giovedì 28 ottobre 2010

Ruby, le feste e il Cavaliere "La mia verità sulle notti ad Arcore"


La minorenne marocchina fu fermata per un furto, mentre era in Questura intervenne Palazzo Chigi: "Rilasciatela, è la nipote di Mubarak". La ragazza racconta il rituale del "bunga bunga", esclude di aver fatto sesso con il premier. Indagati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti

di PIERO COLAPRICO e GIUSEPPE D'AVANZO

MILANO - Alla questura di Milano, nello stanzone del "Fotosegnalamento", c'è solo Ruby R., marocchina. Dire "solo" è un errore, perché Ruby è molto bella e non si può non guardarla. Se ne sta sulla soglia, accanto alla porta, e attende che i due agenti in camice bianco eseguano il loro lavoro, ma è come se occupasse l'intera stanza. E' il 27 maggio di quest'anno, è passata la mezzanotte e i poliziotti hanno già fatto una prova: la luce bianca, accecante, funziona alla perfezione. La procedura è rigorosa, nei casi in cui un minorenne straniero viene trovato senza documenti: finiti gli accertamenti sull'identità, se non ha una casa o una famiglia, sarà inviato, dopo aver informato la procura dei minori, in una comunità. È quel che gli agenti si preparano a fare, perché Ruby ha diciassette anni e sei mesi (è nata l'11 novembre del 1992) e all'indirizzo che ha dato, in via V., non ha risposto nessuno. Era anche prevedibile: ci abita un'amica che, dice Ruby, è una escort e se ne sta spesso in giro. All'improvviso, il silenzio dello stanzone si rompe. Una voce si alza nel corridoio. E, alquanto trafelata, appare una funzionaria. Chiudete tutto e mandatela via!, è il suo ordine categorico. Gli agenti sono stupiti. L'altra, la funzionaria, è costretta a ripetere: basta così, la lasciamo andare, fuori c'è chi l'aspetta!

Non è che le cose vanno sempre in questo modo, in una questura. La ragazza non ha i documenti. Per di più, il computer ha sputato la sua sentenza: l'anno prima Ruby si è allontanata - era il maggio del 2009 - da una casa famiglia a Messina, dove vivono i suoi. Anche il motivo per cui è finita in questura non è una bazzecola: è accusata di un furto che vale i due stipendi mensili dei poliziotti.

Le cose sono andate così. Qualche sera prima, una ragazza che ama la discoteca, Caterina P., va in un locale con due amiche. Ballano sino a tardi. Quando lasciano il "privé", si ritrovano insieme a Ruby R. e tutt'e quattro s'arrangiano a casa di Caterina. La mattina dopo, mentre Ruby dorme come un sasso, o così sembra, le tre amiche vanno a fare colazione al bar sotto casa. Al rientro, Ruby non c'è più, e chi se ne importa. Ma mancano anche tremila euro da un cassetto e qualche gioiello. Caterina maledice se stessa. Non sa da dove sia piovuta quella ragazzina, non sa dove abita, non sa dove cercarla. Il caso l'aiuta. Il 27 maggio il sole è tramontato da un pezzo e Caterina passeggia in corso Buenos Aires, quando intravede Ruby in un centro benessere. Chiama subito il 113 e accusa la ladra. La volante Monforte è la più vicina e la centrale operativa la spedisce sul posto. Ruby viene presa e accompagnata al "Fotosegnalamento". Con una storia come questa, ancora tutta da chiarire, come si fa a lasciarla andare?

Gli agenti lo chiedono alla funzionaria. La funzionaria scuote il capo. Dice: di sopra (dove sono gli uffici del questore) c'è il macello, Pietro Ostuni (è il capo di gabinetto) ha già chiamato un paio di volte e vedete (il telefono squilla) ancora chiama. E' la presidenza del Consiglio da Roma. Dicono di lasciare andare subito la ragazza, pare che questa qui sia la nipote di Mubarak, non ci vogliono né fotografie, né relazioni di servizio. Tutti adesso guardano la ragazza. "E chi è Mubarak?", chiede un agente. Il presidente egiziano, spiega con pazienza la funzionaria. Che intanto risponde all'ennesima telefonata del capo di gabinetto, per poi dire: forza ragazzi, facciamo presto, Ostuni ha detto a Palazzo Chigi che la ragazza è già stata mandata via.

