domenica 28 novembre 2010

Wikileaks - Assange

ALLE 22,30 DI STASERA WIKILEAKS FARÀ TREMARE MEZZO MONDO, IN PRIMIS BERLUSCONI - 1- DALLA CORRISPONDENZA DELL’AMBASCIATA DI ROMA E IL GOVERNO DI WASHINGTON POTREBBE SPUNTARE UN RAPPORTO SEGRETO CHE AGLI USA SAREBBE ARRIVATO DA AMBIENTI GEORGIANI, DOVE SI IPOTIZZA UN INTERESSE ECONOMICO PERSONALE (NEL SENSO DI AZIONARIO) SIA DI PUTIN CHE DI BERLUSCONI NEL GASDOTTO RUSSO SOUTHSTREAM DA CUI L’ITALIA SI RIFORNISCE CON L’IMPEGNO ATTIVO DI ENEL, ENI E FINMECCANICA - 2- CI SONO ALTRE DUE VICENDE ITALIANE. LA PRIMA SEMBRA RIGUARDARE UN MISTERIOSO VIAGGIO IN MONTENEGRO DI DUE PARLAMENTARI PDL CON UN FERMO ALLA FRONTIERA E IL SEQUESTRO DI UNA VALIGETTA. IL SECONDO: IL SEQUESTRO SUL TRENO PER CHIASSO DI OLTRE 100 MILIARDI DI DOLLARI IN BUONI DEL TESORO AMERICANI DEGLI ANNI ’30

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1- QUI SALTA BERLUSCONI (ALTRO CHE CASETTA A MONTECARLO)
Fosca Bincher (Franco Bechis) per Libero

WIKILEAKS-ASSANGE

La verità sarà scoperta solo questa sera dopo le 22, quando Wikileaks metterà in rete i dossier riservati della diplomazia americana che stanno facendo tremare mezzo mondo.

WIKILEAKS-MANNING, ANALISTA PENTAGONO CHE HA CONSEGNATOI I CODICI DI ACCESSO AD ASSANGE

Non sono molti i documenti che riguardano l'Europa (il 5% del totale), e ancora meno quelli sull'Italia: qualche centinaio di mail e rapporti riservati in gran parte datati all'epoca del governo guidato da Romano Prodi, mentre quelli che agitano l'esecutivo attuale sono relativi solo al 2008 e a parte del 2009.

Non c'è nulla dunque - come ipotizzava ieri la Stampa - che possa riguardare il caso Ruby Rubacuori, esploso nel 2010. Come d'altra parte è da escludere che nei rapporti diplomatici si faccia riferimento ai gossip o alle vicende private del presidente del Consiglio, che poco influenzano i rapporti fra gli Stati e che vengono prese in considerazione solo se utili alla analisi sulla stabilità del governo.

BERLUSCONI E PUTIN

Non dovrebbero esserci nemmeno documenti particolari sulla crisi fra Berlusconi e Fini, anche perché gli episodi più importanti sono esplosi in data successiva a quella del trafugamento della documentazione dalla rete diplomatica americana.

Bisogna tenere presente che i rapporti dell'ambasciata di Roma debbono essere ritenuti di qualche rilevanza per la segreteria di Stato per essere classificati e archiviati nella banca dati centralizzata della segreteria di Stato.

Detto questo, secondo le prime indiscrezioni circolate sono soprattutto due i dossier diplomatici che riguardano l'attuale premier. Il primo è relativo ai suoi rapporti con il primo ministro russo Vladimir Putin, il secondo quelli con il leader libico Mohammar Gheddafi.

Nessuno dei due è una vera e propria sorpresa, perché in un caso e nell'altro la diplomazia americana ha espresso anche pubblicamente la propria preoccupazione e su singole vicende anche la propria contrarietà. Sui rapporti con Putin la documentazione riguarda due vicende principali: il ruolo avuto da Berlusconi all'epoca della guerra con la Georgia e il caso Southstream, il gasdotto russo da cui l'Italia si rifornisce con l'impegno attivo di Enel, Eni e Finmeccanica.

BERLUSCONI ERDOGAN PUTINBANNER NONLEGGERLO GHEDDAFI BERLUSCONI BACIO

Wikileaks si infila dunque fra le lenzuola del lettone di Berlusconi e Putin. Ma il succo del disappunto americano su questa vicenda è ben noto. Tanto che l'attuale ambasciatore a Roma, David H. Thorne, andando al di là del protocollo appena insediato non l'aveva certo mandata a dire. E in un'intervista aveva affermato: «Anche se Usa e Italia cooperano strettamente su numerosi temi, ci sono, comunque, alcune posizioni della politica estera italiana che continuano a preoccuparci ».

