lunedì 16 maggio 2011

Napoli, sorpreso a fotografare la scheda La denuncia: «Hanno votato al mio posto»


Due anomalie si registrano oggi: la prima in un seggio di
Vico Equense. La seconda è stata segnalata dai Verdi.


NAPOLI - Sente il rumore dello «scatto» di una fotocamera digitale all'interno della cabina elettorale e il presidente del seggio chiama i carabinieri del servizio di vigilanza. È successo ieri nella frazione Arola di Vico Equense.

L'elettore, un 38enne del luogo, che nel frattempo era uscito dalla cabina, è stato invitato a consegnare il telefonino. Visionando le immagini sulla memoria dell'apparecchio, i carabinieri hanno notato la presenza della foto di una scheda elettorale nella memoria dell'apparecchio. Il presidente del seggio ha trattenuto la scheda, inserendola tra quelle annullate per specifica violazione di legge, mentre i carabinieri hanno denunciato il 38enne e sequestrato l'apparecchio telefonico.

Hanno votato al mio posto. «Segnaliamo un ennesimo caso gravissimo avvenuto stamane durante le operazioni di voto. Il sig. M.C. si è recato stamattina al seggio della scuola Tito Livio di Napoli per esprimere le proprie preferenze e ha scoperto che qualcuno aveva già votato al posto suo. L'episodio è stato immediatamente segnalato e denunciato alle autorità competenti per capire subito se si tratta di un caso isolato o di un sistema di consenso illegale a favore di qualche candidato o lista».

È la denuncia del commissario regionale dei Verdi Campania Francesco Emilio Borrelli con la lista Napoli riformista che hanno istituito un osservatorio sul voto pulito e libero a Napoli e provincia. «Dopo i pacchi regalo, i biglietti del calcio Napoli, i 50 euro a voto, le schede doppie consegnate ai votanti adesso scopriamo anche i cittadini che hanno già votato pur non essendosi recati al seggio. Chiediamo che la magistratura compia tutti gli atti necessari a verificare i livelli di inquinamento di questo voto amministrativo che ha raggiunto secondo noi livelli mai visti negli ultimi 20 anni. Stiamo assistendo ad un mercato delle vacche non alla libera espressione del voto con spese di milioni di euro per accaparrarsi il consenso. Non crediamo che tutto ciò che è successo sia solo frutto di strane coincidenze», conclude Borrelli.



Nucleare: referendum Sardegna, superato quorum.


CAGLIARI - Il referendum consultivo regionale sul nucleare in Sardegna è valido.
Alla chiusura dei seggi, alle 22, ha votato più di un terzo degli elettori.
Quando mancano solo i dati di tre piccoli Comuni dell'Oristanese, ha votato il 39,83 per cento degli elettori, oltre 6 punti percentuale in più rispetto al quorum di almeno un terzo degli aventi diritto richiesto dalla legge regionale n. 20 del 1957 per dichiarare valida la consultazione referendaria.
In provincia di Cagliari si è recato alle urne il 41,47 per cento, nel Nuorese il 39,33 per cento, in provincia di Sassari il 34,69 per cento e in quella di Carbonia-Iglesias il 46,57 per cento, nel Medio Campidano il 42,28 per cento, in Ogliastra il 39,24 per cento e nella provincia di Olbia-Tempio il 38,63 per cento. Nell'Oristanese il dato parziale della partecipazione al voto è del 39,26 per cento. I dati sull'affluenza confluiscono dai Comuni direttamente al Servizio elettorale della Direzione generale della Presidenza della Regione. Domani, lunedì 16 maggio, i seggi rimarranno aperti dalle 7 alle 15.