L'ultimo affaire o scandalo che investe Silvio Berlusconi nasce dunque tra il primo piano e il piano terra di via Fatebenefratelli 11, in una notte di fine maggio. Ha come protagonista una minorenne, senza documenti, accusata di furto. E come canovaccio ha una stravaganza: la ragazza viene liberata per l'energica pressione di Palazzo Chigi, che sostiene sia "la nipote di Hosni Mubarak". Che cosa c'entra la presidenza del Consiglio con una "ladra"? E perché qualcuno a nome del governo mente sulla sua identità? Quali sono stati gli argomenti che hanno convinto la questura di Milano a insabbiare un'identificazione, in ogni caso a fare un passo storto? Le anomalie di quella notte non finiscono, perché ora entra in scena un nuovo personaggio. Attende Ruby all'ingresso della questura.

E' Nicole Minetti e ha avuto il suo momento di notorietà quando, igienista dentale di Silvio Berlusconi, a 25 anni è stata candidata con successo al Consiglio regionale della Lombardia. Nicole sa del "fermo" di Ruby in tempo reale da un'amica comune. Fa un po' di telefonate, anche a Roma, e si precipita all'ufficio denunzie. Chiede di vedere la ragazza. Pretende di portarsela via. Dice che Ruby ha dei problemi e lei se ne sta occupando come una sorella maggiore, ma non riesce a superare il primo cortile della questura. Soltanto quando Palazzo Chigi chiamerà il capo di gabinetto, la situazione si farà fluida e il procuratore dei minori di turno, interpellato al telefono, autorizzerà l'affidamento di Ruby a Nicole e - ora sono quasi le tre del mattino del 28 maggio - le due amiche si possono finalmente allontanare.

Che cosa succede dopo lo spiegherà Ruby, ma in un interrogatorio che avviene due mesi più tardi: a luglio, quando l'affaire sminuzzato in questura si materializza. Prima al tribunale dei minori e, subito dopo, alla procura di Milano, dinanzi al pool per i reati sessuali. Una volta in strada Nicole, sostiene Ruby, chiama Silvio Berlusconi: è stato Silvio a dirle di correre in questura; è stato Silvio a raccomandarsi di tenerlo informato e di chiamare appena la cosa si fosse chiarita. Ora che è finita l'emergenza, Nicole spiega, ride alle carinerie del premier e poi passa il telefono direttamente a Ruby. Silvio mi dice così: non sei egiziana, non sei maggiorenne, ma io ti voglio bene lo stesso. Da allora non l'ho più visto, ma in questi mesi ci siamo sentiti ancora per telefono.

Ora bisogna spiegare quali sono i rapporti di Ruby con Silvio Berlusconi e non è facile, perché il loro legame viene ricostruito in un'indagine giudiziaria che deve chiarire (lo ha fatto finora soltanto parzialmente e in modo non esaustivo o definitivo) quando la giovanissima Ruby dice il vero e quando il falso. E' un'inchiesta (l'ipotesi di reato è favoreggiamento della prostituzione) in cui il premier non è indagato, anche se gli indagati ci sono e sono tre: Lele Mora, Nicole Minetti, Emilio Fede. Anzi, il premier potrebbe diventare addirittura parte lesa, perché prigioniero di un ricatto, vittima di una calunnia o addirittura perseguitato da un'estorsione.

Per evitare gli equivoci molesti disseminati in questi giorni, conviene dire subito che dinanzi ai pubblici ministeri Ruby esclude di aver fatto sesso con il capo del governo. Come confessa di aver mentito a Berlusconi: gli ho detto di avere ventiquattro anni e non diciassette. Nicole sapeva che ero minorenne e poi anche Lele, Lele Mora, lo ha saputo. Ruby però racconta delle sue tre visite ad Arcore, delle feste in villa e delle decine di giovani donne famose o prive di fama - molte escort - che vi partecipano. La minorenne fa entrare negli atti giudiziari un'espressione inedita, il "bunga bunga". Viene chiamata in questo modo l'abitudine del padrone di casa d'invitare alcune ospiti, le più disponibili, a un dopo-cena erotico. "Silvio (lo chiamo Silvio e non Papi come gli piacerebbe essere chiamato) mi disse che quella formula - "bunga bunga" - l'aveva copiata da Gheddafi: è un rito del suo harem africano".

