domenica 28 novembre 2010

Buona sera e buon divertimento.- di Andrea Scanzi.


Ero lì che non riuscivo a dormire, ho visto Pigi Bersani a Vieni via con me e l’insonnia è passata. Ero lì che non avevo idee, ho letto Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino e mi è quasi venuta voglia di credere nella cultura in Italia.

Soprattutto: ero lì che distillavo cedrata guatemalteca, con la sicumera dei mastri birrai più consunti, e mi son chiesto a lungo se fosse peggio la Meloni con le Birkenstocks o la Prestigiacomo con le ballerine fucsia. O piuttosto la Melandri con le infradito rosa.
Nel dubbio, amletico e deviato, sono stato su eBay e ho partecipato a un’asta per comprare il posacenere tenuto da Roberto Cota mentre Umberto Bossi fumava. Devo ammetterlo, Cota come
human ashtray mi eccita: sa di cosa sporca, malsana, proibita. Ha quel faccino da Playmobil xenofobo che lo rende diabolicamente perverso. Secondo me è uno che, da piccolo, si chiudeva in bagno sognando Raffaella Carrà che cavalcava Furia vestita con un tubino di puro fustagno (parentesi: qualcuno sa, veramente, cosa sia il fustagno? Io no. Mai capito. So però che, chi lo porta, suda).
Cosa (cota) sto scrivendo? Non lo so. E’ che sono deluso. Quando mi hanno detto che Bersani era sopra un tetto, per un attimo ci ho sperato. E invece. Sempre delusioni, il Pd.
Menomale che Silvio c’è. E’ figo, Berlusconi. Non c’è niente da fare. Ti scuote proprio dalle fondamenta. Ogni volta che lo vedi è un fremito. Gli zebedei scozzano tra loro come un flipper epilettico. La prossima volta che rinasco, voglio essere Berlusconi. Dico sul serio,
men. Di lui mi piace la misura nei toni e nei modi. Mai sopra le righe, mai discutibile, mai prevaricante.
Berlusconi è un bignami di democrazia scritto da un dislessico incarognito.
Quando l’ho visto rampognare (?) Giovanni ‘Clark Kent’ Floris, quel
sovversivo di Giovanni Floris, ho gridato con gioia alla Repbblica di Arcoresalò. Una repubblica fatta di Benitandre Mussolini, Galeazze Carfagne e Amari Giuliani Pugnaci. Una repubblica così improponibile che perfino Bokassa si sentirebbe fuoriluogo.
Ma comunque (cit).
Di questi contenitori televisivi di sinistra non se ne può più. Con questi
Ballaroannozerovieniviaconfazio ci avete rotto le palle. Siete ri-di-co-li. Bene ha fatto Silvio a lanciar strali su TeleKabul. Lo ha fatto come solo lui sa, con garbo e sobrietà.
Ascoltiamolo, dunque.

Lo squadrismo degli oibò (e dei pirdindirindina)FLORISBERL1_45777_1

“La ringrazio ma eeeeueee (vai, si comincia) il mio è un ritorno di protesta (strano). Ho assistito, ho assistito (Clark Kent prova a zittirlo, con la violenza squadrista che gli è consona) a un servizio che mi ha fatto vedere (tenta di mantenere un tono neutro: lui parte sempre così, ma sin dall’inizio già intuisci le bestemmie – contestualizzate – tra una virgola e l’altra) con delle assicurazioni in dieci giorni risolverò questo problema (già ci siamo persi, solita costruzione della frase da arringatore afasico) in tre giorni risolverò quest’altro problema (boh)”.
Nel frattempo Clark Kent va avanti e indietro per lo studio. Ecco: Floris è uno che, quando si incazza, lo immagini dire al massimo
Perdindirindina. Pensateci: ogni presentatore ha il suo modo di perdere la trebisonda (?). Michele Santoro è uno che, se si arrabbia, tira giù dei madonnoni che il Cioni Mario in confronto era bigotto. Floris, no. Lui è uno che, se gli cade un pianoforte di otto quintali sulla testa, dice al massimo: “Oibò”. E sottovoce, per non smarrire l’aplomb aziendale.