Ai seggi con Paperino e il cane tra brogli, risse e foto proibite. - di Felice Manti


C’è chi si è trovato in mano una scheda elettorale già «votata» e chi ne ha avute addirittura due.
La prima giornata elettorale regala aneddoti e curiosità da Nord a Sud. Alla sezione n. 2 di Rosolina (Rovigo), a un elettore è stata consegnata prima di recarsi in cabina una scheda già votata con tanto di preferenza. L’involontario protagonista è uno dei candidati alla poltrona di primo cittadino, e ha denunciato l’accaduto.
Il presidente del seggio ha minimizzato: «Lo scrutatore aveva in mano una scheda già votata e l’ha consegnata invece di inserirla nell’urna...». Sull’episodio indagano i carabinieri.
A Napoli invece, in una sezione del Pallonetto di Santa Lucia una signora ha ricevuto due schede per votare alle Comunali, come denunciano i Verdi. Nel capoluogo campano i rifiuti sono entrati praticamente nel seggio all’istituto Paisiello di piazza Montecalvario, tanto che è stato necessario chiamare gli addetti alla nettezza urbana per rimuovere un cumulo di rifiuti che impediva agli elettori l’accesso alla scuola.
A Milano il candidato del terzo polo Manfredi Palmeri è arrivato al seggio con la figlia Carola di 4 anni. Look ancora una volta un po’ discutibile quello del governatore lombardo Roberto Formigoni, al seggio in «chiodo» e maglietta di Paperino. Mentre a Bologna il candidato di Pdl e Lega a Palazzo Accursio Manes Bernardini (che non vota per sé perché residente a Casalecchio di Reno) ha accompagnato la moglie Lucia Caccavo a votare assieme al cane. A Torino il primo dei candidati a votare è stato Piero Fassino intorno alle 11 nel quartiere borghese di Crocetta. Qualche attimo di nervosismo coi fotografi e un rimprovero ai giornalisti per il troppo rumore. Poi Fassino si è precipitato in un’azienda a rischio chiusura, la Askoll, per un mega spot elettorale fuori tempo, suscitando l’ironia dell’avversario Michele Coppola (Pdl): «Sappiamo perché è nervoso...». Nervi a fior di pelle anche a Diano Marina (Imperia) dove solo l’intervento dei vigili urbani ha evitato il peggio tra i tre candidati a sindaco per un mancato accordo sulla rimozione dei manifesti elettorali. I candidati sindaci di Cagliari Massimo Fantola (centrodestra) e Massimo Zedda (centrosinistra) hanno votato a distanza di mezz’ora, senza incontrarsi, nello stesso seggio di via Collegio, nel quartiere Marina, in centro. A Olbia, in un seggio della scuola di Murta Maria, le operazioni di voto sono rimaste bloccate per un’ora a causa della protesta della candidata indipendentista Lisa Corimbi: «Le matite per votare non sono copiative, ma normali e dunque cancellabili». Sull’episodio indaga la Procura. Nonostante i divieti, almeno quattro elettori (a Catanzaro, Taranto, Napoli e Benevento) sono stati pizzicati mentre fotografavano la scheda elettorale con un cellulare, e sempre in Campania si sono segnalati diversi «galoppini» intenti a fare campagna elettorale sin dentro i seggi. Non sono mancati gli atti vandalici: le vetrine dell’ufficio elettorale di Carmine Abagnale, consigliere Pdl a Milano, sono state prese a sassate nella notte. A Città di Castello decine di manifesti elettorali del candidati a sindaco, Francesco Polidori, patron del gruppo Cepu, sono stati strappati, coperti con fogli bianchi o con la pubblicità di altri candidati. A Castiglion della Pescaia (Grosseto) l’affluenza è ampiamente inferiore al 50%: ha funzionato l’appello al non voto lanciato dal sindaco Pdl uscente, la deputata Monica Faenzi, dopo l’esclusione della lista azzurra. Sulla validità delle elezioni pende anche un’inchiesta della procura grossetana.



domenica 15 maggio 2011

Elezioni amministrative a Napoli: i dati in tempo reale.


Parte la corsa per le Comunali 2011. Nel capoluogo sono 10 i candidati alla poltrona di Palazzo San Giacomo, con Lettieri, Morcone e de Magistris in pole. Campania su Web seguirà il voto in diretta. Aggiornamenti anche da Salerno, Caserta e Benevento

Elezioni 2011

INTIMIDAZIONI A MATERDEI – Situazione poco tranquilla anche in altri quartieri di Napoli, come l’Avvocata e il rione Materdei. Secondo Maria Grazia Pagano, presidente del Pd Campania, “persone dentro e fuori le sedi elettorali tentano di condizionare il voto con atteggiamenti intimidatori. Ho prontamente fatto le dovute segnalazioni. Chiedo alle forze dell’ordine, al questore Merolla e al prefetto De Martino, di intensificare i controlli per garantire una serena partecipazione al voto”.