CARAVAN PETROLIO CONFLITTO GEORGIA

Quanto a Southstream aveva aggiunto: «Ci preoccupa la dipendenza energetica non solo dell'Italia, ma di tutta l'Europa». Fra la corrispondenza dell'ambasciata di Roma e la segreteria di Stato potrebbe spuntare anche un rapporto segreto e non verificato che agli Usa sarebbe arrivato proprio da ambienti georgiani, dove si ipotizza un interesse economico personale (nel senso di azionario) nel gasdotto sia di Putin che di Berlusconi.
Ma il documento avrebbe la forma di un brogliaccio.

JULIAN ASSANGE FONDATORE DI WIKILEAKS

Ci sono altre due vicende italiane di questi ultimi due anni oggetto della corrispondenza riservata fra le strutture diplomatiche Usa. La prima sembra riguardare un misterioso viaggio in Montenegro di due parlamentari PdL con un fermo alla frontiera e il sequestro di una valigetta. Del secondo episodio ha riferito anche Libero nelle sue cronache: si tratta del sequestro sul treno per Chiasso di oltre 100 miliardi di dollari in buoni del tesoro americani degli anni '30.

Ufficialmente quei titoli di Stato sono stati ritenuti falsi, ma inquietò che fra i due portatori figurasse un giapponese nipote dell'ex vicedirettore generale della Banca centrale nipponica. Un caso in cui sicuramente è stata coinvolta la diplomazia americana, e che potrebbe creare qualche imbarazzo: se quei titoli fossero stati veri per la legge italiana bisognava applicare una sanzione di molti miliardi di euro, che da sola valeva 4 volte le risorse sullo sviluppo inserite nell'attuale finanziaria.

BERLUSCONI NON ASCOLTA PIU GHEDDAFI

2- WIKILEAKS, RISCHIO "IMBARAZZO DIPLOMATICO PLANETARIO"
Repubblica.it

L'amministrazione Obama esclude qualsiasi negoziato con il sito fondato da Julian Assange "sulla diffusione di materiale riservato ottenuto in maniera illegale". Ieri sera per errore, il sito del settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato un articolo, poi scomparso dalla rete, in cui si dice che il materiale verrà diffuso stasera alle 22.30 e che si tratta di 251.287 "cablogrammi diplomatici" inviati al dipartimento di Stato a Washington dalle ambasciate, dai consolati e dalle rappresentanze diplomatiche americane in tutto il mondo, oltre a 8.000 "direttive" del ministero degli Esteri Usa alle sedi diplomatiche in tutto il mondo. Tra la mole di documenti in possesso di Wikileaks, sarebbero tuttavia solo 4.330 i documenti "esplosivi".

3- PERPLESSITÀ SU BERLUSCONI E LE SUE RELAZIONI CON GHEDDAFI E PUTIN - "OBAMA ABBRONZATO". L'AMERICA SI ARRABBIÒ
Maurizio Molinari per La Stampa

GUERRA GEORGIA 20PUTIN BERLUSCONI

Per comprendere la genesi dell'operazione di «diplomazia preventiva» con cui Washington sta tentando di disinnescare l'impatto delle rivelazioni di Wikileaks bisogna partire dal metodo con cui ambasciate, consolati e Dipartimento di Stato comunicano fra loro. Si tratta di telegrammi su singole notizie, documenti di analisi su fatti avvenuti e previsioni sull'immediato futuro che richiedono agli estensori di mettere nero su bianco tutte le informazioni a loro disposizione, non solo quelle pubbliche e politicamente corrette ma anche indiscrezioni raccolte da informatori, gossip di vario genere, dettagli sulla vita privata dei personaggi più noti, veleni politici, battute gergali e quant'altro possa consentire a chi legge di farsi un'idea chiara su cosa sta avvenendo.

GUERRA GEORGIA 05

L'errore più serio che un diplomatico può compiere è astenersi dall'includere un dettaglio che, nel breve o lungo termine, potrebbe rivelarsi decisivo. Il fine è di far confluire più informazioni possibili a Washington, dove sono poi gli alti funzionari a elaborarle per trarre conclusioni che finiscono sul tavolo del Segretario di Stato e, a volte, del Presidente.