Miasmi negli orti dei mistificatori

SILVIO~1Floris è uno quieto. Calmo, misurato, morigerato. Timorato di Dio. A chi farebbe paura, uno come lui ? A nessuno. E qui sta il talento di Berlusconi: nel far credere al suo popolo che perfino Floris è pericoloso. E il bello è che la gente ci crede (ci crede persino Floris). E’ qui che la costruzione dello Sma,Solito Mondo Altro all’interno del quale Berlusconi è martire e la Sinistra depositaria di ogni ganglo del potere, prende nuovamente vita.
Ascoltiamolo ancora: “No ggghmssss (
addirittura). Adesso lei mi lascia parlare e poi risponderò alle sue domande (aspetta che ci credo). Lei mi ha telefonato poco fa e mi ha chiesto la cortesia di rispondere alle sue domande (in realtà ha telefonato lui, non Floris, ma facciamo finta che sia lo stesso). E io rispondo alle sue domande, ma prima mi lasci dire il motivo della mia telefonata (si sta inalberando, ma più lentamente del solito). Il servizio sui rifiuti di Napoli che avete passato è assolutamente mistificatorio (bum: “mistificatorio”. Altra parola desunta a caso dal Devoto-Oli del Perfetto Bauscia del Settecento. Nello Scarabeo del Cummenda, stava accanto alle parole “criminoso”, “grumo” e “insufflato”. E’ incredibile come Berlusconi sappia coniugare l’ignoranza più crassa con l’apparente conoscenza semantica). Avete fatto vedere una mia garanzia data pubblicamente in conferenza stampa (inquadrano Raffaele Fitto, che annuisce col carisma di una tinca contromano) circa la soluzione di un problema in dieci giorni (inquadrano Riotta, che sembra il flashforward di Floris) e circa la soluzione di un altro problema in tre giorni (questo parla da un’ora e non dice NULLA. Assolutamente NULLA). Il problema era in dieci giorni era (Berlusconi è l’unico che fa i refusi quando parla. Fateci caso: non è che si inceppa e basta. Fa proprio i refusi. Bisognerebbe montargli un correttore automatico dietro l’orecchio, cit) per la raccolta dei rifiuti chiamato Kavassari (Belpietro annuisce, sguainando la mascella protesa a difesa e a salvaguardia del potere) in comune di Terzigno, che essendo stata (le consecutio temporum stanno ricevendo una gang bang di stupri multipli) male usato dalla società di Napoli, dipendente dal comune di Napoli (???), delegata (BASTA con queste virgole, per Dio) alla raccolta e al trasporto dei rifiuti, emetteva dei miasmi (MIASMI???? Ahahahahahahahahahahahahahahahah: leggenda) insopportabili. (qui arriva il punto, atteso come una flatulenza al trentesimo minuto in un film con Alvaro Vitali). In dieci giorni, attraverso il nostro dipartimento, che dipende direttamente dalla Presidenza del Consiglio, il Dipartimento della Protezione Civile (ripartono le virgole, addio), siamo intervenuti, abbiamo rrrrrimediato alla situazione, abbiamo eeeh evitato che iiii iiil (dopo un po’ Berlusconi va fuori formattazione, è un bug del sistema) i rifiuti ppp ppprrrr (prot) producessero maleodorazioni e abbiamo risolto con i 18 comuni (la gente in studio si guarda come a dire: ma che DUE COGLIONI) dellaaaa zona cosiddetta rossa (comunista anche lei) intorno al Vesuvio il problema (il problema era il Vesuvio? Boh) con l’accordo di tutti i sindaci, orto (ORTO????) di centrodestra, otto (ah ecco) di centrosinistra, due di centro il problema (il problema erano i due di centro? Non ci sto capendo nulla). La fine alla fine (????) del nono giorno la promessa è stata mantenuta (Dio era stato più veloce, però. E a Berlusconi ‘sta cosa un po’ rode, quando un tuo coetaneo fa meglio di te girano le palle, non c’è niente da fare), è stata completamente mantenuta”.

L’efficienza della zia (non si sa di chi)

BALLAR~1L’intervento è di una palla monumentale. Ho dovuto sbobinarlo affidandomi a copiose dosi ulteriori di cedrata. Una noia mortale. E in tutto questo, Floris non ha detto nulla. Forse per scelta o forse perché quando uno si scava la fossa da solo, non sempre devi porgergli una seconda vanga. Basta la sua. Poi però perfino Clark Kent si ridesta dal letargo autoimposto e prova a interromperlo.
NON SIA MAI. E’ l’inizio dell’irreparabile.
“Noooo mi lasci continuare. Lei l’altra cosa sui tre giorni (“
lei l’altra cosa sui tre giorni”. Crusca RuleZ). Avevo detto che i rifiuti dal centro di Napoli dovuti a una efficienza ancora della zia (della zia? Cioè l’inefficienza era dovuta alla zia? Ma la zia di chi, di CHI? Ma COSA dice, porca di una miseria?) laaaa azienda delegata dal comune di Napoli alla raccolta dei rifiuti sarebbero stati rimossi. Siamo intervenuti con l’esercito, i rifiuti sono stati rimossi (e vissero tutti felici e contenti). Le due promesse sono state completamente mantenute (ahahahahahah)”.

