giovedì 31 marzo 2011

Processo breve, la rabbia dei contestatori a Montecitorio.




La maggioranza accelera sul processo breve e fuori dalla Camera scoppia la rabbia di decine di manifestanti. Al grido di “buffoni e mafiosi” centinaia di cittadini si radunano a piazza Montecitorio, si avvicinano a pochi metri dall’entrata della Camera dei deputati. Fischi e urla anche contro i deputati dell’opposizione. Poi Bersani e la Bindi (Pd), chiedono alla folla di attenuare la protesta. Intanto la seduta in Aula viene sospesa, si replica domani e gli attivisti promettono un’altra mobilitazione.
Riprese di David Perluigi, montaggio Paolo Dimalio



Venghino siori venghino.


La lista dei quasi 80 testimoni a difesa scritturati dall’impresario Ghedini per la prima del show del processo Bunga Bunga il 6 aprile è l’immagine perfetta dell’Italia berlusconiana.
70795-004-70A8BDF3Calciatori puttanieri e star del cinema, soubrette e cortigiani, musicanti e personale di servizio promosso a ministro, facce di plastica e culi di gomma.
Un Fellini brianzolo.
Più che un circo, avaspettacolo da Ambra Jovinelli o da Supercinema Alcione. Manca soltanto, per legittimo impedimento, l’inventore del Bunga Bunga, Gheddafy, altrimenti avrebbe convocato anche quello.
E’ il cast terrorizzante e perfetto dell’Italia che vince e si sta godendo la vita alla faccia vostra, l’Italia cafona e sputtanata che lasceremo ai nostri figli e che il resto del mondo ha imparato ormai a evitare, o a usare e gettare, come stanno facendo con le nostre basi aeree, adoperate come una macchina a noleggio che nessuno farà mai lavare o riparare, se è troppo sporca o se si guasta.
E se il produttore dello spettacolo che va in scena da 17 anni dovesse vincere anche le prossime comunali (se dovesse perdere, sarebbe fottuto) niente piagnistei, dopo.
Questa, che vedrete sfilare sotto le tende del “Barnum, Bunga & Berlu Circus” è l’Italia che abbiamo, che avete voluto, per scelta o per viltà. Quella delle risate in scatola montate negli show della tv e della scritta luminosa in studio: applausi.



Cittadini inferociti lanciano monete contro La Russa a Montecitorio – Il video



Dopo il blitz sul processo breve, cittadini si sono radunati in in piazza davanti alla Camera per protestare lanciando monete contro il ministro della Difesa Ignazio La Russa.



mercoledì 30 marzo 2011

Maurizio Crozza - Ballarò 29 03 2011 1/10



Ballarò 29 03 2011 Libia, immigrazione e "predellino"
In un paese impegnato nel conflitto in Libia, alla prova sul fronte economico, spaccato sulla questione immigrazione, Berlusconi risale sul predellino e parla di... giustizia.

Tra gli ospiti di Giovanni Floris il segretario del PD Pierluigi Bersani, il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani, l'economista francese Jean-Paul Fitoussi, il vicedirettore del Giornale Nicola Porro, il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli.


Clooney-Canalis smentiscono in coppia: «Mai stati ad Arcore».



Lui: «Ho incontrato Berlusconi solo una volta per trovare fondi per il Darfur». Lei: «Diffamatoria ogni notizia»

MILANO - George Clooney ed Elisabetta Canalis smentiscono seccamente le affermazioni di Karima el-Mahroug, che aveva detto ai magistrati di avere incontrato la coppia hollywoodiana a casa di Silvio Berlusconi ad Arcore. In realtà, dicono entrambi, non ci sono mai stati. Attraverso una nota del suo legale, Elisabetta Canalis «ancora una volta smentisce e nega categoricamente di avere mai partecipato ad alcuna cena, incontro o pranzo svoltisi presso la residenza dell'on. Silvio Berlusconi ad Arcore». E il compagno, anche lui tra i 190 testimoni che la difesa del premier vorrebbe sentire nel processo Ruby, dice che Berlusconi l'ha sì conosciuto, ma in altro frangente.