Ruby è stata interrogata un paio di volte a luglio, è però in un interrogatorio in agosto che esplicitamente comincia a raccontare meglio i suoi rapporti con Berlusconi, Fede, Mora e Nicole Minetti. Conviene darle la parola. Sostiene Ruby che poco più di un anno fa - era ancora in Sicilia - conosce il direttore del Tg4. Emilio Fede è il presidente e il protagonista della giuria di un concorso di bellezza. Come già è accaduto nell'autunno del 2008 con Noemi Letizia, il giornalista, 79 anni, è amichevole e affettuoso con Ruby. Si dà da fare per il suo futuro, presentandole Lele Mora. Le dice che Lele l'avrebbe potuta aiutare, se avesse avuto voglia di lavorare nel mondo dello spettacolo. Non è che la minorenne rimugini più di tanto quest'idea che estenua e tormenta quante ragazzine senz'arte né parte. E' un'opportunità, non vuole perderla. Taglia la corda. Arriva a Milano. Cerca subito Lele.

Per cominciare, Mora la indirizza in un disco-bar etnico, ospitato in un sotterraneo sulla via per Linate. Ruby è una cubista. Dice: niente di trascendentale, anzi, la cosa più eccentrica che faccio è la danza del ventre, che ho imparato da mia madre. Dal quel cubo colorato, Milano è ancora più magnifica e scintillante. Manca tanto così alla trasformazione di Ruby R.. Ancora uno o due passi e la sua vita può farsi concretamente fortunatissima, soprattutto se c'è di mezzo il frenetico attivismo di Emilio Fede.

E' il 14 febbraio, giorno di San Valentino. Ruby ha 17 anni e novantacinque giorni. Arriva a Milano dalla povertà e dalle minestre della comunità. In quel giorno, dedicato agli innamorati, entra ad Arcore, a Villa San Martino: è un bel colpaccio, per chi a tutti gli effetti può essere definita una "scappata di casa". La minorenne la racconta, più o meno, così: mi chiama Emilio e, dice, ti porto fuori. Non so dove, non mi dice con chi o da chi. Passa a prendermi con un auto blu. Salgo, filiamo via scortati da un gazzella dei carabinieri verso Arcore. Non entriamo dal cancello principale, dove c'erano altri carabinieri, ma da un varco laterale. Vengo presentata a Silvio. E' molto cortese. Ci sono una ventina di ragazze e - uomini - soltanto loro due, Silvio ed Emilio.
(Ruby fa i nomi delle ospiti. C'è intero il catalogo del mondo femminile di Silvio Berlusconi: conduttrici televisive celebri o meno note, star in ascesa, qualcuna celeberrima, starlet in declino, qualche velina, più di una escort, due ministre, ragazze single e ragazze in apparenza fidanzatissime, e Repubblica non intende dar conto dei nomi).

A Ruby quel mondo da favola resta impresso, anche per un piccolo dettaglio davvero degno di Cenerentola. Cenammo, ricorda, ma non rimasi a dormire. Dopo cena, andai via. Alle due e mezza ero già a casa. Con un abito bianco e nero di Valentino, con cristalli Swarovski, me l'aveva regalato Silvio. La seconda volta, continua il racconto di Ruby, vado ad Arcore il mese successivo. Andai con una limousine sino a Milano due, da Emilio Fede, e da lì, con un'Audi, raggiungemmo Villa San Martino. Silvio mi dice subito che gli sarebbe piaciuto se fossi rimasta lì per la notte. Lele mi aveva anticipato che me lo avrebbe chiesto. Mi aveva anche rassicurato: non ti preoccupare, non avrai avance sessuali, nessuno ti metterà in imbarazzo. E così fu. Cenammo e dopo partecipai per la prima volta al "bunga bunga". (Questo "gioco", onomatopeico e al di là del senso del grottesco, viene descritto da Ruby agli esterrefatti pubblici ministeri milanesi con molta vivezza, addirittura con troppa concreta vivezza. Si diffonde nelle modalità del sexy e maschilista cerimoniale che è stato raccontato da Mu'ammar Gheddafi e importato tra le risate ad Arcore. Ruby indica che cosa si faceva e chi lo faceva - un lungo elenco di nomi celebrati e popolari, in televisione o in Parlamento).