Il solito erotismo della Littizzetto

silvio_berlusconi_telefona_a_ballaroProseguiamo: ”Successivamente come potrò spiegarmi aaahhhh lei la DEVE SMETTERE di interrompere (Floris non l’aveva mai interrotto durante ‘sta sega allucinante) quando una persona (Lui) deve dare spiegazione conseguente a un misfatto d’informazione come lei ha fatto (e aggiungerei fatto, atto, atto, atto). Allora mi lascia terminare la frase oppure no, o la solita prepotenza (“la solita prepotenza” di Floris: come dire “il solito erotismo” della Littizzetto) lei crede che la Rai sia sua (no, è sua in effetti) mentre è pagata coi soldi di tutti gli italiani (populismo a go-gò) anche gli italiani che sostengono questo governo? Benissimo, allora non rispondo alle sue domande (DUE minuti prima aveva detto il contrario. Berlusconi è uno così, mantiene sempre le promesse)”.

L’ottimo Fitto e i mistificatori (reprise)

284249-berlusconiSiamo al gran finale. Ora: nei finali Berlusconi è particolarmente ripetitivo. Finisce sempre così con un crescendo che contiene un ultimo insulto all’avversario, una ulteriore smargiassa esaltazione di sé e un saluto finale bizzarro ma d’effetto. Tipo per il no della Consulta: insulto (”La Consulta è un organo a maggioranza comunista”), autoesaltazione (“A me queste cose mi caricano, agli italiani gli caricano”), finale bizzarro ma ad effetto (“Viva l’Italia, viva Berlusconi”). Ogni volta lo stesso brodo, è più ripetitivo di un assolo di Steve Vai.
Daje Silvio: “Le dico semplicemente Siete dei mistificatori (
Fase 1: insulto). L’ottimo ministro Fitto (“ottimo ministro Fitto”: un ossimoro al cubo) saprà darvi le altre risposte. Lei (Floris) ha una tecnica: prima introduce una domanda, parla di un argomento, lascia parlare quelli della sinistra e poi cambia uuorgomento (e cambiare “uuuorgomento” non si fa). E’ una tecnica che funziona, ma non può funzionare con me che di televisione se permette ne so più dilei (Fase 2: ennesima autoesaltazione). Buonasera e buon divertimento (Fase 3: saluto bizzarro ma ad effetto)”.

A questo punto vorrei dirvi tante cose. Che non ho capito di chi fosse l’orto. Che non sentivo la parola miasmi dal cenozoico. Soprattutto: che non so chi sia ’sta zia. Ma in fondo tutto questo è già più di tanto (cit), quindi non mi resta che dirvi buonasera e buon divertimento.

P.S. Lo so, “Riotta che sembra il flashforward di Floris” non era male.

http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/11/26/buonasera-e-buon-divertimento-cit/


Dragomira “Michelle” Bonev, i bulgari confermano: “La trasferta pagata dall’Italia. - di Malcom Pagani


Il film della Bonev, la trasferta a Venezia e "l'impegno" di Bondi. Che dice: tutto falso. Ma il governo di Sofia parla chiaro: "Pellicola coprodotta dai due Paesi, viaggio e alloggio rimborsati per 32 persone"

In questa storia c’è del marcio, ma la Danimarca è lontana. Bugie ripetute che stanno spingendo Italia e Bulgaria sul crinale della crisi diplomatica. La vicenda del premio fasullo inventato ad agosto per blandire Dragomira “Michelle” Bonev al Festival di Venezia regala una novità al giorno. Ieri mattina, l’ex pittore e ministro della Cultura, Vlady Rashidov, si è presentato in diretta telefonica sulle frequenze della televisione locale BTV per affrescare un quadro ostile alla versione italiana dei fatti. “Il nostro viaggio al Lido? Il contribuente bulgaro non ha versato un euro. Ho un invito ufficiale del ministro Sandro Bondi e l’ufficio Esteri del nostro ministero, al tempo, mi fece sapere che eravamo invitati alla Biennale con tutta la troupe di Goodbye Mama a loro spese perché avevamo vinto un premio” (guarda qui). E poi, tra momenti di involontaria comicità: “Quando vado a cena da qualcuno, non chiedo lo scontrino del supermercato, ringrazio per l’ospitalità e saluto” e passaggi rivelatori: “Gli italiani si rifiutano di confermare che hanno pagato loro per la crisi economica e gli scandali che investono il governo di Roma”, il colpo di teatro di Rashidov. Una lettera protocollata del primo ministro bulgaro Borissov datata 30 agosto, che il Fatto è in grado di produrre (guarda qui). Sul documento ufficiale del premier di Sofia, l’autorizzazione al viaggio italiano è subordinata alla spesa da affrontare.


