martedì 21 giugno 2011

Corsi di laurea a numero chiuso tra novità c'è il punteggio minimo. - di Salvo Intravaia


Corsi di laurea a numero chiuso  tra novità c'è il punteggio minimo


Le decisioni del ministero per i test d'accesso alle facoltà a numero programmato. Per la prima volta gli studenti dovranno ottenere un voto minimo per accedere. I test di Medicina e Odontoiatria validi in entrambi i corsi e in alcune aree si sperimenta la graduatoria unica tra diversi atenei.


ROMA - Novità in vista per l’accesso alle università a numero programmato. Il ministero dell’Istruzione, università e ricerca ha reso noto, questa mattina, il decreto che fissa le regole per l’accesso ai corsi universitari a numero chiuso: Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie. Manca all’appello, al momento, soltanto il corso di Scienze della formazione primaria, che è stato riformato dalla riforma Gelmini.

Le novità più importanti, annunciate in parte dallo stesso ministro alcuni mesi fa, riguardano il test di Medicina e Odontoiatria. La prova sarà unica per entrambe le facoltà e si svolgerà su tutto il territorio nazionale il prossimo 5 settembre. Il candidato che lo volesse potrà far valere il proprio test per entrambi i corsi di studio. Avrà, in questo modo, più possibilità di farcela. In passato, si è verificato che studenti esclusi con un certo punteggio a Medicina, sarebbero stati idonei ad Odontoiatria. Dal prossimo anno questo problema sarà superato.

Un’altra importante novità riguarda la “soglia minima di ingresso” per il punteggio. Fino all’anno scorso, per ogni singola facoltà, la graduatorie di merito si scorreva fino alla concorrenza di tutti i posti messi a concorso dal ministero, per l’ateneo e la facoltà in questione. Da quest’anno le cose cambieranno: chi, pur essendo in posizione utile, dovesse andare al di sotto dei 20 punti, sugli ottanta previsti, rimarrà fuori ugualmente. La soglia minima di ingresso è, infatti, di venti punti.

Tra le novità anticipate dalla Gelmini era stata ipotizzata una graduatoria nazionale, un modo per correggere una anomalia del meccanismo di accesso: i primi degli esclusi negli “atenei difficili”, i più richiesti, sarebbero riusciti a farcela negli atenei “più facili”, quelli meno richiesti. Per quest’anno la graduatoria nazionale non è passata, ma il ministero, aggregando alcune sedi limitrofe, ha lanciato una sperimentazione che riguarda anche gli altri corsi.

Il test di Medicina veterinaria, in programma per il 6 settembre, potrà valere contemporaneamente per Bologna, Milano, Parma e Padova. Stesso discorso, sempre su Veterinaria, per gli atenei di Teramo e Camerino. Per Medicina, sono stati aggregati gli atenei di Udine e Trieste. Al Sud, gli aspiranti Ingegneri/Architetti di Napoli (Federico II) e Salerno, giorno 7 settembre, si ritroveranno a partecipare in un’unica aggregazione territoriale.

Per le professioni sanitarie – Ostetrica, Infermiere, ecc. – la prova si svolgerà l'8 settembre alle ore 11 e il candidato potrà esprimere, come l’anno scorso, fino a tre opzioni. I test per Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e per le Professioni sanitarie saranno composti da 80 domande di cultura generale e logica, chimica, biologia, matematica e fisica, da svolgere in due ore.

Novità nel test per l’accesso alla facoltà di Architettura dove, anziché con domande di chimica e biologia, gli studenti dovranno cimentarsi con quesiti di storia e disegno. Il decreto, invece, non si esprime sul peso che avranno le domande di cultura generale, criticate da più parti. Il ministro aveva pensato di sostituire parte delle domande di cultura generale con domande di logica e gli esperti che formuleranno i test sono sempre in tempo a farlo.



Carta intestata di Palazzo Chigi scoperta nell’ufficio della segretaria di Bisignani.