Io, continua Ruby, ero la sola vestita. Guardavo mentre servivo da bere (un Sanbitter) a Silvio, l'unico uomo. Dopo, tutte fecero il bagno nella piscina coperta, io indossai pantaloncino e top bianchi che Silvio mi cercò, e mi immersi nella vasca dell'idromassaggio. La terza volta che andai ad Arcore fu per una cena, una cosa molto ma molto più tranquilla. Quando arrivai Silvio mi disse che mi avrebbe presentata come la nipote di Mubarak. A tavola c'erano - sostiene - Daniela Santanché, George Clooney, Elisabetta Canalis.

Dice il vero, Ruby? O mente? E' il rovello degli investigatori. Che hanno un quadro appena abbozzato sotto gli occhi: giovani donne, che Ruby definisce escort, sono contattate dal trio Lele, Emilio e Nicole per partecipare alle feste di Villa San Martino, dove qualche volta i party si concludono con riti sessuali che sono adeguatamente ricompensati dal capo del governo, con denaro contante o gioielli. Quanto è credibile il racconto di Ruby? Per venirne a capo, l'inchiesta deve innanzitutto dimostrare che la minorenne abbia davvero conosciuto Silvio Berlusconi e sia stata davvero ad Arcore. Ruby offre quel che le appaiono incontrovertibili conferme.
Mostra i gioielli avuti in regalo da Silvio Berlusconi: croci d'oro, collane, orecchini, orologi e orologi con brillanti (Rolex, Bulgari, Dolce&Gabbana, ma anche altri dozzinali con la scritta "Meno male che Silvio c'è" o con lo stemma del Milan), haute couture, un'auto tedesca. Ruby sostiene di aver ricevuto dal capo del governo più di 150mila euro (in contanti e in tre mesi) e soprattutto una promessa: Silvio assicurò che mi avrebbe comprato un centro benessere e mi invitò a dire in giro che ero la nipote di Mubarak. Così avrei potuto giustificare le risorse che non mi avrebbe fatto mancare.

Non c'è dubbio che ci sia un'incongruenza: nonostante la leggendaria generosità di Berlusconi, tanto denaro contante, tanti gioielli e promesse appaiono sproporzionati all'impegno di tre soli incontri. Ma qualche riscontro diretto alle parole di Ruby é stato afferrato. Il suo telefonino cellulare il 14 febbraio è "posizionato" nella "cella satellitare" di Arcore. Un paio di gioielli in suo possesso - è vero anche questo - sono stati acquistati da Silvio Berlusconi. Le indagini hanno accertato anche quanto rasentava l'incredibile: e cioè che le giovani donne ospiti di Villa San Martino, come alcuni degli indagati, usano, nei loro colloqui, l'espressione gergale e arcoriana del "bunga bunga".

Sono conferme ancora insufficienti? Il capo del governo e gli indagati sono a conoscenza dell'indagine fin da quella prima notte di maggio in questura e la monitorano passo passo. Il premier, descritto molto inquieto, ha affidato a Nicolò Ghedini la controffensiva. Da settimane accade questo. Una segretaria di Palazzo Chigi convoca le giovani ospiti del premier in un importante studio legale di via Visconti di Modrone per affrontare, con Ghedini, la questione delle "serate del presidente". Le ospiti di Villa San Martino non si sorprendono dell'invito, prendono nota con diligenza dell'ora e dell'indirizzo. Sono indagini difensive che, come è accaduto in altre occasioni - per il caso d'Addario, ad esempio - vorranno dimostrare che Silvio Berlusconi non ha nulla di cui vergognarsi; che quelle serate non hanno nulla di indecente o peccaminoso; che quella ragazza, la Ruby, è soltanto una matta o, forse peggio, una malandrina che sta ricattando il premier, magari delusa nel suo avido sogno di facile ricchezza.