SILVIO BERLUSCONI DORMIENTE

Di conseguenza, leggendo tali documenti, si può trovare di tutto. Sono uno specchio della vita pubblica nei singoli Paesi, con il vantaggio di essere confezionati con il contributo di fonti di notevole rilievo, che adoperano ogni sorta di espressioni. Per tutelare tali fonti il governo americano le secreta ma WikiLeaks è riuscita ad avere i testi originali. Di qui le preoccupazioni dilaganti, testimoniate dalle anticipazioni di alcuni funzionari britannici sugli «insulti ai francesi spesso presenti nelle comunicazioni con gli americani».

Nel caso dell'Italia i documenti potrebbero contenere i commenti negativi alle frasi di Silvio Berlusconi - in almeno due occasioni - sull'«abbronzatura» di Barack Obama e della moglie Michelle. Quando il premier ricorse a tale terminologia, in Via Veneto fecero un sobbalzo, il Dipartimento di Stato ne venne subito informato e vi furono ulteriori scambi di comunicazioni.

PUTIN E BERLUSCONI

La Casa Bianca decise però di non far trapelare la vivace irritazione per non incrinare i rapporti con un alleato molto importante su più scacchieri, dal Libano all'Afghanistan. È sufficiente varcare la soglia del Dipartimento di Stato per rendersi conto che la vicenda ha lasciato il segno, al punto che alcuni diplomatici si spingono fino a descrivere il premier italiano come «ad alto rischio», perché «chi vi si avvicina non ha idea di cosa può avvenire, delle conseguenze politiche possibili».

Il rischio è che Wikileaks metta a nudo la contraddizione fra la scelta pragmatica del quieto vivere con Berlusconi e le perplessità che circolano nell'Amministrazione sui rapporti di Roma. Anche a causa dei legami italiani con più nazioni difficili: dall'apertura delle banche agli investimenti di Gheddafi alla moltiplicazione degli scambi commerciali con Teheran fino al flirt energetico con la Turchia.

MASTROGIACOMO

Ma forse il capitolo che può riservare più sorprese è quello del legame personale fra Berlusconi e Putin. Non è un mistero che Washington da tempo cerca di capire cosa vi sia alla base dell'intesa personale fra i due e, in occasioni conviviali a Roma come Washington, è frequente imbattersi in funzionari che ipotizzano interessi personali di Berlusconi negli accordi energetici.

WIKILEAKS-ASSANGE

Argomenti off-limits, di cui nessun diplomatico americano parlerà mai ufficialmente, ma nelle note diplomatiche se ne discute. Come nel 2007, in occasione del rapimento del giornalista Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, con una tempesta nelle relazioni fra l'Amministrazione Bush e il governo Prodi che vide i rispettivi ministri degli Esteri, Condi Rice e Massimo D'Alema, protagonisti di una cena all'«Aquarelle» di Washington che, anziché risolvere gli equivoci sulla trattativa italiana con i capi dei taleban, finì per moltiplicarli.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-20607.htm

I movimenti civici scendono in campo


Creata una rete che ha già il suo simbolo e punta a presentarsi alle prossime competizioni elettorali. All'assemblea a Economia hanno aderito cinquanta associazioni arrivate da tutta la Sicilia

di ANTONELLA ROMANO

Hanno già un simbolo perché intendono assumersi precise responsabilità e misurarsi nelle prossime competizioni elettorali, per fare eleggere i loro rappresentanti. Si chiama Movimenti civici Sicilia, sottotitolo "per una società responsabile e solidale". È una sigla che lega risorse della società civile, al momento 50 movimenti civici che hanno aderito da tutta la Sicilia.

Si sono ritrovati insieme mossi dallo stesso interrogativo: come offrire un contributo per cercare soluzioni al malessere sociale, psicologico, esistenziale. "Rappresentiamo una realtà che opera in una visione della società partecipata e solidale, che mette al centro il primato della persona", spiega Liboria Di Baudo, assistente sociale. Ieri si è svolta la loro assemblea costituente, nell'aula magna della facoltà di Economia, che ha dato il via al percorso. Erano in tanti, circa 400, alla ricerca di nuove forme di impegno con la formula della "cittadinanza attiva". A moderare, Pietro di Marco, docente al Policlinico, presidente dell'associazione Scienza e Vita.

Molta gente che opera nel volontariato, nel sociale, nella cultura, nell'economia solidale, nella medicina integrata, nell'agricoltura. Lo scopo del coordinamento è creare un soggetto politico apartitico, composto da competenze e professionalità della società civile interessata alla polis. "Rappresentate un capitale civile. La gente non capirà subito, e voi non dovete avvilirvi e stancarvi ma resistere. Solo così, guardando avanti, da minoranza profetica diventerete maggioranza - li ha incoraggiati Stefano Zamagni, docente di Economia a Bologna, estensore della legge sulle onlus quando era consulente di Prodi - Tutti dovranno guadagnarci dalla vostra scommessa. Questo coordinamento è il primo esperimento del genere in Italia".