Il deputato Pdl Luca Barbareschi sentito dai pm: "Luigi era una persona vicina al capo del Governo. Mi rivolsi a lui per tentare di diventare direttore del Teatro Stabile di Roma".


Per i pm non era solo legato al sottosegretario Gianni Letta, suo amico e testimone di nozze. Luigi Bisignani era anche intimo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, un tempo suo confratello nella loggia di Licio Gelli. O almeno era questa la sua fama nel mondo della politica tanto che il deputato Pdl Luca Barbareschi, celebre per essere passato a Fli per poi abbandonare precipitosamente il movimento di Fini, quando viene ascoltato come testimone lo definisce “una persona vicina al Capo del Governo”. Comunque stiano le cose un fatto è certo: nel corso di una perquisizione alla segretaria Bisignani è stata sequestrata della carta intestata della Presidenza del Consiglio. Ma ecco cosa scrivono in proposito i magistrati nella loro richiesta di arresto:

“Il contesto degli amici “influenti” su cui poteva contare l’organizzazione, grazie al Bisignani era caratterizzato dalla sua notevole estensione. Tali rapporti erano caratterizzati, assai spesso, dalla logica del do ut des . Sicuramente in questa prospettiva devono leggersi le dichiarazioni del Ragusa, alto Dirigente della Presidenza del Consiglio.

Ragusa Antonio, in data 15.2.2011, ha, tra l’altro, dichiarato: ” …. il mio Dipartimento si occupa della gestione degli Immobili nella disponibilità della Presidenza del Consiglio, sia del Demanio sia di privati; inoltre il mio Dipartimento Dipartimento di occupa della gestione dei beni dei servizi della Presidenza del Consiglio, compresi i servizi di Sicurezza; il mio ufficio é in via della Mercede n. 96 ….. Mi risulta che Bisignani è socio di tale Farina con il quale io ho condotto una trattativa per prendere in locazione un immobile nei pressi di Piazza Montecitorio che era un immobile del Farina ……. Nella conversazione che ho appena ascoltato io e il Bisignani parliamo del Commissariato Straordinario della Laguna, carica alla quale io ambivo; la signora cui facciamo riferimento è il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo; facciamo riferimento alla mia nomina e all’interessamento che io avevo chiesto al Bisignani presso la Prestigiacomo, che so avere buoni rapporti con il Bisignani medesimo …… Bisignani si è adoperato per far avere dei vantaggi professionali a mio nipote Aurelio che lavora in ENI, ente presso il quale il Bisignani ha notevoli aderenze, conoscendo l’AD Scaroni… Incontrando il mio amico Generale Savino, consulente di Finmeccanica, il predetto si è prestato ad intercedere per far assumere mio figlio ingegnere in Finmeccanica”

Non è noto, allo stato, come sia successo, ma è certo che in sede di perquisizione effettuata in data14.2,2011 presso la segretaria del Bisignani, Rita Monteverde, in uno con l’incartamento relativo alla trattativa per l’acquisizione di un immobile in leasing da parte della Presidenza del Consiglio in persona Ragusa, immobile nella disponibilità della società B.B Parlamento di Farina Vittorio ( legatissimo al Bisignani e titolare della Ilte, società di cui il Bisignani è dirigente) , venivano rinvenuti fogli in bianco di carta intestata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nulla di più poteva rendere plasticamente l’idea di una sorta ruolo ombra svolto dal sodalizio e dal Bisignani.

Le dichiarazioni rese da Luca Barbareschi, captato nel corso di alcune intercettazioni in cui chiedeva al Bisignani di attivarsi in suo favore, confermavano i rapporti fra il Bisignani e la Presidenza del Consiglio dei Ministri e introducevano gli ( ulteriori) rapporti fra il Bisignani e l’Amministrazione Comunale di Roma.