Nonostante la sua contraddittoria provvisorietà, questa storia non ha solo a che fare con l'inchiesta giudiziaria, forse già compromessa da un'accorta fuga di notizie. Sembra più importante osservare ciò che si scorge di politicamente interessante: Berlusconi c'è "ricascato". E qui incrociamo una questione che non ha nulla a che fare con il giudizio morale (ognuno avrà il suo), ma con la responsabilità politica. Dopo la festa di Casoria e le rivelazioni degli incontri con Noemi Letizia allora minorenne, dopo la scoperta della cerchia di prosseneti che gli riempie palazzi e ville di donne a pagamento, come Patrizia D'Addario, questo nuovo progressivo disvelamento della vita disordinata del premier, e della sua fragilità privata, ripropone la debolezza del Cavaliere. Il tema interpella, oggi come ieri, la credibilità delle istituzioni. Il capo del governo è ritornato a uno stile di vita che rende vulnerabile la sua funzione pubblica. Le sue ossessioni personali possono esporlo a pressioni incontrollabili.

Qualsiasi ragazzina o giovane donna che ha frequentato i suoi palazzi e ville e osservato le sue abitudini può, se scontenta, aggredirlo con ricatti che il capo del governo è ormai palesemente incapace di prevedere. Dove finiscono o dove possono finire le informazioni e magari le registrazioni e le immagini in loro possesso (Ruby racconta che spesso "le ragazze" fotografavano con i telefonini gli interni di Villa San Martino)? Quante sono le ragazze che possono umiliare pubblicamente il capo del nostro governo? È responsabile esporre il presidente del Consiglio italiano in situazioni così vulnerabili e pericolose per la sicurezza dell'istituzione che rappresenta?


http://www.repubblica.it/politica/2010/10/28/news/davanzo_ruby-8503315/?ref=HREA-1




mercoledì 27 ottobre 2010

RIDI PAGLIACCIO.........I MIEI OCCHI.....

COME MOLTI DI VOI SANNO... SONO VECCHIETTA,....


..forse la piu' vecchietta tra le signore che scrivono su facebook.

Quando io era ragazza la televisione non c'era: c'era il cinema ..

anzi no, a Pescara dove vivevo..c'erano sette cinema.....che

cambiavano film ogni settimana.

E noi ( LA MIA FAMIGLIA) durante l'inverno..in certi periodi felici...

andavamo a vederli tutti o quasi.

Era bello ....dopo la miseria e la penuria della guerra e dello sfollamento..

potersi distrarre con le immagini prima in bianco e nero e poi coloratissime

dei film americani....

Era bello lasciarsi trasportare in un mondo di favola....di musica ..di

eleganza..di bei vestiti e begli attori...

Io era affascinata dai balletti acquatici di Ester Williams e quelli

sulle punte delle scarpette rosse di Moira Shearer.

Anche tarzan e le sue storie era interessante a quei tempi...

Poi si accendevano le luci ....e la sala... squallidamente illuminata

dalle luci al neon ....con i sedili di legno dozzinale e sciupacchiato

... rendevano tutto molto piu' triste e misero.

OGGI .....SIAMO ABITUATI ALLE BELLE.. FINTE.. BIONDE CHE APPAIONO

SUI NOSTRI SCHERMI....CAPELLI LUCIDISSIMI...PETTINATURE

ARTISTICAMENTE SPETTINATE....OCCHI CERUELEI....ALTE MAGRE

SENZA.... UN ROLLO DI CICCIA.... DA NESSUNO PARTE...

Il gusto per il bello e l'elegante rimane anche alla mia etae io

spesso non ascolto ma mi capita di guardare e giudicare.

E che posso pensare quando vedo quello ...che si affanna

mostrarsi in publico sicuro di se... matter of fact..come si

dice in inglese..che cammina a passo svelto e po vicino all'automobile si ferma con la manina alzata e saluta....ma chi saluta??

Finge di salutare da lontano I SUOI SUDDITI.....I SUO FANS....

con benevolenza fasulla....