Trattandosi di centinaia di migliaia di euro (la comitiva di 32 persone, dopo aver viaggiato su un charter affittato in Germania dalla compagnia Private wings flugcharter GmnH, era ospitata tra il Cipriani e altri alberghi di extralusso), la missiva protocollata di Borisov lascia sul foglio parole inequivocabili: “La tratta si deve svolgere in aereo: Sofia-Venezia-Sofia, i fondi per l’assicurazione medica e la diaria per 4 giorni devono essere addebitati sul budget del ministero della Cultura bulgaro. Viaggio e alloggio, al contrario, saranno coperti da chi ci riceverà”. Gli italiani. Bondi, pesantemente tirato in ballo dall’omologo Rashidov anche sul versante economico dell’opera “questo film è una co-produzione tra il ministero della Cultura italiano e quello bulgaro” (particolare che l’ex sindaco Pci di Fivizzano ha sempre bollato come falso, ndr) – nega ogni coinvolgimento: “La Direzione generale per il Cinema del Mibac chiarisce definitivamente che in relazione alla presentazione del film Good bye Ma-ma alla Mostra veneziana, nessuna spesa è stata sostenuta né per il viaggio né tantomeno per l’ospitalità della delegazione bulgara, eventualità peraltro non prevista dalla vigente normativa per i finanziamenti al cinema”. Il ministero nello scandalo per le vicende Indaco (marito e figlio della compagna di Bondi, la deputata Manuela Repetti del Pdl, beneficiati a vario titolo dal suo-dicastero) e per l’invenzione a latere di un premio vero “Action for women”, di una patacca avente il solo scopo di compiacere una cara amica di Berlusconi (la spinta che portò Bondi a mobilitare il ministero in pieno agosto per l’ordine della falsa targa da consegnarle in laguna), e che indusse Galan, sul red carpet, il 3 settembre, a dire “Berlusconi mi ha pregato di portare personalmente i saluti a Michelle Bonev e lo farò con tutto l’entusiasmo di cui sono capace”, sostiene che alla propria verità non ci sia “nessuna possibilità di smentita”. La ricostruzione di Bondi confligge con quella dettagliata di Rashidov e con i documenti ufficiali di Sofia. La Biennale sostiene di non aver pagato nulla, il ministero. Se la cattiveria spinge a pensieri malvagi, leggi un intervento del presidente del Consiglio, è la voce di Paolo Bonaiuti nel tardo pomeriggio a smentire. Una prima telefonata interlocutoria: “Non ne so niente, verifico e le faccio sapere”, una seconda più netta: “Dopo un controllo rapido, non risultano direttamente spese di nessun genere per il film in questione”.

Qualcuno mente. E non si spiega – se davvero avesse pagato direttamente Michelle-Dragomira, il suo fidanzato italiano o un soggetto terzo – perché Rashidov e Borisov avrebbero dovuto coinvolgere un esecutivo straniero con cui la Bulgaria intrattiene ottimi rapporti. Fu Berlusconi a introdurre Borisov alla prima riunione del Consiglio d’Europa lo scorso anno, e sempre lui a consigliare all’ex bodyguard dell’ultimo leader comunista bulgaro e poi del Re, di lavorare sullo statuto del Ppe per consentire alla sua formazione di centrodestra di crescere in vista dell’ingresso al Schengen. Meno di un mese fa, Borissov era in Italia, a Pescara per una partita di beneficenza. Sbarcati in 46 (a spese questa volta della Unicredit di Sofia) i bulgari si sono trattenuti a cena e all’improvviso – tra militari in alta uniforme e parlamentari italiani e balcanici delle più diverse estrazioni – a tavola è apparsa Michelle Bonev accompagnata da un’altra vecchia conoscenza di B., Dorina Pavlova, vedova del finanziere Iliya Pavlov (ucciso da un sicario nel 2003), ex fotomodella ed erede di un impero sterminato, poi in parte liquidato. La Pavlova, che ama trascorrere l’estate a Porto Rotondo, avrebbe detto che vista la sua forzata assenza, il premier l’aveva pregata di presenziare.