In particolare, il 14.2.2011, Barbareschi riferiva: “”omissis.” ADR.:effettivamente fra gli altri mi sono anche rivolto a Bisignani per chiedere un suo interessamento in merito a una mia nomina a direttore artistico del Teatro Stabile di Roma, Lui mi promise un interessamento ma di fatto non è riuscito ad ottenere nulla. Tenga presente che io conosco benissimo Alemanno con cui ho fatto campagna elettorale e quando lui per scherzare mi diceva : ” se vinciamo le elezioni che vuoi fare? L’Assessore? lo gli dicevo che non mi interessava fare l’assessore ma che mi sarebbe piaciuto dirigere un teatro, un ‘esperienza che conoscevo e che volevo ripetere. Alla fine questo posto di direttore artistico è stato assegnato a Gabriele Lavia, che non è certo riconducibile al Centrodestra.

ADR.: mi viene rappresentato che dalle indagini svolte è emerso che importanti esponenti delle istituzioni statali, Ministri della Repubblica, amministratori delegati delle più importanti società italiane pubbliche e private, si rivolgano al Bisignani per chiedere un suo interessamento di vario genere, Le rispondo che Bisignani è persona che come ho detto è al centro di molte relazioni e quindi ha la fama di essere un soggetto che può arrivare un po’ dovunque. Nel mio caso io sapevo che era amico di Basile che era il Capo Gabinetto di Alemanno. Tengo a dire che ovviamente a me Alemanno, che io conosco personalmente, mi aveva sempre rassicurato del fatto che avrei avuto un incarico che corrispondeva alle mie caratteristiche professionale. Volevo che il Bisignani in qualche modo si accertasse se mi stavano prendendo in giro o meno. Basile per la verità mi ha telefonato e mi ha detto che si sarebbe informato della vicenda di mio interesse. Tenga presente che per me, inoltre, il Bisignani è una persona vicina alla Presidenza del Consiglio e non mi riferisco non solo a Gianni Letta ma anche al capo del Governo …. omissis”".



lunedì 20 giugno 2011

Pensionato denuncia Maroni "A Pontida alto tradimento"

LUINO Il raduno di Pontida della Lega Nord viene sottoposto al vaglio di carabinieri e magistratura: un cittadino di Alessandria, luinese di origine, ha presentato all'Arma una denuncia formale per lo slogan con cui ieri, al raduno di Pontida della Lega Nord, il ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha accompagnato il suo intervento, e anche per l'atteggiamento di Umberto Bossi e Roberto Calderoli nei confronti della folla che inneggiava alla secessione. La denuncia è già stata trasmessa alla Procura di Bergamo, competente per territorio.

La frase in questione, pronunciata da Maroni, è «noi barbari sognanti vogliamo una Padania libera e indipendente».

Parole che, per il denunciante, configurano il «vilipendio alla Costituzione, l'istigazione a sentimenti antinazionali, l'alto tradimento».

«Ho seguito la manifestazione in tv - spiega Aldo Flora, 67 anni, ex manager in pensione - e, oltre all'intervento di Maroni, sono stato colpito da un altro evento: quando la folla si è messa a gridare 'Secessionè, Bossi si è limitato a dire 'Calma, dobbiamo avere pazienzà». Per questo motivo, Flora ha fatto mettere nero su bianco che ritiene l'atteggiamento dei ministri Bossi, Maroni e Calderoli (anche lui presente sul palco) «colpevolmente refrattario» nei confronti dell'articolo 5 della Costituzione sull'indivisibilità della Repubblica; per Maroni si parla invece di «aggravante».

«Un ministro - è l'opinione di Flora - non può dire tutto quello che vuole. Un ministro ha giurato sulla Costituzione. E non può togliersi la giacca da ministro a suo piacimento».

«Io amo la politica - dice ancora Flora, che è originario di Luino - ma non amo i partiti: sono i partiti, oggi, a rovinare la politica. È per questo che da 20 anni mi presento al seggio senza ritirare la scheda elettorale. E soprattutto voglio bene alla mia Patria e al Tricolore».

http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/213704_pensionato_denuncia_maroni_a_pontida_alto_tradimento/


Milano, Lele Mora finisce in carcere bancarotta fraudolenta da 8,5 milioni.



