
E nelle telefonate con Emilio Fede Berlusconi dà i voti alle protagoniste del Bunga bunga
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.

Lui, sicuro che Ruby, già maggiorenne, fosse la nipotina di Mubarak, per evitare un incidente diplomatico, telefona alla questura perchè la rilascino e la fa affidare ad una sua amica, la consigliera Minetti, indagata per istigazione alla prostituzione, che l'affida a sua volta ad una prostituta.
E meno male che Ruby non fosse realmente la nipotina di Mubarak, vi immaginate lo scaldalo e l'incidente diplomatico che si sarebbe verificato se Mubarak avesse saputo che il suo amico Silvio invitava la nipotina ai suoi festini privati in compagna delle sue amiche prostitute?
E che le dava anche del denaro non si sa bene per quale motivo?
Peccato, a questo punto, che Ruby non fosse veramente la nipotina di Mubarak, chissà che si sarebbe inventato l'ingenuone, bambinone, bamboccione Silviuccio!
Definirlo solo scemo è dir poco!
| (Cattaneo) |
SANZIONI - Le sanzioni, pari a 571 mila euro per Acea Distribuzione, 302 mila euro per A2A Reti Elettriche, 920 mila euro per Enel Distribuzione, 75 mila euro per Gelsia Reti e 420 mila euro per il gestore delle rete di trasmissione nazionale Terna, sono state irrogate al termine di istruttorie formali relative ad infrazioni commesse nel triennio 2005-2007. Il mancato rispetto della regolazione da parte delle società coinvolte ha avuto ricadute negative sul corretto funzionamento del sistema elettrico nazionale e sui venditori a livello economico, con ripercussioni indirette anche sui clienti finali. Nel determinare l'entità delle sanzioni, si legge ancora nella nota, sono state valutate positivamente, il versamento da parte di Terna di circa 13 milioni di euro alla Cassa Conguaglio del settore elettrico e le attività intraprese da Enel Distribuzione per migliorare il trattamento dei dati di misura, il controllo delle anagrafiche e la formazione del bilancio di energia. Sono stati invece chiusi i procedimenti avviati nei confronti di AEM Torino e di ASM Terni poichè, nel corso dell'istruttoria, le società hanno dimostrato l'insussistenza delle analoghe violazioni contestate. Saranno inoltre conclusi a breve altri tre procedimenti nei confronti di altrettanti distributori per le medesime infrazioni. L'Autorità ha anche sanzionato due società di vendita, Iren Mercato e Flyenergia, rispettivamente per un importo di 84 mila euro e di 19 mila euro, per infrazioni relative alla trasparenza delle bollette per clienti domestici e non domestici. L'Autorità ha anche ordinato alle due società la cessazione dei comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori. Con questi due provvedimenti risulta concluso il «filone» dei sette procedimenti avviati in tema di violazione di norme riguardanti la trasparenza e comprensibilità delle bollette.
Il decreto legge prevedeva l'azzeramento del punteggio se un insegnante si trasferiva da una città all'altra. La Corte Costituzionale ha, invece, rilevato che la proposta del ministro viola l'articolo 3 della Costituzione
Silvia Cerami per L’espresso on line
Raggiungerlo al telefono è un’impresa: «Mi scusi sono impegnato, mi richiami tra un’ora, tra due, fra tre». Alla fine risponde il suo assistente. Non quello parlamentare, che all’ufficio della Camera in pochi hanno visto, ma quello della clinica: «Il dottore è molto impegnato, non può proprio rispondere».
Antonio Gaglione, deputato brindisino, eletto nel Pd, transitato nel Gruppo Misto e poi passato con Noi Sud non si può nemmeno definire un voltagabbana, visto che lui non vota né contro né a favore del governo. Semplicemente, a Roma non ci va. Fa visite cardiologiche private a Latiano, in provincia di Brindisi, oppure va in clinica, alla Villa Bianca di Bari, a operare.
Fatto sta che ha appena raggiunto il record assoluto di fancazzismo politico nella storia della Repubblica: oltre il 92 per cento di assenze. Alla modica cifra di 15 mila euro mensili. Oltre al suo stipendio, ci sarebbe da contare quello del portaborse, che non ha assolutamente nulla da fare: altri 4.000 euro al mese, ovviamente a carico della collettività. Ma poco importa, lui si considera «un ottimo politico».
In campagna elettorale Gaglione andava dicendo: «Voglio un partito aperto, che guardi all’esterno, un partito estroverso. Fatto di persone che al mattino pensino a quali sono i problemi del nostro paese e dedichino il tempo che hanno a loro disposizione, ci sono tante cose da fare. Lancio questo appello a tutte le persone di buona volontà». Lui di buona volontà non ne ha avuta moltissima, evidentemente: nessun intervento nelle discussioni in aula o in commissione, nessuna missione, nessuna proposta di legge come primo firmatario (cioè scritta da lui).