Il mezzo sarà la rete. Il metodo: lavoro di gruppo e dialogo aperto, da usare "fuori dalle logiche dell'arroganza e della contrapposizione". Niente chiusure a riccio, quindi. Il confronto sarà anche con i partiti, che oggi sono stati invitati alla seconda giornata, che si conclude con la scelta di un coordinamento di 5 persone e di un rappresentante per ogni provincia. Hanno risposto Italia dei Valori, Sel e qualche esponente del Pd.

Ieri è stata adottata la carta etica, che contiene i valori da condividere. Un patto etico del cittadino, che guiderà i Movimenti civici Sicilia anche nello stile e nel metodo. "Non siamo né di destra né di sinistra né di centro. Siamo oltre. Per molti sarà difficile accettare questa mentalità. Ma vogliamo tracciare un solco diverso, l'azione politica come servizio al bene comune - spiega Liboria Di Baudo, del movimento Idea azione, che ha elencato le linee guida del percorso - Per intenderci, chi ci rappresenta non potrà mai accettare i benefit che la politica concede a chi viene eletto. Il nostro vuole essere un generoso contributo gratuito per la ripresa della nostra terra".

Scendono in campo per riempire lo spazio che l'organizzazione politica in crisi ha lasciato. "Non saremo un nuovo marchio, un nuovo detersivo o una nuova lista. Vogliamo superare gli antichi schieramento, destra-sinistra-centro, con prassi nuove e modelli di vita alternativi già presenti nelle nostre realtà", dice Nicola Sinopoli, agente di sviluppo, di Muovi Palermo. A questa che è stata la prima "festa" della società civile "operosa" siciliana hanno aderito una quindicina di movimenti palermitani, da Agisci Palermo ai cinquecento soci di Muovi Palermo, dal centro di accoglienza Padre Nostro di Brancaccio al Cesmi (centro studi medicina integrata) di Gabriella Pravatà, da Palermo per Palermo di Tommaso Dragotto, a Rifiuti Zero Sicilia, da Vespri siciliani, che nasce sulle ceneri di Città per l'Uomo, al movimento Per Palermo fondato dal ginecologo Giuseppe Valenti.

E ancora: Voci attive Palermo, il Codifas, comitato regionale agricoltura biologica di Ambrogio Vario, Italia Futura Pioppo, Un sogno per Carini. In prima fila il gesuita Padre Gianni Notari e anche l'anziano padre Francesco Paolo Rizzo. In sala molti "grillini", 5 sindaci tra cui Mario Cicero da Castelbuono, e tra gli osservatori Steni Di Piazza di banca Etica e Beppe De Santis, sicilianista dell'Mpa molto vicino a Raffaele Lombardo, che guida un movimento autonomo di contadini.

"L'assemblea costituente è per noi un sogno che diventa realtà - hanno detto Marcello Capetta, Francesco Contorno, Sergio Gargano, tra i soggetti fondatori e presidenti dei movimenti "Muovi Palermo, "Sicilia e Futuro" e "Agisci" - I movimenti non saranno più solo promotori ma anche protagonisti e garanti delle idee e delle progettualità della società civile. Non vogliamo dare più deleghe in bianco a nessuno".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/11/27/news/i_movimenti_civici_scendono_in_campo-9559473/





Buona sera e buon divertimento.- di Andrea Scanzi.


Ero lì che non riuscivo a dormire, ho visto Pigi Bersani a Vieni via con me e l’insonnia è passata. Ero lì che non avevo idee, ho letto Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino e mi è quasi venuta voglia di credere nella cultura in Italia.