Il manager dei vip, coinvolto anche nel caso Ruby insieme con Berlusconi, arrestato nel quartier generale in viale Monza. Il gip: "Ha trasferito ingenti somme all'estero e poteva tentare la fuga".


Il sospetto degli inquirenti è che parte dei fondi drenati dalla Lm Management, la società il cui riferimento era Lele Mora, dopo circa un anno è poi fallita e i fondi siano finiti su qualche conto in Svizzera. Così come quel cospicuo prestito di circa tre milioni ricevuto da Silvio Berlusconi per salvarlo dai suoi guai. E così nel pomeriggio, con l'accusa di bancarotta fraudolenta aggravata, Lele Mora, l'impresario dei vip, coinvolto anche nel caso Ruby, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Milano mentre si trovava nel suo quartier generale in viale Monza.

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta un paio di mesi fa dai pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stata firmata dal gip Fabio Antezza. Secondo l'accusa il talent scout, che fra tra il capoluogo lombardo e Lugano, ha distratto dalla Lm Management complessivamente quasi 8 milioni e mezzo di euro, dei quali circa 3 milioni e 380 mila attraverso fatture per operazioni inesistenti o, come lo stesso Mora ha ammesso in un interrogatorio, "molto gonfiate", emesse all'imprenditore Marcello Silvestri, in cambio di denaro in contante. Denaro utilizzato, annota il gip, per scopi personali come i regali fatti al fotografo dei vip Fabrizio Corona ("ho comprato nove autovetture, ..., l'appartamento di via De Cristoforis").

Oltre 5 milioni, invece, sono stati dirottati nella casse della Immobiliare Diana, la cassaforte di famiglia - anch'essa fallita - del gruppo di cui Mora è stato definito il dominus, che sarebbero serviti per acquistare immobili di pregio anche in costa Smeralda (Porto Cervo e Cala del Faro) e a Milano, fra i quali, oltre ad alcuni in viale Monza, un appartamento in via Settembrini poi comprato da Umberto Smaila e rivenduto a Luisa Corna. Mora, insomma, è ritenuto responsabile di una bancarotta fraudolenta aggravata per aver arrecato ai creditori e al fisco un "danno patrimoniale di rilevante gravità". Un danno che nei confronti dell'erario è stato quantificato in circa 16 milioni di euro.

Nel provvedimento il giudice, che ha ritenuto che il carcere fosse l'unica misura cautelare idonea, parla del talent scout come di uno che ha una "tendenza (...) a delinquere", visti i "plurimi precedenti penali anche per i reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica, oltre che in materia di sostanze stupefacenti" e di "spiccate capacità a porsi anche contro la legge penale". E poi ancora, rilevando un pericolo di fuga e di inquinamento probatorio "di rilevante intensità", di "professionalità criminale" e capacità economica di origine illecita "doppiate" dall'attività di drenaggio di denaro" anche successive al crac della Lm Management.

Operazioni di drenaggio "eseguite - si legge nel provvedimento - mediante negoziazioni all'estero", in particolare in Svizzera, dove Mora non solo ha la residenza e almeno un conto se non più, ma dove godrebbe di contatti "in ambienti affini a quelli di 'provenienza', da lui stesso dichiarati, dei quali potrebbe plausibilmente godere". A questo proposito sono state avviate rogatorie per scoprire se abbia o meno nascosto un tesoretto, parte di quei soldi che per l'accusa sarebbero stati dirottati dalla sua società travolta dai debiti, o addirittura quelli prestati dal premier e che Mora tempo fa aveva detto, davanti a microfoni e taccuini, che li aveva usati per pagare gli stipendi dipendenti, i fornitori e "le spese vive".



P4, Letta: “Bisignani? E’ uno che qualche volta dice più di quello che sa”.


Nuovi risvolti emergono dalla richiesta d'arresto firmata dai pm napoletani. In particolari il lobbista sapeva di essere intercettato, a indagine in corso. Inoltre, grazie a lui, il sito Dagospia ha ottenuto pubblicità per 100mila euro l'anno.


