In Italia non so con chi parlare; e non si dimette mai nessuno.
dell'inviato Marcello Campo
TRAVERSE CITY (MICHIGAN) - "Sto con Giorgio Napolitano: è arrivato il momento della coesione. Non ci possiamo più permettere questa confusione. E' necessario avere una leadership più forte che ridia credibilità al Paese". Sergio Marchionne, polo nera, la versione estiva del famoso golfino, si fuma una sigaretta, dopo aver parlato dei risultati ottenuti dal matrimonio tra Fiat e Chrysler al Car, il Center for Automotive Research, l'appuntamento annuale dell'industria automobilistica americana. Ha appena abbracciato e baciato Bob King, il presidente del Uaw, il capo incontrastato del principale sindacato metalmeccanico Usa. All'inizio non vorrebbe parlare di cose italiane. Poi, però, è un fiume in piena. "Ha visto i nostri rapporti. Bob anche oggi ha spiegato esattamente qual è la sua visione del sindacato. Ha detto che in un mercato globalizzato, il loro obbiettivo è lavorare assieme all'azienda per migliorare la qualità del prodotto, aumentare le vendite. Ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto ad abbandonare la via giudiziaria, le querele e le denunce".
Da noi è molto diverso? "Ci sono sette sindacati e nessuno di loro è realmente rappresentativo. Se vogliamo un futuro dobbiamo lavorare assieme per il successo comune". Quindi annuncia che già ad autunno tornerà sulla questione della fuoriuscita dalla Confindustria: "Aspetto solo la decisione del Tribunale di Torino per tornare alla carica. Fiat ha bisogno della certezza del diritto, non possiamo vivere nell'incertezza". Pochi minuti prima ha presentato un video in cui si raccontano i talenti della città di Detroit, c'é un pugile e una ballerina. Dice che grazie all'impegno di queste persone l'economia e l'America possono riprendersi. Ma anche l'Italia ha i suoi talenti: "Certamente. Però ora io non so con chi parlare. Abbiamo un grande problema di credibilità del Paese. Serve una leadership in grado di recuperale la coesione. Sono d'accordo con il Capo dello Stato. Ovviamente non tocca a me fare nomi, non è il mio mestiere. Ma il mondo non capisce la nostra confusione, non capisce cosa accade in Italia e tutto ciò ci danneggia moltissimo. C'é chi ha compiuto anche scorrettezze nella sua vita quotidiana. In altri paesi sarebbe stato costretto a dimettersi immediatamente. Invece da noi non succede nulla".
Qual è la sua ricetta? "Serve una leadership impegnata nel fare, nel risolvere i problemi in modo credibile. Poi la gente non è fessa, farà la sua parte e la seguirà...". Con la maglietta 'Imported in Detroit' ha risvegliato l'orgoglio di una nazione e la loro voglia di 'comprare un'auto americanà. Quanto dovremo aspettare per avere una maglietta simile, anche in Italia. "Non vedo l'ora, con una nuova situazione, ci metto due ore a fare una maglietta dello stesso tipo". Poi un saluto veloce, prima di tornare a bordo della sua Chrysler Town and Country nera, alla volta di Detroit. Speriamo di rivederci a Washington. "Con piacere - risponde sorridente - lì ho molti amici".
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