri stati europei "affondata da una corruzione pervasiva e da una pesantissima burocrazia ad ogni livello di governo". Berlusconi sinora ha sempre sostenuto di essere una scelta obbligata, cioè di essere l'unico "capace di tenere insieme le varie e disparate fazioni del centro-destra... Ora è incapace di fare persino questo". Considerato che dall'altra parte resta un centro sinistra "fratturato" al suo interno, "incapace di unirsi e formare un governo", il "fallimento di Berlusconi è personale". Dopo una serie di scandali personali o giudiziari, "si è alienato anche i suoi alleati politici più stretti". Il suo "restare in carica ha estenuato l'Italia, indebolito il discorso pubblico, indebolito il governo della legge".
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