Ministri, alti dirigenti dei servizi segreti, dell’Eni, delle Ferrovie e di tutti gli enti in qualche modo legati allo Stato. E’ enorme la rete intessuta dall’ex piduista Luigi Bisignani, già condannato per la maxi tangente Enimont. Bisignani, finito agli arresti domiciliari la scorsa settimana, è stato sentito oggi dal gip. Ma, durante l’inchiesta, molti dei suoi amici erano già sfilati davanti ai pm come testimoni. E nella maggior parte dei casi avevano tentato di minimizzare il suo reale potere. Primo fra tutti Gianni Letta.Ma ecco alcune delle loro deposizioni.

È il 23 febbraio quando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio affronta con i magistrati il capitolo dei suoi rapporti con il presunto numero uno dell’organizzazione ribattezzata P4 dai giornali. A Letta vengono fatte leggere una serie di intercettazioni (sia telefoniche che ambientali) con Bisignani. Il braccio destro di Silvio Berlusconi ammette così di essere stato avvertito dall’amico dell’esistenza di un’indagine da parte della procura di Napoli e spiega:

“Ho conosciuto Bisignani quaranta anni fa dal momento che il padre era molto amico del mio direttore del Tempo Angiolillo, poi ho conosciuto la madre, poi il fratello Giovanni e poi anche Luigi che cominciò a fare il giornalista con Libero Palmieri che aveva iniziato anche me al giornalismo; poi fece carriera e diventò caporedattore dell’Ansa di Roma; Bisignani fu il portavoce e addetto stampa di Gaetano Stammati (ministro in tre diversi governi Andreotti); io sono stato testimone di nozze, unitamente a Lamberto Dini, di Luigi Bisignani. Bisignani è persona estroversa brillante e ben informata ed è possibile che qualche volta dica più di quello che sa … omissis…”

“BISIGNANI E’ AMICO DI TUTTI”

Con Bisignani intrattengo rapporti di amicizia che io gestisco in modo istituzionale e corretto come con ogni altro. Bisignani è amico di tutti; Bisignani è l’uomo più conosciuto che io conosca. Bisignani è un uomo di relazione.

L’ONOREVOLE PAPA

Conosco l’onorevole Papa che ho conosciuto quando era al ministero della Giustizia e che è rimasto al ministero sia con Castelli che con Mastella. Ricordo che un giorno il Papa mi disse che aveva aspirazioni politiche. In seguito del Papa e delle sue aspirazioni politiche mi parlò anche il Bisignani. Rappresentai tale aspirazione del Papa a Berlusconi, che mi disse che aveva ricevuto molte altre sollecitazioni riferite sempre al Papa. Dopo l’elezione a deputato il Papa mi chiese di fare il sottosegretario, ma non è stato mai accontentato.

(Si dà atto che al sottosegretario Letta vengono fatte ascoltare le fonie inerenti alle conversazioni captate all’interno degli uffici del Bisignani)

Non escludo che il Bisignani mi abbia potuto dire che era oggetto di attenzioni da parte dell’Autorità Giudiziaria; sicuramente non mi ha detto che era intercettato e che era Woodcock che lo intercettava. Posso aver detto al Bisignani di non parlare troppo a telefono, visto che lui è piuttosto facondo. Non ho mai cenato con il Bisignani e il Procuratore Generale di Roma, tanto meno per festeggiare il nuovo Giudice della Corte Costituzionale Lattanzi, che ho conosciuto solo al Quirinale al momento del giuramento. Apprendo adesso che il Bisignani sia molto legato a Dagospia; può darsi che il Bisignani abbia conosciuto il D’Agostino quando era al Messaggero. La trattativa della Presidenza del Consiglio per l’immobile in piazza del Parlamento – su cui Farina aveva una prelazione/opzione – si è conclusa in un nulla di fatto …. omissis”