Soprattutto: ero lì che distillavo cedrata guatemalteca, con la sicumera dei mastri birrai più consunti, e mi son chiesto a lungo se fosse peggio la Meloni con le Birkenstocks o la Prestigiacomo con le ballerine fucsia. O piuttosto la Melandri con le infradito rosa.
Nel dubbio, amletico e deviato, sono stato su eBay e ho partecipato a un’asta per comprare il posacenere tenuto da Roberto Cota mentre Umberto Bossi fumava. Devo ammetterlo, Cota come
human ashtray mi eccita: sa di cosa sporca, malsana, proibita. Ha quel faccino da Playmobil xenofobo che lo rende diabolicamente perverso. Secondo me è uno che, da piccolo, si chiudeva in bagno sognando Raffaella Carrà che cavalcava Furia vestita con un tubino di puro fustagno (parentesi: qualcuno sa, veramente, cosa sia il fustagno? Io no. Mai capito. So però che, chi lo porta, suda).
Cosa (cota) sto scrivendo? Non lo so. E’ che sono deluso. Quando mi hanno detto che Bersani era sopra un tetto, per un attimo ci ho sperato. E invece. Sempre delusioni, il Pd.
Menomale che Silvio c’è. E’ figo, Berlusconi. Non c’è niente da fare. Ti scuote proprio dalle fondamenta. Ogni volta che lo vedi è un fremito. Gli zebedei scozzano tra loro come un flipper epilettico. La prossima volta che rinasco, voglio essere Berlusconi. Dico sul serio,
men. Di lui mi piace la misura nei toni e nei modi. Mai sopra le righe, mai discutibile, mai prevaricante.
Berlusconi è un bignami di democrazia scritto da un dislessico incarognito.
Quando l’ho visto rampognare (?) Giovanni ‘Clark Kent’ Floris, quel
sovversivo di Giovanni Floris, ho gridato con gioia alla Repbblica di Arcoresalò. Una repubblica fatta di Benitandre Mussolini, Galeazze Carfagne e Amari Giuliani Pugnaci. Una repubblica così improponibile che perfino Bokassa si sentirebbe fuoriluogo.
Ma comunque (cit).
Di questi contenitori televisivi di sinistra non se ne può più. Con questi
Ballaroannozerovieniviaconfazio ci avete rotto le palle. Siete ri-di-co-li. Bene ha fatto Silvio a lanciar strali su TeleKabul. Lo ha fatto come solo lui sa, con garbo e sobrietà.
Ascoltiamolo, dunque.

Lo squadrismo degli oibò (e dei pirdindirindina)FLORISBERL1_45777_1

“La ringrazio ma eeeeueee (vai, si comincia) il mio è un ritorno di protesta (strano). Ho assistito, ho assistito (Clark Kent prova a zittirlo, con la violenza squadrista che gli è consona) a un servizio che mi ha fatto vedere (tenta di mantenere un tono neutro: lui parte sempre così, ma sin dall’inizio già intuisci le bestemmie – contestualizzate – tra una virgola e l’altra) con delle assicurazioni in dieci giorni risolverò questo problema (già ci siamo persi, solita costruzione della frase da arringatore afasico) in tre giorni risolverò quest’altro problema (boh)”.
Nel frattempo Clark Kent va avanti e indietro per lo studio. Ecco: Floris è uno che, quando si incazza, lo immagini dire al massimo
Perdindirindina. Pensateci: ogni presentatore ha il suo modo di perdere la trebisonda (?). Michele Santoro è uno che, se si arrabbia, tira giù dei madonnoni che il Cioni Mario in confronto era bigotto. Floris, no. Lui è uno che, se gli cade un pianoforte di otto quintali sulla testa, dice al massimo: “Oibò”. E sottovoce, per non smarrire l’aplomb aziendale.