BIZZARRIE - Quello che afferma Ruby «sembra bizzarro, dal momento che ho incontrato Berlusconi soltanto una volta, nel tentativo di raccogliere fondi per il Darfur», dice l'attore in un breve comunicato. Clooney non precisa se intenda adire le vie legali a sua volta. Quanto alla compagna, Canalis afferma che «riterrà altresì diffamatoria ogni informazione o notizia che verrà pubblicata o altresì diramata, idonea a mettere in relazione la stessa con gli incontri avvenuti presso la Villa di Arcore, oggetto di procedimenti penali e/o processi attualmente pendenti». Clooney non ha ancora fatto sapere se si recherà a testimoniare, nel caso venisse convocato. Il processo comincia il 6 aprile.

http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_30/clooney-canalis-arcore_47400b62-5ae7-11e0-9f1f-2edbd1a49bbb.shtml



Quanto costa il Villaggio della Solidarietà.


Per pagare il mutuo di sei milioni, l'ex residence per le famiglie dei marines, rimasto sfitto, adesso ospita immigrati.


di Grazia La Paglia

Si chiamava “Residence degli aranci”, adesso è il “Villaggio della Solidarietà” destinato dal Governo all'accoglienza dei profughi provenienti dal Nord Africa. Dalla capienza di duemila persone e con 404 unità abitative, il residence di Mineo (nella piana di Catania) dal 2000 al 2010 è stato dato in affitto alla Marina militare statunitense per ospitare le famiglie dei marines diSigonella.
Un affitto, però, che è stato disdetto nel 2010 lasciando l'azienda emilianaPizzarotti & C. Spa, proprietaria dell'immobile, con ancora 6 milioni di euro da restituire alla Intesa San Paolo, banca presso la quale aveva acceso un mutuo all'epoca della costruizione dello stabile.

Cosa fare, quindi, per non lasciare abbandonato il villaggio che durante la permanenza degli Usa fruttava 8,5 milioni di dollari? Ma soprattutto come fare per pagare il mutuo?

L'azienda ha tentato varie strade, come usufruire del piano casa del 2008 di 2,6 milioni di euro. E Il Ministro Maroni, secondo quanto dichiarato dall'ingegnere dell'azienda Fabrizio Rubino, aveva già rassicurato sull'arrivo dello stanziamento. Ma, con il continuo sbarco di immigrati dai paesi del Nord Africa, si è presentata la possibilità di trasformare il villaggio in una struttura di l'accoglienza.

Come racconta Antonella Beccaria su ilfattoquotidiano.it, artefice dell'accordo tra Stato e azienda Emiliana è stato il Ministro degli Interni Roberto Maroni, entrato in contrasto con Ignazio La Russa poiché il Ministro della Difesa aveva individuato già 13 siti per far fronte all'emergenza immigrazione e tra questi non aveva segnalato quello di Mineo.

L'accordo è andato in porto ugualmente, nonostante alcuni comuni della zona (Mineo, Caltagirone, Grammichele, Ramacca e Castel di Iudica n.d.r.) fossero contrari a trasformare il residence nel “Villaggio della Solidarietà”. Inoltre, sono ben 7 mila i migranti che saranno trasferiti nella struttura, ma la capienza dello stabile arriva ad appena 2 mila unità. In compenso però adesso c'è qualcuno che paga l'affitto, non li paga più la Marina Americana, bensì le casse dello Stato italiano.

Ogni migrante presente nella struttura costa al giorno tra i 40 e i 50 euro. Moltiplicato questa cifra per il numero di 7 mila profughi, l'intero affitto si aggirerebbe intorno ai 41 / 47 milioni di euro all'anno.
Il calcolo viene fatto tenendo in considerazione, per esempio, fonti del comando di Sigonella che parlano di una valutazione di 1.000 euro al metro quadro, oppure i costi dichiarati da bandi pubblici per la gestione dei Cara(Centri di accoglienza richiedenti asilo) da cui si ricava che il costo per il soggiorno di un profugo è di 40/50 euro al giorno.
Al momento, però, né governo né il ministero hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito ai costi della struttura.