Era assente perfino al voto per l’autorizzazione a procedere contro Silvio Berlusconi, per la sfiducia al governo, per la legge di stabilità, per la manovra finanziaria, per lo scudo fiscale. L’ultima volta che si è fatto vedere per un voto chiave era l’estate del 2008: forse si trovava a Roma in vacanza. O più probabilmente per un convegno: a quelli non manca mai, basta cliccare il suo nome su Google per scoprirlo.
A proposito, lo scorso 14 dicembre, quando ogni voto era determinante per la fiducia, improvvisamente Gaglione si materializzò a Montecitorio. Tutti a chiedersi se avrebbe votato sì o no al governo, ma inutilmente: al momento della chiama lui era già fuori. Aveva fatto solo una capatina per salutare e prendere la posta, visto che era già a Roma. Per altri motivi ovviamente: l’avevano appena eletto consigliere nazionale nell’autorevole Società Italiana di Cardiologia.
Tra le sue ultime dichiarazioni, resta memorabile questa, rilasciata quando aveva già raggiunto il primo posto tra gli assenteisti: «Stare in Parlamento è una perdita di tempo e una violenza contro la persona». E poi: «E’ così frustrante fare queste maratone alla Camera». E ancora: «Sono stato poco presente perché l’apporto del singolo parlamentare è diventato marginale».
Poco altro, perché per l’onorevole è una perdita di tempo anche rispondere alle domande dei cronisti: «Che tanto poi i giornali si occupano più di donne che di politica vera. Gli italiani vogliono i fatti». Magari vorrebbero anche vedere lavorare i loro rappresentanti, ma il dottore è molto impegnato.
Ricevo via mail e volentieri pubblico questa lettera che la signora Meris Monari, presente domenica scorsa ad Arcore, ha scritto al presidente Napolitano.
Caro Presidente Napolitano,
mi chiamo Meris Monari, ho 55 anni e ho deciso di scriverLe questa mia per dirLe che io, alla manifestazione di ieri 6 febbraio 2011, ero presente.
Vede Presidente, mi dispiace per come questa manifestazione è stata presentata dalla stampa, sia dai giornali ma soprattutto dai telegiornali: come la manifestazione di un gruppo di delinquenti che si è presentato alla villa di Arcore del Presidente Berlusconi per fare guerriglia con la Polizia.
Avrei voluto che venisse raccontato che le persone presenti erano uomini, donne, ragazzi e ragazze, pensionati, disoccupati e cassa integrati, che hanno speso il loro tempo e il loro denaro per testimoniare il loro dissenso nei confronti di un Presidente del Consiglio che non ci rappresenta e non ci rispetta.
Non ci rappresenta perché da un Presidente del Consiglio ti aspetti che rispetti la Costituzione, che non attacchi tutti i giorni gli altri Organi Istituzionali e che non offenda i cittadini che non la pensano come lui. Noi siamo scesi in piazza semplicemente per chiedere il RISPETTO.
Se mai coloro che hanno scritto sulla manifestazione di ieri fossero stati presenti, avrebbero raccontato di una piazza piena di cittadini – io non sono brava a quantificare i numeri, forse qualche migliaio di persone – che allegramente hanno cantato, ballato, protestato, letto le loro lettere scritte con tanta fatica, che hanno chiesto scusa per la loro ignoranza nello scrivere.
Le assicuro che non mi sono sentita una DELINQUENTE, io mi sentivo una cittadina arrabbiata che chiedeva solamente il rispetto della NOSTRA CARA COSTITUZIONE ed il rispetto per quello che sono.
Ogni giorno da 35 anni mi alzo e vado a lavorare e quando sento parlare delle buste piene di soldi guadagnati allegramente provo profondo disgusto, quando penso che tante persone occupano, senza alcun merito, poltrone retribuite profumatamente, non solo mi indigno, molto di più, mi arrabbio. Se penso che anche solo un centesimo delle mie sudatissime tasse passa nelle mani di persone non meritevoli mi sento veramente disgustata.
Sicuramente gli scontri ci sono stati, ma non per colpa nostra. Noi ce ne stavamo gia andando via e mai, mai e poi mai ci saremmo permessi di fronteggiarci con la Polizia.
Noi, Caro Presidente, prima di tornare a casa abbiamo anche raccolto l’immondizia che era per terra, ci eravamo portati i sacchetti per non lasciare sporcizia nella Citta di Arcore.
Capisco che per dovere Istituzionale Lei abbia chiesto informazioni al Ministro Maroni ed abbia stigmatizzato questi scontri, ma le Istituzioni dovrebbero imparare anche ad ascoltare e parlare con i Cittadini Onesti e a capire esattamente come si sono svolti i fatti. Ad ogni telegiornale viene fatto passare il messaggio che queste manifestazioni siano «intollerabili». Sinceramente io giudico che siano ben altri i comportamenti intollerabili e per quanto mi riguarda, da cittadina onesta e che paga le tasse, continuerà a manifestare perché sia rispettata la COSTITUZIONE ITALIANA.
Le faccio solo una domanda: ma quale futuro e quali insegnamenti stiamo dando ai nostri figli?
Le porgo i miei più cordiali auguri di buona salute
MERIS MONARI