Una folata di vento ha scoperchiato una delle terrazze di Palazzo Grazioli, residenza romana del presidente del consiglio. La zona è transennata, sotto ci sono i vigili del fuoco. Un anziano romano, vista la scena, si è lasciato sfuggire un quanto mai azzeccato "Mica si vorrà buttare per i risultati elettorali...; per sua fortuna la scorta non lo ha sentito, altrimenti lo avrebbero fermato per "vilipendio", come hanno fatto con quei cittadini che, a Palazzo di giustizia, a Milano non sono riusciti legittimamente a trattenere il loro sdegno per i continui comizi di un imputato contro i suoi giudici.
Eppure, eppure, qualcosa comincia a muoversi, forse addirittura a sgretorlarsi. I risultati di oggi, se saranno confermati dagli scrutini, sembrano delineare la fine del mito della invinciibilità del capo supremo. Del resto è più facile acquistare qualche parlamentare" responsabile" che non milioni di cittadine e di cittadini.
"Milano non potrà fare a meno di noi.." aveva sproloquiato persino dentro il seggio il vecchio bucaniere, convinto di avere già in tasca la vittoria per sè e per la signora Moratti, quella che è ormai diventata una imitazione della Santanchè e di Vittorio Sgarbi.
"A Napoli non c'è partita, si tratta di vedere di quanto stracceremo gli oppositori..", invece si beccheranno de Magistris, e ci auguriamo che tutto il centro sinistra voglia ora appoggiarlo lealmente e riconoscere lo straordinario risultato conquistato, alla faccia di chi lo aveva dipinto come un candidato troppo radicale e, dunque, invotabile.
Questo sarà ora uno dei problemi del centro sinistra: riconoscere le diversità, smetterla con le polemiche, sostenere lealmente tutti i candidati, sia che si tratti di Piasapia vicino a Vendola, sia che si tratti di Merola, espresso dal PD, sia che si tratti di De Magistris, vicino alla Italia dei valori, sia che si tratti di una donna o di un uomo indicati da Rifondazione, dai Verdi, dal terzo polo, da Futuro e libertà, da Grillo e dalle sue liste che comunque hanno conquistato consensi di cittadini che reclamano diritti fondamentali e che non possono essere liquidati come persone "moleste e sgradite". Non è questo il momento di restare impigliati nelle logiche di schieramento e di appartenenza, naturalmente tale principio deve valere per tutti, nessuno escluso.
Per una volta cerchiamo davvero di essere davvero all'altezza della situazione e di mettere al centro l'interesse generale, la necessità di liberare l'Italia dall'incubo che la tormenta e pregiudica il suo futuro.
La partita non è affatto conclusa: oggi si è giocato solo il primo tempo. Prima della conclusione, nelle prossime due settimane, Berlusconi le tenterà tutte e le piazze mediatiche saranno al centro della sua attenzione, non solo nei grandi centri, ma anche in tutte quelle realtà territoriali dove si terranno i ballottaggi e dove pressioni di ogni natura saranno esercitate nei confronti dei media locali.
Le autorità di garanzia avranno il non facile compito di garantire elezioni corrette e una condizione di parità nell'accesso ai media ai diversi candidati.
Il segretario del PD Bersani, nei giorni scorsi, aveva preannunciato una clamorosa iniziativa nei confronti della autorità di garanzia delle comunicazioni per porre fine ad una situazione di "emergenza democratica". Il voto di oggi è stato strappato, nonostante queste emergenza non sia stata risolta, nelle prossime ore il conflitto di interesse sarà impugnato come una clava per stendere gli avversari, e Berlusconi non farà differenza tra presunti moderati e presunti radicali. Per lui saranno solo nemici da eliminare.
Sarà il caso che Bersani e con lui tutti quelli che ancora credono nell'articolo21 della Costituzione si riuniscano rapidamente e concordino tutte le iniziative utili a prevenire e a fermare l'annunciato broglio mediatico.
Per quanto ci riguarda chiederemo a tutte le associazioni che hanno promosso con noi la grande manifestazione del 12 marzo scorso, dedicata al tricolore e alla Costituzione, di promuovere tutte le inziative, anche le più clamorose, utili a garantire la regolarità del prossimo voto, quello per le elezioni aministrative e quello, non meno rilevante, per i quesii referendari.
Il primo tempo è stato perso da Berlusconi, sarà il caso di non fermarsi sino al fischio finale, sino alla formale proclamazione della sua sconfitta, che non sarà nè scontata, nè facile.