NAPOLI: VOTO CONDIZIONATO ALLA MARIANELLA – Nel primo pomeriggio giungono alcune polemiche riguardo presunte intimidazioni agli elettori che si recano alle urne. Il primo a denunciare la situazione è Nello Formisano, segretario regionale di Italia dei Valori: “Centinaia di galoppinì elettorali accompagnavano fin quasi dentro i seggi i poveri elettori cercando di condizionarli. È avvenuto stamattina nelle scuole elementari di Marianella, a via Ramaglio e via dell’Abbondanza”. La situazione sembra però essere risolta. Formisano continua, infatti, con un ringraziamento al prefetto, “intervenuto, non appena informato di quello che avveniva, per ripristinare modalità serene di partecipazione al voto”.

AFFLUENZA ALLE 12: NAPOLI CALA, SALERNO AUMENTA – Napoli vede abbassare la soglia degli elettori di un punto percentuale rispetto alla scorsa tornata, fermandosi al 12,19%. A Salerno, invece, i votanti aumentano: si passa dal 12,12 delle precedenti elezioni all’attuale 13,70, registrato sempre a Mezzogiorno. Anche Caserta registra un lieve aumento, mentre Benevento, come Napoli, cala di un punto rispetto alla precedente votazione.

MORCONE NON PUÒ VOTARE – Il candidato di Pd, Sel e Verdi, Mario Morcone, non ha potuto votare perché, pur residente a Napoli, non è ancora iscritto alle liste elettorali della città. Ciò non gli ha comunque impedito di accompagnare la famiglia al seggio e rilasciare le sue dichiarazioni. Anche per lui, come per de Magistris, si prospetta una giornata di relax: “Andrò in giro, verso il Duomo, magari per una visita al Museo Madre o al Museo di San Gennaro, posti straordinari che ho piacere a rivisitare. Nel pomeriggio passeggerò per il centro antico, e stasera farò una corsa a Roma per il cambio di stagione, per procurarmi qualcosa di più leggero”.

VOTANO ANCHE PASQUINO E LETTIERI – Il candidato del Terzo Polo, Raimondo Pasquino, ha votato alle ore 10 al liceo classico Sannazaro. All’uscita dal seggio ha dichiarato: “Siamo convinti che i cittadini abbiano compreso il nostro messaggio, speriamo di avere una risposta positiva dalla città”. Un’ora dopo, alle 11, Gianni Lettieri è arrivato alla scuola media Carlo Poerio, al Corso Vittorio Emanuele, per esprimere la sua preferenza: “Lavorerò con il mio comitato, con i ragazzi che mi stanno affianco, e sin da domani mattina sarò con loro magari incominciando a ragionare se bisognerà andare al ballottaggio. In tal caso, siamo pronti a impegnarci per altri 15 giorni”.

DE MAGISTRIS, PRIMO CANDIDATO AL VOTO – Primo fra i candidati a recarsi alle urne è stato Luigi de Magistris. Alle 9 e 30, l’ex pm ha raggiunto la scuola media “Belvedere”, nell’omonima via del quartiere Vomero. “Sono molto sereno – ha dichiarato all’uscita dal seggio – ho visto grande entusiasmo, passione e voglia di riscoprire la politica da parte della cittadinanza. Adesso mi godrò finalmente un giorno di riposo – conclude il candidato – dopo 40 giorni di intensa campagna elettorale. Attendiamo domani il risultato, che secondo me sarà storico per Napoli".

NAPOLI: I CANDIDATI – Una città stremata e disillusa quella che arriva alle elezioni amministrative. A Napoli è forte il sentimento dell’antipolitica, alimentato da collusioni camorristiche, montagne di rifiuti, tagli a cultura e trasporti, scandali finanziari. Una città dove fare il sindaco, al giorno d’oggi, sembra essere più una condanna che un privilegio. A raccogliere la sfida sono in 10: Gianni Lettieri per il Pdl, Mario Morcone per Pd e Sel, Luigi de Magistris con Idv, Raimondo Pasquino con Fli e Udc, Clemente Mastella con l’Udeur, Roberto Fico con il Movimento 5 Stelle, Raffaele Di Monda con Pin, Vittorio Lamberti del Movimento Sociale (ex Fiamma Tricolore), Giuseppe Marziale e Ciro Formisano, entrambi appartenenti alle liste di estrema Sinistra.

http://www.campaniasuweb.it/story/elezioni-amministrative-napoli-i-dati-tempo-reale



Minetti 'premia' le donne e la folla la contesta...


