venerdì 4 febbraio 2011

Il vizietto del Caimano parte da molto lontano.


Era giugno del 1985, più di 25 anni fa, quando su “Frizzer”, (una rivista di Pazienza, Tamburini e Sparagna, figlia di “Frigidaire”) compare questo pezzo di Giorgio Bocca, con la descrizione di certe “seratine” a casa Berlusconi. Ieri il sito del Barbiere della Sera lo ha riportato alla luce.


Non sono mai stato uno di quei moralisti che piangono per l’esistenza dei network, della libera concorrenza e del denaro, anzi mi sono sempre adeguato al mutare dei tempi, cercando di vivere decorosamente e in agiatezza senza troppo sottilizzare su chi mi dava pane e companatico.

Ma – nonostante ciò – sento oggi la necessità di parlare di una storia che ho saputo grazie alle intime confidenze di un’amica, ricca e facoltosa signora della borghesia lombarda.

A quanto mi ha raccontato la mia amica, persona in tutto degna di fede, il dottor Silvio Berlusconi, il famoso proprietario delle Tv private più importanti e di numerosi giornali a grande tiratura, come il famigerato TV Sorrisi e Canzoni, organizza periodicamente a casa sua delle “seratine televisive“.

Il titolo curiosamente familiare nasconde in realtà un gioco di società assai divertente e appetitoso che il geniale imprenditore piduista ha inventato per sé e per i suoi più fidati amici (qualche socialista cocainomane, qualche industriale, qualche mafioso). Il gruppo, riunito come in un racconto del marchese De Sade davanti alla Tv, sceglie ogni sera, tra presentatrici, ballerine e showgirls dei programmi di Retequattro, Italia1 e Canale 5, quelle che dovranno essere chiamate a soddisfare le voglie dei presenti in un crescendo di situazioni viziose.

Basta poi una telefonata del boss e ai direttori di rete mandano a casa Berlusconi, impacchettate e pronte a tutto, le schiave della serata. Programmi specificamente allestiti, come Viva le donne,M’ama non m’ama, Drive In, ecc. assicurano il giusto flusso di carne fresca per il “divino Silvio”.

Ora io non voglio fare un discorso moralista, né spezzare una lancia a favore della castità. Riconosco al dottor Berlusconi un grande senso pratico in queste faccende e non discuto neppure sul fatto che lui si diverta così. Ma non posso non sentirmi infastidito se penso che, tra i tanti “amici” che sono stati invitati a godersi le ballerine e le presentatrici, il mio nome non figura mai.

L’Italia è proprio un paese in cui il merito viene spesso calpestato e dove trionfa l’ipocrisia, il partitismo, il denaro. Sono andati a passare qualche ora da Berlusconi, ora presidenti del Consiglio, ora presidenti di banche, ora camorristi, ora rapitori e riciclatori di denaro sporco, ora trafficanti di cocaina, ora assassini prezzolati, ma non è mai stato invitato nessun uomo di cultura, nessun intellettuale e – senza voler essere demagoghi – nessun proletario.

Come mai? Eppure – faccio notare – io, come tanti altri intellettuali, lavoriamo per Berlusconi, partecipiamo ai suoi programmi, rendiamo culturalmente accettabili anche le puttanate più forti del network. E credo che ci meriteremmo almeno una piccola ballerina.

Parlo per me, ma penso di interpretare anche il pensiero dei colleghi Arrigo Levi e Guglielmo Zucconi, nonché Maurizio Costanzo dell’Occhio Nero – pur essendo il più brutto di tutti noi –, che comunque fa storia a sé, essendo nato in passato e forse ancor ora, membro della stessa loggia dei boss.

Mi si potrebbe obiettare: perché non telefoni tu stesso ai direttori dei programmi per farti mandare a casa presentatrici e gnoccolone varie? Inutile, ho provato, per scrupolo di cronista, a fare dei tentativi. Ogni volta mi sono sentito sghignazzare in faccia. Insomma senza un invito di Berlusconi non riuscirò mai a partecipare a una vera serata di piacere.

E questo, come ex partigiano e come uomo, mi secca abbastanza. Devo pensare che la colpa vada attribuita al mio maledetto riportino, che certe volte il vento agita fino a mostrare il bianco della pelata?

Riportino sì o no, dispiace che un imprenditore così accorto come Berlusconi sottovaluti gli intellettuali, proprio quando si tratta di spartirsi “la gnocca”.

I 150 anni dell'Unitàd'Italia.


Avrà di che festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia Napolitano...con il federalismo approvato per decreto legge dal parlamento.

E al grido "qui si fa l'Italia o si muore", risponde Bossi che con la bandiera si pulisce il dere-tano.

Stiamo assistendo ad un periodo che passerà alla storia per avvenimenti poco edificanti.

