sabato 21 maggio 2011

"Berlusconi a reti unificate, autorità intervengano immediatamente"


"Avevamo ragione. Altro che le balle sul Berlusconi silente.

Nel tentativo di vincere ai ballottaggi sono pronti a qualsiasi broglio mediatico.

E infatti Berlusconi ha preparatoieri sera cinque interviste su tg1, tg2, e sulle tre reti Mediaset.

L'invasione mediatica programmata dal presidente del consiglio deve essere immediatamente monitorata dalle autorità di garanzia che non potranno fare finta di non vedere.

A nessuno e soprattutto al padre padrone del conflitto di interessi può essere consentito di fare quello che gli pare e piace anche perché si rischia l'alterazione del libero esercizio del voto.

Dal momento che avevamo ampiamente preavvertito l'autorità di garanzia ci auguariamo che i provvedimenti siano immediati a partire dai tempi di compensazione altrimenti sarà meglio che l'arbitro passi l'incarico ai colleghi europei".

Le elezioni non sono ad armi pari - di Roberto Zaccaria / Le ragioni del sit-in promoso da Articolo21 e altre organizzazioni davanti alla sede Agcom.

http://www.articolo21.org/3223/notizia/berlusconi-a-reti-unificate-autorita.html





"Trasferisco Roma a Milano"


Dieci ipotesi su cosa farà, dirà, prometterà
Berlusconi ai milanesi per ribaltare il risultato elettorale


1) Pisapia è il nipotino di Bin Laden

2) Strauss-Kahn è innocente.
E' stato Pisapia a stuprare la cameriera.

3) Sostituirò la Moratti con Lars von Trier

4) Trasferirò Roma a Milano

5) Trasferirò la nebbia a Roma

6) In caso di sconfitta anche al secondo turno
trasferirò a Milano la spazzatura di Napoli

7) Abolirò il voto di ballottaggio. Basta il giuramento
sulla testa dei miei figli che ho vinto io

8) Tutti gli elettori di Milano avranno un posto da sottosegretario

9) Le tasse dei milanesi verranno pagate dai romani

10) Se vinco mi dimetto

Current: “Sky ci ha tagliato per motivi politici, ecco le prove”


“Come anticipato per telefono, confermiamo che, sfortunatamente, dati i pesanti e inaspettati tagli di bilancio, non siamo nella posizione di negoziare un rinnovo del contratto di trasmissione per Current Tv in questo territorio e che quindi l’attuale accordo scadrà il 7 maggio 2011”.

Questo l’incipit secco del fax che l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge ha inviato a Current lo scorso 22 aprile. Significa fine delle trasmissioni, senza se e senza ma, a partire dal 30 giugno, come specificato poco più sotto nel testo, con una compensazione di 1 milione di euro.

Ecco la prova, secondo la filale italiana della televisione fondata da Al Gore, della volontà politica di disfarsi di Current che il canale dell’ex vice-president americano attribuisce alla assunzione da parte del gruppo di Keith Olbermann, giornalista che spesso ha parlato – in modo non lusinghiero – del magnate di Sky, Rupert Murdoch.

Il benservito arriva nei fax di Current molto prima, 21 giorni, della proposta di rinnovo del 13 maggio. Solo ieri la dirigenza del gruppo di Murdoch aveva fatto circolare la copia della proposta a riprova della buona fede del gruppo. Assieme a questa le motivazioni dello stesso Mockridge. Cause economiche, secondo l’ad di Sky Italia, e mancato raggiungimento degli obiettivi.

Current ribatte su tutta la linea. Dagli ascolti (leggi il blog di Tommaso Tessarolo) fino alla “cancellazione del canale senza alcuna possibilità di negoziazione”. La rete di Gore sta diffondendo in queste ore una nota in cui ricostruisce la vicenda e attacca: “Una decisione tanto perentoria da essere accompagnata soltanto dalle necessarie note relative al licenziamento dell’intero staff italiano”.

Una vera e propria “beffa”, scrivono, al punto che l’unica offerta che Sky invia a Current – quella del 13 maggio, appunto – ammonta ad un milione di euro in tutto. “Meno di un terzo dell’attuale contratto”, ma soprattutto uguale a quel milione di euro offerto venti giorni prima come compensazione per levarsi di torno. “Una cifra così bassa – scrive ancora il network – da non concedere alcuna possibilità di sopravvivenza e da rappresentare un insulto deliberato”. E’ per questo, sostengono, “che il Ceo Tom Mockridge ieri ha cancellato le cifre dalla lettera del 13 maggio”.

Ed è per questo che ancora una volta Current chiede ai suoi spettatori di contattare il call center di Sky e disdire l’abbonamento “qualora Sky non si decida ad avanzare una proposta economica accettabile per mantenere il canale e il suo staff in vita”.




Giammarinaro e Sgarbi, i documenti.