Miasmi negli orti dei mistificatori

SILVIO~1Floris è uno quieto. Calmo, misurato, morigerato. Timorato di Dio. A chi farebbe paura, uno come lui ? A nessuno. E qui sta il talento di Berlusconi: nel far credere al suo popolo che perfino Floris è pericoloso. E il bello è che la gente ci crede (ci crede persino Floris). E’ qui che la costruzione dello Sma,Solito Mondo Altro all’interno del quale Berlusconi è martire e la Sinistra depositaria di ogni ganglo del potere, prende nuovamente vita.
Ascoltiamolo ancora: “No ggghmssss (
addirittura). Adesso lei mi lascia parlare e poi risponderò alle sue domande (aspetta che ci credo). Lei mi ha telefonato poco fa e mi ha chiesto la cortesia di rispondere alle sue domande (in realtà ha telefonato lui, non Floris, ma facciamo finta che sia lo stesso). E io rispondo alle sue domande, ma prima mi lasci dire il motivo della mia telefonata (si sta inalberando, ma più lentamente del solito). Il servizio sui rifiuti di Napoli che avete passato è assolutamente mistificatorio (bum: “mistificatorio”. Altra parola desunta a caso dal Devoto-Oli del Perfetto Bauscia del Settecento. Nello Scarabeo del Cummenda, stava accanto alle parole “criminoso”, “grumo” e “insufflato”. E’ incredibile come Berlusconi sappia coniugare l’ignoranza più crassa con l’apparente conoscenza semantica). Avete fatto vedere una mia garanzia data pubblicamente in conferenza stampa (inquadrano Raffaele Fitto, che annuisce col carisma di una tinca contromano) circa la soluzione di un problema in dieci giorni (inquadrano Riotta, che sembra il flashforward di Floris) e circa la soluzione di un altro problema in tre giorni (questo parla da un’ora e non dice NULLA. Assolutamente NULLA). Il problema era in dieci giorni era (Berlusconi è l’unico che fa i refusi quando parla. Fateci caso: non è che si inceppa e basta. Fa proprio i refusi. Bisognerebbe montargli un correttore automatico dietro l’orecchio, cit) per la raccolta dei rifiuti chiamato Kavassari (Belpietro annuisce, sguainando la mascella protesa a difesa e a salvaguardia del potere) in comune di Terzigno, che essendo stata (le consecutio temporum stanno ricevendo una gang bang di stupri multipli) male usato dalla società di Napoli, dipendente dal comune di Napoli (???), delegata (BASTA con queste virgole, per Dio) alla raccolta e al trasporto dei rifiuti, emetteva dei miasmi (MIASMI???? Ahahahahahahahahahahahahahahahah: leggenda) insopportabili. (qui arriva il punto, atteso come una flatulenza al trentesimo minuto in un film con Alvaro Vitali). In dieci giorni, attraverso il nostro dipartimento, che dipende direttamente dalla Presidenza del Consiglio, il Dipartimento della Protezione Civile (ripartono le virgole, addio), siamo intervenuti, abbiamo rrrrrimediato alla situazione, abbiamo eeeh evitato che iiii iiil (dopo un po’ Berlusconi va fuori formattazione, è un bug del sistema) i rifiuti ppp ppprrrr (prot) producessero maleodorazioni e abbiamo risolto con i 18 comuni (la gente in studio si guarda come a dire: ma che DUE COGLIONI) dellaaaa zona cosiddetta rossa (comunista anche lei) intorno al Vesuvio il problema (il problema era il Vesuvio? Boh) con l’accordo di tutti i sindaci, orto (ORTO????) di centrodestra, otto (ah ecco) di centrosinistra, due di centro il problema (il problema erano i due di centro? Non ci sto capendo nulla). La fine alla fine (????) del nono giorno la promessa è stata mantenuta (Dio era stato più veloce, però. E a Berlusconi ‘sta cosa un po’ rode, quando un tuo coetaneo fa meglio di te girano le palle, non c’è niente da fare), è stata completamente mantenuta”.

L’efficienza della zia (non si sa di chi)

BALLAR~1L’intervento è di una palla monumentale. Ho dovuto sbobinarlo affidandomi a copiose dosi ulteriori di cedrata. Una noia mortale. E in tutto questo, Floris non ha detto nulla. Forse per scelta o forse perché quando uno si scava la fossa da solo, non sempre devi porgergli una seconda vanga. Basta la sua. Poi però perfino Clark Kent si ridesta dal letargo autoimposto e prova a interromperlo.
NON SIA MAI. E’ l’inizio dell’irreparabile.
“Noooo mi lasci continuare. Lei l’altra cosa sui tre giorni (“
lei l’altra cosa sui tre giorni”. Crusca RuleZ). Avevo detto che i rifiuti dal centro di Napoli dovuti a una efficienza ancora della zia (della zia? Cioè l’inefficienza era dovuta alla zia? Ma la zia di chi, di CHI? Ma COSA dice, porca di una miseria?) laaaa azienda delegata dal comune di Napoli alla raccolta dei rifiuti sarebbero stati rimossi. Siamo intervenuti con l’esercito, i rifiuti sono stati rimossi (e vissero tutti felici e contenti). Le due promesse sono state completamente mantenute (ahahahahahah)”.

Il solito erotismo della Littizzetto

silvio_berlusconi_telefona_a_ballaroProseguiamo: ”Successivamente come potrò spiegarmi aaahhhh lei la DEVE SMETTERE di interrompere (Floris non l’aveva mai interrotto durante ‘sta sega allucinante) quando una persona (Lui) deve dare spiegazione conseguente a un misfatto d’informazione come lei ha fatto (e aggiungerei fatto, atto, atto, atto). Allora mi lascia terminare la frase oppure no, o la solita prepotenza (“la solita prepotenza” di Floris: come dire “il solito erotismo” della Littizzetto) lei crede che la Rai sia sua (no, è sua in effetti) mentre è pagata coi soldi di tutti gli italiani (populismo a go-gò) anche gli italiani che sostengono questo governo? Benissimo, allora non rispondo alle sue domande (DUE minuti prima aveva detto il contrario. Berlusconi è uno così, mantiene sempre le promesse)”.