In questa sciarada senza soluzioni in cui tutti smentiscono tutti, forse è utile tornare a Rashidov e alle sue parole alla BTV: “Ho avuto un invito personale da Bondi. Il Ministero della Cultura Bulgaro ha comunicato esclusivamente con il Ministero della Cultura Italiano e con nessun’altro. Da Roma mi chiesero se a Venezia era possibile avere gli attori di GoodBye Mama. ‘Siamo in crisi’, risposi, ‘posso portare al massimo un’attrice e un operatore. La trasferta veneziana è un’operazione costosissima e non posso prendere soldi dal contribuente bulgaro per un aereo enorme, affittato per trasportare 30 persone a Venezia’. In loco ho avuto incontri ufficiali con Mara Carfagna e il vice-ministro Galan, che si è scusato per la mancanza di Sandro Bondi. Con loro ho discusso della creazione di un centro culturale bulgaro a Roma e la futura partecipazione di pittori bulgari alla più prestigiosa Biennale d’arte Contemporanea del mondo, quella di Venezia. Non partecipiamo da 20 anni, la quota d’accesso è di 200.000 euro e lo stato bulgaro, non dispone con questi fondi”. Qualcuno racconta il falso e questo, è l’ennesimo brutto film.

da
Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2010




venerdì 26 novembre 2010

Wikileaks, nuovi documenti su rapporti con gli Usa. Frattini: “Strategie per colpire l’Italia”


Lunedì i gestori del sito avevano annunciato la pubblicazione di file sui rapporti degli Stati Uniti con Russia, Israele e Italia. Oggi l'ambasciata americana conferma. E alla Farnesina sale la tensione

“Il Ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, ha riferito su vicende delicate che rappresentano il sintomo di strategie dirette a colpire l’immagine dell’Italia sulla scena internazionale”. I riferimenti del comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio dopo l’ultima seduta a Palazzo Chigi, fanno riferimento a tre temi caldi: “L’attacco a Finmeccanica, la diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli o sui crolli di Pompei, l’annunciata pubblicazione di rapporti riservati concernenti la politica degli Stati Uniti, con possibili ripercussioni negative anche per l’Italia, impongono fermezza e determinazione per difendere l’immagine nazionale e la tutela degli interessi economici e politici del Paese. Tale intento è stato unanimemente condiviso dal Consiglio”. Un complotto, insomma. Anche se è lo stesso ministro a smentire, in parte, quanto riferito dalla presidenza del Consiglio: “Non c’è un complotto, io ho parlato di elementi preoccupanti”. Carmelo Briguglio, parlamentare Fli e membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, ha chiesto che Berlusconi o Frattini riferiscano al Parlamento su questa situazione.

In ogni caso la tensione alla Farnesina è alta soprattutto per il caso Wikileaks. Stamattina l’ambasciata americana a Roma ha notificato al Governo italiano la possibile pubblicazione sul sito di dossier e lettere riservati del Dipartimento di Stato Usa. “Saranno documenti di scenario che riguardano l’Italia”. Il ministro degli Esteri respinge la minaccia collegata ai documenti tra cui, annuncia Wikileaks, potrebbero esserci anche carte riguardanti il rapporto tra l’Italia e gli Stati Uniti. Dal ministero degli esteri il portavoce Maurizio Massari sostiene che “questi messaggi” non potranno scalfire “i rapporti tra Italia e Stati Uniti” che “si basano su solidità e collaborazione di fatto”, ma anche su “interessi comuni”. Sulla stessa linea il ministro della Difesa Ignazio La Russa. “Non ho idea di cosa si tratti, comunque le precedenti rivelazioni non riguardavano argomenti di interesse. In ogni caso – chiarisce il ministro – qualsiasi cosa venga fuori, non sarà certo un documento di Wikileaks
ad interrompere o anche solo a peggiorare il consolidato rapporto con gli Stati Uniti”.

“Se ci sono minacce reali contro l’Italia è bene che il Governo riferisca al Parlamento e al Capo dello Stato. Il ministro degli Esteri Frattini è opportuno che riferisca in particolare al Copasir dove l’audizione del presidente Berlusconi appare ormai ineludibile dopo il comunicato del Consiglio dei ministri che suscita preoccupazione, almeno nella parte che riguarda scenari internazionali, i rapporti con i Paesi alleati anche in relazione alle notizie in arrivo dal sito Wikileaks”, ha dichiarato Carmelo Briguglio capo della segreteria politica di Fli e membro del Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti.