SERVIZI SEGRETI E NOMINA DI SANTINI

“Quando andò via l’Ammiraglio Branciforte come Direttore dell ‘Aise, io, nella mia qualità di Sottosegretario con delega ai Servizi, attivai la procedura per il rinnovo della carica di direttore dell’Aise; il ministero della Difesa propose una rosa di tre nomi (militari) ovvero del Generale Santini, del Generale Piccirillo e dell’Ammiraglio La Rosa. In virtù della logica di avvicendamento delle Armi, fu la stessa Difesa che suggerì la scelta di un Generale dell’Esercito; fu così che noi scegliemmo il Generale Santini che era già Consigliere Militare della Presidenza del Consiglio. Ricordo che io consultai, partecipando la nostra preferenza sul Santini, sia il Presidente del Copasir, sia il Capo dello Stato, sia l’opposizione. Ricordo che chiamai io personalmente D’Alema; apprendo in questo momento da voi, o comunque non mi ricordavo, che il Bisignani accompagnò il Generale Santini dall’onorevole D’Alema”.

I magistrati nella loro richiesta di emissione di un’ordinanza cautelare nei confronti di Bisignani chiosano così la sua deposizione: “Dunque si conferma, anche alla luce delle dichiarazioni del Letta, che il Bisignani era legatissimo all’attuale sotto-segretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, cui riferiva anche notizie”

Niente di realmente irregolare si difende Bisignani che, secondo il suo legale, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, ha spiegato di aver parlato con Letta anche, “dopo che‘Il Fatto Quotidiano’ aveva scritto di un’indagine su Letta (L’inchiesta del primo numero de Il Fatto, il 23 settembre 2009, ndr). E poiché Bisignani lavorava per una società che stampava ‘Il Fatto’, fu “tutt’uno parlarne con Letta”. “Le vicende delle quali parla Bisignani erano gia’ note e se ne parlava da tempo sui giornali”, conclude l’avvocato difensore. Può essere. Fatto sta che Bisignani era in grado di far presentare emendamenti in parlamento, non solo alla maggioranza, ma anche ai finiani di Futuro e Libertà. Italo Bocchino era una suo carissimo amico. Mentre, come vedremo, per molti esponenti del Pdl e alcuni ministri era una sorta di confidente confessore.

Bocchino: “Bisignani mi passava gli emendamenti”

“Mi viene fatta ascoltare la conversazione nr. 1307 del 12.10.2010 tra Bisignani Luigi e Roberto D’Agostino. Prendo atto del contenuto di questa conversazione e con riferimento a Fini, Casini eMontezemolo posso chiarire che i due interlocutori parlano di una mia intervista sul nuovo Centrodestra che la mia forza politica vuole prefigurare. Effettivamente rilevo che è lo stesso D’Agostino a chiedere al Bisignani se pubblicare o meno le notizie e rilevo tuttavia che Bisignani in qualche modo blocca il D’Agostino che voleva attaccarmi . Prendo atto del contenuto dei progressivi conversazioni nel corso delle quali mi veniva caldeggiato da Bisignani Luigi l’impegno per far approvare alcuni emendamenti alla finanziaria relativi ai parchi nazionali e relativi al finanziamento del Ministero per l’Ambiente, “cosiddetto emendamento Fallica “. Rispondo che effettivamente Bisignani si fece portatore degli interessi politici della Prestigiacomo avendo buoni rapporti con la stessa e in questo caso non ebbi difficoltà ad accogliere le sue indicazioni poiché coincidevano con l’interesse politico che il Gruppo Futuro e Libertà e cioè mettere in difficoltà il Pdl, facendone venire a galla i contrasti interni. Nel merito la questione venne risolta in qualche modo in quanto i Parchi vennero finanziati. L’emendamento Fallica invece venne ritirato.
Quanto al passaggio che mi viene letto nel quale dico testualmente “dimmi tutto dei tuoi che bisogna far mettere” le spiego subito cosa intendevo dire: Bisignani caldeggiava gli interessi di alcuni ministri non “tremontiani”, cioè la Gelmini, Prestigiacomo e Frattini. Dunque proprio nella prospettiva di mettere in difficoltà il Pdl dissi al Bisignani di farmi sapere tutti gli eventuali emendamenti che si potevano proporre nell’intreresse dei predetti ministri in quanto il mio Gruppo li avrebbe sostenuti ……. “.