Un centinaio di persone si sono radunate a Sedriano, nel Milanese, per protestare contro la presenza del consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti a un concorso per premiare 'La creatività delle donne della Provincia di Milano', dove è stata invitata dal Comune come madrina.

I manifestanti hanno portato cartelli con scritte come «Minetti madrina delle donne, no grazie», «Facciamo Olgettina a Sedriano?». Uno striscione è stato appeso anche sul balcone dell'abitazione di fronte alla sala comunale in piazza del Seminatore dove è in corso la premiazione e i manifestanti hanno gridato «Vergogna» all'arrivo del consigliere regionale. «La protesta è nata spontanea dall'indignazione per un invito che in questo momento ci sembrava inopportuno - ha spiegato il segretario del Pd locale Atos Barbieri -, non voglio entrare nella logica dei giudici, ma bisognava evitare che proprio la Minetti premiasse i vincitori di un concorso al femminile». Nel comune del Milanese, amministrato da una coalizione di Lega Nord-Pdl, è stata varata anche un'ordinanza molto dura nei confronti della prostituzione, che punisce i clienti con il sequestro dell'auto e una multa da 500 euro.

I manifestanti che si sono radunati a Sedriano (Milano) per protestare contro la presenza di Nicole Minetti alla premiazione di un concorso, hanno accolto con fischi e slogan come «Vai all'Olgettina» il passaggio del consigliere regionale, che ha lasciato la sala dove si è tenuta la cerimonia. Nicole Minetti, invitata dal Comune di Sedriano, ha premiato le donne che si sono distinte durante l'anno per l'attività imprenditoriale. «Ho ricevuto un'accoglienza bellissima, mi sono sentita in mezzo ad amici», ha provato a glissare il consigliere regionale, che però ha preferito non commentare le proteste.

«Fino a quando una persona non è condannata per noi è innocente e ha il diritto di partecipare a cerimonie pubbliche senza essere attaccata», ha commentato il sindaco Alfredo Celeste, insegnante di religione, che presiede una giunta dove tre assessori su sei sono donne. «Sono state proprio le donne a chiedere di invitare la Minetti alla cerimonia - ha concluso - perché a causa delle vessazioni che sta subendo rappresenta il riscatto della condizione femminile, e anche per dare risalto alla manifestazione».



«Vieni da me, ho la neve»: Don Riccardo e le trasferte nelle saune a Milano.


«Passa da qui mi sento tanto solo» E il ragazzino, per gli inquirenti in stato di soggezione, andava in parrocchia.

MILANO - «Vieni, ho la neve». Così don Riccardo invitava i suoi «amici» a dividere la cocaina. In cambio della sniffata chiedeva compagnia o, nel linguaggio crudo delle inchieste giudiziarie, «prestazioni sessuali». Ragazzi che agganciava frequentando palestre, saune, bar a Milano. Ma con M. la storia era diversa, il sedicenne frequentatore della chiesa del Santo Spirito vedeva in don Riccardo un adulto a cui era difficile dire di no, il sacerdote esercitava il suo ascendente e faceva sentire importante il ragazzino: «Passa da me oggi, mi sento tanto solo» gli telefonava. E M. lo raggiungeva in parrocchia. Le intercettazioni telefoniche dei carabinieri sono un duro atto di accusa, e proprio queste intercettazioni - registrate negli ultimi giorni - hanno impresso un'accelerazione all'inchiesta. Il sacerdote è stato arrestato venerdì sera su richiesta del gip di Genova Giacalone per impedire la «reiterazione del reato», per fermare quegli incontri in parrocchia a base di sesso. Vittima, secondo le accuse, un ragazzino molto fragile. Quasi in balia del sacerdote, tanto che l'ordine di custodia cautelare nel quale si contesta a don Riccardo Seppia la violenza parla di «stato di soggezione» del giovane oggetto delle attenzioni del parroco.

