lunedì 20 giugno 2011

Annozero tutti in piedi. - di Giuseppe Giulietti


Tutti in piedi per chiedere la cacciata dei pidduisti e dei piquattristi dalla Rai e dall’Italia. Nel finale del film L’attimo fuggente i ragazzi montano sui banchi e cominciano a pestare i piedi esprimendo così la loro solidarietà all’insegnante che li aveva educati alla libertà e il loro orrore contro i censori e gli intolleranti di ogni risma.

Ieri sera a Bologna migliaia di persone sotto il palco, e milioni collegate con Current tv, con Rai News e con la rete, si sono alzate in piedi, non solo per celebrare il lavoro e il compleanno dellaFiom, ma anche per gridare il loro amore per la libertà e il loro affetto a chi, come Michele Santoro, Marco Travaglio, Serena Dandini, Vauro e tutta la squadra di Annozero, in questi anni, ci ha regalato straordinarie serate di informazione libera, autonoma dai poteri, capace di illluminare le zone più oscure della vita nazionale. Non a caso queste donne e questi uomini – basterebbe pensare alla straordinaria testimonianza del magistrato Antonio Ingroia – sono nel mirino del Caimano e delle sue logge, sono l’equivalente dell’aglio per il vampiro, e il paragone non ci sembra azzardato.

Perchè mai Luigi Bisignani, uno dei capi della P4, avrebbe scritto la lettera di licenziamento diSantoro? Era forse il capo di Masi? Era un suo consulente? A che titolo quel signore si occupava della Rai? Siamo sicuri che non lo abbia fatto anche in queste ultime settimane? Perchè la signoraLei ha accompagnato Santoro alla porta subito dopo l’esternazione di Berlusconi che indicava proprio in Michele la causa della sua sconfitta?

Come mai per le prossime nomine tornano a circolare nomi di quarta fila, già proposti da Agostino Saccà, quello che diede esecuzione al primo editto bulgaro? Chi li ha indicati, quali sono i loro curricula? Bisognerà forse aspettare che se ne occupi un tribunale o dovremo scoprirlo nelle prossime intercettazioni? I tanti presunti cattolici che affollano la Rai non hanno nulla da dire, hanno baciato anche loro l’anello e il cappuccio al massone deviato di turno?

Chiunque abbia visto Tutti in piedi! non ha bisogno di grandi spiegazioni: quella banda deve tacere perchè racconta i fatti, perché, come ha detto Travaglio, non c’è nulla da inventare, basta riportare quello che loro medesimi dicono e scrivono. Dagli schermi non vogliono cacciare solo Santoro, Travaglio, Fazio e la Gabanelli, ma chiunque voglia raccontare i fatti, perchè sono talmente ributtanti in sé, talmente schifosi da non aver bisogno di condimento alcuno.

Il Caimano ha ormai iniziato la battaglia finale, quella contro la realtà fattuale. Nell’ultimo delirio vorrebbe imporre, forse per decreto, l’espulsione della realtà dalla vita, anzi vorrebbe che tutti gli italiani diventassero come quei 314 parlamentari che hanno decretato che il povero Silvio telefonava alla questura per salvare quella che credeva essere la nipote del presidente egiziano. Purtroppo per lui è più facile comperare qualche deputato Responsabile che acquistare qualche milione di cittadini “irresponsabili” che, Bisignani o non Bisignani, continueranno, per esempio, a vedere Annozero dovunque sarà trasmesso e non si fermeranno sino a quando il Caimano e la sua loggia, i tanti Bisignani che inquinano il paese, non se ne saranno andati.

Non ci fermeremo sino a quando il Caimano non avrà preso la via dello zoo oppure del ricovero in qualche clinica per anziani animali, accompagnato dalla sua corte di squali, vipere, topi di fogna, e i cittadini potranno finalmente vedere quello che vorranno senza dover chiedere il permesso a nessuno, e la tv sarà restituita a quelli che la sanno fare e che per decidere un programma non hanno certo bisogno di telefonare al Bisignani di turno, a qualunque loggia appartenga, di qualsiasi natura sia.

Per queste ragioni non fermeremo neppure la nostra raccolta firme affinchè Santoro rientri in Rai anche a un euro a puntata come lui stesso ha detto, lanciando la sfida agli abusivi che tengono ancora in ostaggio “il bene comune Rai”. Loro non lo sanno ma, prima o poi, Annozero tornerà a essere un programma della Rai, e di loro si perderà anche il ricordo, forse anche del loro padrone!