I nuovi file

“Anche i report dell’ambasciata di Roma rischiano di essere svelati da Wikileaks”, aveva annunciato ieri il quotidiano Il Tempo anticipando la possibile presenza di file riguardanti l’Italia tra i milioni di documenti segreti che
Wikileaks rilascerà tra alcuni giorni. Il giornale romano sosteneva che è “prossima la pubblicazione dei dossier preparati dai funzionari americani sulle relazioni internazionali e i rapporti con i privati cittadini in Italia e in altri Paesi alleati”. Il nuovo rilascio di “cablogrammi diplomatici” dovrebbe portare allo scoperto episodi di corruzione contro diversi ministri, premier e capi di Stato stranieri alleati degli Usa, contenuti nei rapporti riservati che i diplomatici americani da tutto il mondo inviano periodicamente a Washington.

Lunedì l’organizzazione che gestisce il sito di documenti segreti aveva annunciato la pubblicazione di tre milioni di file, “sette volte quelli dell’Iraq War Logs”, è stato scritto sull’account Twitter facendo riferimento all’ultimo rilascio. L’emittente all-news britannica Skynews ha annunciato che saranno pubblicate 2,7 milioni di e-mail che il Dipartimento di stato americano ha scambiato con varie rappresentanze diplomatiche nel mondo e conterrebbero anche imbarazzanti commenti su diplomatici e leader mondiali tra cui il presidente afghano Hamid Karzai, il premier russo Vladimir Putin e il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari. Il portavoce del Dipartimento di Stato Philip Crowley ha detto che gli Usa sono preoccupati delle rivelazioni, che riguarderebbero “discussioni tra ufficiali governativi e cittadini privati”, e aumenterebbero la tensione “tra i diplomatici e i nostri amici nel mondo”.

Il portavoce del Pentagono, il colonnello Dave Lapan, ha riferito che gli ufficiali degli Usa credono che la possibile pubblicazioni di documenti possa avvenire “verso la fine di questa settimana e l’inizio della prossima”.
Der Spiegel, The New York Times e The Guardian hanno ricevuto in anteprima alcuni file. Il quotidiano newyorkese avrebbe girato qualche informazione sensibile al Pentagono.



Sentenza Dell’Utri: Fininvest pagava il pizzo Ma da Confindustria non arrivano sanzioni. - di Marco Lillo


Emma Marcegaglia
ha un problema. Anzi due. Il padrone del gruppo più importante della sua associazione di categoria, Silvio Berlusconi, e il vicepresidente di Confindustria Fedele Confalonieri. La coppia ha pagato il pizzo per venti anni, lo ammette e soprattutto non racconta a chi l’ha versato e perché.

La questione è spinosa. Soprattutto perché Emma Marcegaglia ha contraddistinto la sua presidenza con un forte impegno antimafia con lo slogan: “Espulso da Confindustria chi non denuncia il pizzo”.

Sotto la sua presidenza è stato approvato il nuovo codice etico che recepisce il regolamento della Confindustria siciliana ove si legge: “Le aziende associate e i loro rappresentanti riconoscono fra i valori fondamentali della Confindustria Sicilia il rifiuto di ogni rapporto con organizzazioni criminali, mafiose e con soggetti che fanno ricorso a comportamenti contrari alle norme di legge e alle norme etiche per sviluppare forme di controllo e vessazione delle imprese e dei loro collaboratori e alterare la libera concorrenza. Gli imprenditori associati adottano quale modello comportamentale la non sottomissione a qualunque forma di estorsione, usura o ad altre tipologie di reato poste in essere da organizzazioni criminali e/o mafiose. Gli imprenditori associati sono fortemente impegnati a chiedere la collaborazione delle forze dell’ordine e delle istituzioni preposte, denunciando direttamente o con l’assistenza del sistema associativo, ogni episodio di attività direttamente o indirettamente illegale di cui sono soggetti passivi. La verifica dell’uniformità a tali comportamenti che integrano il codice etico è demandata ai Collegi dei Probiviri – costituiti da Confindustria e da tutte le Associazioni aderenti – che determineranno l’applicazione delle sanzioni statutariamente previste”.

Tra le sanzioni in questione rientrano la censura e nei casi più gravi, come Emma Marcegaglia ha più volte sottolineato nelle sue dichiarazioni ai giornali, l’espulsione.

Già erano note le telefonate nelle quali Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri commentavano con l’attuale vicepresidente di Confindustria le minacce estorsive di Mangano. In quelle telefonate Silvio Berlusconi rivendica la scelta di pagare il pizzo.