Una personalità forte quella di don Riccardo, un cinquantenne energico e atletico, testa rasata, pizzetto che, tolto l'abito talare, si trasformava.

La sua, dalle carte dell'inchiesta, sembra essere stata una doppia vita: don Riccardo andava a Milano, lontano dalla parrocchia e dal quartiere operaio dove tutti lo conoscono come un sacerdote impegnato e gentile. Anche se c'è chi sussurra che sembrava «troppo sportivo» e non vuole aggiungere di più. Sportivo sì, don Riccardo lo era, tanto che la sua meta preferita a Milano erano le palestre ed è proprio partendo da un'indagine dei Nas sull'ambiente di palestre e saune, dove si sospettava un giro di anabolizzanti e stupefacenti, che l'autorità giudiziaria è arrivata al sacerdote. La sua utenza telefonica è incappata nelle intercettazioni cui erano sottoposti alcuni «soggetti» giudicati interessanti dagli investigatori. Quando l'utenza è stata collegata al nome di don Riccardo si è aperto uno scenario inaspettato: l'accusa parla di cessione di cocaina a diversi ragazzi in cambio di incontri a sfondo sessuale.

Ma è quando gli investigatori individuano M. e le pressioni che don Riccardo avrebbe esercitato sul sedicenne che scatta l'arresto. Se ci sono altri minorenni coinvolti è quello che le indagini stanno cercando di accertare. Intanto gli atti dalla Procura di Milano sono stati tramessi a quelli di Genova.

Erika Dellacasa, Michele Focarete

http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_15/vieni-da-me-ho-la-neve-gli-inviti-di-don-riccardo-e-quelle-trasferte-nelle-saune-di-milano-erika-dellacasa-michele-focarete_913b5790-7ee0-11e0-82e7-793d6ffe85d6.shtml


L’Italia promette soldi al Fondo per la lotta contro l’Aids. Poi non li dà ed è estromessa. - di Carla Rumor


Il nostro è l’unico paese a non aver versato la quota all'organizzazione che investe in progetti contro Hiv, malaria e tubercolosi. Non ha dato né i 160 milioni di dollari annunciati da Berlusconi per il 2009, né i 183 milioni per il 2010. E l'insolvenza è costata il posto nel consiglio di amministrazione

L’Italia lascia il suo posto nel consiglio di amministrazione del Fondo globale per la lotta contro Aids, malaria e tubercolosi. E’ stata esclusa perché indietro con i pagamenti di ben due anni. E su quella sedia ora siede la Francia.

L’organizzazione, con sede a Ginevra, è un partenariato internazionale che si occupa di raccogliere e distribuire risorse per prevenire queste tre malattie con oltre 600 progetti in 140 paesi del mondo. Dicono che sia un vero peccato per l’Italia, che è stato il paese promotore del Fondo al tempo del G8 di Genova.

Nel 2009 all’Aquila, sempre in occasione del G8, il presidente del Consiglio dichiarò durante la conferenza stampa del secondo giorno di lavori che era stato lui a volere fortissimamente l’organizzazione ginevrina. ”Il nostro Paese – disse – è in leggero ritardo nel versare i soldi al Global Fund, ma entro il prossimo mese verseremo 130 milioni di dollari a cui ne aggiungeremo altri 30″.

Quei soldi non sono mai arrivati. E a quei 160 milioni di dollari che Silvio Berlusconi prometteva (una cifra fra l’altro che non corrispondeva a quanto promesso dall’Italia, che, secondo fonti del Fondo globale, aveva previsto per il 2009 una donazione di circa 183 milioni di dollari) si sono aggiunti altri 183 milioni per il 2010. In totale, mancano all’appello circa 366 milioni di dollari, oltre 240 milioni di euro.