Le telefonate con la Prestigiacomo

Bisignani infatti intratteneva,dunque, ottimi rapporti anche con il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. ”Dobbiamo stare attenti ai telefoni… dicono che Woodcock ci sta controllando i telefoni” le dice il 2 dicembre 2010. La conversazione avviene durante il periodo in cui, secondo i magistrati, Bisignani stava “occupandosi in prima persona del voto del Parlamento riguardante un emendamento riferito alla materia dell’Ambiente”.

Prestigiacomo: “E quindi? Perchè Woodcock a te ti controlla?
Bisignani
: “E che ne so perché mi controlla… non so, non saprei”
Prestigiacomo
: Mamma mia! Ma come si può vivere così? Se escono le intercettazioni con me mi rovini!
Bisignani
: “Io cerco di stare sempre attentissimo al telefono”.

Ascoltata come testimone il 14 febbraio del 2011, il ministro Prestigiacomo, prima esclude che Bisignani abbia mai potuto parlarle dell’indagine in corso. Poi quando le fanno leggere l’intercettazione cambia versione. E spiega che l’ex piduista “aiutò politicamente la Santanché prima quando era contro Berlusconi sia quando si riconciliò con lui”.

“Una cosa importante sulla Boccassini”

Ottimi erano pure i rapporti tra Bisignani e l’onorevole Michaela Biancofiore (Pdl).

“Ti devo dire una cosa importante…che il figlio della Boccassini…”. Questo il passaggio di una telefonata tra i due. Una conversazione, scrivono Curcio e Woodcock, “di notevole rilievo che consente di osservare in diretta il funzionamento della macchina del fango. Che, ancora una volta, fonda il suo funzionamento su di una rete di relazioni riferibili al Bisignani”. La telefonata è del 16 gennaio 2011 e i due inizialmente parlano dei risultati del campionato di calcio. Poi Biancofiore introduce l’argomento.

Biancofiore: “No dico…dimmi se ti sembra normale. Ah…a proposito, no, ti devo dire una cosa importante. Mi dicono…fonti molto serie che il figlio della Boccassini…”
Bisignani
: “Ah…vabbè. Poi ne parliamo a voce”
Biancofiore
: “Ecco…eh…sì”
Bisignani
: “Fantastico”
Biancofiore
: “Ma c’è una roba seria”
Bisignani
: “Vabbè vabbè”
Biancofiore
: “Vabbè…ho capito. Ti chiamo domani (sembra dire)”. I due parlano nuovamente al telefono, la stessa sera, e il deputato del Pdl sembra pentirsi di quanto detto nel pomeriggio al telefono:
Biancofiore
: ”Poi domani, quant’è, ti dico quell’altra cosa che…vabbè (ride)”
Bisignani
: “Vabbè”
Biancofiore
: “Me ne sono pentita. Però…”
Bisignani
: “Ah vabbè”
Biancofiore
: “Sai com’è. Come dire…(ride)…Uffa…(ride)…ciao
Bisignani
: “Ti mando un bacio (ride)…”

La questione Boccassini finirà poi su Il Giornale di Paolo Berlusconi.

Bisignani e i media

I rapporti di Luigi Bisignani con i mass media costituiscono, secondo i pm, “uno dei punti di rilievo che caratterizzano l’attività del sodalizio. Se per le notizie scandalistiche viene utilizzato Dagospia dal gruppo Papa-Bisignani, i rapporti con la Rai costituiscono un momento rilevante nella strategia mediatica del gruppo”. Rapporti talmente forti e noti nell’ambiente da spingere Luca Cordero Di Montezemolo (leggi la deposizione) a rivolgersi a Bisignani non solo per mediare con l’Eni, ma anche per sponsorizzare con la tv di Stato una fiction prodotta dalla sua ex compagna Edwige Fenech. Bisignani e l’ex direttore generale della Rai, Mauro Masi, paiono del resto una cosa sola.