Geppi Cucciari, la regina di quorum Che fa ridere pure Sallusti. - di Federico Mello


Lunedì pomeriggio, nell'ultimo giorno di voto per i referendum, la comica era ospite nello speciale di Enrico Mentana. E con le sue battute ha steso pure 'Mitraglia'. "Berlusconi prenderà atto del quorum? Sì, dalle isole Cayman". Un'intervista che passa anche per la campagna acquisti di La7 e la sua esperienza a Mediaset

“Caro Enrico resta un dato: il referendum è stato un trionfo e anche il premier ha detto che bisogna prenderne atto. Lui ne prenderà atto dalle isole Cayman”. Mentre lunedì pomeriggio arrivavano i dati sul referendum, nello speciale di Enrico Mentana su La7 (14 per cento di share) le battute di Geppi Cucciari lasciavano il segno: “Mi ha colpito che anche Sallusti abbia sorriso. È stata una sorpresa per me, anche dal punto di vista umano” ci dice lei ancora divertita. Trattenersi non era facile: “Ha chiamato Obama, ha chiesto se può avere anche lui un programma su La7”, il suo esordio nello speciale dopo la telefonata diCelentano, ma non solo: “Tutti gli elettori che hanno raggiunto i venti timbri sulla scheda riceveranno in omaggio un trolley dal Viminale con l’autografo del ministro Maroni e una dedica: ‘A soreta’”.



Geppi, Mentana è soprannominato ‘Mitraglia’ ma anche tu non scherzi…
È vero: l’ironia e la comicità sono legati al ritmo. Poi io sicuramente avrei bisogno di un logopedista: qualche volta prendo una marcia inspiegabile. Sono una con un ritmo vivo, vivace.

Siete una bella coppia…
Abbiamo delle conversazioni a telecamere spente molto generose dal punto di vista comico. A volte irripetibili e fortemente legate al reciproco istinto all’improvvisazione.

Santoro, Fazio, Saviano, Floris, Gabanelli. Tutti a La7?
E mi sembra giusto: è un paradiso felice. Ma stanno predisponendo delle eliminatorie all’ingresso: così si accomodano uno per uno a dialogare con chi di dovere. Scherzo: li aspettiamo a braccia aperte.

Qualcun altro che ti piacerebbe vedere a La7?

Fiorello, lo adoro, ma mi sa che andrà alla Rai.

Tu lavori anche per Mediaset: hai appena finito Italia’s got talent su Canale5.
Di Italia’s got talent amo la sua dimensione legata all’intrattenimento puro. È chiaro che nessuna delle battute che ho fatto lunedì avrebbe avuto senso in quel contesto.

E Gday, la tua striscia pre-tg su La7, sarebbe immaginabile su un’altra rete?
No, Gday è un programma fatto sulle notizie, con un gruppo di autori che comincia a lavorare otto ore prima della diretta. Si parla di attualità e quindi può capitare William e Kate così come il legittimo impedimento. Fino a tre mesi fa non avevo mai pensato che il proprietario della rete potesse avere un’influenza sul mio lavoro. Perché mi muovevo in un ambito di intrattenimento più leggero. Gday è un’altra cosa, ma comunque spero di poter dire quello che penso ovunque.

In Gday mischiate filmati, sketch, sondaggi e fate parlare la gente.

Escono tre ragazzi la mattina e chiedono “la notizia del giorno”. Le risposte che non ti aspetti sono le più interessanti.

Per strada raccogliete anche pareri su leggi “surreali”, tipo l’obbligo di pagare 5 euro per andare a votare ai referendum.

Qualcuno non ci crede, alcuni sì. Questo dimostra che la televisione ha ancora una credibilità maggiore di quella che meriterebbe.

Lunedì scorso, durante una conferenza stampa a Villa Madama con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyah, Berlusconi scherzava sul “bunga bunga dell’800″ a proposito di un quadro che raffigura il Parnaso.
È sempre un diversivo per parlare di altro, una tecnica completamente bancaria: “Guarda c’è un delfino dietro di te”. Poi ti giri e non lo vedi mai. Mostrare i dipinti e parlare di bunga bunga è la stessa cosa.

Si dice che con la politica italiana sia difficile il mestiere del comico. È vero?
Stai parlando con una persona che si cimenta con questa comicità da pochi mesi. Ma, secondo me, osservare con una lente comica quello che succede, fare satira di costume, anche un po’ politica, darà sempre qualcosa in più rispetto a qualsiasi politico.