Il critico ha trovato il colpevole per lo storico flop di ascolti che ha affossato il suo programma. Così annuncia una causa da 10 milioni di euro al Fatto e chiede che questo sito sia oscurato se non rimuoverà gli articoli sulla sua amicizia con Pino Giammarinaro. Ma noi abbiamo esercitato solo il diritto di cronaca.











La richiesta di sequestro preventivo dei beni a carico di Giuseppe Giammarinaro fatta propria dai giudici in cui si raccontano i rapporti con Vittorio Sgarbi.



Tempo reale di Vittorio Zucconi

21
MAG
2011

Il Minzopredellino

Il Cdr (Comitato di Redazione) del TGUno, massimo organo di informazione del servizio pubblico che dunque deve rappresentante anche quella grande maggioranza di italiani nche non hanno mai votato, non votano e non voteranno mai per SB eppure pagano il tributo, teme che i comizi di Berlusconi spacciati in apertura come “interviste”, più note come pigiamini di saliva con rinforzo al cavallo, nuocciano “alla credibilità della testata”. Tranquilli, cari colleghi. Con il federale Minzolini al timone, che ha trasformato il più importante TG da un giornale tradizionalmente filogovernativo, al predellino del proprietario delle reti (teoricamente) concorrenti, non c’è più alcuna credibilità da perdere. Non si possono uccidere i morti. Coraggio e arrivederci al 25 aprile di non so quale anno.

Domani si fa credito

“Faremo di Milano una grande metropoli europea” dice nell’ intervista a se stesso diffusa sulle principali reti della Corea del Nord (sezione Italia) il Caro Risorto. Ottima idea, come avrebbe detto Ghandi, ma perchè non ha provato a farlo nei 20 anni di governo suo, dei suoi e del suo amico e complice el Furmìga sulla città e la Lombardia?

http://zucconi.blogautore.repubblica.it/


venerdì 20 maggio 2011

Sgarbi annuncia: “Voglio far chiudere il Fatto”.


”Voglio far chiudere Il Fatto, diffonde solo menzogne”. Non solo,Vittorio Sgarbi vuole anche oscurare questo sito. Il critico d’arte ha trovato il colpevole per per il flop che ha affossato il suo programma e vuole punire questo giornale. All’indomani della sospensione della sua trasmissione su Rai1, Sgarbi annuncia infatti l’intenzione di procedere con azioni legali contro l’edizione cartacea, così come contro questo sito qualora non agisse come richiesto, e prevede rimborsi milionari per gli articoli pubblicati in questi giorni su Salemi e sulla trasmissione “Ci tocca anche Sgarbi”. “Chiedo 10 milioni di euro per gli articoli dei giorni scorsi – dice - quelli in cui mi si indicava come esecutore della mafia – spiega il critico ferrarese – perché è una cosa di una gravità assoluta”.

Sgarbi dimentica di dire che i rilievi su di lui non vengono dalle opinioni dei cronisti di questo giornale, ma dalle pagine di una richiesta di sequestro preventivo di 35 milioni di euro ai danni del signor Giuseppe Giammarinaro. E che i rapporti tra quest’ultimo e il critico non sono frutto della fantasia dei cronisti di questo giornale ma dell’azione investigativa, correttamente riportata e compresa di testimonianze negli articoli che raccontavano la cronaca degli eventi. Si tratta in tutto di 388 pagine di documentazione.

Intanto il legale del critico ferrarese, Giampaolo Cicconi, anticipa che tra oggi e domani verrà recapitata al giornale una diffida “ad eliminare immediatamente dal sito web l’articolo del 17 maggio, firmato da Sonia Alfano dal titolo ‘Salemi e le amicizie pericolose’, nonché quello intitolato “Vittorio Sgarbi , Saverio Romano e l’amico di Salemi sorvegliato speciale” e dei successivi, in quanto palesemente diffamatori”. Nell’atto di diffida, conclude il legale, “è compresa una richiesta di sequestro preventivo nel caso in cui il quotidiano non ottemperasse”.

C’è poi una seconda querela in arrivo, battono le agenzie, che riguarda il pezzo andato in pagina oggi in cui si parla del programma tv, “che attribuisce alla trasmissione dei costi per puntata inverosimili”.

Insomma, per Vittorio Sgarbi questo giornale sarebbe il mandante di una campagna diffamatoria orchestrata ai suoi danni. A questo proposito l’unica cosa che possiamo replicare al signor Vittorio Sgarbi è una immortale vignetta di Altan che gli consigliamo di far propria: “Mi chiedo chi sia il mandante di tutte le cazzate che faccio”.



Sicilia: il numero delle auto blu dei vip eguaglia quelle di Polizia e Guardia di Finanza.