Ma intorno a lui...ogni giorno si vedono solo deglio omoni....dei marcantoni

con la mascella rigida ..il filo che scende a torciglione dall'orecchio.

guardia spalle.....poliziotti privati che si guardano intorno sempre piu'

preoccupati con una faccia che tradisce ..anche paura....

il contrasto e' stridente, ma la paga deve comunque essere buona.

Non so..pero' ...se ne valga la pena.....sono tempi pericolosi

e l'incosciente.... forse non teme di morire ma comunque pare tema

sempre e solo i giudici rossi..

Se li sogna la notte........secondo me....mentre di giorno si sforza di

sorridere..... a 56 denti per convincere se stesso....che la recita

va avanti bene.....

Deve andare avanti....e non si accorge chealle sue spalle ..le comparse

col auricolare...... non gli recitano....a dovere la parte...

Si vede e si capisce anche troppo bene che sono agitatissimi...forse.....

spaventati.

QUANDO ESCE DAI PALAZZI ....NEI FILMATI CHE VANNO IN ONDA

CONTINUAMENTE SUI TELEGIORNALI DI REGIME ..

C'E SEMPRE QUALCHE OPERATORE CHE NON RIESCE

A STRINGERE L'INQUADRATURA SU DI LUI

..E LE FACCE DEI GUARDIASPALLA....ORAMAI

TRADISCONO LO STRESS......

...LA STANCHEZZA E MAGARI ANCHE.

.. LA PAURA ...PER DEL RISCHIO CHE

CORRONO .....

E LA COSA SI NOTA .....FIN TROPPO..DIREI....



Presa da Face book Profilo di Laura Picchetti.

Trattativa Stato - Cosa Nostra: cominciato interrogatorio agente 007


27 ottobre 2010


Palermo.
È iniziato nei locali del nuovo palazzo di giustizia l'interrogatorio di Rosario Piraino, il capitano dei servizi segreti Aisi indagato per violenza privata aggravata dall'avere agevolato Cosa nostra nei confronti di Massimo Ciancimino nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta 'trattativà tra lo Stato e Cosa nostra. Secondo quanto raccontato da Ciancimino junior, Piraino, conosciuto con il nome di copertura 'James', si sarebbe presentato per due volte a casa di Massimo Ciancimino 'consigliandoglì di non raccontare i particolari sulla trattativa. Non è escluso che nei prossimi giorni Piraino venga sottoposto a un confronto diretto con Massimo Ciancimino. Piraino, difeso dall'avv. Nino Caleca, è interrogato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal pm Antonino Di Matteo.


http://www.antimafiaduemila.com/content/view/31327/48/


Massimo Ciancimino e' indagato


di AMDuemila - 27 ottobre 2010


Massimo Ciancimino è indagato. I magistrati della Procura di Palermo lunedì mattina gli hanno notificato un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Un atto dovuto, consequenziale al suo percorso collaborativo con le Dda di Palermo e Caltanissetta, dopo l’esibizione da parte sua della numerosa e importante documentazione che, tra pizzini di Provenzano e suo padre, il testimone della Trattativa fra Stato e mafia, ha consegnato in due anni all’autorità giudiziaria. L’avviso d’indagine che è stato recapitato a Massimo Ciancimino l’altro ieri sembra però...

...datato nel tempo poiché fa riferimento al 2008, anno dell’inizio della sua collaborazione con la magistratura.
Un provvedimento a garanzia dello stesso indagato, in prossimità di nuovi sviluppi d’indagine che vedrebbero coinvolti altri personaggi ancora coperti dal più stringente segreto istruttorio. In questi giorni Ciancimino jr. sta affrontando nei suoi interrogatori a Caltanissetta anche i capitoli sulla strage di Capaci, quella di via d’Amelio e l’attentato all’Addaura, inoltre sta parlando di quelle viscide commistioni tra il mondo mafioso e appartenenti all’ex Sisde. Proprio nei prossimi giorni saranno possibili dei confronti fra lui e due agenti segreti, gli stessi indicati da Ciancimino jr. quali intermediari fra suo padre e il famoso “Signor Franco”. Lo 007 che avrebbe affiancato Vito Ciancimino nel suo percorso politico, dagli anni Settanta fino alla sua morte, sostenendolo nella regia della trattativa avviata tra gli uomini del Ros e Cosa Nostra, secondo il figlio dell’ex sindaco, a cavallo fra le stragi in cui morirono i giudici Falcone e Borsellino.