Ora però pure i giudici della Corte di appello di Palermo, che hanno condannato Dell’Utri a sette anni di carcere per fatti di mafia, confermano che i pagamenti ci sono realmente stati. Che cosa farà dunque Confidustria?

Lo abbiamo chiesto a Emma Marcegaglia. Ecco come è andata.



“Il Gruppo Berlusconi, secondo i giudici di appello di Palermo, ha pagato il pizzo alla mafia. Cosa dice Confindustria? Pensate di espellere il gruppo Fininvest?”

“Questa è una cosa che dovranno decidere i magistrati, la nostra è un’azione diversa. Quando c’è una decisione presa, effettiva, allora noi si va nella direzione dell’espulsione. Ma non mi sembra che siamo in questa condizione. Saranno i magistrati a decidere”.

E quando abbiamo ribattuto:
“Quindi questa regola vale solo per i piccoli imprenditori palermitani?”. Il portavoce ha detto: “Ora basta”.

L’imbarazzo insomma è evidente. Anche perché almeno il contenuto delle intercettazioni è inequivocabile.

Vediamone qualcuna.

Nel 1986, dopo aver subito un attentato alla casa milanese di via Rovani, in una telefonata a tre (ascolta l’audio) con Confalonieri e Dell’Utri, Berlusconi spiegava: “Stamattina gliel’ho detto anche ai carabinieri……gli ho detto: “Ah, si? In teoria, se mi avesse telefonato, io trenta milioni glieli davo!” (ride). Scandalizzatissimi: “Come, trenta milioni? Come? Lei non glieli deve dare che poi noi lo arrestiamo!”. dico:”Ma no, su, per trenta milioni!” (ridono)”.

E nel 1988, dopo aver subito minacce di morte contro il figlio Piersilvio, ribadiva il suo proposito all’amico Renato Della Valle: “Ma io ti dico sinceramente che, se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così almeno non rompono più i coglioni”.

Emma Marcegaglia chiede però una decisione “presa ed effettiva” dei giudici prima di intervenire. E non importa se in altri casi Confindustria si è mossa anche prima del passaggio in giudicato delle sentenze.

Ecco il passaggio sul pizzo pagato da Fininvest, estratto dalla sentenza d’Appello del processo Dell’Utri. Una sentenza che in Cassazione verrà discussa solo per gli aspetti di legittimità e non di merito.

Inchiesta riciclaggio, perquisizioni all'Enav Indagata anche moglie presidente Finmeccanica.




ROMA - Perquisizioni sono in corso a Roma negli uffici dell'Enav nell'ambito dell'inchiesta sul maxi riciclaggio svolta dalla Procura di Roma che ha coinvolto alcune società telefoniche.

Si stanno eseguendo perquisizioni nelle sedi dell'Enav e nelle società che hanno ricevuto appalti da parte dell'ente. L'operazione è svolta dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. Le indagini condotte dalla Procura di Roma puntano ad accertare eventuali fatti di corruzione e frode fiscale.

Nell'ambito dell'inchiesta su presunti fatti di corruzione e frode fiscali sono indagati il presidente dell'Enav Luigi Martini, l'ad dell'ente Guido Pugliesi, la responsabile della Selex sistemi integrati, Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, e Lorenzo Borgogni, manager di Finmeccanica (indagato per il suo ruolo in una delle società perquisite).

L'inchiesta sull'Enav si intreccia anche con quella su Finmeccanica, indagine questa che verte su una presunta attività di riciclaggio che ruota attorno all'acquisizione della società Digint da parte di Gennaro Mokbel. In particolare su Enav la Procura di Roma ha aperto due fascicoli ed entrambi configurano l'ipotesi di falso in bilancio. Un fascicolo è al vaglio del pm Emanuele Di Salvo e sarebbe stato aperto dopo le dichiarazioni di un ex dipendente dell'Ente: l'attività degli inquirenti si sarebbe concentrata sull'acquisizione da parte dell'Enav del ramo di azienda Vitrociset, gruppo specializzato in sistemi elettronici e informatici civili e militari. Il secondo fascicolo è affidato al pm Paolo Ielo e configura anche l'ipotesi di violazione di norme tributarie.