Sono oltre 2100 le auto in dotazione alla regione Sicilia e agli enti collegati. I mezzi in dotazione a Polizia e Gdf sono invece 2679, spesso però in condizioni disastrose.

di Giuseppe Lo Bianco
e Marina Pupella

A Trapani circolano due volanti della polizia per presidiare il territorio ma sono ben 161 le auto di servizio in dotazione all’amministrazione comunale. Anche ad Agrigento sono due le volanti della questura, a fronte di ben 87 auto utilizzate dall’amministrazione provinciale, che amministra 43 comuni: a Palermo, dove i comuni amministrati sono 80, le auto della provincia sono 15. E in Sicilia, inoltre, circolano tante auto blu utilizzate per il trasporto ‘’vip’’ quasi quante volanti di polizia e guardia di finanza (i carabinieri non hanno fornito i dati) destinate sul territorio alla sicurezza dei cittadini. Ma non solo: nelle strade siciliane le auto blu percorrono il doppio di chilometri di quelle lombarde su un territorio che ha la stessa estensione geografica. Un costo in piu’, per la Sicilia, calcolato in circa 14 milioni di euro. Mentre il varo dei nuovi sottosegretari del governo Berlusconiha tra i suoi effetti anche quello di allargare il gia’ consistente parco di auto blu, la Sicilia ha varcato le colonne d’ercole del rapporto tra i privilegi della ‘casta’ e la sicurezza dei cittadini: elaborando i dati del monitoraggio compiuto dalministero della Funzione pubblica in collaborazione con Formez Pa si scopre che nell’isola dove il sistema mafioso è ancora saldamente radicato e di recente ha fatto risentire la sua presenza minacciosa con due omicidi avvenuti a Palermo nel giro di una settimana, polizia e fiamme gialle possiedono 2679 mezzi, contro circa 2100 auto blu a disposizione di Regione ed enti collegati. L’equivalenza emerge dalla proiezione del dato reale di 213 auto blu in 48 comuni e sette province siciliane che hanno risposto al questionario di Brunetta proiettato sul numero di comuni siciliani (390) e di province (9). Si arriva, cioe’, ad una cifra di 1545 auto di rappresentanza cui bisogna aggiungere le 572 in dotazione della regione, delle asl, delle universita’ e degli enti collegati, per un costo complessivo, in proiezione, di circa 180 milioni di euro.

A fronte di questi dati i poliziotti siciliani hanno a disposizione soltanto 33 volanti, impiegate dagli Uffici prevenzione generale nelle nove province dell’isola: quindici –sedici (a seconda che il personale sia a disposizione) a Palermo (otto per il turno notturno), sei a Catania, tre a Messina, due a Trapani e Agrigento, una ciascuna a Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa. E se nel capoluogo, per risparmiare, i commissariati non mandano piu’ in giro di notte la propria volante (ad eccezione dei due quartieri ‘di frontiera’ Brancaccio e San Lorenzo) a Siracusa capita che i gas di scarico delle volanti, vetuste con 200 mila chilometri nelle ruote, filtrino all’interno delle autovetture mettendo a rischio la salute degli agenti. ‘’Siamo in una situazione emergenziale – sostiene Matteo Spatola, segretario regionale del Silp Cgl - dovuta ad una sensibile diminuzione rispetto agli anni precedenti di volanti sul territorio. Altro problema è la mancanza di collegamenti tra gli apparati radio portatili a causa del mal funzionamento dei ponti radio, che rischia di vanificare gli interventi di urgenza”. Il governo che ‘’arresta i latitanti’’ come ripete Berlusconi, non e’ in grado di fornire auto e mezzi alle forze dell’ordine per garantire la sicurezza dei territori. La causa e’ sempre una: mancanza di investimenti. “Il governo non ha investito sulla sicurezza in termini di adeguamento di organici e di rinnovamento del parco auto esistente – aggiunge Spatola - abbiamo autovetture vecchie e malandate, spesso con una percorrenza superiore ai 250 mila chilometri, blocco del turn over, con personale in pensione che non viene sostituito da nuove leve’’. Un vizio nazionale, quello delle auto blu. Dai dati di Brunetta si scopre che “la spesa totale annua dell’intero parco autovetture delle amministrazioni ‘civili’ statali, onnicomprensivo di personale impiegato nella guida, nella gestione e nella manutenzione, ammonta a 4 miliardi di euro”. Una bella cifra che lascia l’amaro in bocca a coloro che rischiano quotidianamente la vita sulle strade per contrastare la criminalità e che si vedono tagliare risorse per 2,5 miliardi di euro per il triennio 2011-2013. Forse e’ anche per questo che il vice-presidente della Regione siciliana, il prefetto Giosue’ Marino, ha scelto di invertire il trend regionale: per tornare da Palermo a Messina preferisce farsi accompagnare dall’autista della regione alla stazione, e proseguire con il treno, lasciando, per una volta, l’auto blu in garage.