Speriamo che i fautori dl federalismo si mettano la mano sulla coscienza e decidano che i vari Moratti debbano pagare le tasse dove operano le aziende e non dove hanno stabilito la sede societaria, francamente che si vengano a sfruttare le risorse del meridione e tutto vantaggio del settentrione credo che non stia né il cielo né in terra.

Oltretutto, credo che una decisione simile, quella del federalismo, sarebbe dovuta essere posta al vaglio dei cittadini italiani ai quali la pseudo politica ha tolto non solo la sovranità, ma anche la dignità.


Solar Islands (TM)


giovedì 3 febbraio 2011

«Ad Arcore anche i mafiosi»




Non solo minorenni ed escort per le feste: a villa San Martino sono andati anche gli emissari di Cosa Nostra. Lo sostiene in un recente interrogatorio il pentito Brusca. E la procura di Palermo si prepara ad aprire una nuova indagine.

La procura di Milano indaga sulla presenza di minorenni nella residenza di Arcore del premier per le serate del bunga bunga, e i pm di Palermo lavorano per accertare se a villa San Martino sono stati ricevuti ambasciatori di Totò Riina dopo le stragi Falcone e Borsellino.

Se dunque i magistrati lombardi si apprestano a chiedere il rito immediato per Silvio Berlusconi, indagato di concussione e prostituzione minorile, nell'affaire Ruby, i loro colleghi siciliani starebbero preparando la strada per far cadere una nuova tegola giudiziaria sulla testa del premier riaprendo nei suoi confronti un'inchiesta di mafia archiviata, nella quale era già stato coinvolto con Marcello Dell'Utri. E sullo stesso filone d'indagine, che coinvolge Berlusconi e Dell'Utri, procede pure la procura di Firenze che vuole fare luce sui mandanti occulti delle stragi del 1993: Uffizi, via Palestro e i due attentati romani.

Gli impulsi a queste istruttorie sono stati dati in particolare dai verbali del "dichiarante" Gaspare Spatuzza e dal pentito Giovanni Brusca. Entrambi chiamano in causa Berlusconi. Brusca, dopo essere stato indagato a settembre insieme ai suoi familiari per aver occultato il suo patrimonio durante la collaborazione, non dichiarandolo allo Stato e sottraendolo così alla confisca, ha fatto nuove rivelazioni ai pm di Palermo. Il boss che uccise Falcone sostiene di aver ricevuto da Riina l'incarico di andare ad Arcore per parlare con il Cavaliere dopo le bombe del 1992. Il racconto è contenuto in un verbale di interrogatorio che è stato secretato. Ma di una visita di Brusca a Villa San Martino aveva già parlato in passato un altro pentito, Giuseppe Monticciolo. Tutto ciò potrebbe finire nell'indagine che a Palermo chiamano "trattativa fra mafia e Stato".

Le due inchieste di Firenze e Palermo si potrebbero dunque aggiungere ai quattro processi che già a marzo vedranno il presidente del Consiglio sul banco degli imputati del tribunale di Milano. Archiviata la parziale bocciatura del legittimo impedimento da parte della Consulta, anche gli ostacoli che sembravano fin qui allungare i tempi dei dibattimenti e avvicinare la prescrizione sembrano superati. All'affaire Ruby si aggiunge quello in cui il premier è accusato di corruzione giudiziaria (Mills), quello in cui è chiamato a rispondere di frode fiscale (Mediaset diritti tv) e poi in quello per appropriazione indebita e frode fiscale (Mediatrade).

Senza uno scudo processuale, Berlusconi rischia di dover correre da un'aula all'altra. La Consulta nella sentenza sul lodo Alfano ricorda al premier che non ogni impegno politico è un "legittimo impedimento", ma soltanto quello riconducibile ad attività "coessenziali alla funzione di governo", sempre che sia "preciso", "puntuale", "assoluto", "attuale": insomma, "oggettivamente indifferibile" e "necessariamente concomitante" con l'udienza di cui si chiede il rinvio. Spetterà al giudice valutare "in concreto" questi elementi, senza che la difesa possa eccepire un'invadenza nella sfera di competenza del potere esecutivo.

I tre processi che erano stati congelati in attesa della Consulta non ripartiranno da zero come previsto, perché i giudici già trasferiti ad altri incarichi hanno ottenuto proroghe e così il 28 febbraio riprenderà quello per la presunta frode fiscale per i diritti tv Mediaset, a seguire l'udienza preliminare Mediatrade e il processo Mills, l'avvocato inglese che il premier avrebbe spinto, dietro il pagamento di una somma di denaro, a ritrattare.



mercoledì 2 febbraio 2011

IMPEACHMENT PER BERLUSCONI.


Art. 93 della Costituzione: “Il Presidente del Consiglio e dei ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica”.

Legge 23 agosto 1988, n. 400. Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri. Art. 1, organi del Governo: Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica con la seguente formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione».