L’ottimo Fitto e i mistificatori (reprise)

284249-berlusconiSiamo al gran finale. Ora: nei finali Berlusconi è particolarmente ripetitivo. Finisce sempre così con un crescendo che contiene un ultimo insulto all’avversario, una ulteriore smargiassa esaltazione di sé e un saluto finale bizzarro ma d’effetto. Tipo per il no della Consulta: insulto (”La Consulta è un organo a maggioranza comunista”), autoesaltazione (“A me queste cose mi caricano, agli italiani gli caricano”), finale bizzarro ma ad effetto (“Viva l’Italia, viva Berlusconi”). Ogni volta lo stesso brodo, è più ripetitivo di un assolo di Steve Vai.
Daje Silvio: “Le dico semplicemente Siete dei mistificatori (
Fase 1: insulto). L’ottimo ministro Fitto (“ottimo ministro Fitto”: un ossimoro al cubo) saprà darvi le altre risposte. Lei (Floris) ha una tecnica: prima introduce una domanda, parla di un argomento, lascia parlare quelli della sinistra e poi cambia uuorgomento (e cambiare “uuuorgomento” non si fa). E’ una tecnica che funziona, ma non può funzionare con me che di televisione se permette ne so più dilei (Fase 2: ennesima autoesaltazione). Buonasera e buon divertimento (Fase 3: saluto bizzarro ma ad effetto)”.

A questo punto vorrei dirvi tante cose. Che non ho capito di chi fosse l’orto. Che non sentivo la parola miasmi dal cenozoico. Soprattutto: che non so chi sia ’sta zia. Ma in fondo tutto questo è già più di tanto (cit), quindi non mi resta che dirvi buonasera e buon divertimento.

P.S. Lo so, “Riotta che sembra il flashforward di Floris” non era male.

http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/11/26/buonasera-e-buon-divertimento-cit/


Dragomira “Michelle” Bonev, i bulgari confermano: “La trasferta pagata dall’Italia. - di Malcom Pagani


Il film della Bonev, la trasferta a Venezia e "l'impegno" di Bondi. Che dice: tutto falso. Ma il governo di Sofia parla chiaro: "Pellicola coprodotta dai due Paesi, viaggio e alloggio rimborsati per 32 persone"

In questa storia c’è del marcio, ma la Danimarca è lontana. Bugie ripetute che stanno spingendo Italia e Bulgaria sul crinale della crisi diplomatica. La vicenda del premio fasullo inventato ad agosto per blandire Dragomira “Michelle” Bonev al Festival di Venezia regala una novità al giorno. Ieri mattina, l’ex pittore e ministro della Cultura, Vlady Rashidov, si è presentato in diretta telefonica sulle frequenze della televisione locale BTV per affrescare un quadro ostile alla versione italiana dei fatti. “Il nostro viaggio al Lido? Il contribuente bulgaro non ha versato un euro. Ho un invito ufficiale del ministro Sandro Bondi e l’ufficio Esteri del nostro ministero, al tempo, mi fece sapere che eravamo invitati alla Biennale con tutta la troupe di Goodbye Mama a loro spese perché avevamo vinto un premio” (guarda qui). E poi, tra momenti di involontaria comicità: “Quando vado a cena da qualcuno, non chiedo lo scontrino del supermercato, ringrazio per l’ospitalità e saluto” e passaggi rivelatori: “Gli italiani si rifiutano di confermare che hanno pagato loro per la crisi economica e gli scandali che investono il governo di Roma”, il colpo di teatro di Rashidov. Una lettera protocollata del primo ministro bulgaro Borissov datata 30 agosto, che il Fatto è in grado di produrre (guarda qui). Sul documento ufficiale del premier di Sofia, l’autorizzazione al viaggio italiano è subordinata alla spesa da affrontare.