Gli immigrati, miniera d’oro per il Paese


Per il ventesimo anno consecutivo, il dossier Caritas migrantes fotografa la situazione dell'immigrazione nel nostro paese. Cinque milioni gli stranieri in Italia, un milione in più in due anni. Pagano le tasse, la previdenza e delinquono tanto quanto gli italiani

Cinque milioni gli immigrati in Italia, con una crescita dei residenti di 3 milioni di unità in dieci anni e di quasi un milione nell’ultimo biennio, un immigrato ogni dodici residenti”. Per il ventesimo anno consecutivo il rapporto Caritas migrantes fotografa la situazione degli stranieri nel belpaese.

Riserva sorprese il rapporto costi benefici degli stranieri in Italia. Secondo il dossier, infatti “gli immigrati versano nelle casse pubbliche più di quanto prendono come fruitori di prestazioni e servizi sociali dichiarando al fisco oltre 33 miliardi l’anno, con 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali annui. Entrate che hanno contribuito al risanamento del bilancio dell’Inps senza contare le spese per i permessi di soggiorno e le richieste di cittadinanza che, da sole, fruttano allo stato 100milioni di euro”.

Insomma a guadagnarci sembra essere il sistema Italia anche quando si parla di lavoro. Il rapporto Caritas, citando uno studio della Banca D’Italia datato a luglio del 2009 evidenzia come “gli stranieri svolgano una funzione complementare agli italiani favorendone migliori opportunità occupazionali. Se questa forza lavoro venisse a mancare, si chiede la Caritas, svuotando settori importanti come l’agricoltura, l’edilizia, l’industria, i servizi sociali, il nostro Paese sarebbe in grado di affrontare il futuro?”

Eppure gli italiani non hanno percezione di questa realtà. Complice la recessione, la figura dell’immigrato secondo il dossier, ha acutizzato fenomeni di intolleranza, come se l’origine della crisi fosse un problema da collegare agli stranieri. La causa di questo fenomeno è spiegata nel documento: “Molti lavori vengono rifiutati dagli italiani anche in periodi critici per l’occupazione, non solo lavori stagionali, ma anche impieghi nei settori manifatturieri più qualificati. La conseguenza è che il numero degli occupati stranieri continua a crescere con un incidenza sempre maggiore sul prodotto interno lordo e una retribuzione netta mensile di circa 900 euro contro i 1300 degli italiani”.

Ma il dossier denuncia come “nel 2009 il fondo nazionale per l’inclusione sociale sia rimasto sprovvisto di copertura e questa carenza – dice la Caritas – complica ancora di più l’integrazione a fronte di una diminuita capacità di spesa delle famiglie anche immigrate”. Più difficile per gli stranieri anche l’accesso ai servizi sociali: tra la popolazione immigrata regolare, solo il 68% è iscritto al servizio sanitario nazionale, aumentando dunque i ricoveri in stato di urgenza. Problemi anche per il bonus bebè, che esclude inspiegabilmente le famiglie straniere, anche se, come si legge nel rapporto, i costi per la crescita di un figlio sono pari a 9 mila euro l’anno sia per gli italiani che per gli stranieri. Allo sesso modo i capifamiglia stranieri hanno trovato più difficile accedere ad ai benefici sociali erogati dagli Enti Locali.

“Gli atti di discriminazione – spiega il documento – sono presenti a tutti i livelli. Alcune compagnie di assicurazione, ricordano i relatori del rapporto, praticano agli immigrati polizze RC auto più costose per quello che definiscono il rischio etnico”.

Sfatato, invece, il luogo comune straniero-delinquenza: “Tra il 2007 e il 2009 calano del 13,5% le denunce nei confronti degli immigrati regolari e nello stesso periodo i soli stranieri residenti crescono del 25%. Il tasso di criminalità dei regolari, spiegano i relatori è sostanzialmente uguale a quello degli italiani”. Particolare il caso di Roma, dove in tre anni la popolazione straniera regolare è cresciuta del 62%, le denunce contro regolari e irregolari del 6,8%. Eclatante il caso romeno: +142% di presenze, -13% di denunce.