ENAV, MASSIMA COLLABORAZIONE A MAGISTRATURA - In merito all'acquisizione di documentazione da parte dei Carabinieri del ROS e della Guardia di Finanza di questa mattina presso le sedi di Enav e della sua controllata Techno Sky, l'Ente informa che "sta fornendo la massima collaborazione all'Autorità Giudiziaria per consentire la più rapida e completa raccolta della documentazione richiesta e utile alla definizione dell'indagine, peraltro in parte già spontaneamente consegnata nei giorni scorsi, confidando pienamente nell'operato della Magistratura". Naturalmente ENAV assicura altresì la piena operatività dell'azienda e dei suoi servizi. Lo si legge in una nota Enav.

INDAGATO ANCHE DIRIGENTE FINMECCANICA - Nell'ambito dell'inchiesta su Enav risulta indagato anche Lorenzo Borgogni, manager di Finmeccanica. Borgogni però è indagato per il suo ruolo in una delle società perquisite oggi. Gli investigatori del Ros e della Guardia di finanza hanno ispezionato anche l'ufficio di Lorenzo Borgogni, direttore centrale relazioni esterne di Finmeccanica. "La posizione di Borgogni è da mettere in relazione alla sua presenza in una società raggiunta dagli accertamenti", spiegano fonti inquirenti. Il manager è indagato per reati fiscali.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/26/visualizza_new.html_1677153238.html


Un privilegio a vita che si matura in tre anni lo Stato paga oltre 3mila vitalizi


Sono oltre tremila i parlamentari che godono di un vitalizio, esclusi gli oltre mille vitalizi di reversibilità versati ai familiari degli eletti scomparsi. Con assegni che vanno da un minimo di 2427 euro per le reservibili a 9.947 euro lordi mensili. Complessivamente gravano sulle casse dello Stato per circa 130 milioni annui. Ovviamente i numeri aumentano a ogni nuova legislatura, perché per maturare un vitalizio bastano 30 mesi sugli scranni parlamentari. Cioè 2 anni, 6 mesi e un giorno. Fino agli anni novanta era sufficiente un solo giorno di permanenza in carica.

Inoltre, sempre dal 1997, l’età pensionabile è stata portata a 65 anni, ma si abbassa a 60 per chi è in carica da più di cinque anni. Ovviamente chi prima di essere eletto ha già aperto una posizione previdenziale, si vede aggiunta quella parlamentare. Fece scalpore il caso di Toni Negri, che ebbe un duplice vantaggio: nel 1983, leader di Potere operaio detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato, venne inserito da Marco Pannella nelle liste dei Radicali per garantirgli di tornare in libertà; eletto in Parlamento Negri dopo poche settimane si diede alla latitanza in Francia senza farsi vedere a Montecitorio dopo le prime sedute, maturando comunque un vitalizio di oltre 3mila euro mensili che percepisce tutt’ora.

Diritto che ha anche Valter Veltroni. L’ex sindaco di Roma è un deputato in pensione da quando ha 51 anni. Consigliere comunale dal 1976 e deputato dal 1987, Veltroni ha maturato preso i 23 anni di contributi necessari per maturare un vitalizio mensile di 9 mila euro lordi che ogni mese riceve dalla Camera. Ma ha sempre dichiarato di versarli in beneficenza alle popolazioni africane.

Di casi simili ce ne sono parecchi tra gli oltre tremila che ricevono il vitalizio. Complessivamente sono 2.238. 1.377 ex deputati e 861 ex senatori. A questi vanno aggiunte le 1.064 reversibilità, per un totale di 3.302. Escluse, come detto, le reversibilità pagate ai familiari di parlamentari scomparsi, stando agli ultimi dati resi noti da Palazzo Madama e Montecitorio. Non stupisce dunque che in pochi siano disposti a farne a meno. Del resto c’è la crisi.



La casta non rinuncia al vitalizio. - di Dino Amenduni


I 498 parlamentari che hanno detto no.


Il 23 ottobre 2010 il deputato dell’Italia dei Valori Antonio Borghesi ha chiesto di prevedere la soppressione immediata di ogni forma di assegno vitalizio per i deputati in carica e per quelli cessati dal mandato parlamentare e, contestualmente, ha chiesto ai deputati di comunicare all’amministrazione della Camera l’ente o l’istituto di previdenza al quale devono essere trasferiti i contributi da loro versati per l’erogazione dell’assegno vitalizio.

Questo è il resoconto della votazione, disponibile sul sito OpenPolis.

Per la cronaca, in ventidue hanno votato a favore (tutti dell’Italia dei Valori), in 498 si sono dichiarati contrari (appartenenti a tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento). Cinque parlamentari si sono astenuti, 50 erano assenti, 53 in missione.

Questo è il voto dei deputati, uno per uno.