Trattandosi di centinaia di migliaia di euro (la comitiva di 32 persone, dopo aver viaggiato su un charter affittato in Germania dalla compagnia Private wings flugcharter GmnH, era ospitata tra il Cipriani e altri alberghi di extralusso), la missiva protocollata di Borisov lascia sul foglio parole inequivocabili: “La tratta si deve svolgere in aereo: Sofia-Venezia-Sofia, i fondi per l’assicurazione medica e la diaria per 4 giorni devono essere addebitati sul budget del ministero della Cultura bulgaro. Viaggio e alloggio, al contrario, saranno coperti da chi ci riceverà”. Gli italiani. Bondi, pesantemente tirato in ballo dall’omologo Rashidov anche sul versante economico dell’opera “questo film è una co-produzione tra il ministero della Cultura italiano e quello bulgaro” (particolare che l’ex sindaco Pci di Fivizzano ha sempre bollato come falso, ndr) – nega ogni coinvolgimento: “La Direzione generale per il Cinema del Mibac chiarisce definitivamente che in relazione alla presentazione del film Good bye Ma-ma alla Mostra veneziana, nessuna spesa è stata sostenuta né per il viaggio né tantomeno per l’ospitalità della delegazione bulgara, eventualità peraltro non prevista dalla vigente normativa per i finanziamenti al cinema”. Il ministero nello scandalo per le vicende Indaco (marito e figlio della compagna di Bondi, la deputata Manuela Repetti del Pdl, beneficiati a vario titolo dal suo-dicastero) e per l’invenzione a latere di un premio vero “Action for women”, di una patacca avente il solo scopo di compiacere una cara amica di Berlusconi (la spinta che portò Bondi a mobilitare il ministero in pieno agosto per l’ordine della falsa targa da consegnarle in laguna), e che indusse Galan, sul red carpet, il 3 settembre, a dire “Berlusconi mi ha pregato di portare personalmente i saluti a Michelle Bonev e lo farò con tutto l’entusiasmo di cui sono capace”, sostiene che alla propria verità non ci sia “nessuna possibilità di smentita”. La ricostruzione di Bondi confligge con quella dettagliata di Rashidov e con i documenti ufficiali di Sofia. La Biennale sostiene di non aver pagato nulla, il ministero. Se la cattiveria spinge a pensieri malvagi, leggi un intervento del presidente del Consiglio, è la voce di Paolo Bonaiuti nel tardo pomeriggio a smentire. Una prima telefonata interlocutoria: “Non ne so niente, verifico e le faccio sapere”, una seconda più netta: “Dopo un controllo rapido, non risultano direttamente spese di nessun genere per il film in questione”.

Qualcuno mente. E non si spiega – se davvero avesse pagato direttamente Michelle-Dragomira, il suo fidanzato italiano o un soggetto terzo – perché Rashidov e Borisov avrebbero dovuto coinvolgere un esecutivo straniero con cui la Bulgaria intrattiene ottimi rapporti. Fu Berlusconi a introdurre Borisov alla prima riunione del Consiglio d’Europa lo scorso anno, e sempre lui a consigliare all’ex bodyguard dell’ultimo leader comunista bulgaro e poi del Re, di lavorare sullo statuto del Ppe per consentire alla sua formazione di centrodestra di crescere in vista dell’ingresso al Schengen. Meno di un mese fa, Borissov era in Italia, a Pescara per una partita di beneficenza. Sbarcati in 46 (a spese questa volta della Unicredit di Sofia) i bulgari si sono trattenuti a cena e all’improvviso – tra militari in alta uniforme e parlamentari italiani e balcanici delle più diverse estrazioni – a tavola è apparsa Michelle Bonev accompagnata da un’altra vecchia conoscenza di B., Dorina Pavlova, vedova del finanziere Iliya Pavlov (ucciso da un sicario nel 2003), ex fotomodella ed erede di un impero sterminato, poi in parte liquidato. La Pavlova, che ama trascorrere l’estate a Porto Rotondo, avrebbe detto che vista la sua forzata assenza, il premier l’aveva pregata di presenziare.

In questa sciarada senza soluzioni in cui tutti smentiscono tutti, forse è utile tornare a Rashidov e alle sue parole alla BTV: “Ho avuto un invito personale da Bondi. Il Ministero della Cultura Bulgaro ha comunicato esclusivamente con il Ministero della Cultura Italiano e con nessun’altro. Da Roma mi chiesero se a Venezia era possibile avere gli attori di GoodBye Mama. ‘Siamo in crisi’, risposi, ‘posso portare al massimo un’attrice e un operatore. La trasferta veneziana è un’operazione costosissima e non posso prendere soldi dal contribuente bulgaro per un aereo enorme, affittato per trasportare 30 persone a Venezia’. In loco ho avuto incontri ufficiali con Mara Carfagna e il vice-ministro Galan, che si è scusato per la mancanza di Sandro Bondi. Con loro ho discusso della creazione di un centro culturale bulgaro a Roma e la futura partecipazione di pittori bulgari alla più prestigiosa Biennale d’arte Contemporanea del mondo, quella di Venezia. Non partecipiamo da 20 anni, la quota d’accesso è di 200.000 euro e lo stato bulgaro, non dispone con questi fondi”. Qualcuno racconta il falso e questo, è l’ennesimo brutto film.

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Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2010