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=105


Processo breve, scontro La Russa-Fini: “Vaffa…” La replica: “Curatelo”.



Intanto avanti con l’impunità. Potrà pure cascargli il mondo addosso, ma Silvio Berlusconi non perde di vista l’obiettivo personale. E così è al prezzo dello stravolgimento dell’ordine del giorno parlamentare, delle contestazioni – l’opposizione in sit in di fronte a Montecitorio – della bagarre in aula che diventa sospensione della seduta nel pomeriggio, dopo un duro scambio tra La Russa – che accusa l’opposizione di essere “connivente con i violenti” – e il presidente della Camera Gianfranco Fini, che si prende un sonoro “Vaffa” dal coordinatore del Pdl.

La Russa a Fini: “Ma Vaffa…”. Replica: “E’ malato, curatelo”

Nel pomeriggio un centinaio di manifestanti è arrivato ad un passo del portone della Camera dei deputati. I manifestanti, in evidenza le insegne del popolo viola, hanno preso di mira, tra gli altri, Ignazio La Russa che proprio in quel momento stava passando per la piazza. “Venduto”, “ladri”, “fascisti”, hanno gridato al ministro della Difesa, mentre dal gruppo dei manifestanti partiva anche qualche monetina, memoria di quel che successe di fronte all’hotel Raphael nel 1993, quando un fitto lancio di monete investì l’uscita del segretario del Psi, Bettino Craxi, da quella che era la sua abitazione romana. Il coordinatore del Pdl è entrato dal portone principale della Camera protetto dalla scorta, mentre la polizia ha formato un cordone per permettere l’accesso agli altri parlamentari. La Russa è poi stato protagonista di un duro scontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini che ha portato quest’ultimo a sospendere la seduta.

Dopo l’intervento di Ignazio La Russa e del capogruppo Dario Franceschini, che si sono scontrati riguardo alla manifestazione in corso davanti a Montecitorio, il ministro della Difesa si è alzato in piedi applaudendo in maniera ostentata l’intervento del capogruppo Pd. A questo punto il presidente della Camera, Fini, ha richiamato La Russa che gli avrebbe risposto testualmente “non mi rompere, sto applaudendo”. Al secondo richiamo di Fini, La Russa gli ha risposto con un rotondo “vaffanculo”. A questo punto il presidente della Camera ha deciso di sospendere la seduta ma in Aula sono continuati schiamazzi e urli. Fini ha poi commentato con i giornalisti con ironia: “Curatelo”.

Pdl avanti tutta, modificato l’ordine del giorno

In mattinata il Pdl aveva chiesto – e ottenuto – per voce di Simone Baldelli, di invertire l’ordine del giorno della seduta dell’aula della Camera ed esaminare e votare immediatamente il provvedimento sul processo breve scatenando la bagarre in aula. Quindici i voti di scarto che porteranno il provvedimento ad essere esaminato subito. Contro la richiesta di inversione dell’ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Richiesta che invece è passata. Anche se l’annunciato rush è stato subito stoppato. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, infatti, ha raddoppiato i tempi di intervento in aula dell’opposizione, che ne ha fatto richiesta durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. “Speriamo di chiudere entro venerdi’”, ha poi riferito Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

Dopo la richiesta i deputati dell’opposizione avevano abbandonato i lavori del comitato dei nove della commissione giustizia in protesta contro il tentativo “di strozzare i tempi del dibattito” sul processo breve. Intanto in aula partiva il coro”vergogna, vergogna”. Dopo l’intervento del capogruppo del Pd Dario Franceschini, che ha espresso il parere contrario del suo gruppo, i deputati del Pd si sono alzati in piedi per applaudire e subito dopo è partito il coro.