Silvio Berlusconi, in questi anni, ha dimostrato con i fatti di governare non “nell' interesse esclusivo della nazione” ma nel suo personalissimo interesse. Le prove sono rappresentate delle numerose leggi ad personam che sono state scritte allo scopo di favorire il Premier e i suoi interessi:

1) Legge sulle rogatorie internazionali.

2) Depenalizzazione del falso in bilancio "dopo la quale Berlusconi viene assolto perché il fatto non è più previsto

dalla legge come reato".

3) Legge Cirami che introduce "fra le cause di ricusazione e trasferimento del processo il legittimo sospetto sull'imparzialità del giudice".

4) Lodo Schifani che "introduce il divieto di processare le cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il Presidente del Consiglio in carica".

5) Decreto-salva Rete 4, "introduzione di una norma 'ad hoc' per consentire a Rete 4 di continuare a trasmettere in analogico".

6) Legge Gasparri: "introduzione del SIC ("Sistema Integrato delle Comunicazioni") che ha per effetto di estendere

il numero di canali televisivi che un singolo soggetto può avere in concessione. "La norma consentec di evitare la riduzione del numero di concessioni del gruppo Mediaset.

7) Condono edilizio nelle aree protette

8) Legge ex Cirielli che riduce i termini prescrizione. "La norma porta all'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi Lodo Mondadori, Lentini, diritti tv Mediaset nei quali era imputato Berlusconi".

9) Legge Pecorella: introduzione dell'inappellabilità da parte del PM delle sentenze di proscioglimento, dichiarata

incostituzionale dopo pochi mesi

10) Lodo Alfano

11) Tremonti bis: "abolizione dell'imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni, che in precedenza era applicata fino a 350 mln".

12) Decreto salva-calcio: concessione alle società sportive di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali

13) Condono "tombale" introdotto dalla Finanziaria del 2003 sulle imposte evase. Ne beneficiano anche le imprese del gruppo Mediaset.

14) Incentivo per l'acquisto del decoder

15) Riordino previdenza complementare. "Vengono introdotte norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale. Ne beneficia la società assicurativa di proprietà della famiglia Berlusconi.

16) Decreto anticrisi: "aumento dal 10 al 20% dell'IVA sui servizi di tv a pagamento. La norma danneggia 'Sky Italia', principale competitore privato del gruppo Mediaset".

17) Decreto incentivi. "Aumento dal 10 al 20% della quota di azioni proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset".

Da tutte queste leggi ad personam, Berlusconi ne ha avuto un vantaggio personale, si è salvato da diversi processi e ha favorito le sue azienze, ma nessun vantaggio ne ha avuto la Nazione.

Berlusconi non solo in questi anni non si è mai fatto processare (grazie alle leggi ad personam si è difeso non nel processo ma dal processo) ma si è perfino permesso di attaccare più volte il potere giudiziario. Infatti, più di una volta ha definito una parte dei magistrati come “Comunisti”, “eversivi” oppure “politicizzati”.

Insomma, Berlusconi che rappresenta il potere legislativo si è scagliato duramente contro il potere giudiziario, cercando di intimorirlo.

Ancora una volta Berlusconi non ha “osservato lealmente la Costituzione”, visto che proprio la Costituzione garantisce la libertà e l’autonomia del potere giudiziario:

Art. 101 della Costituzione:

“La giustizia è amministrata in nome del popolo.”

“I giudici sono soggetti soltanto alla legge.”

Mentre l’art. 104 tra le altre cose dice: “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.”

Come sappiamo bene, Berlusconi dichiara esattamente il contrario di quanto è scritto nella Carta costituzionale, tanti e vari sono stati i suoi tentativi di limitare l’autonomia e la libertà della Magistratura. Pensate che, negli ultimi giorni il PDL ha più volte minacciato e poi subito smentito l’intenzione di organizzare una manifestazione contro i giudici di Milano. Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi, il Governo passerebbe semplicemente dalle parole ai fatti, visto che in questi anni non ha fatto altro che attaccare i magistrati. Sarebbe però, un atto gravissimo, eversivo, in nessun Paese al mondo il potere legislativo si schiera contro il potere giudiziario. E’ anche vero che in nessun Paese democratico un Premier non si fa processare ma processa i suoi giudici mediaticamente, con campagne mediatiche denigratorie, questo accade solo nelle dittature.
Senza dimenticare che Berlusconi calpesta ogni giorno l' articolo 54 della Costituzione:
"Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi."

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Silvio Berlusconi, che ha pure un passato da piduista (tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978) ha tradito ancora una volta la Carta Costituzionale, governando per i suoi interessi e non per l’interesse della Nazione, non osservando ne rispettando la Costituzione. Per tutti questi motivi, sarebbe giusto e doveroso (anche con colpevole ritardo) che tutti i partiti di opposizione e la società civile chiedessero l’impeachment per il Premier.



TOTO CUFFARO attacca GIOVANNI FALCONE



Telefona a stu cazz - ME.TRO. (Merighi - Troja)