“L’immigrazione – dicono i curatori del Dossier statistico – è un’opportunità che ci viene offerta dalla storia per il nostro benessere economico e la nostra crescita culturale è quindi necessaria una riflessione rigorosa suI flussi migratori e le capacità di accoglienza”. Anche in questo caso sono i numeri del rapporto a parlare: “18.361 persone allontanate dall’Italia nel 2009. 4.298 respingimenti e 14.063 rimpatri forzati. Mentre le persone rintracciate in posizione irregolare, ma non ottemperanti all’intimazione di lasciare il territorio italiano, sono state 34.462. Le persone trattenute nei centri di identificazione e di espulsione sono state 10.913”.

La Caritas punta il dito anche contro gli sbarchi e gli immigrati irregolari sottolineando che “il rigore va unito al rispetto del diritto d’asilo e della protezione umanitaria, di cui continuano ad avere bisogno persone in fuga da situazioni disperate e in pericolo di vita. Nella stragrande maggioranza dei casi all’origine dell’irregolarità vi sono gli ingressi legali in Italia, con o senza visto, di decine di milioni di stranieri che arrivano per turismo, affari, e altri motivi. Rispetto a questi flussi imponenti, e non eliminabili, anche la punta massima di sbarchi raggiunta nel 2008 (quasi 37mila persone) è ben poca cosa. È necessario dunque incentivare i percorsi regolari dell’immigrazione – proseguono i relatori – estendere i rimpatri assistiti a favore degli irregolari, come raccomandato dalla stessa Commissione europea, trasformando il ritorno di chi non ha avuto sbocco o successo nell’immigrazione in un investimento positivo per i paesi di origine. Non ha dunque senso – secondo la Caritas – costringere ad andar via lavoratori già inseriti, incrementando il lavoro irregolare come hanno fatto alcuni enti locali che hanno impiegato fondi per l’allontanamento degli stranieri, non riuscendo nell’intento”.

Il nostro Paese non fa bella figura neanche quando si tira in causa il rispetto e la parità dei diritti visto che solo nel 2009, secondo la Caritas, sono stati aperti 212 procedimenti per reati di tratta con bambini e donne sempre più spesso vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo. Rilanciano i curatori del rapporto sulle responsabilità politiche: “Se l’immigrazione è funzionale allo sviluppo del Paese, l’agenda politica è chiamata a riflettere sugli aspetti normativi più impegnativi. È questa la strada più fruttuosa sotto tutti i punti di vista, economico e occupazionale, culturale e religioso. Con una raccomandazione: “Dalla sindrome dell’invasione bisogna passare all’incontro e al dialogo”.

di Luigina D’Emilio




lunedì 25 ottobre 2010

CAMPANIA: L'ABI CONTRO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA


QUELLO CHE NON PASSA LA TV DI STATO

ci sono discariche vuote e attrezzature non utilizzate


intervista a Ganapini, assessore all’Ambiente della Regione Campania; a parco saurino (caserta) una discarica pronta, utile per napoli e caserta e capace per ben 6 mesi, ma inspiegabilmente vuota; attrezzature per i compost ancora imballate … e altro

Ganapini trasmette subito una sensazione di competenza (e di impotenza) e giustamente colloca le discariche all’ultimo posto nella strategia complessiva di risoluzione del problema napoletano; in piena congruità con le direttive europee sull’ambiente

questo video farebbe bene a vederlo qualche fumoso blogger avellinese che pontifica seduto sul cerasiello di casa sua senza sapere manco dov’è il formicoso; insieme al bloegger anche il direttore di un’emittente televisiva avellinese pensa ed esterna ormai come gran parte dei napoletani: facimm u buco ngoppa a muntagna … ed evitiamo di affogare nella merda che produciamo in città … queste persone dovrebbero essere più attente a non affogare anche nella loro stessa merda mediatica

-dopo il video una serie di foto aeree per capire la geografia delle discariche in campania-

http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/06/02/ci-sono-discariche-vuote-e-attrezzature-non-utilizzate/