"Per gli economisti, è stato l'uomo che ha contribuito a far crollare l'economia italiana". Mentre "il suo approccio alla vita pubblica spesso oltraggioso, deformante e personalmente sensazionale, che divenne noto come berlusconismo, lo ha reso il politico italiano più influente dai tempi di Mussolini. Ha trasformato il Paese e ha offerto un modello di leadership diverso, che avrebbe avuto echi in Donald J. Trump e oltre". Sono alcuni estratti del ritratto di Silvio Berlusconi che il New York Times ha tratteggiato nel giorno della sua morte. Giudizi duri, che non sono isolati sulla stampa estera. Dal britannico Guardian al tedesco Spiegel, oltre a ricordare (come hanno fatto tutti) le vicissitudini giudiziarie, il Bunga bunga, i rapporti con personaggi discutibili, le gaffe con leader mondiali come Angela Merkel o Barack Obama, diversi prestigiosi quotidiani hanno tirato le somme della carriera politica del Cavaliere. Con una bocciatura solenne sul suo impatto sull'Italia. E con l'accusa di aver aperto la strada a una forma di populismo che negli Usa è stata incarnata da Trump.
Il quotidiano belga La Libre lo ha definito un "pazzo dalla faccia tosta, senza scrupoli né morale", "abbonato alle aule dei tribunali come imputato, subdolo uomo d'affari, politico controverso e sulfureo i cui eccessi prefiguravano Trump". Lo svizzero Neue Zuercher zeitung è ancora più impietoso: "Tutto in Berlusconi era falso: il suo volto stirato e i capelli ravvivati, le sue promesse e le sue pretese, aveva anche falsi amici e complici, soprattutto mafiosi. Ma era proprio la spudorata vanteria, la sfacciata astuzia, la sconsiderata violazione della legge e della morale che evidentemente piaceva a molti italiani e a molte donne italiane. Altrimenti non avrebbero ripetutamente dotato Berlusconi del potere di governo".
Per lo Spiegel, Berlusconi è stato "il populista più pericoloso d'Italia", che "veniva deriso all'estero e trattato con il massimo rispetto" in patria. "Come presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha radicalmente cambiato e plasmato la cultura politica. Molti direbbero avvelenato. Ha stabilito il culto della personalità come strumento politico, ha reso onnipresente il populismo, ha dichiarato l'Europa il capro espiatorio dei difetti italiani. Ha seminato un seme che altri stanno ora raccogliendo", aggiunge il quotidiano tedesco.
Non meno spietato il Times: "Pochi fuori dall'Italia potevano comprendere come un uomo così imbarazzante potesse essere eletto primo ministro del suo Paese tre volte tra il 1994 e il 2011, presiedendo quattro governi - scrive il prestigioso quotidiano britannico - Alla fine del suo ultimo mandato Berlusconi era diventato il premier italiano più longevo del dopoguerra e conservava alti livelli di sostegno pubblico, nonostante fosse un donnaiolo confesso che non ha mai negato di andare a letto con le prostitute - pagando solo per loro - e che ha usato apertamente il potere politico per promuovere il proprio impero commerciale.
Parte della spiegazione del suo fascino risiedeva nella sua ricchezza, stimata dalla rivista Forbes in 8 miliardi di dollari. Ciò gli permise non solo di creare un movimento politico nazionale di irriducibili fedelissimi che gli dovevano la carriera, ma anche di controllare una vasta parte dei media italiani, assicurandosi una favorevole accoglienza nel proprio Paese".
Come dicevamo, però, l'accusa 'politica' principale mossa da questi quotidiani a Berlusconi è l'aver portato l'Italia sull'orlo del fallimento: per il Times, non sono stati tanto gli scandali e le polemiche, quanto "l'incapacità di Berlusconi di proteggere l'Italia dalla tempesta che ha travolto l'euro nel 2011" a porre "fine al suo dominio di 17 anni sulla politica italiana". Quando il Cavaliere si dimise da premier nel 2011, "l'Italia era politicamente, economicamente e, non da ultimo, moralmente distrutta - scrive Neue Zuercher zeitung - Il Paese ha trovato più difficile rispetto alla maggior parte degli Stati in Europa liberarsi dal vortice della crisi finanziaria. Il cattivo stato delle istituzioni statali significava un cattivo clima per gli investimenti. La burocrazia paralizzante e la magistratura inaffidabile, unite alla corruzione dilagante, hanno impedito e tuttora ostacolano la ripresa dell'Italia. La criminalità organizzata, invece, ha potuto diffondersi sotto Berlusconi".
L'altra 'accusa' al Cavaliere è di aver inventato un modello di leadership populista che ha fatto proseliti non solo in Italia, ma in tutto il mondo: "I parallelismi con Donald Trump sono sorprendenti - scrive il Guardian - Entrambi hanno iniziato come magnati immobiliari, sono diventati star dei media e sono passati alla politica. Entrambi hanno deciso di minare le istituzioni consolidate del loro Paese, compresa la stampa e la magistratura. Respinte dalle rispettive istituzioni liberali, entrambe hanno anche risposto – nonostante la loro grande ricchezza – con la tattica populista di presentarsi come la vera voce del popolo contro un'élite fuori dal mondo e corrotta. È probabile che la sua eredità non siano i bunga bunga party, l'ostentazione e la volgarità, ma la perdita di fiducia dell'elettorato italiano nella propria classe politica – una perdita che ha portato, ironia della sorte, all'emergere di una nuova generazione di politici populisti di estrema destra molto più radicali", conclude il quotidiano britannico.
https://www.today.it/mondo/berlusconi-giudizi-spietati-stampa-estera.html
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