Degli oltre 40 paesi donatori (a cui vanno aggiunte associazioni come quelle che fanno capo a Bill Gates e a Bono Vox) l’Italia è l’unico a non aver ancora versato la quota del 2009. Per quell’anno un miliardo di dollari è arrivato dagli Stati Uniti, 400 milioni dalla Francia, 184 dalla Gran Bretagna, 57 dalla Russia. Le stesse cifre più o meno sono state donate l’anno successivo: Australia, Belgio, Olanda, Cina, India, Giappone, Kuwait, Polonia, Romania, Sud Africa, Tailandia, solo per citarne alcuni, tutti i donatori hanno rispettato i loro impegni internazionali. Mancava di nuovo l’Italia, nel 2010 in compagnia del Portogallo, sull’orlo del tracollo finanziario.

“Essendo uno dei paesi promotori, spero davvero che l’Italia possa continuare a supportare il Fondo sia politicamente che finanziariamente – dice il presidente del Fondo Michel Kazatchkine -. E’ vero che a causa delle recenti sfide economiche, l’Italia ha avuto delle difficoltà a mantenere le promesse, ma spero vivamente che si possa trovare una soluzione”.

La cosa peggiore, aggiunge Stefan Emblad, responsabile della gestione delle risorse del Fondo, è che l’Italia non è riuscita a fare nessuna promessa per il periodo 2011-2013. “A ottobre al quartier generale dell’Onu di New York, si è tenuta la conferenza del Fondo presieduta dal segretario generale Ban Ki-moon - spiega Emblad-. Un appuntamento che ogni tre anni riunisce tutti i paesi donatori che in quell’occasione dichiarano con quale cifra si impegnano a sostenere i progetti da realizzare nel triennio successivo. Ebbene, nessuna promessa è arrivata dall’Italia”.

Se da un lato è meglio non promettere se poi bisogna disattendere, dall’altro, il fatto di avere completamente disatteso gli impegni e aver fatto scena muta sul futuro, ha causato la perdita del seggio. “A seguito della discussione fra i paesi membri si è deciso di sostituire nel consiglio di amministrazione l’Italia con la Francia, uno dei paesi più generosi, insieme agli Stati Uniti – ha detto Embland -. Di certo continueremo a dialogare con il ministero, ma credo che ci sia un impasse politico in Italia oltre che una generale mancanza di soldi”.

“Ma quei soldi sono davvero necessari per portare avanti altri progetti. Per dare un’idea di come opera il Fondo – ci spiega Embland – con circa 100 milioni di dollari (67 milioni di euro circa) il Fondo Globale può finanziare programmi annuali in cui fornisce farmaci antiretrovirali a 92mila persone affetta da Hiv, prevenendo 10mila morti l’anno, fornisce profilassi a 13mila donne sieropositive incinta per evitare la trasmissione madre-figlio, distribuisce oltre due milioni di zanzariere per proteggere le famiglie dalla malaria, medicine per oltre un milione di malati di malaria e cure per 83mila persone malate di tubercolosi”.

Il che vuol dire lottare contro malattie che limitano la possibilità di crescita economica e sociale di un paese e contribuire allo stato di salute del pianeta. Eppure i fondi non bastano mai. “Servirebbero oltre 15 miliardi di dollari per il triennio a venire – aggiunge il presidente Kazatchkine -. I donatori che si sono incontrati a New York ne hanno assicurati circa 11,7, una cifra che conferma la fiducia che i paesi hanno nel Fondo ma che purtroppo non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi e debellare le tre malattie. Personalmente, continuerò instancabilmente nel mio sforzo di cercare risorse addizionali al Fondo per contribuire anche al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio (otto traguardi di sviluppo che i membri dell’Onu si sono impegnati a raggiungere entro il 2015, ndr)”.

Ecco perché la donazione dell’Italia è così importante, soprattutto se si pensa che a luglio Roma ospiterà dopo vent’anni anni la Conferenza mondiale sull’Aids, dove sono attesi scienziati ed esperti internazionali, rappresentanti del mondo politico ed economico che affronteranno anche il tema dell’accesso alle cure nel sud del mondo, nell’anno del trentesimo anniversario della scoperta del virus dell’Hiv.

Come paese ospitante sarà il primo ministro a fare gli onori di casa. Già nel 2000 Berlusconi parlò di Aids, a bordo della nave Azzurra, sulla quale fece la crociera elettorale lungo le coste italiane. Sui malati raccontò una barzelletta.