domenica 10 gennaio 2021

Rapporto sulle rinnovabili nell’UE tra promossi e bocciati. Obiettivo sfumato nel settore dei trasporti. - Gianluca Martucci

 

Gli Stati membri accrescono la loro dipendenza dalle fonti alternative, ma è frammentato il quadro sul raggiungimento degli risultati prefissati.

Bruxelles – In linea con l’obiettivo del 20 per cento da raggiungere entro il 2020. Secondo gli ultimi dati statistici raccolti da Eurostat, nel 2019 l’Unione Europea ha ricavato il 19,7 per cento del consumo totale di energia da fonti rinnovabili, una percentuale molto vicina alla soglia minima prefissata per l’inizio del decennio in corso e che raddoppia il 9,6 per cento registrato nel 2004.

La soddisfazione per il dato complessivo europeo convive tuttavia con il mancato conseguimento da parte di alcuni Paesi della quota obiettivo fissata a livello nazionale. Tra i casi di maggiore rilievo i dati bocciano la Francia, che rispetto al valore di riferimento del 23 per cento fissato per il 2020 si attesta al 17,2 per cento, l’Irlanda, ferma al 12 per cento rispetto al target del 16 per cento, e i Paesi Bassi, il cui 8,8 per cento si collocano lontano dall’obiettivo del 14 per cento.

In generale la maggior parte dei 27 membri dell’UE ha dimostrato di tener fede agli impegni presi (vale anche per l’Italia, sebbene i dati del Bel Paese siano ancora preliminari). Superano abbondantemente le aspettative i membri scandinavi dell’UE, la Croazia e la Bulgaria.

Quota di energia totale consumata ricavata da fonti rinnovabili per ciascuno Stato membro nel 2019. Fonte Eurostat

Quanto all’impiego delle fonti rinnovabili nella produzione di elettricità, l’andamento sempre più positivo, dice Eurostat, si deve in particolare al contributo dell’energia eolica e dell’energia idroelettrica e al crescente ricorso all’energia solare mostrato negli ultimi anni. Nel 2019 il 34 per cento del fabbisogno di energia elettrica nell’UE è stato coperto principalmente da queste tre fonti di energia rinnovabile.

Tra gli esempi virtuosi di Paesi che dipendono fortemente dalle fonti alternative per la produzione di energia elettrica ci sono l’Austria e la Svezia, che superano il 70 per cento del consumo totale. A parte Malta, Lussemburgo e Cipro, che non superano il 10 per cento, sono lontani dalla media europea anche i Paesi del blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria tra tutti), e i Paesi del Benelux (in Lussemburgo le energie rinnovabili non producono più del 10 per cento del totale dell’energia elettrica consumata). L’Italia “imita” la media europea con una percentuale pari al 35 per cento.

Appare più ottimistico il quadro dell’impiego delle fonti rinnovabili per gli impianti domestici di riscaldamento e climatizzazione: si collocano sotto la media europea del 22 per cento “solo” dieci Stati Membri (tra cui l’Italia con il 19,8 per cento e la Germania con il 14,6 per cento). È più uniforme, ma deludente rispetto ai propositi, il dato sulle fonti rinnovabili nel campo dei trasporti. L’obiettivo del 10 per cento del totale del consumo fissato per tutti i 27 Stati membri è stato superato solo da Svezia (30 per cento), Finlandia (21) e Paesi Bassi (12). Nessuna missione compiuta per gli altri 24 Paesi dell’UE.

Impiego delle energie rinnovabili nel settore dei trasporti nell’UE nel 2019. Fonte Eurostat

https://www.eunews.it/2021/01/08/rapporto-sulle-rinnovabili-nellue-promossi-bocciati-obiettivo-sfumato-nel-settore-dei-trasporti/140208

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