”La proposta del Pdl – aveva detto il capogruppo del Pd – scrive una pagina inedita di violenza parlamentare e di abuso della maggioranza. Una doppia violenza”. Oggi, ha ricordato Franceschini, Berlusconi andrà a Lampedusa “seguito dalle telecamere e quella visita non è per risolvere il problema di quell’isola, è per coprire il processo breve”. Poi l’attacco più duro: “”Dov’e’ l’urgenza di varare il processo breve? Significa mandare in prescrizione migliaia di processi, liberare i criminali, lasciare impuniti imputati di violenza carnale solo perchè sono incensurati”.

Dopo l’intervento di Franceschini, dai banchi dell’opposizione tutti i deputati si sono alzati in piedi urlando “vergogna, vergogna!”. Dal Pdl immediato il coro di risposta: “Buffoni, buffoni!”.

Il retroscena: B. ai suoi, subito il processo breve

L’ordine di avanti tutta era arrivato direttamente dall’alto. Ieri, mentre l’unità del governo andava al macero sull’emergenza immigrazione, a Palazzo Grazioli il Cavaliere dava indicazioni precise ad Alfano; avanti a marce forzate sul processo breve, i nodi sulla responsabilità civile dei magistrati potranno anche essere sciolti con maggior calma, ma è meglio portare a casa la prescrizione breve prima che la maggioranza alla Camera dia segnali di cedimento. Che, peraltro, già si avvertono. E, allora, ecco che ieri – via sms – è arrivata ai deputati Pdl un’improvvisa convocazione per stamattina alla Camera.

In sostanza, all’interno del Pdl si sono create delle forti pressioni intorno al testo Pini sulla responsabilità civile dei magistrati, difficoltà che qualcuno aveva legato a un presunto intervento del Quirinale che, invece, non c’è stato. Quello che c’è, piuttosto, è che la Lega, in questo momento, non vorrebbe creare ulteriori motivi di frizione con la magistratura. E non potendo far nulla sul processo breve, perché serve direttamente a Berlusconi, ha chiesto proprio a Pini, il relatore leghista, di “limare” il testo per renderlo più vicino ai dettami dell’Europa. Comunque una marcia indietro, anche se il relatore ha negato che si tratti di un dietrofront.

Eppure, si è saputo che sarà reinserito “il dolo e la colpa grave” e verrà introdotta “la violazione manifesta del diritto” nell’accertamento della responsabilità del giudice. Ma ancora c’è comunque qualcosa che non convince e che farebbe tirare i tempi troppo per le lunghe; la priorità, d’altra parte, è la prescrizione breve.

Che oggi è entrata nel vivo. Con una modifica sostanziale annunciata ieri dal relatore, Maurizio Paniz, come se si trattasse di una rivoluzione che invece non è. Spiega, infatti, Angela Napoli di Fli: “La legge cambierà nome, non più processo breve – ha spiegato la deputata finiana – ma ‘disposizioni in materia di spese di giustizia, danno erariale, prescrizione e durata del processo’. D’altra parte, ormai nel testo c’è solo la norma sulla prescrizione che serve a Berlusconi, quindi se non si modifica il titolo non corrisponde più al contenuto”.

Nessun’altra modifica prevista. Nonostante i tentativi dell’opposizione, Paniz non ne ha voluto sapere di mettere mano ad altri punti controversi del testo, dunque la nuova norma ad personam per B. potrebbe essere licenziata dalla Camera anche entro la fine di questa settimana. Il successivo passaggio al Senato è considerato puramente “tecnico”, dunque la prescrizione breve dovrebbe diventare legge per la fine d’aprile. In tempo per far chiudere il processo Mills entro fine maggio.

Paniz si è detto convinto che non ci saranno problemi “sulla firma del capo dello Stato perché non c’è nulla di incostituzionale”. Si vedrà. Il fattore politico lo determineranno i Responsabili con la loro presenza. Qualcuno, anche ieri pomeriggio alla Camera, ipotizzava possibili “segnali” al Cavaliere sul voto finale
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