“Casus belli? Non importa se i ministeri sono belli” figuraccia epica di Salvini su La7 – Video



Storica figuraccia di Matteo Salvini (Lega Nord) in collegamento da Pontida con il TgLa7. Alla domanda di Mentana “Il tema dei ministeri a Roma può costituire il casus belli?”, Salvini risponde: “Quanto belli, quanto grandi, quanto splendenti siano i ministeri a Roma onestamente mi interessa molto poco…”. L’espressione ‘casus belli’ (‘motivo di guerra, di scontro’) viene clamorosamente confusa da Salvini con l’aggettivo belli, riferito ai ministeri. Vabbè, che ci volete fare. Il latino lo parlavano i romani, mica i padani.


P4: Presidenza del Consiglio, Rai ed Eni Altri contatti nella rete di Bisignani.


L’inchiesta per la Loggia P4 si allarga. A interessarsene anche la Procura di Roma. A cui i colleghi di Napoli hanno inviato per competenza parte del fascicolo. Tre i casi capitolini contestati al lobbysta Luigi Bisignani: appalti poco chiari con enti pubblici come Eni e Poste, una trattativa riservata da cento milioni di euro per cedere un immobile alla presidenza del Consiglio, una presunta influenza su nomine e contratti in Rai. Intanto i pm partenopei continueranno a indagare sul coinvolgimento di diversi politici: dal sottosegretario Gianni Letta alle ministre Stefania Prestigiacomo e Mariastella Gelmini. La prima intercettata nell’ufficio di Bisignani, la seconda che ha ammesso i contatti frequenti con Bisignani durante la sua testimonianza.

Si allunga così anche la lista dei contatti del lobbysta, un tempo affiliato alla P2. Come l’ex direttore generale di viale Mazzini, Mauro Masi. Dalle intercettazioni contenute nel fascicolo degli inquirenti emergono gli stretti rapporti tra i due, che un giorno avrebbero discusso anche di Michele Santoro. E’ Bisignani a passare all’ex dg alcune notizie riguardo alle indagini della Procura di Trani sulle presunte pressioni di Silvio Berlusconi su Giancarlo Innocenzi, dipendente dell’Autorità garante per le comunicazioni, affinché facesse chiudere ‘Annozero’. Durante l’interrogatorio, entrambi hanno confermato. Ma Masi non sarebbe stato l’unico contatto di Bisignani adatto a influenzare la tv pubblica. Frequenti erano infatti i suoi rapporti anche con l’avvocato Salvatore Lo Giudice, consulente della presidenza del Consiglio in materia di giornali e tv. Attraverso di lui, Bisignani avrebbe tentato di trattare per i contratti di alcuni conduttori. I più scomodi per il Cavaliere, come Milena Gabanelli e Giovanni Floris.

Ma Palazzo Chigi è coinvolto anche in un altro capitolo dell’inchiesta passata a Roma dai magistrati campani che per primi indagano sulla presunta Loggia P4. Il nuovo filone riguarda anche le trattative, poi sfumate, per la vendita di un immobile alla presidenza del Consiglio da parte di Bisignani. Prezzo su cui accordarsi: circa cento milioni di euro. Contratto poi saltato forse proprio per l’apertura delle indagini. Ma il contatto c’è stato e la proposta di vendita pure: a confermarlo è lo stesso Bisignani durante il suo interrogatorio.

Ultimo filone di indagini, infine, i rapporti con diverse aziende pubbliche. Come l’appalto preso con la Ilte, società di Bisignani, per stampare la rivista dell’Eni. O la “concessione per la stampa delle bollette” delle Poste e “non soltanto”, tramite un’altra società, la Postel, crerata proprio con Poste italiane. E’ quanto riferisce nella sua testimonianza Alessandro Bondanini, collaboratore di una delle commercialiste del lobbysta. Rapporti, compresi quelli con i vertici dell’Enel, che emergono anche da altre testimonianze ascoltate dagli inquirenti. Che adesso voglio essere sicuri che si tratti di appalti puliti e che Bisignani, con le sue conoscenze, non abbia influenzato contratti o sponsorizzazioni in aziende pubbliche.



domenica 19 giugno 2011

L’hanno rimasto solo. - di Marco Travaglio.