Nella richiesta di arresto i pm riportano il verbale delle dichiarazioni rese da Masi definendole “sintomatiche del potere di incidenza e condizionamento esercitato da Bisignani sull’azienda che gestisce il servizio pubblico di informazione radiotelevisiva”.

Masi ha spiegato ai magistrati di aver conosciuto il Signor P4 nel 1995 quando era portavoce diDini e di aver incontrato lui e il parlamentare del Pdl Alfonso Papa “tre o quattro anni fa”. Più volte Masi risponde ai pm chiarendo il contenuto di alcune intercettazioni. “Nella conversazione in esame faccio riferimento alla posizione che riguardava Gianni Minoli, che come dico mi era stata segnalata anche da Gianni Letta; in particolare con Bisignani si parlava della nomina di Minoli come responsabile delle attività della Rai per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia; Minoli mi veniva segnalato quotidianamente anche da Amato che è il presidente del comitato dei garanti delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità”

Masi: “Chiedevo a Bisignani cosa pensava Letta”

Masi prosegue e spiega i contenuti di alcune telefonate: “Nella sintesi della conversazione si dice e si parla di “fregare” Ruffini nel senso che Ruffini non voleva ospitare sulla seconda serata di Rai Tre la trasmissione di Minoli, di fatto poi è accaduto il contrario, nel senso che ha avuto ragione Ruffini e continua ad andare in onda in seconda serata su Raitre Parla con me della Dandini. Dunque ciò che ci diciamo con Bisignani nella conversazione non è accaduto rispetto a quello che riguarda Ruffini. Il Massimo a cui si fa riferimento è Massimo Liofredi che proteggeva la Setta che io non volevo; la “lei” cui si fa riferimento è la Setta. Effettivamente nelle conversazioni io dico a Bisignani di informare di tali questioni il dott. Letta e ciò perché Bisignani è sicuramente più legato a Letta di quanto lo sia io. Bisignani per la verità insieme a tanti altri mi ha chiesto la cortesia di far lavorare Monica Setta, ma io non l’ho rinnovata perché fa una televisione che non mi piace. Per la Setta mi hanno chiamato esponenti di tutto l’arco costituzionale…”. Si fa poi riferimento a un’altra telefonata: “Io chiesi a Bisignani di mettermi in contatto con Capezzone sapendo che avevano buoni rapporti…anche per Anna La Rosa mi ha telefonato tutto l’arco politico istituzionale, ritengo compreso Bisignani, sponsorizzando la La Rosa ai servizi parlamentari; anche per Anna La Rosa, come per la Setta, io ero contrario”.

Masi commenta poi un’altra conversazione . Spiega di aver chiesto a Bisignani di informarsi presso Letta su “quale fosse l’atteggiamento della politica su talune questioni inerenti alle nomine Rai (riferite al digitale); ribadisco che chiedevo a Bisignani di parlare con Letta perché i due avevano un rapporto più diretto e più personale…insomma ho sempre utilizzato Bisignani per sondare il clima politico riferito in particolare al dott. Letta e ad altri personaggi politici e ciò in termine di consiglio”.

Secondo i pm eil sito Dagospia, attraverso Bisignani, ha ottenuto pubblicità. La circostanza emerge nel paragrafo in cui Papa e Bisignani parlano di una cena del vicepresidente del CsmMichele Vietti con “quattro avvenenti ragazze”. Una notizia che viene “proposta e presentata al Bisignani per Dagospia – scrivono i pm – e ciò a conferma della cogestione occulta da parte del Bisignani medesimo del noto sito scandalistico, al quale lo stesso Bisignani, come lui stesso ha ammesso, ha fatto ottenere dall’Eni pubblicità per oltre 100mila euro all’anno”.

Il gip ha però ritenuto questo rapporto con Dagospia una normale relazione tra una fonte (Bisignani) e il giornalista Roberto D’Agostino, il quale spiega: “Conosco Bisignani, ma quello che certo è che non ha mai cogestito il mio sito, né tantomeno è intervenuto per farmi ottenere pubblicità dall’Eni”.