“M’hanno rimasto solo, ‘sti quattro cornuti. Me so’ ‘nfilato dentro lo scarico della mondezza, l’ho presa tutta addosso. Cinque ore so’ lì dentro, coi bacherozzi e i sorci…”. Niente di meglio dell’ “Audace colpo dei soliti ignoti” per immortalare il tramonto del Grande Comunicatore che non comunica più. O meglio: ci prova, ma non trova più nessuno a cui comunicare. Incomunicabilità totale. Mediaset perde ascolti a rotta di collo. Un paio di milioni d’italiani, pur di non vederlo, non perdono un istante della festa della Fiom. E dalle ultime intercettazioni sulla P4 la sua voce non risulta nemmeno una volta. Non pervenuta. Chi conta e vuole contare chiama altri (a proposito, un appello ai pm: intercettatelo di nuovo, foss’anche mentre racconta una barzelletta del secolo scorso, sennò ne fa una malattia).

Tristi anche gli avvistamenti di Zappadu, tornato nei pressi di villa Certosa sul luogo del relitto dopo un paio d’anni di assenza: quel luogo un tempo meta di goderecci pellegrinaggi di decine di ragazze, ministre, ballerine, mignotte, menestrelli di corte, pare improvvisamente troppo vasto, smisurato, sproporzionato per quell’omino flaccido e stanco in tuta blu da benzinaio, affiancato da appena due Papi girl sfuggite alla decimazione giudiziaria e piuttosto annoiate. Una mestizia infinita.

L’altro giorno, poi, l’agghiacciante immagine della saletta deserta di un hotel calabrese, una distesa di poltroncine bianche che ascoltano in religioso silenzio la benedizione telefonica del premier: “Pronto! Vi porto il saluto di tutto il governo, un saluto di cuore a tutti!”. Tecnici ed elettricisti che, dopo il raduno ormai concluso della Fondazione John Motta, stanno smontando gli impianti di amplificazione non credono alle loro orecchie quando sentono giungere dall’oltretomba una voce un tempo nota e ascoltata da folle osannanti. “Ma chi è? Un saluto a tutti chi?”. “Ma che, è proprio Berlusconi?”. “Ma sì, è proprio lui”. E giù a ridere. Chi glielo dice, al pover’uomo, che sono andati via tutti? Riconvocati d’urgenza alcuni relatori strappati al buffet, fra cui Nucara, quello che doveva reclutare folle di “responsabili” ma non ne acchiappò nemmeno uno (provvide poi Verdini, coi suoi metodi persuasivi, a scilipotare la fu maggioranza). Neanche Nucara ha il cuore di svelare al premier che è tutto finito, non c’è più nessuno, nemmeno uno Scilipoti. E allora gli passa un tale avvocato John Motta, uno zio d’America che parla come Stanlio e Ollio e ringrazia tanto il Presidente a nome di tutte le poltroncine bianche all’ascolto. Alcuni camerieri, portabagagli e addetti alle pulizie racimolati alla bell’e meglio si spellano le mani per simulare una platea brulicante. E lui, il Presidente Telefonista, parte in quarta col monologo-fiume. S’è anche preparato, poveretto: “Saluto il nostro Gianni Motta che ha cambiato nome in John Mott e dopo una vita difficile ce l’ha fatta…”. Poi, dopo una ventina di minuti, chiude il comizio tutto accaldato: “Viva gli Stati Uniti d’America che gl’italiani, i figli e i nipoti di italiani hanno contribuito a rendere grandi! Viva la Calabria! Viva l’Italia”. Clap clap. Ora Nucara accusa la solita informazione dell’odio di aver manipolato le immagini, ben sapendo ciò che l’attende al rientro a Roma.

Ieri poi il processo Mills: il primo senza scudo, il primo con un testimone – Attanasio – che osa parlargli contro. Fino a un mese fa ogni udienza richiamava folle di tifosi pro e contro. Ieri invece, a parte i giornalisti, alcuni poliziotti in assetto antisommossa e qualche passante incuriosito da cotanto spiegamento, il deserto. Nemmeno un Lassini sfuso, una cugina della Santanchè, nessuno. Stavolta una voce pietosa, forse quella dell’on. avv. Ghedini, ha avvertito l’insolito ignoto: “Presidente, inutile uscire dall’ingresso principale, ci sarebbe un pertugio secondario. Pazienza, è andata così, sarà meglio la prossima”. L’hanno rimasto solo anche lì, quei quattro cornuti.



Signore e signori buonanotte.



Tratto dal film, il migliore sarcasmo sulla politica italiana.


SUD ITALIA DAL 1861 TERRONI - VIDEO ILLUMINANTE FANTASTICO